È fresco di stampa il primo volume della collana "Instant Book" della casa editrice Chiarelettere. Che dell'instant, questa collana, ha il fatto di pubblicare testi di parecchio tempo fa ma ritornati più che mai attuali. Apre Antonio Gramsci con questo "Odio gli indifferenti", raccolta di articoli pubblicati all'incirca cent'anni fa. Mi son preso la licenza di estrapolare da questi scritti alcuni brani e poi giudicate voi cosa è cambiato da allora ad adesso.
Odio gli indifferenti
Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che «vivere vuol dire essere partigiani». Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitsmo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
11 febbraio 1917
Conoscenza e pettegolezzo
Modernità: l'assassinio non commuove. La morte di un uomo non commuove. L'assassinio è solo motivo di curiosità. La conoscenza ha ucciso il sentimento, l'intelletto ha strozzato il cuore. La conoscenza e l'intelletto sotto forma di pettegolezzo, di morbosa necessità di essere informati dei minimi particolari del fattaccio. I giornali speculano sulla curiosità: aspetto eminentemente moderno della speculazione.
18 marzo 1918
I privilegi sulla scuola privata
I clericali parlano spesso e volentieri di libertà della scuola. Ma non si ingannino i lettori. La parola libertà acquista nelle loro bocche un significato tutto suo che non coincide affatto col concetto che della libertà possono avere gli uomini pensanti che non sono clericali. Libertà della scuola significa propriamente per i clericali libertà di essere asini col godimento di tutti i diritti che sono riconosciuti a chi ha studiato. È questa formula «Per la libertà della scuola», una bellissima bandiera che copre una lucrosissima speculazione economica e di setta.
13 aprile 1917
Contro la burocrazia
Raccontano i giornali che un usciere del ministero della Pubblica istruzione fu arrestato perché aveva preso l'abitudine di far sparire dai tavoli degli impiegati le pratiche voluminose, per venderle come carta straccia e ricavarne qualche guadagno in questi tempi di caro-viveri e di carissima carta.
Naturalmente avrà il destino di tutti i geni incompresi; sarà processato, condannato e perderà il posto. Eppure se la giustizia fosse, almeno essa, meno burocratizzata e meno fossile, quell'ignoto dovrebbe essere assolto ed esaltato. Perché lui, mentre da anni imperversano i lamenti contro la burocrazia, mentre si succedono studi e commissioni per la riforma delle amministrazioni pubbliche, mentre ogni ministro che voglia passare per modernista e scroccare qualche approvazione alla stampa e alla pubblica opinione, si affretta a iniziare il suo governo con la solenne promessa di sburocratizzare, lasciandosi poi inevitabilmente travolgere dalla consuetudine, dagli ingranaggi della mastodontica e inesorabile macchina, lui solo, quell'umilissimo travet, ha additato in modo sicuro, rapido, di liberarsi dalle montagne di carta sotto cui gemono gli uomini del XX secolo.
3 aprile 1918
Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che «vivere vuol dire essere partigiani». Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitsmo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
11 febbraio 1917
Conoscenza e pettegolezzo
Modernità: l'assassinio non commuove. La morte di un uomo non commuove. L'assassinio è solo motivo di curiosità. La conoscenza ha ucciso il sentimento, l'intelletto ha strozzato il cuore. La conoscenza e l'intelletto sotto forma di pettegolezzo, di morbosa necessità di essere informati dei minimi particolari del fattaccio. I giornali speculano sulla curiosità: aspetto eminentemente moderno della speculazione.
18 marzo 1918
I privilegi sulla scuola privata
I clericali parlano spesso e volentieri di libertà della scuola. Ma non si ingannino i lettori. La parola libertà acquista nelle loro bocche un significato tutto suo che non coincide affatto col concetto che della libertà possono avere gli uomini pensanti che non sono clericali. Libertà della scuola significa propriamente per i clericali libertà di essere asini col godimento di tutti i diritti che sono riconosciuti a chi ha studiato. È questa formula «Per la libertà della scuola», una bellissima bandiera che copre una lucrosissima speculazione economica e di setta.
13 aprile 1917
Contro la burocrazia
Raccontano i giornali che un usciere del ministero della Pubblica istruzione fu arrestato perché aveva preso l'abitudine di far sparire dai tavoli degli impiegati le pratiche voluminose, per venderle come carta straccia e ricavarne qualche guadagno in questi tempi di caro-viveri e di carissima carta.
Naturalmente avrà il destino di tutti i geni incompresi; sarà processato, condannato e perderà il posto. Eppure se la giustizia fosse, almeno essa, meno burocratizzata e meno fossile, quell'ignoto dovrebbe essere assolto ed esaltato. Perché lui, mentre da anni imperversano i lamenti contro la burocrazia, mentre si succedono studi e commissioni per la riforma delle amministrazioni pubbliche, mentre ogni ministro che voglia passare per modernista e scroccare qualche approvazione alla stampa e alla pubblica opinione, si affretta a iniziare il suo governo con la solenne promessa di sburocratizzare, lasciandosi poi inevitabilmente travolgere dalla consuetudine, dagli ingranaggi della mastodontica e inesorabile macchina, lui solo, quell'umilissimo travet, ha additato in modo sicuro, rapido, di liberarsi dalle montagne di carta sotto cui gemono gli uomini del XX secolo.
3 aprile 1918
Il libro è pieno di queste perle, come quella contro la guerra, come quella sulla solidarietà che è rimasta solo carità, come quella sugli operai della Fiat che sembra ieri e via di seguito.
Ringrazio Giulia di Chiarelettere che gentilmente (e soprattutto gratuitamente) mi invia le novità.
Ringrazio Giulia di Chiarelettere che gentilmente (e soprattutto gratuitamente) mi invia le novità.
Antonio Gramsci
Odio gli indifferenti
L'indifferenza è vigliaccheria.
Vivo, sono partigiano.
Perciò odio chi non parteggia.
Chiarelettere
Per la salvaguardia di Ventimiglia Medievale sabato 9 aprile
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Non perchè le parole sono scritte nel passato, perdono per questo di attualità e significato. Anzi, spesso mi trovo a leggere e rileggere libri datati e a stupirmi di quanto, "una volta", le cose fossero simili a oggi.
RispondiEliminaSaluti
Un grande intellettuale che ha visto
RispondiEliminaoltre il suo tempo.
Anche Dante Alighieri non amava chi non parteggiava e ha messo gli ignavi all'inferno.
I centri di discussione sono tanti, e ogni centro merita un dibattito approfondito. In ogni caso l'indifferenza è proprio assenza dell'essere e del sentire. Ricordo che Dante li chiamò "ignavi" e li pose nell'antinferno, perchè snche l'inferno li rifiutava; dovevano correre appresso a un vessillo, spronati dalle punture degli insetti.
RispondiEliminaciao
impressionante quella sulla scuola privata...
RispondiEliminaUn intellettuale comunista che potrebbe essere utile alla nostra finta democrazia.
RispondiEliminaci voleva questa ristampa ...
RispondiEliminaImpressionante quanto siano attuali.
RispondiEliminae grazie a te per ricordarcelo alberto!
RispondiEliminaDella serie, se in 100 anni non è cambiato nulla, che speranze abbiamo che cambi in futuro?
RispondiEliminagentile alberto cane, come sempre il tuo blog è un utile luogo di suggerimenti, e questa volta in modo assai prezioso
RispondiEliminati chiedo, permettimi, un parere: coloro che non votano, perchè «tanto sono tutti eguali» sono da annoverare fra gli indifferenti?
io sono convinto che esista anche una categoria di indifferenti che si proclamano arrabbiati con tutto e tutti e, di fatto, sono degli «indifferenti» apparentemente partecipi
Essere o non essere.Bisogna decidersi
RispondiEliminanel mezzo non c'è niente-
No Indifferenti,no Incoerenti.
@Diego
RispondiEliminaBella domanda. Rispondo così. Che ci sono quelli che non vanno a votare perché se ne fregano. E ci sono quelli che non ci vanno perché sono incazzati neri e non vedono nessuno che li rappresenti fra i candidati. Costoro di solito fanno politica in altri modi. Ciao
@Alberto che rispondeva @Diego,
RispondiEliminaSpero che sia come dici tu, anche se invece temo (dico temo perché immagino di essere fra questi). Temo che fare politica in altro modo sia un sistema per non "sporcarsi le mani" e restare al di fuori, consapevolmente indifferenti.
Orgoglioso d'essere un suo conterraneo.
RispondiElimina@Gimmi
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda io voto, ma poi non mi fermo lì. Mentre la maggior parte di quelli che votano.
Prova
RispondiEliminaPROPRIO PER GRANSCI MI SONO ISCRITTO AL PCI A 14 ANNI. ERA IL 1949 POI E' ANDATA COME E ANDATA MA QUELLO CHE GRASCI HA DETTO E SCRITTO RIMARRA'SEMPRE NEL MIO CUORE.
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RispondiElimina@Alberto, La mia tessera è piena di timbri anche piuttosto rari. Non mi faccio mancare niente: elezioni di tutti i tipi e referendum.
RispondiEliminaFare politica è un passo in più, come fa capire bene il manifesto del tuo vecchio post.
Il mio dubbio (un dubbio che mi porto dietro da molto molto tempo) è se basti o meno fare politica in "altro modo". Basta l'impegno in associazioni no-profit? Basta educare i propri figli secondo determinati principi? Basta incazzarsi invece di tapparsi gli occhi? Oppure tutto questo è una forma più raffinata di indifferenza?
Confesso che non so darmi una risposta certa.
N.B. Sia chiaro che sto parlando di me, non di te o di altri, che non conosco così bene e non mi sognerei mai di giudicare.
Il commento sopra l'ho cancellato perché mancava di questa precisazione.
Bellissime parole, grandi verità.
RispondiEliminaGrazie per avermi fatto conoscere questo libro, lo comprerò.
un caro saluto
Fa davvero impressione leggere questi estratti e sentire che poco o niente è cambiato. Anzi, forse qualcosa è cambiato: che di intellettuali come Gramsci, di queste coscienze lucide e coraggiose ce ne sono sempre meno, mi pare, e se ne ha sempre più bisogno.
RispondiElimina(nota lieve, per concludere: bello conoscere una Giulia che ti manda le novità di una casa editrice)
Nel mio ufficietto, tre metri per due, ho "Odio gli indifferenti" stampato su un 32x48,5 in bella vista, 'si che all'entrare uno non possa non vederlo.
RispondiEliminaBello Alberto, grazie di te!
"La morte di un uomo non commuove" è attualissimo. Basta vedere da Ilaria Alpi ad oggi come sono cambiate le cose.
RispondiEliminaC'è una citazione di Gramsci che mi ha sempre accompagnato :"la mia praticità consiste in questo: nel sapere che a battere la testa contro il muro è la testa a rompersi e non il muro."
Buona giornata
Paolo
uomini che avevanodelsangue nelle vene, non quelli che oggi vediamo sui vari talk, mezze calzette, cerchiobottisti, omininchi.. ieri sera vedendo Veltroni mi è venuto un nervoso omicida..
RispondiEliminagrande Gramsci sempre nel cuore!
Maistretu
Parole ormai passate ma attualissime, ora più che mai. I grandi vanno riletti, sempre!
RispondiEliminaQuanti saranno gli indifferenti al 25 aprile a Milano che, ahiloro, cade nel giorno di pasquetta?
RispondiEliminaHo "I quaderni" di Gramsci da una vita, ogni tanto mi ci tuffo dentro, ma non solo lui, Piero Calamandrei con il suo "In difesa della scuola pubblica" ha scatenato una caccia alle streghe a Torino, il preside del liceo D'Azeglio lo ha inserito nella pagina web dell'istituto, si è scatenata la crociata con il vescovo in testa per rimuovere il preside...della serie:
RispondiEliminaNiente di nuovo sotto il sole, o se vogliamo citare il Vico:
I corsi e i ricorsi storici.
Buon fine settimana Alberto ;-))
Albertone! che è questa assenza?
RispondiEliminaCome diceva Che Guevara: "Soprattutto, nel più profondo di voi stessi, siate capaci di sentire ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo." Un salutone e, a presto, Fabio
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