Serena e Emanuela: i nomi sono di fantasia continuano a ripetere e a scrivere gli organi di "informazione". Nomi di fantasia per proteggere la privacy delle prostitute minorenni.
E allora perché questi organi di "informazione" vanno poi a intervistare compagni e compagne di scuola, zie, conoscenti e vicini di casa delle ragazzine? Spruzzando il tutto con una bella dose di morbosità ammiccante che alza gli ascolti e genera quattrini.
Il tritacarne della società dello spettacolo è sempre più cannibale.
Ma sai che il tuo blog non mi si aggiorna sul mio blogroll? Sono arrivata sulla scia del precedente post che, presa dal "meeting" milanese con i blogger, non avevo avuto il tempo di leggere.
RispondiEliminaQui devo dire che la morbosità ammiccante degli organi di "informazione" fa da contraltare a quella sempre più feroce del pubblico, che cerca il suo piacere in quello che da pettegolezzo maligno di paese è diventato gusto grottesco della diffamazione e della maldicenza a livello nazionale e oltre.
Una volta c'erano i giornali seri e quelli scandalistici... una volta. Ora i primi non esistono più
RispondiEliminaSono così convinto di quanto ha suggertito Ambra sugli organi di informazione che non solo condivido ma credo ci sia poco da aggiungere. In fondo, è proprio il "pubblico" che condiziona l'offerta e se il pubblico vuole merda, chi punta al profitto vende merda! E' una delle leggi basilari del mercato, dopo il condizionamento! Quest'ultimo, dopo 20 anni di culi e tette proposti in prima serata in TV, ha dato i suoi risultati.
RispondiEliminaCiao Alberto, buona serata.
Il giornalismo /spettacolo è diventata una prassi. Se esistesse ancora il giornalismo serio, forse anche il pubblico non andrebbe alla ricerca morbosa di pettegolezzi, ma analizzerebbe i fatti. E' come un gatto che si morde la coda...Il risultato? Un paese che si qualifica anche attraverso la stampa e la televisione per quello che è. Nessuna etica, Sbatti il mostro in prima pagina. Racconta tutti i dettagli .Aumentano le vendite e lo share...Ma i giornalisti, un tempo, non erano una sorta di "coscienza critica" della nostra società? Altri tempi. Altro spessore. Altre storie...
RispondiEliminaperché questa è la società dello spettacolo e la gggggente (non è un errore) vuole questo purtroppo
RispondiEliminaLa cosa ancora più triste è che queste ragazzine possono diventare degli idoli da imitare!
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