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domenica 16 gennaio 2011

Laboratorio internazionale sul paesaggio

La Liguria di Ponente ha valli e colline che dalle Alpi scendono al mare, dove sovente si inalberano in rocce e picchi. Il tessuto geologico è sempre evidente: pietre, muri a secco, altopiani di sole e di stelle. I pendii sono scoscesi, scalinate di terrazze; i torrenti, ripidi; i crinali, erosi dalla luce. Di giorno, l'azzurro torbido dei monti risponde a quello più freddo dei marosi. Cézanne diceva che in natura predomina il grigio, ma qui è l'azzurro a far da padrone, lo si vede dappertutto, varia col vento (dall'opale al cobalto), lo si sente persino nel suono delle campane.
Francesco Biamonti






Giornata piena ieri, tra utopie di un mondo nuovo possibile e povere realtà del presente. A San Biagio per questo laboratorio internazionale sul paesaggio, sala delle rose stracolma e pure stracolma la sala attigua. Giornate di quelle che lasciano una traccia perché senti parole che segnano e rendono chiari concetti che prima avevi dentro di te nebulosi.

Dirò solo una cosa delle tante che sono venute fuori. Noi umani di questi secoli non vogliamo più bene alla Terra, né alla terra né al mare. L'amavamo, la rispettavamo, provavamo gioia a contemplarla. Poi a un certo punto non l'abbiamo più amata, abbiamo cominciato a depredarla e deturparla. Una nuova storia d'amore deve ricominciare, una nuova storia d'amore e di bellezza deve ricominciare come ultima ancora di salvezza per il futuro della nostra specie.

Sono stato contento di rivedere Gianluigi, Loretta, Valerio, Corrado, Gian Carlo, Enzo, Ariodante, Erino, Fulvio, Pia, Germana, Italo, Matteo, Laura, Giuseppe, Sergio, Giorgio. Maristella, Marco, Giovanna, Claudio e tutti gli altri, che mi scuseranno, di cui adesso non mi sovviene. Aspettavo anche Gian Marco, che così avrei potuto conoscere finalmente di persona, ma non s'è fatto vedere. Pia ha scritto un bel post sull'argomento.

Oggi qui è una giornata splendida, così come anche ieri. Adesso esco a succhiarmi un po' di sole perché ne ho proprio bisogno.


Serge Latouche e Giuseppe Conte

19 commenti:

  1. Il paesaggio, la terra, e il prendersene cura. Oggi da me si parla della Valle di Susa, e per questo il tuo piccolo resoconto mi commuove ancora di più.

    E poi, l'azzurro che si sente nel suono delle campane... quanta bellezza.

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  2. Bello. Un post che ...fa bene!:-)
    L'azzurro ha colpito anche me!
    ciao Al
    g

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  3. è vero, non vogliamo più bene alla terra. e invece giornate come quella di oggi, anche qui a roma nella periferia, chiamano tutti a volerle bene.
    bastano un po' di prato e di alberi, qualche cornacchia che si rotola in una pozzanghera, un verme sul terreno... e il sole.

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  4. Io sono fra quelli che ancora ama la terra. E meno si nota la presenza umana e più mi piace...

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  5. Che un pò di energia si metta in circolo, ne abbiamo estremo bisogno.

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  6. Questi eventi culturali aprono spiragli positivi.
    Tornare al rispetto della Natura, al suo amore, oltre che necessario è commovente.
    Grazie Alberto,
    Lara

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  7. Bello vedere un albero a me tanto familiare con quei terrazzamenti che invece non conoscevo

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  8. E con questo tuo post la mia voglia di mare d'inverno è raddoppiata.

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  9. una cosa meravigliosa...

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  10. egill-larosabianca17/1/11 10:43

    Magnasco pittore del600 era molto
    ispirato da questa terra di Liguria. Alberi contorti nodosi,su un piano di
    sassi quasi arida,illuminata da una
    luce lunare.I notturni del Magnasco
    conferiscono l'impenetrabilità e la
    la magia ad una terra ermetica.Nei suoi dipinti la natura è protagonista
    e parla a chi sà ascoltare.

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  11. Purtroppo, come al solito, ho dovuto stare con mia figlia e assisterla per fare i compiti.
    Mi avrebbe però fatto tanto piacere esserci, perché "il paesaggio è il mio mestiere", sia professionalmente (la Valutazione di Impatto Ambientale riguarda in promo luogo l'aspetto visivo di un'opera e il suo inserimento nel paesaggio) sia, proprio, come interesse generale (in pittura prediligo i paesaggi, nelle opere letterarie le descrizioni di paesaggio, mi interessa la "scienza" del paesaggio, come nelle lezioni di Eugenio Turri, poi tradotte in eccellenti testi didattici...).
    Non è un mistero per nessuno che mi piacerebbe passare i miei ultimi anni lì da voi, e che comunque, non dovesse essere possibile, ho disposto perché le mie ceneri siano collocate lì...
    sotto un ulivo, con vista mare.

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  12. Aggiungo un bel pensiero di Eugenio Turri:

    «I miei libri hanno, secondo il mio intento, l’obiettivo di indagare le relazioni tra uomo e natura, tra cultura e natura, cercando soprattutto di ispirare passione e interesse per il paesaggio, in quanto risultato ultimo, visivo, di portata ambientale, ecologica, dei percorsi storici, sociali e psicologici. Esso è la proiezione del nostro Heimat, dell’ambiente del nostro vivere, riferimento delle nostre più profonde identità. Questa mi sembra la lezione più utile da dare, perché il problema della tutela e del rispetto per il paesaggio è un fatto intimo, da riportare alla coscienza individuale, anche se rientra tra i grandi fatti territoriali, collettivi e addirittura planetari. Non servono prediche, indicazioni disciplinari pesanti, ma solo la lieve carezza di uno sguardo verso il maggiore dei doni che ci sono stati dati sulla Terra e che quindi deve essere amato e rispettato, come bene sacro, troppo spesso tradito in cambio di beni puramente materiali».

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  13. Ma c'è anche Saramago:

    "La cosa più abbon­dante sulla terra è il pae­sag­gio. Anche se tutto il resto manca, di pae­sag­gio ce n’è sem­pre stato d’avanzo, un’abbondanza che solo per un mira­colo instan­ca­bile si spiega, giac­ché il pae­sag­gio è senza dub­bio pre­ce­dente all’uomo e nono­stante ciò, pur esi­stendo da tanto, non è esau­rito ancora. sarà per­ché costan­te­mente muta: ci sono epo­che dell’anno in cui il ter­reno è verde, altre giallo, poi mar­rone o nero. E anche rosso in certi luo­ghi, che è il colore dell’argilla o del san­gue versato."

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  14. Ciao Alberto e buona serata a te!

    Un racconto come questo, ti fa dimenticare le angosce del momento!

    Quelle due foto, poi, sono meravigliose. La prima, con quei muretti a secco in primo piano, trasmette una sensazione di arcaico, di vissuto prima che l'uomo diventasse "moderno", distruggendo invece di costruire.

    Immagino quell'uomo che ha posato pietra su pietra, per strappare alla natura la terra necessaria agli ulivi. Una costruzione perfetta ma non devastante. Piena di energia, insomma, come lo è la natura.

    Le due ore del pomeriggio passate in giardino a ramazzare foglie dal prato e questo bel post, mi hanno piacevolmente allontanato da ben più tristi pensieri!!

    La natura, fa di questi effetti benefici e noi... la stiamo distruggendo!

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  15. L'anno passato ho aiutato mia nipote, che lasciava le elementari, a fare la sua 'tesina' sulla Liguria'.
    A parte che sono nata a Genova e conosco molto bene la Terra ligure, documentandoci abbiamo scoperto immagini,storie e ricchezze che non conoscevo : un'immersione veramente emozionante.
    Cristiana

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  16. ...e non piangete io rivivo
    tra la mia terra e un ulivo

    lì nelle stretta fascia di un monte
    più alto dell'orizzonte
    vedrò sotto il mio mare
    il mio corpo sarà sale
    sarà il bianco di una vela
    il giallo di una ginestra...

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  17. Ci vogliono questi post di libertà vera ogni tanto! Ho letto anche il post di Pia, grazie Alberto per averlo segnalato.

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  18. Quoto Silla in tutto e per tutto. É esattamente quel che mi ripropongo, post mortem.

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