La Liguria di Ponente ha valli e colline che dalle Alpi scendono al mare, dove sovente si inalberano in rocce e picchi. Il tessuto geologico è sempre evidente: pietre, muri a secco, altopiani di sole e di stelle. I pendii sono scoscesi, scalinate di terrazze; i torrenti, ripidi; i crinali, erosi dalla luce. Di giorno, l'azzurro torbido dei monti risponde a quello più freddo dei marosi. Cézanne diceva che in natura predomina il grigio, ma qui è l'azzurro a far da padrone, lo si vede dappertutto, varia col vento (dall'opale al cobalto), lo si sente persino nel suono delle campane.
Francesco Biamonti
Francesco Biamonti
Giornata piena ieri, tra utopie di un mondo nuovo possibile e povere realtà del presente. A San Biagio per questo laboratorio internazionale sul paesaggio, sala delle rose stracolma e pure stracolma la sala attigua. Giornate di quelle che lasciano una traccia perché senti parole che segnano e rendono chiari concetti che prima avevi dentro di te nebulosi.
Dirò solo una cosa delle tante che sono venute fuori. Noi umani di questi secoli non vogliamo più bene alla Terra, né alla terra né al mare. L'amavamo, la rispettavamo, provavamo gioia a contemplarla. Poi a un certo punto non l'abbiamo più amata, abbiamo cominciato a depredarla e deturparla. Una nuova storia d'amore deve ricominciare, una nuova storia d'amore e di bellezza deve ricominciare come ultima ancora di salvezza per il futuro della nostra specie.
Sono stato contento di rivedere Gianluigi, Loretta, Valerio, Corrado, Gian Carlo, Enzo, Ariodante, Erino, Fulvio, Pia, Germana, Italo, Matteo, Laura, Giuseppe, Sergio, Giorgio. Maristella, Marco, Giovanna, Claudio e tutti gli altri, che mi scuseranno, di cui adesso non mi sovviene. Aspettavo anche Gian Marco, che così avrei potuto conoscere finalmente di persona, ma non s'è fatto vedere. Pia ha scritto un bel post sull'argomento.
Oggi qui è una giornata splendida, così come anche ieri. Adesso esco a succhiarmi un po' di sole perché ne ho proprio bisogno.
Dirò solo una cosa delle tante che sono venute fuori. Noi umani di questi secoli non vogliamo più bene alla Terra, né alla terra né al mare. L'amavamo, la rispettavamo, provavamo gioia a contemplarla. Poi a un certo punto non l'abbiamo più amata, abbiamo cominciato a depredarla e deturparla. Una nuova storia d'amore deve ricominciare, una nuova storia d'amore e di bellezza deve ricominciare come ultima ancora di salvezza per il futuro della nostra specie.
Sono stato contento di rivedere Gianluigi, Loretta, Valerio, Corrado, Gian Carlo, Enzo, Ariodante, Erino, Fulvio, Pia, Germana, Italo, Matteo, Laura, Giuseppe, Sergio, Giorgio. Maristella, Marco, Giovanna, Claudio e tutti gli altri, che mi scuseranno, di cui adesso non mi sovviene. Aspettavo anche Gian Marco, che così avrei potuto conoscere finalmente di persona, ma non s'è fatto vedere. Pia ha scritto un bel post sull'argomento.
Oggi qui è una giornata splendida, così come anche ieri. Adesso esco a succhiarmi un po' di sole perché ne ho proprio bisogno.
Serge Latouche e Giuseppe Conte
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Il paesaggio, la terra, e il prendersene cura. Oggi da me si parla della Valle di Susa, e per questo il tuo piccolo resoconto mi commuove ancora di più.
RispondiEliminaE poi, l'azzurro che si sente nel suono delle campane... quanta bellezza.
Bello. Un post che ...fa bene!:-)
RispondiEliminaL'azzurro ha colpito anche me!
ciao Al
g
è vero, non vogliamo più bene alla terra. e invece giornate come quella di oggi, anche qui a roma nella periferia, chiamano tutti a volerle bene.
RispondiEliminabastano un po' di prato e di alberi, qualche cornacchia che si rotola in una pozzanghera, un verme sul terreno... e il sole.
Io sono fra quelli che ancora ama la terra. E meno si nota la presenza umana e più mi piace...
RispondiEliminaScusa il ..."pacco".
RispondiEliminaChe un pò di energia si metta in circolo, ne abbiamo estremo bisogno.
RispondiEliminaQuesti eventi culturali aprono spiragli positivi.
RispondiEliminaTornare al rispetto della Natura, al suo amore, oltre che necessario è commovente.
Grazie Alberto,
Lara
Bello vedere un albero a me tanto familiare con quei terrazzamenti che invece non conoscevo
RispondiEliminaE con questo tuo post la mia voglia di mare d'inverno è raddoppiata.
RispondiEliminauna cosa meravigliosa...
RispondiEliminaMagnasco pittore del600 era molto
RispondiEliminaispirato da questa terra di Liguria. Alberi contorti nodosi,su un piano di
sassi quasi arida,illuminata da una
luce lunare.I notturni del Magnasco
conferiscono l'impenetrabilità e la
la magia ad una terra ermetica.Nei suoi dipinti la natura è protagonista
e parla a chi sà ascoltare.
Purtroppo, come al solito, ho dovuto stare con mia figlia e assisterla per fare i compiti.
RispondiEliminaMi avrebbe però fatto tanto piacere esserci, perché "il paesaggio è il mio mestiere", sia professionalmente (la Valutazione di Impatto Ambientale riguarda in promo luogo l'aspetto visivo di un'opera e il suo inserimento nel paesaggio) sia, proprio, come interesse generale (in pittura prediligo i paesaggi, nelle opere letterarie le descrizioni di paesaggio, mi interessa la "scienza" del paesaggio, come nelle lezioni di Eugenio Turri, poi tradotte in eccellenti testi didattici...).
Non è un mistero per nessuno che mi piacerebbe passare i miei ultimi anni lì da voi, e che comunque, non dovesse essere possibile, ho disposto perché le mie ceneri siano collocate lì...
sotto un ulivo, con vista mare.
Aggiungo un bel pensiero di Eugenio Turri:
RispondiElimina«I miei libri hanno, secondo il mio intento, l’obiettivo di indagare le relazioni tra uomo e natura, tra cultura e natura, cercando soprattutto di ispirare passione e interesse per il paesaggio, in quanto risultato ultimo, visivo, di portata ambientale, ecologica, dei percorsi storici, sociali e psicologici. Esso è la proiezione del nostro Heimat, dell’ambiente del nostro vivere, riferimento delle nostre più profonde identità. Questa mi sembra la lezione più utile da dare, perché il problema della tutela e del rispetto per il paesaggio è un fatto intimo, da riportare alla coscienza individuale, anche se rientra tra i grandi fatti territoriali, collettivi e addirittura planetari. Non servono prediche, indicazioni disciplinari pesanti, ma solo la lieve carezza di uno sguardo verso il maggiore dei doni che ci sono stati dati sulla Terra e che quindi deve essere amato e rispettato, come bene sacro, troppo spesso tradito in cambio di beni puramente materiali».
Ma c'è anche Saramago:
RispondiElimina"La cosa più abbondante sulla terra è il paesaggio. Anche se tutto il resto manca, di paesaggio ce n’è sempre stato d’avanzo, un’abbondanza che solo per un miracolo instancabile si spiega, giacché il paesaggio è senza dubbio precedente all’uomo e nonostante ciò, pur esistendo da tanto, non è esaurito ancora. sarà perché costantemente muta: ci sono epoche dell’anno in cui il terreno è verde, altre giallo, poi marrone o nero. E anche rosso in certi luoghi, che è il colore dell’argilla o del sangue versato."
Ciao Alberto e buona serata a te!
RispondiEliminaUn racconto come questo, ti fa dimenticare le angosce del momento!
Quelle due foto, poi, sono meravigliose. La prima, con quei muretti a secco in primo piano, trasmette una sensazione di arcaico, di vissuto prima che l'uomo diventasse "moderno", distruggendo invece di costruire.
Immagino quell'uomo che ha posato pietra su pietra, per strappare alla natura la terra necessaria agli ulivi. Una costruzione perfetta ma non devastante. Piena di energia, insomma, come lo è la natura.
Le due ore del pomeriggio passate in giardino a ramazzare foglie dal prato e questo bel post, mi hanno piacevolmente allontanato da ben più tristi pensieri!!
La natura, fa di questi effetti benefici e noi... la stiamo distruggendo!
L'anno passato ho aiutato mia nipote, che lasciava le elementari, a fare la sua 'tesina' sulla Liguria'.
RispondiEliminaA parte che sono nata a Genova e conosco molto bene la Terra ligure, documentandoci abbiamo scoperto immagini,storie e ricchezze che non conoscevo : un'immersione veramente emozionante.
Cristiana
...e non piangete io rivivo
RispondiEliminatra la mia terra e un ulivo
lì nelle stretta fascia di un monte
più alto dell'orizzonte
vedrò sotto il mio mare
il mio corpo sarà sale
sarà il bianco di una vela
il giallo di una ginestra...
Ci vogliono questi post di libertà vera ogni tanto! Ho letto anche il post di Pia, grazie Alberto per averlo segnalato.
RispondiEliminaQuoto Silla in tutto e per tutto. É esattamente quel che mi ripropongo, post mortem.
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