Sapete tutti del piccolo Devid morto a Bologna per il freddo. Il papà e la mamma non avendo un tetto vagavano per la città.
Ma quante sono in Italia le creature in simili condizioni?
«Per ora» spiega Paolo Pezzana, presidente della "Federazione Italiana organismi per persone senza dimora", «valutiamo tra i 50 e i 70mila limitandoci ai senzatetto veri e propri e agli ospiti dei centri di accoglienza. Ma la stima arriva a 100mila, comprendendo coloro che vivono in baracche e bidonville.»
Ne conosco due di senza dimora, nel senso che li conosco da quando la dimora l'avevano. Ogni tanto li incontro e forse si ancorano al fatalismo che li contraddistingue per non cadere nella disperazione. Fatalismo ma non resa, perché qualche giorno fa Cesare, e gli amici di Milano sanno a chi mi riferisco, ha tenuto una vera lectio magistralis sulla vita con in mano una bottiglia di vino. Eravamo sulla 56, quando ha cominciato a parlare la gente era un po' infastidita. Ma poi quella voce, aveva anche cantato nel coro della Scala, che ci buttava in faccia le tante miserie del tempo presente a poco a poco prese tutto il mezzo, e quando finì di parlare, che eravamo ormai a Loreto, partì un applauso scrosciante e a lui vennero le lacrime.
Nell'aprile del 2009 ero andato a conoscere (date un'occhiata al post) un blogger homeless che gira l'italia in bicicletta e che presentava il suo libro "Via della casa comunale n. 1" allo spazio S.O.S. nel sottopasso Tonale–Pergolesi, dentro la stazione Centrale, rifugio diurno di vite dalle rotte complicate.
Ecco lì, nelle tre ore che sono rimasto, mi son reso conto di una cosa. Si parla tanto di futuro. Per un senza dimora il futuro non è il domani, ma l'oggi. Perché il suo tempo davanti si ferma a dove la prossima volta mangerà, a dove dormirà. Non riesce e non potrebbe vedere oltre.
Qualcuno tra voi ha forse letto Senza un soldo a Parigi e a Londra di George Orwell?
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Vengono a me le lacrime agli occhi ad assistere a questo stato di cose. Non degne di un paese che si dichiara civile.
RispondiEliminaQuei poveri disgraziati, che non crollano, non cadono nella disperazione come dici tu Al, davvero ci danno lezioni di vita. E pure schiaffi in faccia! Purtroppo solo a chi ha certa sensibilità. Ma non a chi avrebbe il potere di rimediare, cambiare le cose ... :-(
g
Si Alberto
RispondiEliminale nostre città sono piene di situazioni del genere e la gente passa e le istituzioni si girano dall'altra parte...
Sono rimasto molto colpito da quello che è successo a quel bambino.. Ora tardive le polemiche.. Che non porteranno a nulla.
RispondiEliminaQuella lapide a forma di casetta mi ha fatto venire da piangere. Io probabilmente finirò così, ma almeno sarò un vecchio o un quasi vecchio, cazzo, non un bambino di pochi giorni! E intanto i servi dell'informazione ci danno dentro a riferire le farneticazioni papestri, volte a battere cassa per le scuole private anziché per i poveri...
RispondiEliminaTu sei riuscito a trovare la forza di parlare di questo tragico fatto di Bologna, io non ce l'avrei fatta o meglio non avrei saputo farlo come te in questo tuo post.
RispondiEliminaHa pagato l'ingresso per entrare ed
RispondiEliminaandato via appena dopo. Non è un bel
posto per un piccolo.
Egill
Chi vive, per scelta o necessità, fuori dai recinti che la società ci impone ha davvero vita complicata...
RispondiEliminaGià è vergognoso quando capita ad un adulto; per una piccola creatura alla vergogna si aggiunge la rabbia.
RispondiEliminaVoglio rettificare un pochino Ernest: la gente (noi) si gira dall'altra parte, le istituzioni se ne sbattono altamente, quando uno se ne va è solo uno di meno che potrebbe creare problemi.
Grande o piccolo non importa, contano i numeri.
Mi ha colpito come uno schiaffo quel "per ora" nelle parole di Pezzana.
RispondiEliminaNon ha chiesto di nascere e non credo volesse morire, chi ti da la vita qualche volta lo fa in maniera accidentale, dovrebbe avere il coraggio di amarti al punto da non costringerti a condividere la tua non vita, per quel cucciolo d'uomo non è stato così.
RispondiEliminaQualcosa si può fare per i senza dimora, una cosa banale, in inverno non chiudo mai la macchina e lascio un plaid dentro, ovvio che metto il bloccasterzo, ma l'unica cosa che ho trovato sul cruscotto...un fiore di carta e non voglio sapere chi lo ha lasciato.
Ops...volevo scrivere
RispondiEliminaNon condividere la SUA non vita...
Questo fatto è terribile. Purtroppo ha ragione Gattonero.
RispondiEliminaChe società di m.
Sfortunatamente mi sono trovata a contatto con il mondo dei senza tetto molto da vicino sia in Francia che in Belgio. Per quanto le condizioni di 100 mila persone in Italia siano da brivido, quello che ho trovato all'estero è di gran lunga un inferno peggiore.
RispondiEliminaA Parigi vivevo in centro e tra l'ufficio e casa mia c'erano 100 metri. In quei cento metri, in pieno centro, in inverno, dormivano all'adiaccio 5 persone.
A Bruxelles ho scoperto una realtà ancora peggiore. Il numero dei senza tetto in questa città ricchissima è forse il più alto in tutta Europa. La cosa ancora peggiore è che il numero di associazioni, enti, sindacati ed attività per i senza tetto è enorme, così come la quantità di denaro stanziato per queste attività. E' una vergogna. Crimine a cielo aperto.