Wired n. 2
Se qualcuno ha preso fra le mani il secondo numero di Wired sarà rimasto sorpreso dalla ruvidezza della copertina. Un artificio tipografico per dare la sensazione della corteccia di un albero, visto che quasi tutti gli articoli della rivista hanno un taglio ecologico.
Quella che vedete sotto invece è la corteccia di uno dei miei ulivi secolari a cui in questi giorni di propizia umidità do da mangiare. L'ho accarezzata, ed è superfluo dire che la sensazione è lungi lungi da quella della copertina sopra.
Nell'epoca della rappresentatività complessiva del reale, o meglio dei tentativi della sua rappresentatività, mancano all'appello l'odorato e il tatto. Non considero il gusto che ci porterebbe troppo lontano. Dopo i colori e i suoni digitalizzati, le sensazioni che ci arrivano dal naso e dalle terminazioni tattili, allo stato, rimangono ribelli ad essere incanalate nel flusso dei bit.
Forse perché questi due sensi sono quelli che più conservano la loro animalità e ci arrivano fin nelle viscere per lasciarci un ricordo di memoria indelebile.
Se un giorno le sensazioni arrivassero solo dai bit e non da altri atomi saremmo fottuti. Angeli ma fottuti.
Corteccia di ulivo
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Sarebbo bit non più instintivamente animali ragionanti.
RispondiEliminaChe armonia di sensazioni tattili riesce a dare la corteccia di un vecchio ulivo...quando lavoravo con i bambini con handicap facevo un gioco "La borsa di Kim", i bambini dovevano riconoscere un oggetto senza vederlo solo toccandolo con le dita,tra i tanti materiali che usavo c'erano anche cortecce di alberi.
RispondiEliminaIo mi sono fermato al primo numero e debbo dire che un mensile di quell'odore acre di stampa non l'avevo mai comprato...mi ha appestato l'intera camera...
RispondiEliminaLa corteccia che piu' amo invece e ' quella del pino rosso, seconda quella del pino marittimo...ruvide ed irregolari al punto giusto...
La natura è stata soppiantata dall'intelligenza e adesso l'intelligenza cerca di rimpiazzarla imitandola: sarebbe molto più semplice lasciare dignitoso spazio ad entrambe.
RispondiEliminaE' che si è creata una spaccatura enorme tra l'una e l'altra e solo pochi hanno ancora certe consapevolezze.
Viva l'intelligenza, sì, ma quanta contaminazione!
Ridare armonia ed equilibrio sarebbe davvero salutare per tutti.
Ciao Alberto,
RispondiEliminabella la metafora, dalla carta al web, dalla corteccia vegetale alla corteccia cerebrale...
giacomo
Da Yorgos Seferis, Mitologia:
RispondiEliminaGli ulivi con le rughe dei nostri padri
le rocce con la sapienza dei nostri padri
e il sangue, vivo sul suolo, del fratello
erano gioia consistente, condizione sicura
per anime che conoscevano la loro preghiera.
Ciao Alberto. mi piace l'ultimo numero di Wired, odio invece il mio "dirimpettaio", che sa far tutto ,almeno così dice, che ha potato con un vistoso taglio punk l'ulivo che cresce nel suo giardino.
RispondiEliminaPer picchiatello: _Quella copia li mi sa che è anche radioattiva ;-)
Non conoscevo la rivista, seguo il link.
RispondiEliminaMatrix.
RispondiEliminanon posso prescindere dal toccare.... la vista in certi casi non mi basta
RispondiEliminaEra ora che arrivasse anche in Italia WIRED!
RispondiEliminaE' molto vero ciò che dici. Secondo me è l'odore che ci lega alle persone che amiamo (figli compresi), nel senso che l'aspetto potrebbe cambiare all'improvviso, ma un odore diverso ce li farebbe sentire estranei. Non credo che i bit l'avranno vinta. Hai visto (o annusato lol) quei libri per ragazzi con tanti odori all'interno? mio figlio li adora, ma bisogna dire che dopo un po', si percepisce ("io" percepisco) una sorta di retro-gusto di sostanze chimiche.
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