Devo fare attenzione. Devo fare attenzione ai ricordi perché mi possono far precipitare in un gorgo che mi risucchia. Brutti o belli questi ricordi se ti accalappiano rischi poi di vivere con la testa girata indietro.
Poco fa, in questa canicola milanese (ma se non è canicola ora quando?) mi sono ritrovato bambino, molto bambino, allacciato al collo di mio padre che mi insegnava a nuotare, sul pelo del lago della Madonna al paesello. Poi in niente imparai, e in quelle calure erano interi pomeriggi di corse e rincorse di tutta la combriccola a buttarsi in acqua. E buttarsi anche dalla cascata che vedete*, e frizzi&lazzi verso i più pavidi che non osavano quel salto.
Poi quando per la prima volta mi immersi nel mare, che era lì a dieci chilometri, fu una pacchia per me che avevo sbattuto l'acqua dolce, perché bastava muovere un alluce e si stava a galla. E furono allora nuotate interminabili senza scali intermedi, come cetacei invertiti, più sopra che sotto.
Ma l'acqua era anche quella di reconditi valloni con trampolini di roccia, freschissima, pulitissima, potabilissima. E poi di sorgenti. In alto, tra le Alpi Marittime, e in basso, tra uliveti e orti. Queste ultime per uso irriguo, con sistemi rimasti immutati da secoli. Ecco, ci sono, che mi scorre tra i piedi nudi nel canale a raggiungere i solchi delle verdure. E poi...
L'ho detto. Devo fare attenzione per non farmi risucchiare nel gorgo.
A proposito voi come avete imparato a nuotare?
*Qualcuno si ricorderà che questa foto è stata per qualche estate l'header del blog. Quest'anno non più perché dovrei cambiare, e sarebbe anche ora, l'intero css.
Vien proprio da dire...chiare fresche e dolci acque...per lo è stato il Ticino, prima di diventare un pantano maleodorante.
RispondiEliminaBuona giornata
lasciati risucchiare dal gorgo, abbiamo troppe cose dentro al gorgo, ricordi, affetti, volti, odori e suoni. ripenso quando bambino si andava al canale irriguo per la sua pulizia, un sistema di quattro canali creati nella seconda metà del 1700 e regolato ai primi dell'ottocento in Saorge (periodo napoleonico)118 utenti si servivano delle sue acque sorgive, io con fierezza ne sono il presidente, un mio avo fu tra i fondatori ed io oggi, con altre modalità, mi impegno al mantenimento, pensa che un mese fa abbiamo calcolato, alla sorgente, che in 70 secondi si riempiva un contenitore da 1000 lt.. tutto questo ci appartiene per memoria e per cultura ed allora ognuno di noi ne racconti un pezzo..e lasciamoci travolgere dal gorgo..
RispondiEliminaMaistretu
@Roberto
EliminaIn fine settimana sono giù. Se ci vediamo cominciamo a fare un elenco dei nomi delle fontane.
Per noi di mare la pacchia era ed è rappresentata anche dalla temperatura dell'acqua: sempre gelida quella di torrenti e ritani!
RispondiEliminaNon ricordo dove più ho imparato a nuotare. Direi che ho imparato a galleggiare al mare a Ventimiglia e a nuotare realmente in piscina.
RispondiEliminaRicordo pero' con grande piacere le sguazzate nel Merdanzo alla "Luna della Serra" o ai laghetti di Rocchetta.
Alberto
RispondiEliminanel 2003 avevamo tirato giù un elenco di tutti i rii, bolle sorgive (pile) idronimi ecc con Christiane e pubblicati era l'anno internazionale dell'acqua, ci lavorammo una sera fino alle due di notte in casa di Nino Pani (grande bracconiere)e grande conoscitore del nostro territorio.
io ho imparato a nuotare nel lago Pigu e nel Maggiore due laghi creati dal torrente Nervia a Pigna... e poi ci buttavamo nella piscina tutti inzaccherati di fango sulfureo e quel povero Battestin ci rinsorreva con in mano una lunga canna era una battaglia continua di questi tempi alle Terme..ci lanciavamo da sotto il ponte dai pozzetti del frantoio nel lago Tignasso e poi nel lago Pigu e giu nel Maggiore e poi salivamo in piscina..
una volta Mariano venne giù verticalmente nel Tignasso, credevamo si fosse rotto la schiena..quanta incoscienza.
Maistretu
Sono nata ad Oristano, pochissimi km dal mare, e non ricordo esattamente il momento in cui ho imparato a nuotare, deve essere stato del tutto spontaneo e per niente traumatico. Sai però cosa mi ricordo? Quegli enormi salvagente neri fatti con le camere d'aria delle macchine, se non addirittura dei camion! Ed ho ancora nitido il ricordo di quando lo spuntone della valvola per gonfiarli ogni tanto mi graffiava dolorosamente la pelle. Per non parlare del costume da bagno fatto di lana (!) di quando ero piccolissima che mi irritava quasi a sangue, per lo sfregamento, la pelle dell'inguine. Non dico sia passato un secolo da allora, ma mezzo secolo abbondante certamente sì! :-D
RispondiElimina"Storie che si sovrappongono. La nostra vita in un frusto tiretto. Dove sfamare, attente, le mani. Per assalire i minuti con le banconote di ieri..."
RispondiEliminaA stare a galla e a sguazzare in stile cagnolino ho imparato a 4-5 anni nel mare della Sardegna e della Puglia; a nuotare come si deve mai veramente (sono una persona di terra e di rado sento il richiamo e il bisogno della "grande acqua"); a naufragare dolcemente nell'oceano dei ricordi, continuo ogni giorno.
RispondiEliminaIo a 11 anni ho rischiato di annegare a tre metri dalla riva, in Liguria. Mi ha salvato un bagnino. Adesso so più o meno nuotare, ma se vado dove non tocco mi basta che l'acqua si increspi e mi vada negli occhi per ritrovarmi in affanno...
RispondiEliminaanch'io sono un "pesciolino" di acqua dolce, adattato al salato! Sono un autodidatta che diventata grande ha fatto un corso individuale di nuoto - con meraviglia dei vari istruttori che hanno solo dovuto insegnarmi la coordinazione della respirazione - ho sempre amato l'acqua , dalle pozzanghere in su...facile entrare, nell'elemento più congeniale al mio essere - p.s. sono belli i ricordi bagnati - ciao ciao
RispondiEliminaeh... io ho imparato nella spiaggia dove vado ancora adesso, ricordo anche la persona che mi ha insegnato. Una signora che insegnava a tutti
RispondiElimina:)
io a nuotare non ho imparato mai. da bambino mi fecero fare un corso in piscina ma non imparai, poi al mare nemmeno. alla fine ci ho rinunciato, anche se so che mi perdo qualcosa di importante. ma è che il timore (la paura no, quella è un'altra cosa) per l'acqua non mi lascia, oltre al fatto che è pure il sole che mi infastidisce. ho superato tante altre cose, questa non ci riesco.
RispondiEliminaA voi cani dovrebbe piacere la canicola ahahahahaha
RispondiEliminaChi vive in una città di mare prima o poi si ritrova in acqua (anche spinto da qualche perfido amichetto)e si trasforma in un delfino...più o meno. ;-)
RispondiEliminaSembra paradossale ma ho imparato a nuotare quando ho cominciato ad immergermi.
RispondiEliminaDa bambino mi portavano sempre al mare a Vallecrosia (al Molo) dove c'era uno spazio riparato da una cortina di scogli dove i grandi toccavano, mi ha rovinato il salvagente a cimbella che mia madre e mia zia mi mettevano e che ti abituava a stare fuori dall'acqua dalla cintola in su e quindi senza la cimbella avevi l'impressione di affogare. Poi verso i 14 anni quando mi sono comprato una maschera e ho cominciato a mettere la testa sott'acqua mi sono abituato ad avere l'acqua alla gola e allora non mi sono più fermato. Ora nuoto (stile molto libero ah! ah!) vado lontano da riva, ho imparato a riposarmi anche stando al largo, mi immergo in apnea, purtroppo ultimamente (sarà l'età che avanza?) non riesco a scendere sotto i 4-5 metri perché la pressione mi fa molto male alle orecchie.
Ho imparato al mare, che era a dieci chilometri da casa, da piccolo. Ci insegnava il bagnino, lezione alle otto e mezza della mattina nell'acqua freddissima e naturalmente senza aver fatto colazione. Ma sapevo che poi arrivava il panino con la mortadella.
RispondiEliminaIl cibo è sempre stata la molla di tutti i miei pochissimi tentativi sportivi: quando ero un po' più grande e nell'acqua stavo ormai da solo, uno zio mi portava al largo col moscone a remi e mi buttava giù. E se gli facevo vedere che nuotavo con la testa sotto, tornati a riva mi comprava un bombolone con la crema.
Trovo in questo post egregia conferma di quanto mi veniva narrato su aspetti di civiltà materiale in occasione - poco più che bambino - delle mie prime escursioni in bicicletta, sino alla ridente Isolabona!
RispondiEliminaP.S. I bagni al mare? Alla foce - già allora inquinata - del medesimo torrente Nervia!
Vivendo a Trieste ho imparato ovviamente in spiaggia a pochi passi dalla città... Da ragazzo so di aver passato giornate intere in acqua mentre ora quando vado in spiaggia se faccio un paio di nuotate è già tanto. Solo quando ci sono belle onde ritrovo il gusto di giocare in acqua.
RispondiElimina@Giulio
EliminaQuesto commento e quello precedente su Turing erano finiti nello spam. Mah.
e poii Alberto vi è un aspetto assai meno noto sul nostro torrente Nervia, quando ero bambino 50 anni fa, e ci recavamo al fiume ci venivano fatte mille raccomandazioni: state attenti se trovate oggetti sconosciuti non toccate niente, subito dopo la fine del 2 conflitto alcuni giovani persero la vita a causa di ordigni, bombe a mano e materiale esplosivo, nel Nervia i Tedeschi versarono camion di materiale bellico quando il comando di divisione tedesco dovette abbandonare Pigna. adiacente al campo sportivo il torrente faceva un'ansa, li potevi tirare fuori moschetti, intere cassette di nastri x mitragliere mg 42 e tutto il resto.. una volta ne portammo due cassette in piazza e io le presi di santa ragione..e poi Alberto ricordi quanti cicunei e anquille?
RispondiEliminavoi lisurenchi eravate specialisti per le anguille.
Maistretu
Sono nata in una città di mare, Al. Nuoto da sempre...non ricordo quando sia avvenuto di preciso. Ero troppo piccola.
RispondiEliminaDalla prossima settimana, sarò, per due mesi circa, negli stessi luoghi e nelle stesse acque ancora limpide per fortuna.
Ma no che non è vero. I ricordi sono dolcissimi e non ti risucchiano. I tuoi sono bellissimi, giovani, freschi come le acque di cui parli. Si prova refrigerio solo a leggere le tue parole.
RispondiEliminaciao!!! finalmente posso rivedere il tuo blog!!!
RispondiEliminaper quanto riguarda il nuoto... bè... io mi ricordo da piccolina che mia mamma mi portava al mare, e siccome lei non è capace a nuotare, mi faceva stare tassativamente sul bagnasciuga,.... con il salvagente!!!!!
Mi imparò mio nonno, all'epoca abitavo a Loreto 4/5 km dal mare, imparai a nuotare ancora prima di leggere :-)
RispondiEliminaHo imparato da sola , pianin-pianino,in un paio di turni di colonia quando avevo sette e otto anni. Anche ad andare in bici ho imparato da sola: caparbiamente e su una bici altissima (da adulto) per me che avevo 6 anni: sono andata su e giù tutto un pomeriggio in una stradina del centro rovinando a terra un paio di volte. Ma a sera ero capace.E felice.
RispondiElimina