Pagine

sabato 21 aprile 2012

La botanica parallela - Leo Lionni

Avevo letto di questo libro, La botanica parallela, alcune pagine qua e là durante un breve viaggio in treno che mi portava a Lugano assieme a un amico parecchi anni fa. Il libro era suo. Poi mi passò di mente fino a quando Libereso, il grande Libereso, non mi parlò di una pianta, il giusquiamo, e allora quelle pagine mi riaffiorarono. Andai subito in libreria per cercarlo ma risultò esaurito.

Adesso è stato ristampato e (cose per me incomprensibili) non dal primo editore, Adelphi 1976, ma da un altro, Gallucci. Inutile dire che me lo sono subito procurato e letto. Non d'un fiato, ma con calma perché ogni capitolo merita una pausa e un respiro. La botanica parallela è quell'anarchia vegetale di semi ribelli che hanno generato creature incredibili che possono scomparire al tatto o generare ombre con i colori dell'arcobaleno per dire solo due singolarità. Essa non va contro quella ufficiale di Linneo ma le vive a fianco esplorando un altro mondo dove si scava a fondo nella vita delle piante per cercare di conoscerne l'anima, espressa, ma non sempre, dalla bellezza delle forme esteriori.

Artisie, giraluna, tirilli, e altre fantastiche specie vegetali sono presentate con la precisione dello scienziato. Lionni capovolge il Borges della Zoologia fantastica, raffigurando minuziosamente il proprio universo botanico immaginario e rendendo percepibile, attraverso lo studio delle sue straordinarie proprietà, la flora di un pianeta gemello dove sarebbe del tutto normale incontrare le Città invisibili di Calvino.


Le piante parallele che hanno sollevato più perplessità fra coloro che hanno seguito gli sviluppi della nuova botanica sono senza dubbio le artisie. E ciò è comprensibile quando si pensi che delle due flore, quella comune e quella parallela, le artisie occupano un posto del tutto speciale, quanto mai ambiguo per l'aspetto spesso abotananico, qualche volta addirittura anorganico, di probabile origine umana, che è il loro carattere dominante. Non è ancora chiaro se la pianta nella sua dicotomia artificio/natura esprima l'influenza della natura sull'arte oppure quella dell'arte sulla natura. Sappiamo benissimo che la verità non è né l'una né l'altra e che a parte il parallelismo, l'artisia è tutta natura. Ma come spiegare il mistero delle sue forme, così ovviamente artistiche che in alcuni esemplari sembrano addirittura artefatte, copiate dai ghirigori del Settecento?
- - -
Già nella lunga notte dell'Erocene l'uomo aveva intravisto il giraluna ergersi misterioso, nel suo terso paesaggio. L'uomo presolare si considerava figlio della Luna. Nel grembo di lei aveva conosciuto il conforto dei pigri e silenziosi tepori della notte, e nel suo bagliore aveva visto perle d'argento cullarsi leggere sulle corone dei primi grandi fiori. Me egli non ci lasciò che pochi enigmatici segni: la caverna di Feisenburg, le ossa pietrificate del tumulo di Ahmenstadt, la coppa di Boergen. Paradossalmente quel che sappiamo della sua presenza ci è stato tramandato dalle testimonianze della sua vegetazione notturna.







Leo Lionni

La botanica parallela

(con XXXII tavole)


Gallucci
Leo Lionni (Amsterdam 1910 - Radda in Chianti 1999) è stato un artista multiforme di fama mondiale. Nato in Olanda a 14 anni si trasferì in Italia e vi rimase finché le leggi razziali non lo costrinsero a fuggire negli Stati Uniti. Si stabilì a Philadelphia, dove divenne un grafico di grande successo. Venne in contatto con i più grandi artisti dell'epoca,dal giovanissimo Andy Warhol a Saul Steinberg, da Willen de Kooning ad Alexandre Calder. Nel 1960 rientrò in Italia e cominciò a dedicarsi alle opere per bambini. Ha pubblicato più di 40 libri per i più piccoli, conquistando per ben quattro volte la menzione al Caldecott, il più prestigioso premio americano del genere. Negli ultimi tempi Leo tornò con passione alla pittura e alla scultura, oltre che alla cura del suo giardino toscasno e alla stesura di questo fantastico trattato.


10 commenti:

  1. Indicazione assai interessante. Mi sa che mi hai contagiato. Grazie.
    Buon fine settimana

    RispondiElimina
  2. Lionni, Serafini... la scuola botanica fantastica italiana è senza dubbio la migliore.

    RispondiElimina
  3. Sono belli anche i nomi dati a queste fantastiche specie botaniche. Sarei curiosa di sapere (perché non l'ho capito dal post) se esiste veramente in natura qualche esemplare del genere. Ciao Al. Buona domenica.

    RispondiElimina
  4. Non sapevo che era stato ristampato, grazie per la segnalazione :-))

    RispondiElimina
  5. Diciamo che alcune somigliano a quelle reali.

    RispondiElimina
  6. Un mondo fantastico che devo proprio accingermi a conoscere meglio!

    RispondiElimina
  7. Posseggo l'edizione dell'Adelphi, e lo lessi con grande interesse e risatine interiori. Per conto mio Leo, per quanto riguarda le tavole che ha disegnato, ha preso molto, e sembra quasi un paradosso, dal fotografo tedesco Karl Blossfeldt che fu attivo nei primi decenni del Novecento e che è probabile tu conosca. Dico paradasso perché è singolare che immagini fantastiche prendano spunto da fotografie, come quelle di Karl Blossfeldt, di assoluta oggettività. Linko il mio nickname a una pagina dove si parla del suddetto fotografo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche a me era venuto in mente Karl Blossfeldt, che mi piace al punto tale che ogni tanto regalo un libro con le sue fotografie. Qui ne potete vedere alcune.

      Elimina
  8. Mi hai molto incuriosito, andrò a cercarlo.

    RispondiElimina