Certo che da quando era capo del servizio d'ordine di Lotta Continua ad adesso, con questo "Il peso della farfalla" ne è passata di acqua sotto i ponti che Erri De Luca ha attraversato. Ponti fisici e metaforici. Ponti per unire ma anche per marcare le unicità delle rive contrapposte.
Ieri sera a San Biagio nell'ambito degli Itinerari di letteratura incontro con lo scrittore. Sala stracolma, pubblico attentissimo di lettori appassionati, battimani sgorgati dal cuore. E de "Il peso della farfalla" non s'è parlato punto.
Ma i pensieri e le parole sono andati alle grandi migrazioni del Novecento e a quelle ben più drammatiche attuali, e poi all'amore per le montagne, e poi ancora al suo non essere credente che l'ha portato a visitare nella lingua madre le sacre scritture tradite nel suo vero significato.
Ha "rimproverato" sul finire Francesco Biamonti di essersene andato troppo presto, lasciandoci orfani di quello che avrebbe potuto ancora scrivere. E parlando di lui s'è avvertito un fremito.
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Per un tempo del secolo scorso la gioventù si dette una legge diversa da quella stabilita. Smise di imparare dagli adulti, abolì la pazienza. In montagna saliva cime nuove, in pianura si dava nomi di battaglia. Voleva essere primizia di tempi opposti, dichiarava falsa ogni moneta. Non aveva diritto all'amore, pochi di loro ebbero figli durante gli anni rivoluzionari. Mai più si è visto un altro accanimento a rovesciare il piatto, in una gioventù. Un piatto sottosopra contiene poco però ha la base più larga, sta piantato meglio.
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Un uomo che non frequenta donne dimentica che hanno superiore la volontà. Un uomo non arriva a volere quanto una donna, si distrae, s'interrompe, una donna no. Davanti a lei si trovava incalzato. Se era un guardiacaccia se la sbrigava. Ma una donna è quel filo di ragno teso in un passaggio, che si attacca ai panni e si fa portare. Gli aveva messo addosso i suoi pensieri e non se li scrollava.
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Il peso della farfalla
Per un tempo del secolo scorso la gioventù si dette una legge diversa da quella stabilita. Smise di imparare dagli adulti, abolì la pazienza. In montagna saliva cime nuove, in pianura si dava nomi di battaglia. Voleva essere primizia di tempi opposti, dichiarava falsa ogni moneta. Non aveva diritto all'amore, pochi di loro ebbero figli durante gli anni rivoluzionari. Mai più si è visto un altro accanimento a rovesciare il piatto, in una gioventù. Un piatto sottosopra contiene poco però ha la base più larga, sta piantato meglio.
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Un uomo che non frequenta donne dimentica che hanno superiore la volontà. Un uomo non arriva a volere quanto una donna, si distrae, s'interrompe, una donna no. Davanti a lei si trovava incalzato. Se era un guardiacaccia se la sbrigava. Ma una donna è quel filo di ragno teso in un passaggio, che si attacca ai panni e si fa portare. Gli aveva messo addosso i suoi pensieri e non se li scrollava.
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Il peso della farfalla
Erri De Luca
Il peso della farfalla
Feltrinelli
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Grandissimo romanzo breve che forse potranno apprezzare in pieno coloro che amano la terra e le sue tradizioni. Potrebbe essere ambientato lo stesso nell'ovest del Piemonte. Mi ha fatto pensare a Il mangiatore di pietre, di Davide Longo e lo trovo poetico. Sai chi me lo aveva consigliato? Elio Lanteri.
RispondiEliminaCiao
Ho assistito ad una sua presentazione a settembre. Non ricordo quale libro perché anche allora parlò di tanto altro. Io, la platea intera, ad ascoltare rapiti. Un piccolo, grande uomo. Amo la sua letteratura, leggo Ed qui sopra e me lo vado a comprare. Perchè già il titolo mi piace moltissimo. Grazie, Alberto.
RispondiEliminaMi emozionò molto conoscerlo in un analogo incontro a Torino. Era da poco transitato da Fazio proprio a presentare questo libro, ma quella sera non fu di promozione di sé stesso o delle sue opere. Fu semplicemente l'incontro per condividere la sua esperienza maturata nel secolo scorso (il '900) con i giovani di questo secolo, per risvegliare negli animi la consapevolezza che, prima o poi, è inevitabile reagire all'ingiustizia che opprime...è quasi una legge di natura..
RispondiEliminaIl suo stretto legame con la natura gli ha sviluppato una non comune sensibilità nei confronti di chi e cosa lo circondano. Un librto profondo che potrebbe, per alcuni, avere il peso della farfalla...e fare la differenza!
Ciao e grazie!
Ciao Alberto
RispondiEliminadevo leggerlo, queste poche parole mi hanno fatto volare
un saluto
Ciao Alberto
RispondiEliminadevo leggerlo, queste poche parole mi hanno fatto volare
un saluto
Ciao Alberto
RispondiEliminadevo leggerlo, queste poche parole mi hanno fatto volare
un saluto
Libro straordinario che ho letto in gran velocità e poi riletto con calma e le parole son diventate musica.
RispondiEliminaDavvero una bella serata, Alberto e un piacere rivederti.
RispondiElimina"La sera perfeziona l'opera grezza cominciata al risveglio, a cielo ancora buio.La sera smussa, dà l'ultima mano di cartavetra fina al giorno fatto a mano."
Alberto un complimento particolare alle tue foto, quella di Erri De Luca dice tantissimo di lui (dal mio piccolo punto di vista), ma sono bellissime anche quelle di Milano e quelle di ieri e quelle di ..... Bravo!!!
RispondiEliminaLibro bellissimo, dove la finezza e la sensibilità regnano sovrane.
RispondiEliminaMilano mi ha intrappolata nella sua tangenziale impedendomi di arrivare giù per tempo e so di aver perso veramente qualcosa di bello.
a Lotta Continua erano un bel gruppo, li vidi a Bologna nel 1977 nei tre giorni contro la repressione, in quel mese di settembre sul finire.. io ho difficoltà a leggerlo, ma certamnete quel sottile velo di tristezza che traspare nel sue parole e nel suo sguardo, mi ricorda una generazione sperduta, una giovane generazione che voleva toccare il cielo con un dito e non riusciva ad alzare il braccio..
RispondiEliminacosì molti scomparvero, molti si dimenticarono e molti altri ancora apsettano..
un abbraccio Maistrettu
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RispondiEliminaPer un tempo del secolo scorso la gioventù...
RispondiEliminaquando la gioventù è stata l'essere e non l'apparire,quando è stata se stessa e non il proseguimento di altri...quella gioventù oggi ha molto da raccontare e questa gioventù dell'apparire si chiede da quale pianeta arriva.
Erri, come tanti di noi arriva da una vita vissuta appieno e non da semplice spettatore, ma da attore principale.
I suoi scritti nascono dal vissuto e che vissuto.
Libro di misura ineccepibile. Messaggio mesto ma non patetico, forte. Virile. Il fascino dell'Ecclesiaste avvolge sessanta pagine: "vanitas vanitatum omnia vanitas", vanita delle vanità tutto è vanità. La materialità umanistica come cifra della vita.
RispondiEliminaStrano personaggio Erri De Luca: arriva prima dell’orario previsto ed inizia a parlare puntuale, quando ancora i presentatori non sono arrivati!
RispondiEliminaLe storie che scrive non sono lunghe, per non abusare dell’ospitalità del lettore e, per lo stesso principio, alle 22,30 decide di congedarsi dal pubblico, rendendosi però disponibile per rispondere privatamente a quanti desiderano porgli ulteriori domande.
Bella serata.
Bellissima foto Alberto. Le rughe di Erri, fitta ragnatela di un intenso vissuto. Gli occhi attenti non vedono, ma ascoltano. La mano chiude la bocca perché le parole vanno girate e rigirate a lungo prima di farle uscire.
RispondiEliminaLettura gradevolissima.
RispondiEliminaQua, una citazione http://saamaya.blogspot.com/2010/05/ogni-villaggio-ha-un-santo-e-un-bandito.html
dalla foto traspare persona inquieta e molto cerebrale....
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