Nei riquadri, Claudio Scajola e Claudio Burlando.
Quando frequentavo il liceo e prendevo la corriera per Ventimiglia, superato Camporosso mi appariva la visione del mare. Poi, condominio dopo condominio, non rimase nemmeno più un buco di azzurro. Cemento, nient'altro che cemento a formare una muraglia impenetrabile e odiosa. Il naturale skyline che avevo visto fin da piccolo si era trasformato in un artificiale skifoline. Sagome accatastate in maniera casuale senza capo né coda
Questo un'era fa. L'altro giorno viaggiavo sul treno che da Genova porta a Nizza e osservavo con interesse l'espressione di una giovane donna che sedeva di fronte a me. Dal finestrino scorrevano uno dietro l'altro anonimi palazzi su anonimi palazzi, distanti l'uno dall'altro sì e no un metro. Sembrava di essere nella brutta periferia di una qualsiasi metropoli. Lei si accorse che la stavo guardando e mi indicò quello spettacolo indegno con un dito. Non ci fu bisogno di parole.
Dopo essersi appropriati con i denti della rara terra vicino al mare, dopo aver sbancato, famelici, colline e colline più a monte, adesso i pescecani del cemento armato si stanno impadronendo del mare. Si sa che la voracità non ha limiti.
Proprio di questo parla un libro inchiesta uscito da pochi giorni, Il partito del cemento, scritto da due bravi giornalisti, Ferruccio Sansa e Marco Preve. E la storia documentata, punto per punto, dei maneggi che si svolgono nei retrobottega della politica frequentati da imprenditori e banchieri, quasi tutti prima o poi inquisiti, qualcuno passato anche per le patrie galere, che intrecciano con gli amministratori pubblici rapporti quantomeno dubbi e quantopiù indecenti e sul filo dell'illegalità. Non c'è differenza tra destra e sinistra, i veri inciuci sono questi, fatti sottobanco, molto più pericolosi per la democrazia di quelli dichiarati alla luce del sole che generano scandalo solo negli sprovveduti. Nel libro si parla delle furbate per aggirare le leggi, come quella, che sarebbe ridicola se non fosse troppo seria, delle torri antincendio che diventano ville, dello spregio cinico di questa classe dirigente per questa terra bellissima che ha trasformato, nell'arco di un cinquantennio, in una regione che si sta estinguendo. Si estingue nei posti di lavoro, nella popolazione, nella cultura, e rimane, di quello che era stata, solo uno struggente ricordo.
Vogliono impadronirsi del mare dunque. E lo fanno costruendo porti ovunque, grandi, medi, piccoli. I posti barca nel 2000 erano in totale 14.500, nel 2008 sono diventati 20.500 ed è già pronto un piano per altre ottomila imbarcazioni. Porti vuol dire anche appartamenti, centri servizi, centri commerciali, negozi. Follia pura. Chi frequenta queste coste conosce, solo per dirne una, i problemi snervanti dei parcheggi e delle code chilometriche sull'Aurelia, che esistono anche in quelle cittadine che il porto non ce l'hanno, come Ventimiglia, ma che fra un po' l'avrà anche lei e allora voglio proprio vedere dove metteranno le macchine. L'ho già detto e lo ripeto. Follia.
Il libro scava a fondo sui due potentissimi Claudii. Claudio Scajola, ex DC ora Pdl, ministro del governo Berlusconi, e Claudio Burlando, ex PCI ora Pd, presidente della Regione. Si scoprono così intrecci insospettati nelle varie amministrazioni pubbliche, nei cda della miriade di società, e legami di sangue che diventano ragnatele di un potere come al tempo del Medio Evo.
Dopo la lettura si potranno avere reazioni diverse. C'è chi disgustato si allontanerà definitivamente dalla politica visto il degrado infimo a cui è arrivata, c'è chi si indignerà come non mai e farà di tutto per diffondere le notizie che ha letto, e ci sarà anche chi si darà da fare per impedire questo scempio. Alla fine del libro c'è un capitolo ad hoc "Prontuario anticemento".
Marco Preve
Ferruccio Sansa
Il partito del cemento
chiarelettere
Prefazione di
Marco Travaglio
Ferruccio Sansa, già giornalista del Messaggero e de la Repubblica, è ora inviato del Secolo XIX. Ha pubblicato per la Bur-Rizzoli Milano da morire (con Luigi Offeddu, 2007). Collabora con MicroMega.
Marco Preve è giornalista de la Repubblica. Anch’egli collabora con MicroMega.
Marco Preve è giornalista de la Repubblica. Anch’egli collabora con MicroMega.
Ringrazio gli Autori per aver citato questo blog nel libro.
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è uno schifo.
RispondiEliminasperiamo che le colate di cemento non arrivino fino nell'entroterra, a mio avviso, la parte più bella della nostra regione.
in ogni caso, mi dispiace per chi resta, ma io dalla stretta liguria me ne scappo il prima possibile.
Fra le varie cose, il problema è che in Italia siamo troppi. Case ovunque, dove finisce un paese ne comincia un'altro... Una delle cose che mi era piaciuta di più del mio viaggio in Norvegia era la quantità di territorio praticamente vergine che si poteva ammirare a perdita d'occhio...
RispondiEliminaGiulio GMDB©
RispondiEliminaQuesto non è vero per la Liguria, che di abitanti ne ha pochi e continuano a diminuire. Sono le seconde e le terze case, con tutti gli annessi e connessi.
Finalmente ieri pomeriggio è arrivato anche dal mio libraio. E' un libro che in molti, soprattutto liguri, o che con la Liguria hanno qualcosa a che fare, dovrebbero leggere. Mi fa piacere che gli autori abbiano anche preso in considerazione i blog come il tuo.
RispondiEliminaSì Ed,anche il tuo di blog.
RispondiElimina.... Dal TG4 del 17 febbraio 2009....
RispondiEliminaUn tremblement de terre évalué de magnitude 11,5 a provoquer une longeur d'onde considérable, équivalente à l'explosion de 932 mégatonnes de TNT. La Ligurie a été detruite........ Situation humanitaire... Risque épidémique...
... De nombreuses organisations ont profiter du tsunami pour s'enrichir.
Emilio Fede è sempre il più informato.
Ho letto il libro e devo dire che gli intrecci affaristici tra destra e sinistra sono impressionanti. Purtroppo sono pessimista. A questi qui, politici, imprenditori, banchieri che hanno la faccia come il cxxo, queste denunce non fanno un baffo, fino a che "non c'è niente di penalmente rilevante". Loro l'indecenza non sanno più che cosa sia.
RispondiEliminaE che purtroppo faccio sempre più fatica a vedere una via di uscita, da questa situazione.
RispondiElimina... fin quando la Liguria sprofonderà nel mare... non so più chi l'ha detto...
RispondiEliminaBravo, hai fatto benissimo a parlare di questo libro e spero che più persone possibili al di fuori della Liguria leggano di questo scempio che non dà segni di rallentamento, anzi.
RispondiElimina@Fuin h detto
RispondiElimina.... Dal TG4 del 17 febbraio 2009Un tremblement de terre
Cavolo!!!! Ho sempre pensato che
la persona che citi fosse troppo
ignorante per conoscere il francese.(Anche se sò che a Munegu
ci ha lasciato qualche soldino.)
Salu
Purtroppo anch'io ho vissuto, con sofferenza, la perdita della visione dell'orizzonte da Nervia. "Ora solo cemento, nient'altro che cemento a formare una muraglia impenetrabile e odiosa".
RispondiEliminaE non è finita, oltre ai porti, i nuovi P.U.C. di Ventimiglia, Camporosso, Vallecrosia (e mi fermo ai primi 3 paesi della costa), prevedono ulteriori insediamenti... e hai visto le colline? Dai un'occhiata da Perinaldo verso il mare e, la notte, percorrendo la provinciale della Val Nervia, verso le colline di Camporosso e di Dolceacqua... quanto benessere!
@Alberto: Siamo troppi comunque. Se ci sono pochi residenti in Liguria, questo purtroppo non significa che d'estate non diventi la mèta di mezza Lombardia che ovviamente del territorio della Liguria se ne frega ma che vuole solo avere li la seconda casa... Starebbe ai politici locali fare e far rispettare dei piani regolatori come Dio comanda. Ma si sa che per denaro non c'è etica o morale che tenga :-(
RispondiEliminaio vorrei ricordare che anche nella nostra stupenda Val Nervia (estremo ponente ligure) abbiamo gli ecomostri, e non esistono solo sulla costiera amalfitana, o giù di lì...
RispondiEliminaVorrei ricordare quella struttura fatiscente in cemento, di cui esistono solo i piloni e le solette (scusate, sono ignorante in termini tecnici: aspetto correzioni) che è posta proprio un po' prima della cara (a Alberto) Isolabona. Forse doveva essere un frantoio. E' lì. Incopiuta. Dal 1982. Sono arci-sicura della data: e dall'epoca non è più cambiata. Qualcuno dirà chè è privata e/o su terreno privato. Non conosco lo status ufficiale. Ma mi risulta che all'epoca è stata costruita con soldi pubblici... e mi fermo qui!
Da " Radio Ventimiglia " degli anni 60. DC progetta, PSI costruisce, PCI vende.
RispondiEliminaQua nella Riviera Romagnola il cemento è il grande protagonista,ma l'incredibile è che continuano a cementificare.
RispondiEliminaSenza freni,ora addirittura con il 'placet' di nomi illustri dell'architettura mondiale,che dovrebbero 'ridisegnare' la cementificazione 'alla riminese'di un tratto
http://annarosabalducci.blogspot.com
Abito nel territorio del chianti, vedo quanto movimento di soldi produce il cemento e vedo salire all'impazzata il valore di immobili e di ville un tempo case coloniche.
RispondiEliminaVedo tanto scempio, vedo cantine che sorgono come funghi, vedo annessi agricoli che tali non saranno mai e diventano vere e proprie abitazioni che spuntano come funghi d'autunno.
Vedo uno scarso rispetto del territorio e lo vedo diventare una pccola disneyland fra piscina e lussuosità.
Non m piace, non mi piace per niente.
Nel 2006 ho comprato un'oliveta magnifica in una posizione e con dei panorami mozzafiato solo perchè volevano tirarci su un monumento di cemento per farci una nuova cantina, per una azienda che stava facendo incetta di terreni e di contratti di affitto per farla così più grande e maestosa.
Non mi piace, non mi sta bene, vivo da sempre nella zona del chianti e voglia fare in modo di lasciarla il più possibile incontaminata da speculazioni e disastri edilizi, non mi zitto
Come ti capisco Andrea, la penso esattamente come te. Un abbraccio.
RispondiEliminaCiao,
RispondiEliminail libro viene presentato da i due autori, Marco Preve e Ferruccio Sansa, a Sanremo il 17 settembre.
Maggiori info a questo indirizzo:
http://www.redcentury.it/index.php?mod=news&idart=60
osvaldo
Intanto votiamo Marco Doria SINDACO a Genova. A proposito di cemento: iniziamo la casa dalle FONDAMENTA. Cordialità. Daniela Pilla
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