Maria Luisa Gnecchi, Oriano Giovannelli e Lucia Condurelli. Teneteli a mente questi nomi. Sono i tre deputati del PD che, e sembra una provocazione con i tempacci che corrono, hanno presentato una proposta per dare a tutti i politici di professione un vitalizio per la vecchiaia.
Ora sapete che i parlamentari, anche con mezza legislatura, arrivato il momento si beccano la pensione. Che è già un privilegio rispetto a noi comuni cittadini che la pensione ce la dobbiamo sudare fino in fondo.
Ma non tutti tra quelli che hanno scelto di fare politica, solo politica come unica occupazione, riescono a sedere su quegli scranni di Camera o Senato. Forse meno fortunati, forse meno scaltri, forse anche un po' tonti. E allora a questi assessori, consiglieri, sindaci, presidenti di comunità montane e di circoscrizioni, portaborse di ogni risma non vogliamo assicurare una giusta pensione maturata con quegli usuranti incarichi?
E quindi questa preoccupazione ha condotto i tre parlamentari, tutti residenti a nord di Roma (la Gnecchi è di Bolzano, Giovannelli di Urbino, Codurelli di Sondrio) ad avanzare la proposta di legge numero 2875/09. "Per una ragione di equità", hanno scritto nell'unico articolo del testo che sta per essere licenziato dalla commissione Lavoro.
Sono tempacci, l'ho già detto, e non riesco proprio a capacitarmi come questi tre ineffabili deputati del Partito Democratico con tutti i problemi che si agitano sopra e sotto il tappeto possano non solo aver pensato ma anche messo nero su bianco un ulteriore privilegio per la Casta destinato alle sue classi più basse.
Inutile dire che i loro compari del centro e della destra si sono subito accodati. Unica eccezione l'Italia dei Valori..
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Aggiunta 27/5/2010
Ricevo e pubblico
Egregio signor Alberto,
ho visto sul suo blog quanto scalpore e indignazione ha suscitato l’articolo pubblicato su repubblica.it da antonello caporale in esito alla proposta di legge 2875 presentata alla camera dei deputati dalla scrivente e dai colleghi Giovannelli e Codurelli.
Chiunque può trovare la proposta di legge 2875 nel sito della camera dei deputati e verificare che tale proposta non prevede affatto alcuna forma di vitalizio per gli amministratori locali(assessori o sindaci).
Di seguito le allego la lettera che abbiamo inviato a repubblica.
Le sarei grata se pubblicasse questa mia mail sul suo Blog. Chiedo soltanto che chiunque possa verificare di persona il testo della proposta di legge.
La saluto cordialmente.
Marialuisa Gnecchi 06 6760 3407
19 maggio 2010
Gentile dr Caporale,
ribadiamo che la nostra proposta di legge parte da situazioni reali, in una fase di crisi le aziende chiudono, mettono in mobilità lavoratori, si sono rivolti a noi 2 sindaci che si sono ritrovati senza copertura previdenziale e si sono vista compromessa la propria situazione pensionistica, è giusto occuparsi di tutti coloro che perdono il lavoro, anche se sindaci. Attualmente i comuni sono tenuti a versare i contributi in base alla retribuzione percepita al momento dell'elezione, nel caso si tratti di un lavoratore autonomo viene versata una cifra forfettaria definita con decreto ministeriale annualmente, invece nel caso di casalinghe, inoccupati, disoccupati, studenti o professionisti senza albo i comuni non possono versare alcun contributo perchè l'attuale legge considera solo i lavoratori dipendenti e autonomi. I comuni quindi "spendono" di più o di meno a seconda della condizione lavorativa dell'eletto. Il mondo è cambiato, anche i giovani sono interessati alla politica, anche le donne, anche persone che svolgono lavori non inquadrati nelle classiche categorie storiche. Vogliamo colmare una lacuna legislativa, vogliamo che valga anche per gli enti locali che a retribuzione corrisponda contribuzione previdenziale, anche sindaci e assessori lavorano, percepiscono dall'ente emolumenti, ma sono trattati molto diversamente a seconda della loro reltà lavorativa precedente.
Siamo convinti che la politica non sia una professione, che vada svolta come servizio alla comunità, ormai esiste il limite dei mandati, non più di 2 consiliature come sindaco, esiste una forte pressione per il ricambio, si devono regolamentare con correttezza sia i compensi che le situazioni prvidenziali. Non si tratta di creare privilegi, ma solo di garantire che non ci siano periodi vuoti di contribuzione per aver prestato la propria opera come sindaco o assessore.
Con stupore abbiamo visto come possa essere interpretata in modo sbagliato la nostra proposta e prestarsi a strumentalizzazioni, quindi valuteremo con il gruppo parlamentare per poter chiarire ulteriormente le intenzioni che ci hanno spinto a formularla. Non vogliamo mettere in difficoltà i colleghi, vorremmo, però, con altrettanta forza che si riflettesse sui pregiudizi con i quali ormai si affronta il dibattito sui ruoli istituzionali, non ci sfugge che possano esistere "i furbetti", ma noi pretendiamo che le leggi siano giuste. Sindaci, assessori devono lavorare con il massimo impegno, non devono godere di vantaggi previdenziali rispetto ai lavoratori e alle lavoratrici, ma devono, secondo noi avere una copertura previdenziale, (essere iscritti alla gestione separata inps), almeno come tutti i lavoratori precari, se non sono iscritti ad una forma previdenziale obbligatoria.
Grazie per la cortese attenzione, cordiali saluti
Marialuisa Gnecchi , Oriano Giovanelli , Lucia Codurelli
si puo' sorvolare, sorridere, fregarsene su molte cose ma quando si tocca il discorso casa, sembra, non si scherzi piu' ..... avessimo aperto gli occhi un po' prima, fossimo scesi in piazza quando era ora, magari e sottolineo magari, non saremmo arrivati a questo punto...!!
RispondiEliminaIo veramente.. Non so più che cosa pensare!
RispondiEliminaDA "LA REPUBBLICA" del 19 maggio
RispondiEliminaVitalizio ai politici
Marcia indietro del Pd
Norma congelata, sospesa. Morta prima di vedere la luce. Ventiquattro ore sono bastate al Partito democratico per decidere che non è tempo e non è proprio ora il caso di sostenere una legge che allarghi le coperture previdenziali anche ai politici senza lavoro con incarichi di sindaco e assessore nei comuni o nelle comunità montane. "Sia chiaro, noi non l'appoggeremo", annuncia Francesco Boccia, della segreteria del partito.
Nata sotto altri auspici e con tutt'altre intenzioni, la norma, proposta da tre deputati del Pd (Marialuisa Gnecchi, Oriano Giovanelli e Lucia Condurelli) è stata invece letta come un regalo alla "Casta", un vitalizio ai politici senza mestiere, un premio a coloro che restano per una vita intera imbullonati alla poltrona. Effetti secondari non previsti o non valutati appieno che hanno provocato una valanga di contestazioni dalla base e - conseguentemente - l'ira del capogruppo Dario Franceschini, l'imbarazzo di Pierluigi Bersani e la successiva presa di posizione di Boccia.
"Con stupore abbiamo visto come possa essere interpretata in modo sbagliato la nostra proposta - comunicano i tre proponenti - e prestarsi a strumentalizzazioni, quindi valuteremo con il gruppo parlamentare per poter chiarire ulteriormente le intenzioni che ci hanno spinto a formularla. Non vogliamo mettere in difficoltà i colleghi, vorremmo, però, con altrettanta forza che si riflettesse sui pregiudizi con i quali ormai si affronta il dibattito sui ruoli istituzionali, non ci sfugge che possano esistere "i furbetti", ma noi pretendiamo che le leggi siano giuste".
Marialuisa Genchi, ispiratrice della legge, ha lavorato una vita all'Inps. "Ho visto con mano la disparità di trattamento. Un giovane che impegna anni al servizio del suo comune vede quell'impegno danneggiato dall'assenza di una copertura previdenziale. Lui no ma i suoi colleghi, magari dipendenti in aspettativa, sì. Perché l'amministrazione locale è tenuta a versare i contributi degli eletti in aspettativa. E' un'ingiustizia, vero?". E il suo collega Giovanelli: "Siamo convinti che la politica non sia una professione, che vada svolta come servizio alla comunità. Non si trattava di creare privilegi, ma solo di garantire che non ci siano periodi vuoti di contribuzione per aver prestato la propria opera come sindaco o assessore".
La ragioneria generale dello Stato, nel fare i conti dei soldi che sarebbero serviti per coprire la spesa aggiuntiva, aveva però ammonito, pur tra le righe, a considerare gli effetti politici di un provvedimento simile.
Effetti che ieri, quando Repubblica.it ne ha dato notizia, si sono manifestati provocando la dissociazione del partito dall'iniziativa dei suoi deputati e, infine, l'impegno dei tre a sottoporre a dibattito la questione, revocando ogni altro intendimento.
(19 maggio 2010)
@c.e.g.
RispondiEliminaGrazie per l'aggiornamento. Resta che ci hanno provato, che il PD adesso si è dissociato. Ma dov'era il partito quando questo progetto di legge era in discussione?
Caro Alberto,
RispondiEliminaè che la politica è diventata una cosa talmente astratta che nessuno pensa più a quali dovrebbero essere i veri ruoli degli uomini politici...
E' disgustoso, come il fatto che prendano uno stipendio i parlamentari per darsi addosso l'un l'altro. Se fossero pagati solo in base ai risultati e come gruppo, forse non avrebbero il tempo di pensare a queste sciocchezze e lavorerebbero sul serio alle cose davvero necessarie al paese e lo farebbero come una squadra...
Il PD si è dissociato solo quando la storia è divenuta di pubblico dominio... Il problema di fondo è che questa cricca di politici (escluso qualcuno che forse ancora un po' di etica e dignità riesce a conservare) è perfettamente coesa quando si tratta di "mangiare"... E' un vero schifo.
RispondiEliminaTra l'altro questo nuovo medioevo con feudatari, signori e signorotti da una parte e la plebe dall'altra si sta sempre più affermando negli Stati e nelle aziende. Sono 23 anni che lavoro ed ogni anno è sempre peggio: quest'anno hanno diminuito a tutti i dipendenti lo stipendio di circa 1.300 euro lordi (in base ad un accordo di partecipazione agli utili). Se l'azienda fosse in crisi lo potrei anche accettare. Però non accetto che allo stesso tempo i vice-presidenti siano passati da 1 a 3, che lo scorso anno l'ex presidente si sia aumentato lo stipendio del 48% e che quest'anno il presidente onorario (carica da sempre priva di remunerazione) chieda un vitalizio annuo (con reversibilità per la moglie) di 1.500.000 euro...
Niente mi leva dalla testa che se la cosa fosse divenuta di pubblico dominio nessuno si sarebbe dissociato, anzi. Ma chissà la speranza di sbagliarsi c'è sempre.
RispondiEliminaallucinante ma con che coraggio fanno proposte di questo genere? Poi si meravigliano che la base si inquieti, ma c'è da stupirsi che esista ancora una base!
RispondiEliminauna notizia allucinante che la dice lunga su parecchi personaggi che sono all'interno dell'opposizione. Mi domando cosa aspetta Bersani a mandarli via, oppure magari anche su questo fa fatica a prendere una posizione.
RispondiEliminaun saluto
Trovo alquanto strano che questa faccenda esca proprio adesso che il governo vorrebbe tagliare del 10/15% gli stipendi dei politici.
RispondiEliminaNon ci voglio credere, per fortuna c.e.g. ha postato un aggiornamento. e pensare qualche ministra, deputata ed eurodeputata se lo meriterebbe un vitalizio per aver avuto il fegato di chinarsi e non solo virtualmente al cospetto del sultano...ma che si debba accedere ai privilegi della casta senza succhiarlo a nessuno è grave!
RispondiEliminaSemplice, Alberto. Questi signori pensano solo ai "Craxi" loro...come sempre
RispondiEliminaScusa la mia ignoranza, a me risulta che anche dopo una legislatura alle regioni si percepisce una pensione, i soldi certo non saranno nella stessa quantità, ma come diceva Totò è la somma che fa il totale.
RispondiEliminaAlberto ,ancora devo cenare,ed ora non cenerò più , mi è venuta la nausea :-(
RispondiElimina@Kauffman
RispondiEliminaHo cancellato il post che avevi scritto come anonimo uguale a quello dopo. Ma perché non ti registri, avresti delle opzioni in più.
@Gians
Hai perfettamente ragione. Basta una legislatura regionale per prendere la pensione. Ma qui si parla di livelli più bassi.
@Alberto.
RispondiEliminaHai perfettamente ragione e avevo già pensato di farlo. Devo solo trovare il tempo e, avendo delle difficoltà al computer, capire anche come si fa. Finiti gli impegni scolastici mi applicherò.
Grazie, Alberto e un caro saluto.