Fresco di stampa
Giuseppe Conte
Poesie
1983-2015
Mondadori
Un autunno come quello
Dammi un autunno come quello
degli alberi cedui, mia vita.
Il tremolio glorioso e tintinnante
di una luce superstite e infinita,
di esistere ancora la voglia,
il sogno di essere il sole che fa ogni foglia
prima della caduta.
IX
C’è una dolcezza giù nella vita
che non cambierei con niente
di ciò che appartiene al cielo.
È quando chissà da che, perché cominciano
fra due bocche estranee sino ad allora
i miracoli tiepidi d’aurora
dei baci.
XIV
Sono qui seduto su un tappeto
di foglie e fiori di primavera,
e il mio silenzio è una preghiera
ed ho con me la coppa e il vino.
Se la mia Amata fosse vicino
se la sua bocca lucente fosse qui.
Il profumo dei suoi baci
è più dolce del gelsomino.
Dicono che sono saggio perché
conosco tutte le parole di Dio
e so che il suo volto non si vede
ma a tutti i roseti concede
la sua porpora e il suo fuoco.
Ma io sono saggio perché bevo, gioco
canto mentre il tempo ci rapina.
Quante rose si apriranno stamattina
e quante ne cadranno domani
o sotto le raffiche degli uragani
avvizziranno. Il tempo ci affratella
noi che ci muoviamo sotto lo stesso cielo.
Non è la stessa per noi tutti quella
luna che sembra una melagrana
staccata lentamente dal suo ramo?
Ma io sono saggio perché amo.
"dammi un autunno come quello degli alberi cedui, mia vita"
RispondiEliminameraviglioso!
applausi...
RispondiEliminaCi sa fare, il nostro Conte. Ciao Alberto, un abbraccio.
RispondiEliminaUn testo sottilmente malinconico, parole che escono da un'anima sensibile e consapevole della caducità della vita, che, proprio per questo, accomuna tutti noi in un unico cammino.
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