Non sono un bauscia come quelli descritti dal Russo, e quindi niente ponte, né lungo né corto: sono rimasto in città dove non mi annoio mai. A dirla tutta non so proprio cosa sia la noia. Ieri qui a Milano era festa, e fra le altre cose ho fatto un salto al Salone del libro usato arrivato alla sesta edizione.
Magari non compro niente ma mi piace girovagare fra questa carta stampata e usata e poi toccare pagine lette da chissà chi e chissà in che luogo dove aleggiano fantasmi di lettori che si confondono con i personaggi delle trame. E se uno ha sensibilità avverte nell'aria improbabili dialoghi danzanti.
Poi m'è venuto in mente che più di una volta ho sacrificato libri. È stato nei traslochi, quando si fa la cernita di quello che ci si porta con noi e di quello che ci si butta alla spalle come per chiudere un periodo. Oggetti certo, ma sono i libri che creano più dubbi per stabilire questo sì e questo no.
Anche a voi è capitato per qualche motivo di aver mostrato pollice verso contro volumi e di esservene poi liberati senza pietà? E che fine hanno fatto?
L'architetto che quest'anno ha progettato il salone dovrebbe essere condannato ai lavori forzati in Siberia. Ma come si fa? Metà salone con gli stand dei numeri pari e l'altra metà con i numeri dispari. Una follia. Me lo hanno anche confermato, che era una follia, al punto info. Ai lavori forzati anche perché non conosce il coefficiente di leggibilità, come nella mappa. Se lo faccia spiegare da qualche designer che sa il suo mestiere.
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Mai riuscito a liberarmi di un libro, i libri mi rimangono come le tracce di un percorso fatto e torce per illuminare quello da scegliere. Al massimo li sposto in casa dei miei genitori. Solo alcuni mi sono spariti, prestati e non più tornati.
RispondiEliminaDi solito non mi libero dei libri, perché sono molto selettivo nell'acquisto, e le rare volte in cui faccio una cazzata (tipo l'orrido Zia Mame comprato l'anno scorso) preferisco tenerli come ricordo della mia dabbenaggine e come monito a non ricaderci mai più (ovviamente li ficco nelle scaffalature più fuorimano che costitiscono un po' la "zona d'infamia", per non dovermi vergognare se qualcuno li vede, mentre le posizioni più a portata d'occhio costituiscono la Zona d'Onore dove tengo i miei preferiti.)
RispondiEliminaL'unica eccezione la feci per svendere al libraccio, in cambio di quattro ridicole monetine, un paio di libercoli di gente che non merita neanche ne faccia il nome (ma chi ha letto il mio romanzo può immaginare facilmente chi essi siano...) :D
Ho portato di recente alcuni libri in biblioteca, letteratura per pollastre arrivata per vie traverse, che non mi verrà mai voglia di leggere, almeno credo. E poi ho fatto un'opera meritoria di un bel manuale di giocoleria, il cui acquisto risaliva ormai a troppe Sare fa!
RispondiEliminaMi sono spesso liberato di libri che non mi erano piaciuti ma non li ho mai buttati: sempre rivenduti, regalati o al limite lasciati in portone che se li prendesse chi voleva...
RispondiEliminaAnche perchè già così non so più dove mettere i libri che mi sono piaciuti (ed in casa siamo in 4 a leggere)
I pochi libri che ho letto li ho regalati al Ministro.
RispondiEliminaCon la cultura non si mangia..
Che bello girare tra i libri, lasciandosi andare a tanti pensieri ...
RispondiEliminaInvidia. A sapere che andavi ti chiedevo se potevi vedere se ne beccavi uno che mi interessa e non trovo (sul web c'è, chiedono troppo).
RispondiEliminaVia Po e galleria S.Federico, la prima un salone permanente del libro usato, la seconda la sede storica del rivenditore che non ho mai saputo come si chiamasse, per noi era L'Ebreo, non in senso dispreggiativo, ma per darci appuntamento quando un testo o un libro diventano introvabili, da lui si andava a colpo sicuro, se non lo aveva te lo procurava.
RispondiEliminaOggi frequento un negozio di libri usati, restituisco solo i gialli e la fantascienza che non mi piace.
Una sola volta ho sbagliato l'acquisto di un libro della Tamaro, lo stavo cestinando, poi ho deciso di metterlo in bella mostra, a memoria del non ripetere più la castronata di acquistare un libro perchè il più venduto.
Loro vengono con me, niente cernita.
Molte volte tra le pagine di quelli usati ho trovato appunti a margine...adoro i libri, quelli usati sanno tanto di testimone che passa da uno all'altro, quando arrivano nelle mie mani, fine corsa. ;-))
Ciao Alberto.
pochi libri, spesso doppioni per regali poco attenti a mia biblioteca, quando ancora il bookcrossing era agli albori, liberati a fermate di bus o panchine centrali, con la rigorosa scritta in prima pagina: "questo è un libro liberato, dopo che l'hai letto rimettilo in circolazione"...spesso mi chiedo che fine abbiano fatto..
RispondiEliminaSono una frequentatrice di bancarelle e negozi dell'usato e mi ha intenerito la descrizione di Tina in cui ho ritrovato la mia Torino...
Mai mi è capitato di buttare un libro. Gli acquisti sbagliati (pochi, in verità) li ho sempre dati alla biblioteca o a chi fra amici e conoscenti pensavo potesse andare d'accordo con quei titoli o autori, e dare loro maggiore soddisfazione (sì, secondo me la gratificazione della lettura è reciproca, e il soggetto e l'oggetto dello scambio si confondono).
RispondiEliminaE' bello che un libro accumuli vita, appunti e storie fra le sue pagine e che poi le restituisca con continue variazioni al prossimo che si troverà a sfogliarle. Per questo trovo straordinaria l'invenzione delle biblioteche e del book-crossing, ad esempio.
P.S, Le tue foto del salone mi hanno mandata letteralmente in estasi. :)
I libri sono fonte di conflitti serissimi,pesano, ingombrano,spesso si sciupano ( ne ho uno con la copertina bruciata , dal fornelletto della ceretta, non sapevo dove metterlo,il fornello ) e me lo tengo,Teresa Batista stanca di guerra, e anche quelli che sono affogati durante una esondazione della lavatrice,nello sgabuzzino di una delle tante case che ho abitato, son 20 anni che mi porto dietro libri. Ogni tanto quando sono presa dalla furia iconoclasta faccio pile,questo si,qualcuno l'ho regalato,uno l'ho lasciato su un muretto.
RispondiElimina@ Tina l'Ebbreo! ma dai….non è un errore, lo abbiamo chiamato sempre così ,nel senso di Ebbro, porello magari era astemio….
per un pelo non siamo riusciti ad venirci io e maria. in compenso siamo riusciti ad andare alla trattoria toscana da aldo in viale sarca 187. che purtroppo dvrà chiudere nei prossimi mesi. vacci alberto, ti piacerà
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