1945 - Garibaldini del 2° battaglione "M. D. Rossi" entrano in Ventimiglia
Alcuni di loro che vedete nella foto li ho conosciuti molto bene. Uno, il più temerario, anche mio parente, papà della cugina Daniela.
Se ne sono tutti andati. E oggi mi prende un po' di tristezza davanti alle macerie del presente.
Loro ci hanno liberato dal nazi-fascismo, ma come ci libereremo dalle servitù militari (e politiche)?
RispondiEliminaForza ragazzi!
RispondiEliminaInquietante questa immagine associata alle tue parole.
RispondiEliminaUn presente sommerso da macerie e nessuno che sappia più prendere una pala e scavare...questo è il dramma. In questa foto, che emoziona e rattrista, ci sono degli eroi .Volti noti e sconosciuti che hanno lasciato una traccia , un solco, che conoscevano il valore della libertà..oggi tutto è liquido e l' acqua non è fresca..è melmosa...A volte , a me, manca il respiro. E devo guardare foto come questa per poter continuare a vivere, in tante macerie...Grazie, Alberto..come sempre con poche parole ed una immagine sai parlare forte..
RispondiEliminaNonostante tutto, forza sempre RESISTENZA!
RispondiEliminadopo dure battaglie stanno cantando! Bella Ciao ..l' Internazionale..e perché no Bandiera Rossa!! Molti giovani forse non sanno di cosa sto parlando...Una certa sinistra ha abbandonato il suo ruolo culturale e storico di non sotterrare ancora una volta quei combattenti della libertà!!
RispondiEliminaSenza se e senza ma... sempre con la resistenza e i suoi valori. Sentire ancora oggi persone che portano esempi per cancellarla fa rabbia
RispondiEliminaOggi pomeriggio, chiacchierando con turisti a Triora, è venuta ancora una volta alla luce la mitica figura del dottor Pavia, che si unì ai partigiani in alta valle Argentina, istituendo un ospedaletto da campo a Drondo, un gruppo di casette oggi purtroppo scomparso. Ancor oggi, a distanza di tanti anni, si parla ancora di questa persona e delle sue gesta. Come si parla anche del suo amico Vitò, splendida persona incorruttibile, al quale sono stati dedicati giardini a Sanremo.
RispondiEliminaNon dimentichiamoli!
Abbiamo ricordi quasi simili. Mio padre, a Venezia, era a capo di una pattuglia con l'incarico di attaccare la prigione e liberare i soloi prigionieri politici. Ci sono riusciti e Venezia, grazie a tutti i partigiani, si è liberata da sola. Gli americani sono arrivati quando i tedeschi ed i fascisti erano già morti o imprigionati a loro volta. Ciao Adriano è sempre un piacere leggere i tuoi post.
RispondiEliminaPardon, ciao Alberto.
RispondiEliminaGià anche qui non ce ne sono più...
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