Pagine

lunedì 7 giugno 2010

Maurizio Maggiani - Meccanica celeste

Maurizio Maggiani

Maurizio Maggiani


E così l'ho finalmente visto da vicino il nostro dirimpettaio ligure, quello che abita la Liguria di confine dell'altra parte. Questo sabato, a San Biagio per gli "Itinerari di letteratura" a presentare il suo ultimo libro "Meccanica celeste", lui che si dichiara romanziere e non scrittore. Avremmo dovuto cenare assieme e ci sarebbe stato modo di parlare un po' di più, ma il ritardo del treno (un'ora) ha costretto Maurizio Maggiani a uno spuntino veloce (pizza fatta in casa al trancio e rossese) e poi di fretta su nella sala delle rose strapiena di suoi lettori.

Non parlerò del libro, in rete potrete trovare parecchio, a cominciare da QUI, riporto invece quello che scrive Maggiani sul suo sito che è assolutamente obbligatorio andare a visitare.

Senza entrare nell’incerta questione del rapporto tra lettore e scrittore va detto che quello che per voi è l’inizio, di una lettura, di una storia e quindi di un viaggio, per me ne è la fine. Non tanto e non solo la fine di quello che ho scritto, ma la fine di una parte di me che poi va a sedimentarsi in qualche posto da cui solo a fatica riesco a ripescarla. Prima di un romanzo c’è un’idea o una serie di idee, anzi prima ancora ci sono suggestioni, alcune se ne vanno come sono venute, altre si consolidano nel tempo e possono diventare appunti rielaborati, articoli o racconti. Gran parte di tutto questo viene dimenticato, mentre altre cose diventano strumento di costruzione, così come cominciando una casa si cerca il materiale per il letto delle fondamenta. Alla fine di tutto questo lavoro il più va perso e dimenticato, qualcosa, casualmente o perché ha avuto altri utilizzi, rimane. Forse ha un qualche interesse o soddisfa qualche curiosità consultare ciò che è rimasto. Anche solo per dare una prospettiva a quel che altrimenti sarebbe solo un inizio per voi, una fine per me.


I materiali della "Meccanica celeste"
Se ho scritto che it’s all true un motivo ci sarà. Trovatelo qui: tra i progetti, articoli, pensieri, testi editi o inediti che ho camminato negli ultimi 5-6 anni e che mi hanno portato alla “Meccanica”. 1) 10.aprile.2004 (edito su XIX) Del giovedì santo a Castiglione Sono in Garfagnana, la terra dei miei cugini silvestri, la mia casa ancestrale. Giovedì notte a Castiglione ho partecipato a un rito molto antico e molto coinvolgente, e commovente: il Cammino del Crocione. Fa parte delle molte tradizioni della Settimana Santa della cristianità etnica, ma ha una sua singolarità, è una Via Crucis molto particolare, oltre al fatto che si svolge un giorno prima dello stabilito. Il Cristo che porterà la sua pesante croce per le erte vie del paese è un ignoto. Viene estratto a sorte tra i candidati che si presentano durante l’anno alla Confraternita del Procione e segretamente viene preparato fino a che, incapucciato fa il suo ingresso nella chiesa. Lì, Giuda lo bacia e lo tradisce, lì viene bastonato, gli vengono poste delle catene ai piedi, viene caricato della croce e spinto fino al suo Golgota, non senza essere caduto per strada almeno tre volte. Assiste tutto il paese al suo cammino, tutto, dai ragazzini del centro sociale ai vecchi legnaioli, ma per quanto dura il rito altro non si sente che levarsi in aria il rumore delle sue catene, l’affanno del suo respiro e l’afflato di pena e dolore della gente che gli cammina accanto... (continua)





Maurizio Maggiani


Meccanica celeste




Feltrinelli



4 commenti:

  1. il pirmo suo libro che ho letto è statao il coraggio del pettirosso e ci ho ritrovato tutte le atmosfere che mi raccontavano i miei nonni, mio padre e i miei zii che sono nati anche loro ad Alessandria d'Egitto e da allora, da quel libro non ho mai smesso di seguirlo

    RispondiElimina
  2. E' unico. Ci ha fatto passare una bellissima serata.
    Non ho mai incontrato una persona così rispettosa verso tutti e verso il tutto.
    Certe affermazioni collimavano con i più importanti principi del Buddhismo.
    E' straordinario.

    RispondiElimina
  3. É un bel personaggio, e un bello scrittore. A differenza di Francesco, scrive per accumulazione, non per sottrazione (per capire quel che dico, si legga, in "La regina disadorna", l'episodio dell'incidente con l'elefante: un fatto che, nella realtà, dura pochi secondi viene dilatato narrativamente in alcune pagine, e quindi in molti minuti di lettura). Ma c'è sempre una grande sensibiità per la lingua da un lato, e per le scene - paesaggi in particolare, come in "Il viaggiatore notturno"- dall'altro.
    Sì, è tra quelli che vale la pena leggere.

    RispondiElimina
  4. E' stata una serata che non dimentichero' facilmente quella trascorsa con lui il 10 dicembre 2011 durante il nostro convegno nazionale dell'associazione mazziniana italiana.Scrittore di indubbia bravura e uomo i grande esperienza umana,leggerlo e' come immergersi in un mondo fantastico e e nello stesso tempo reale,ormai cercherò tutti i suoi libri

    RispondiElimina