Immaginate un solstizio d'estate con un cielo ventoso arabescato di nuvole al trotto come era ieri. E immaginatevi dentro un monastero colmo di antiche opera d'arte, quando d'improvviso risuonano tutti i segnali di allarme e si spengono tutte le luci, e al buio senti le voci concitate dei guardiani.
E immaginazione per immaginazione già ti vedi i carabinieri arrivati a sirene ululanti che ti chiedono chi sei, cosa fai, da dove vieni, dove vai.
Ieri pomeriggio dunque io e la "mia amica del Louvre" ci siamo trovati in una situazione simile all'interno del convento di San Domenico a Taggia vicino a Sanremo. Eravamo entrati come turisti, senza presentare particolari credenziali, e avendo io oltrepassato un cordone invalicabile non avevo fatto in tempo a estrarre il cavalletto dalla custodia che si era innescato il finimondo.
È ormai da qualche anno che sto fotografando le "ultime cene" quattrocentesche di questa parte della Liguria di Ponente e del contiguo territorio francese. La "mia amica del Louvre" sta scrivendo un saggio partendo da queste immagini, io potrei scrivere tutte le cose curiose e singolari che sono successe dietro e attorno ad ogni scatto.
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l'ansia è sempre in agguato, si vede sempre il peggio accidenti!!!
RispondiEliminaposso dirlo ancora una volta che sono foto bellissime???
Belle foto... Le hai fatte prima di venir arrestato? :-)
RispondiEliminaOttime foto alberto
RispondiEliminaun saluto
taggia mi fa ricordare che mia madre buon'anima aveva un'amica di lì. si erano conosciute a chianciano, dove mia madre abitava, e la signora lavorava in una galleria d'arte...
RispondiEliminaSono anni che non ci vado, non ricordavo il chiostro del convento così ben restaurato, forse è opera recente. Un luogo da centellinare in silenzio e raccoglimento. Certo l'allarme avrà sconvolto l'atmosfera.
RispondiEliminaCiao Alberto
Il Santo con la barba bianca sembra parecchio incazzato con nostro Signore...
RispondiElimina@ Silla
RispondiEliminaIn illo tempore gli urologi utilizzavano l'indice.
Con i "ciucui" siamo in ritardo.
Francamente (e parlo da direttore di museo) mi sfugge qualcosa.
RispondiEliminaSe un "turista", eludendo le norme ben esposte ed evidenti, fotografa nel mio museo o anche solo riesce a penetrare con fotocamera e cavalletto, contravvenendo alla regola, viene immediatamente messo alla porta.
Ci tengo a precisare che almeno il 50% delle entrate di un museo o di un archivio storico, almeno di quelli di cui ho avuto una responsabilità diretta, sono dovute alle royalties fotografiche e ai diritti di pubblicazione, e che grazie a queste entrate il museo riesce a sopravvivere scongiurando il rischio di chiusura.
Intendiamoci: a me piacerebbe assai vivere in un mondo in cui il patrimonio culturale di una città, di una regione, di una nazione, del mondo intero, sia libero, condiviso, gratuito. Purtroppo non è così: anche le istituzioni culturali sono sottoposte alle dure leggi del mercato. Prosaicamente qulacuno direbbe: è l'economia, bellezza!
Ma vengo al dunque, e dunque alle mie perplessità. Perchè non prova ad andare al Louvre con la Sua "amica del Louvre", tirare fuori macchina fotografica e cavalletto e cercare di fotografare la Mèduse di Géricault?
Nel caso mi faccia sapere com'è andata...
P.S.
RispondiEliminaNel caso lei e la sua amica del Louvre foste interessati ad un approfondimento di tipo etno-antropologico sull'iconografia della tavola imbandita per l'ultima cena, e qualora il vostro interesse non sia strettamente legato alla produzione pittorica del XV secolo, vi suggerisco di fare una capatina, sempre a Taggia, nella chiesa del convento dei cappuccini, dove - vicino all'ingresso - c'è un' "ultima cena" della prima metà del Seicento, artisticamente di scarso valore e importanza, ma che presenta alcune particolarità zooiconografiche foriere di riflessioni interessanti sulla dieta dei nostri antenati.
@Silla @Fuin: già già... sembra proprio che tal signore con il dito sgridi Alberto !!
RispondiElimina"Questo non si fa! Cattivaccio!"
@Sebastiano
RispondiEliminaSe lei è della zona dovrebbe conoscere la "mia amica del Louvre", a cui giro la proposta di approfondimento, e per cui la ringrazio.
L'ulivo secolare, mi sembra tanto di quelli messi lì, come va tanto di moda oggi....verrà dal Portogallo. Siamo pieni di ulivi nelle nostre colline liguri e anche al piano, ma nondimeno c'è chi si compra l'ulivo vissuto da abbinare magari all'acero.
RispondiElimina(Acc. ti ho invaso il blog...)
Sara
autorizzate o meno le foto sono bellissime e fanno venire voglia di andare a Taggia e arricchire l'economia locale museale e enogastronomica!
RispondiEliminaQuant'è la cauzione per l'arresto con l'accusa di immortalare immagine sacre?? Comunque grazie per aver rischiato e per averci regalato questi scatti ;-)
RispondiEliminae dopo cosa è successo?
RispondiEliminacomunque non deve essere stato nulla di grave, visto che le foto non te le hanno ... sequestrate!
Belle foto.