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sabato 12 giugno 2010

La colata - Il partito del cemento che sta cancellando l'Italia e il suo futuro

Da ieri nelle librerie

«Conosci la terra dei limoni in fiore,
dove le arance d’oro splendono tra le foglie scure,
dal cielo azzurro spira un mite vento,
quieto sta il mirto e l’alloro è eccelso, la conosci forse?»
chiedeva estasiato Wolfgang Goethe. No, quell’Italia lì non la conosciamo più, rispondono gli autori di «La colata». Troppo cambiata, devastata, violentata.

E' uno dei paesi più belli al mondo. Ha la maggiore concentrazione di beni culturali e centri storici, le più famose città d’arte. Tutto questo è la nostra ricchezza. Rischiamo di perderla, per sempre.

Il partito del cemento avanza e non lo ferma più nessuno. Dal nord al sud la febbre del mattone coinvolge banchieri, cardinali, sindaci, deputati di destra e di sinistra. Tutti vogliono guadagnarci, a partire dai Comuni. Così la ricchezza degli italiani vola via. Pensate che tra il 1990 e il 2005 sono stati divorati 3,5 milioni di ettari, cioè una regione più grande di Lazio e Abruzzo messi insieme (la Liguria tra il 1990 e il 2005 si è mangiata quasi la metà del territorio ancora libero!). Il tutto a un ritmo di 244.000 ettari all’anno (in Germania 11.000 all’anno). Ciò nonostante troppi italiani sono senza casa perché mancano gli alloggi “sociali” (solo il 4 per cento sul totale contro il 18 per cento della Francia, il 21 per cento del Regno Unito). Intanto 5500 comuni su 8000 sono a rischio di dissesto idrogeologico. I soldi per il ponte di Messina ci sono, per le frane no.

Gli autori di questo libro sono andati a vedere l’Italia com'è e la raccontano con nomi e cognomi di affaristi, banchieri, cardinali, sindaci e deputati: la Sardegna di nuovo in mano agli speculatori, le Langhe trasformate in shopville, l’invasione di seconde case sulle Alpi (costruiscono persino sulla Marmolada!), il Brenta violentato, gli affari della Chiesa nelle Città liguri, le grandi operazioni di Ligresti e dei soliti noti a Milano, di Caltagirone e dei soliti noti a Roma, la storia triste di Bagnoli. Neanche Siena e Firenze vengono risparmiate. E ritorna la febbre da stadi e autodromi, nuove occasioni per ulteriori speculazioni.
Ma cosa gliene viene agli italiani di tutto questo? Meno male che non tutti abbassano la testa. Comitati di cittadini si stanno formando in Veneto, Toscana, a Milano, in tanti centri grandi e piccoli. La legge del 1986 che stabilisce le norme per danno ambientale è dalla loro. Per questo adesso molti la vogliono cambiare.

La colata - Il partito del cemento che sta cancellando l'Italia e il suo futuro


Garibaldi, Massari, Preve, Salvaggiulo, Sansa

LA COLATA
Il partito del cemento che sta cancellando l’Italia e il suo futuro

a cura di Ferruccio Sansa


Chiarelettere


Ferruccio Sansa, quarantuno anni, giornalista a “Il Messaggero”, “la Repubblica”, “La Stampa”, è ora inviato de “il Fatto Quotidiano”. Con Luigi Offeddu ha scritto i libri-inchiesta RAGAZZI DI SATANA (Rizzoli-Bur 2005) e MILANO DA MORIRE (Rizzoli-Bur 2007). Con Marco Preve IL PARTITO DEL CEMENTO (Chiarelettere 2008).

Andrea Garibaldi, cinquantacinque anni, romano, ha lavorato per vent’anni a “Il Messaggero”. Dal 2004 è inviato speciale per il “Corriere della Sera” e si occupa prevalentemente di politica nazionale. Ha pubblicato QUI COMINCIA L’AVVENTURA DEL SIGNOR con Roberto Giannarelli e Guido Giusti (La Casa Usher 1984), la biografia di Enrico Lucherini e Matteo Spinola C’ERA QUESTO C’ERA QUELLO (Mondadori 1984) e PIOMBO E CARTA, CRONACHE DA SARAJEVO ASSEDIATA (Protagon 1994).

Marco Preve, quarantasei anni, è nato a Torino ma vive e lavora a Genova da quasi vent’anni come giornalista de “la Repubblica”. Cura quotidianamente su internet un blog dal titolo Trenette e mattoni.

Giuseppe Salvaggiulo, trentatré anni, pugliese, ha lavorato nelle redazioni di “Libero” e “Il Giornale”. Dal 2008 si è trasferito a Torino e lavora a “La Stampa”, dove si occupa di cronaca, politica e società. Nel 2009 ha pubblicato FLOP. BREVE MA VERIDICA STORIA DEL PD (Aliberti Castelvecchi).

Antonio Massari, quarantuno anni, barese, scrive per “il Fatto Quotidiano” e ha collaborato con “la Repubblica”,“La Stampa”, “il manifesto”, “l’Unità”, “L’espresso”. Ha pubblicato IL CASO DE MAGISTRIS (Aliberti 2008) e CLEMENTINA FORLEO, UN GIUDICE CONTRO (Aliberti 2009).


13 commenti:

  1. purtroppo uno dei fattori che incentivano tutto questo è stata l'ici. l'imposizione patrimonale sarebbe molto più equa di quella sul reddito, in un paese normale; mentre in italia ha fatto sì che i comuni incentivassero l'edilizia per tassarla.
    saremo anche il paese più bello del mondo, ma a queste condizioni sarebbe meglio essere meno belli ma più assennati.

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  2. Hanno costruito a ridosso della Valle dei Templi creando uno scempio.
    A Torino si ridiscute il piano regolatore e mi chiedo cosa butteranno giù per fare spazio alle colate di cemento e vetro che deturpano moltissime città.
    Tra non molto, scrivendo non inizieremo con c'è, ma con ... c'era una volta.
    Buon fine settimana Alberto.

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  3. Confermo che nelle langhe è un disastro che non accenna a fermarsi anzi ogni volta ci sono nuovi cubi orrendi che spesso restano vuoti,per non parlare delle orribili villette a schiera giallo limone!
    A presto ciao Alberto

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  4. Un partito ancora adesso molto florido ed in triste espansione.

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  5. sembra anche a me che il partito dei "palazzinari" sia in forte crescita, ahimè

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  6. p.s. ieri ho letto di un bel progetto per trasformare l'orrenda tangenziale che taglia la tiburtina in un'aerea verde prendendo a modello un progetto newyorkese, invece di abbatterla che costerebbe un mucchio di soldi, non credo che l'idea andrà in porto

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  7. Nonostante lo scoppio della bolla, le famiglie che non riescono a pagare i mutui, si continua a ferire il territorio. Un mafia potentissima, da Palermo a Bolzano, da Aosta a Pordenone ...si costruisce per costruire.

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  8. incredibile, ho postato sullo stesso tema partendo da altro libro scritto da due degli stessi autori..
    credo che il tema stia diventando dirompente
    un saluto

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  9. Maistrettu13/6/10 10:27

    la nostra Liguria è l'esempio lampante di questa cementificazione selvaggia, ci saranno 10 porti turistici in 40 km di costa, con annessi volumi abitativi sulla costa che sull'entroterra adiacente, vedere S.Stefano e Riva Ligure. Uno scempio di proporzioni immani che modificherà in pochi anni l'intera oreografia del nostro territorio costiero. oltre il 45% degli spazi liberi è stato cementificato in pochi anni, ai posteri no resterà nenache uno straccio di toponomastica..
    Maistrettu

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  10. @Paola
    Non è che potresti darmi l'url di quel post? Grazie.

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  11. La cosa assurda che leggevo è che molte volte vengono costruite nuove strutture invece di usare e riadattare quelle preesistenti.
    Nella mia regione, come anche altrove, c'è già un'eccessiva antropizzazione del territorio. Ma il problema è aumentato dal fatto che molti vecchi capannoni industriali ed altre costruzioni restano in disuso preferendo costruirne di nuove magari lì accanto. Questa gestione scellerata del territorio porta ad avere sempre meno territorio coltivabile o da lasciare comunque alla natura e sempre più cemento inutile.

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  12. Ciao alberto
    stanno affogando la democrazia e la libertà nel cemento
    un saluto

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  13. Anche la campagna marchigiana sta venendo dimezzata..

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