Umberto Ambrosoli, il coordinatore del centrosinistra alla Regione Lombardia e figlio di Giorgio, l'avvocato assassinato da un sicario ingaggiato dal banchiere mafioso Michele Sindona, non ha voluto unirsi al minuto di raccoglimento per la scomparsa dell'ex senatore a vita ed è uscito dall'aula.
Nel 2010 Giulio Andreotti, intervistato da "La storia siamo noi", a proposito dell'omicidio commentò: «Ambrosoli se l'era cercata». Ricordo, per chi se lo fosse dimenticato, che l'«l'uomo di Stato» di cui tanti spandono lodi in questi giorni fu di Sindona amico e protettore.
Ed infatti l'ho ammirato tantissimo! Così come mi è piaciuto da matti Cacciari quando ha cazziato la berluschina che si era permessa di stigmatizzare il comportamento di Umberto Ambrosoli. Ecco il video https://apps.facebook.com/corrieresocial/video/scontro-lara-comi-massimo-cacciari/eea175c4-b717-11e2-8651-352f50bc2572
RispondiElimina... ma ci mancherebbe altro: ha fatto benissimo! E c'è da apprezzare anche la sua onestà e sincerità: sarei curiosa di sapere quanti tra coloro che - in un modo o nell'altro - sono stati "coinvolti" obtorto collo in qualche commemorazione del Divo Giulio, avrebbero avuto il coraggio di fare altrettanto.
RispondiElimina@Ornella: condivido completamente. Ho applaudito Cacciari spellandomi le mani!
Poche parole ben dette.
RispondiEliminaPurtroppo, ormai dilagano buonismo, ipocrisia ed anche (perchè no?) paura.
RispondiEliminaDel resto, pare che Andreotti avesse le sue agendine, il suo personalissimo archivio...
Sarà mai possibile, in questo disgraziatissimo Paese, dire quello che si pensa di un avversario politico in tutta libertà... magari anche con asprezza?
In Gran Bretagna, alla morte della Thatcher c'è stato addirittura chi ha fatto festa; caduta di stile, questa... certo.
Ma come mi ha detto un amico: "Ma pensa se a tuo padre, minatore, operaio o ferroviere, le misure economiche prese dalla Thatcher avessero fatto andare al Diavolo il suo lavoro e fatto perdere la casa, la salute e quei pochi risparmi!"
Analogamente, quanti sono stati i misteri (ed anche le stragi) d'Italia che Andreotti direttamente o indirettamente fece insabbiare?
Vorrei aggiungere solo questo: il rispetto umano per la morte di una persona non è assolutamente in discussione.
RispondiEliminaMa ciò non deve portarci a rinunciare all'esercizio della critica politica e morale, altrimenti ci mettiamo a scrivere panegirici (che tra l'altro si scrivono solo per i santi) e smettiamo di formulare giudizi ed analisi politico-sociali.
Ambrosoli aveva delle ottime ragioni per non essere presente a quell'untuoso minuto di silenzio, a lui va la mia solidarietà.
RispondiEliminaIo avrei fatto altrettanto.
RispondiEliminaha fatto benissimo. né lodi né festeggiamenti. da certe cose l'unica soluzione è starne fuori.
RispondiEliminafinalmente qualche voce fuori dal coro che rende sante le persone quando muoiono qualsiasi azione abbiano compiuto in vita.
RispondiEliminaAndreotti aveva cercato, discutibilmente, è chiaro, il compromesso col nemico anziché combatterlo a muso duro; non bisogna negare, però, che, al contrario dei politicanti da strapazzo di oggi che ne sono schiavi, aveva costretto anche la mafia a scendere a compromessi con lui, e se la girava sulla punta del dito mignolo. Coi segreti che teneva racchiusi nella capoccia (o nella gobba, come suggeriscono i maligni...) li teneva praticamente per le palle. Non condivisibile la sua frase su Ambrosoli e fossi stato al posto del figlio avrei preso l'identica decisione; ma da lì a negare che Andreotti sia stato uno degli ultimi VERI politici e che i carciofoni di adesso non sono neppure degni di leccargli le suole delle scarpe il passo è lungo. I boss mafiosi hanno stappato una bottiglia di spumante alla notizia della morte, e hanno gridato in coro, con forte senso di sollievo, "Siamo salvi!"
RispondiEliminaAndreotti la mafia "se la girava sulla punta del dito mignolo" mentre quella ammazzava politici, giornalisti, poliziotti, carabinieri, giudici. Strano modo di girarsela. O non le faceva paura, oppure era connivente. Comunque sia la sua statura di uomo dello Stato e anche di essere umano ne esce molto, molto malconcia. Molte le vittime eccellenti anche prima del 1980, anno in cui la sentenza della Corte d'Appello di Palermo data la fine della sua "autentica, stabile ed amichevole disponibilità". Andreotti, per quella sentenza, ha un passato di mafioso a tutti gli effetti. Se questo è essere un vero politico significa che il vero politico è il delinquente. (Non che l'assioma non trovi sostenitori, in questi bui tempi populisti.)
RispondiEliminaAmbrosoli ha tutta la mia comprensione.
RispondiEliminaNon ha fatto bene, ha fatto benissimo.
Una cosa la poteva fare prima di lasciare questo mondo... scrivere la verità o meglio vuotare il sacco
RispondiEliminaQuello che penso su Andreotti non lo scrivo,mi astengo FORZA AMBROSOLI!!!
RispondiEliminaL'uscita di Ambrosoli? Andreotti se l'è proprio andata a cercare...
RispondiEliminaPienamente d'accordo con tutti voi.
RispondiEliminaMi viene in mente che quando morì il compagno di merende del qui citato de cuius nonché mio conterraneo Francesco Cossiga, altro "personaggio eccezionale", altro "grandissimo uomo di Stato", ecc. l'Unione Sarda dedicò qualcosa come 10 pagine di servizi commemorativi all'eroe nazionale. Ma è giornalismo questo, o prostrazione continua dei media verso i poteri occulti?
grandissimo Ambrosoli, niente da dire. Grazie per aver ricordato anche Peppino Impastato.
RispondiEliminaNon ci sono prove, ma con il rapimento e l'uccisione di Moro, come la mettiamo? Spero di non beccarmi una denuncia. Ciao.
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