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lunedì 13 febbraio 2012

Grecia e democrazia



Mi chiedo se la democrazia, per uno scherzo del destino che a volte pare divertirsi a farne, non ci stia facendo vedere l'inizio della sua fine, proprio dove ha avuto il suo inizio.

La frase che ho fatta mia è di Ubikindred
La foto non è di questi giorni. L'avevo già pubblicata nel maggio del 2010.


16 commenti:

  1. E mi domando se l'europa sia fiera dei provvedimenti presi, visto la reazione delle persone...

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  2. che poi in grecia per lungo tempo se la sono scordata la democrazia

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  3. non che da noi negli utlimi ventanni sia andata meglio!!!!

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  4. ieri ho pensato la stessa cosa...

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  5. Oltretutto, per avere gli aiuti dall'Europa, la Grecia dovrà comprare un tot di miliardi di armamenti da Francia e Germania.
    fonte http://www.cadoinpiedi.it/2012/02/13/armi_alla_grecia_da_germania_e_francia_in_cambio_degli_aiuti.html

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  6. Sì, la riflessione che ne consegue è proprio quella. La democrazia finisce laddove la forbice tra ricchi e poveri si allarga. E vivrà sempre di alternanze.

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  7. FINALMENTE!!!!!!!!!!!
    basta con la PSEUDODEMOCRAZIA!

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  8. la democrazia è morta molto tempo fa

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  9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  10. Democrazia...ma ce n'è mai stata?

    Siamo in uno stato di polizia prussiano, altroché!
    Non per nulla è l'asse franco-tedesco a dettare legge a tutti noi, non il solare e tradizionalmente "democratico" sud mediterraneo.

    Siamo in mano ai BARBARI del nord!!

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  11. La fretta e la stanchezza ... Cancello il precedente commento.

    Forse sono i politici che mandano in "fumo" la democrazia, manipolando opportunamente popoli distratti e affamati.
    Poi ci stupiamo se il popolo reagisce ?

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  12. Dall'articolo di Stafano Lepri sulla "Stampa" di ieri:

    "Vediamo un sistema politico e amministrativo corrotto avvitarsi su sé stesso. Il medico-sindacalista ateniese intervistato ieri da questo giornale sosteneva che i tagli di spesa fanno mancare le medicine negli ospedali. Fino a ieri, peraltro, risultava come prassi corrente rivendere all’estero, dove i prezzi sono più alti, i medicinali acquistati dal sistema sanitario pubblico greco. Non a caso la spesa pro capite per farmaci l’anno scorso è stata oltre il 15% superiore rispetto all’Italia, benché il reddito sia alquanto più basso.
    In questo caso come in altri, la corruzione che pervade il sistema scarica tutto il peso dei sacrifici sui più deboli, ovvero su chi non fa parte di una clientela o di una categoria protetta.
    Peggio ancora, l’incapacità di toccare i privilegi blocca ogni tentativo di rivitalizzare l’economia. Ai deputati risulta più facile aumentare le tasse a tutti che pestare i piedi a gruppi di interesse compatti. Dopodiché una amministrazione corrotta riesce a riscuotere le maggiori tasse solo dai soliti noti, mentre i furbi se la cavano (portare l’aliquota Iva dal 19 al 23% non ne ha accresciuto il gettito).
    (...)
    Dall’altro lato dello Ionio arrivano a punte estreme fenomeni che ben conosciamo. Ce ne rendiamo conto, tanto da ripetere «non siamo come la Grecia» un po’ troppo spesso. Più efficace è invece dire che i sacrifici non li facciamo perché ce li chiede l’Europa ma per il nostro futuro. Questa è la chiarezza che è finora mancata in Grecia, grazie anche a procedure di decisione europee che rendono agevole lo scarico di responsabilità.

    Forse la gente che protesta in piazza ad Atene è ormai troppo esasperata per spiegargli che un Paese non può campare producendo 100 e consumando 110, come era avvenuto grazie ai crediti di quella finanza internazionale che poi ha avuto paura delle proprie dissennatezze. È comprensibile l’indignazione contro una macchina politico-burocratica che preme sul Paese come un tumore; ma alle prossime elezioni pare non ci sarà molta scelta tra rivotare chi ha falsificato i bilanci pubblici o gonfiare partiti estremisti privi di ricette."

    Siamo così diversi, noi italioti, che già secoli fa abbiamo costruito il centro storico di Roma "fregando" i mattoni del Colosseo, e che ogni giorno del nostro Stato, fino ad oggi, abbiamo rosicchiato fino all'osso il bene pubblico?
    Nella nostra "democrazia sballata", ma anche in quella greca, il consenso degli elettori è stato "comprato" dalla (pseudo)politica consentendo loro il non rispetto delle regole (o quantomeno una lettura "conveniente" delle stesse), e l'elettore dava il suo consenso ai politici che "applicavano" le regole in modo a lui più vantaggioso (in termini di singolo individuo o di categoria di riferimento).
    Davvero, come ho già avuto modo di dire, i Greci, noi, gli Spagnoli, i Portoghesi siamo tutti nati dalla decadenza di un impero...

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  13. Maistretu14/2/12 14:55

    tempi nuovi si delineano,quella che Serge Latouche definisce in un suo libro l'abbondanza frugale..ci sarà bisogno di ridefinire i contorni del nostro stare al mondo, del nostro pensare alle risorse che questa nostra Terra ci offre, al consuno demenziale ed irresponsabile, ai beni essenziali ed a una politica economica che non sia rapina e spreco.. questa crisi deve farci riflettere seriamente sui limiti della nostra società neo o tardo capitalistica, dei suoi limiti e della grande povertà che essa crea, sottoproletarizzando intere aree geografiche del nostro pianeta.
    c' è bgisogno ancora di utopia e di fatica..di terra ce né per tutti..
    Maistretu

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  14. Quoto Maistretu: sono assolutamente d'accordo con lui

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  15. Volevo scrivere della decrescita necessaria, del ridimensionamento delle nostre abitudini...ma dopo aver letto Maistretu...lo quoto al 100% e basta così.

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