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giovedì 27 febbraio 2014

mercoledì 26 febbraio 2014

Privacy non privacy


Se la pubblicazione su Facebook dei biglietti privati scambiati alla Camera tra Renzi e il grillino Di Maio è “trasparenza”, come lo stesso Di Maio spiega, tanto vale abolire la privacy, con quel po’ po’ di legislazione complicata (e tragicamente inutile) che quel povero concetto ha fin qui prodotto. Io, se fossi Renzi, a Di Maio toglierei il saluto vita natural durante: perché niente è più scorretto e vigliacco che rubare opinioni private per renderle pubbliche. La parola privata e quella pubblica — anche sintatticamente — obbediscono a regole diverse e vengono pronunciate per scopi diversi. Se quando scrivo queste righe uso un tono, una cura e un tempo infinitamente maggiori di quando mando un sms a un amico, non è certo per doppiezza o ipocrisia; è perché i due ambiti sono radicalmente differenti. O forse il deputato Di Maio gradirebbe che ogni sua ciancia di corridoio o di birreria uscisse sui giornali? Lo considererebbe “trasparenza”?
Michele Serra
L'amaca di oggi


Non so voi ma io non sono d'accordo con Michele Serra. In questo biblietto Renzi non ha rivelato a Di Maio i suoi gusti sessuali o altre amenità private, ha parlato di politica, che è res publica e non privata.

martedì 25 febbraio 2014

Matteo Renzi: word cloud

La nuvola di parole che Renzi ieri ha pronunciato nel discorso al senato.


word cloud

Chissà se da questa nuvola pioveranno fatti. Chissà.

sabato 22 febbraio 2014

Trampoli

trampoli
Lei è una vicina di casa, una delle vicine, e va sui trampoli. Che non è proprio come passeggiare ancheggiando su tacco 12. Bisogna sempre essere allenati. E di solito si allena nella via che fiancheggia il caseggiato interdetta alle macchine. Per quando piove, e pioveva domenica scorsa quando ho scattato la foto, usa il portico. Questo antico portico dove nidificano le rondini. Chissà se qualcuno di voi sui trampoli...

Buon fine settimana.

Scusate la bassa qualità della foto, ma era scuro scuro e ho dovuto impostare il massimo degli ISO a disposizione. Una volta in casi del genere si adoperava una pellicola ad alta sensibilità che generava una grana grossa, adesso lo chiamano rumore di fondo ma è quasi la stessa cosa.


QUI tutte le foto del sabato

giovedì 20 febbraio 2014

Quelli che snobbano Sanremo

Tanti a scriverlo sui social network — e parecchi anche accompagnano la loro scelta con un'immagine — che loro Sanremo non lo guardano.

Se non lo guardi non sarebbe meglio ignorarlo del tutto e tacere?

mercoledì 19 febbraio 2014

Gli autodafé dei democratici

La cosa straordinaria, e solo in apparenza paradossale, è che la macchina del Pd cresce in potenza ma perde i contatti con la società. Già da tempo ha smesso di identificarsi con la sinistra: parola da cui fugge, quasi fosse un fuoco che scotta e incenerisce

di Barbara Spinelli

Per il modo in cui è stata congegnata, per le doppiezze che l'hanno contraddistinta, per i regolamenti di conti con cui s'è conclusa, l'ascesa di Matteo Renzi alla guida del governo ha il sapore di certi cambi di guardia al Cremlino. Un esorbitante partito-Stato si fa macchina di potere, usa i propri uomini come pedine, li uccide politicamente se ingombrano, tradisce la parola data senza spiegazioni.

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La cosa straordinaria, e solo in apparenza paradossale, è che la macchina del Pd cresce in potenza, man mano che organizza autodafé e perde i contatti con la società. Già da tempo ha smesso di identificarsi con la sinistra: parola da cui fugge, quasi fosse un fuoco che scotta e incenerisce. Già da tempo non si preoccupa di parlare in nome degli oppressi, degli emarginati, ed è mossa da un solo obiettivo: il potere nello Stato, attraverso lo Stato. Letta ha preparato il terreno, ma non guidava il Pd. Ora è un capo-partito a ultimare la metamorfosi: l'abbandono della rappresentatività, la governabilità che diventa movente unico, l'oblio della sinistra e della sua storia.

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Questo svanire della sinistra è un fenomeno europeo diffuso, ma in Italia è particolarmente accentuato. Nell'Unione sono ormai undici i Paesi governati da Grandi Coalizioni, in teoria non siamo molto diversi. Quel che è anomalo, nei connubi ideologici italiani, è il discredito profondissimo gettato sulla stessa parola sinistra, l'annebbiarsi della sua storia, del suo patrimonio, della sua vocazione alla rappresentanza. Altrove la sinistra classica, quella che dà voce ai deboli, possiede ancora uno spazio.

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La scomparsa della sinistra non significa tuttavia che siano scomparsi i mali che la giustificarono in passato: la questione sociale è di ritorno, la disuguaglianza di redditi e opportunità s'è estesa in questi anni di crisi, nessun Roosevelt è in vista che la freni. E la riduzione della disuguaglianza, secondo la classificazione di Norberto Bobbio, rimane il più antico e vivo retaggio della sinistra. È sperabile che il piano-lavoro di Renzi non sacrifichi per l'ennesima volta una lotta che deve essere di rottura, e non per motivi ideologici ma perché l'Italia è rotta da sofferenze e avvilimenti.

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QUI tutto l'articolo.


martedì 18 febbraio 2014

Proibite le mutandine di pizzo

mutandine di pizzo

Sette donne (due le vedete nella foto) sono state arrestate in una piazza di Almaty, capitale del Kazakhstan. Sventolavano davanti ai poliziotti la loro mutande e urlavano slogan contro il governo. Uguali manifestazioni si preparano anche a Mosca dove l'intimo femminile è un mercato in inarrestabile crescita.

Cosa succede? Succede che, con una maldestra e mal calcolata decisione burocratica, la produzione e la vendita di biancheria intima con guarnizioni di merletto sintetico è stata vietata dal giugno prossimo in tutto il territorio di Russia, Bielorussia, Kazakhstan, i tre Paesi dell'Unione Doganale che si contrappone alla Ue.

Qui non c'entrano la morale e i diritti (come per i gay) ma la salute. Il pizzo sintetico è fonte di allergie, dermatiti, infezioni dell'apparato genitale. Il divieto si riferisce infatti a tutte le fibre sintetiche che contengano oltre l'85 per cento di poliammide e che non garantiscano più del 6 percento di traspirazione.

La guardate voi la percentuale di acrilico nelle mutande che comprate?

sabato 15 febbraio 2014

Signal

World Press Photo

Questo sabato non pubblico come sempre una foto mia ma questa: "Signal" di John Stanmeyer che ha appena vinto il World Press Photo of the Year 2013.

Scattata lungo la costa di Gibuti, alcuni migranti africani alzano al cielo i loro telefoni cellulari per catturare il segnale dalla vicina Somalia e contattare i parenti lontani.

La scelta della giuria quest'anno è stata meno prevedibile del solito. Non un'immagine della "tragedia dell'anno" (Siria?), non un'immagine del dolore estremo sintetizzato in un'icona con luce alla Caravaggio, ma una fotografia che solleva domande sull'intreccio fra globalizzazione, tecnologia, povertà.



QUI tutte le foto del sabato.

giovedì 13 febbraio 2014

La legge Fini-Giovanardi e i privilegi dei giudici costituzionali

corte costituzionale

La Corte costituzionale

Che la giustizia italiana sia di una lentezza angosciante si sa. Quello che proprio non mi va giù —  nessuno per favore salti su a dire "questa è la procedura" — che i giudici della Consulta hanno impiegato otto anni a dichiarare incostituzionale la legge Fini-Giovanardi dopo tutti i danni e le tragedie che ha provocato. Otto anni a fronte dello stipendio annuo di 403.840 euro che ognuno dei 15 giudici della Corte Costituzionale si becca, più l'auto blu,  più 3 assistenti e 3 segretari, e gratis cellulare, treno, aereo. Senz'altro mi dimentico qualcosa.

Adesso datemi pure del populista.

mercoledì 12 febbraio 2014

L'Unità compie novant'anni

l'unità clandestina ciclostilata

L'Unità clandestina ciclostilata del 22 ottobre 1944

Lo so, oggi il giornale fondato da Antonio Gramsci nel 1924 (il primo numero uscì martedì 12 febbraio di quell'anno) non è più quello dei tempi del Pci. Ma poteva finire peggio se si pensa che l'Avanti se l'era comprato quel filibustiere di Lavitola.

sabato 8 febbraio 2014

Lettera 22

lettera 22

Sono al paesello e l'amico Lucio ha trovato nella spazzatura due macchine da scrivere Olivetti perfettamente funzionanti. Una lettera 22 e una 32. Il piccolo Alfredo che ha imparato sui tasti del computer sembra ci prenda gusto a scrivere sentento il ticchettio dei martelletti e anche a vedere poi subito le parole sulla carta. Io, sempre dell'Olivetti, conservo una Valentine. Voi avete in casa qualche macchina da scrivere? Lo ripeto e lo metto tra virgolette "macchina da scrivere", che sembra ormai una roba del giurassico.



QUI tutte le foto del sabato.

giovedì 6 febbraio 2014

FeedBurner ormai è come le montagne russe

feedburner

Questo è il grafico che si riferisce al mio blog. Se non sapete cos'è FeedBurner lasciate perdere. Se lo sapete e magari avete un blog con questo servizio potreste dire la vostra.

E comunque Google se ne sta lavando le mani.

mercoledì 5 febbraio 2014

Spinello di ortensie

spinello di ortensie

Quando scattai questa foto alle ortensie ormai secche nel Parco Sempione qui a Milano vidi aggirarsi nei paraggi ragazzotti con aria che a me parve furtiva. E non mi spiegai il motivo. Adesso lo so.

A quanto pare, e l'abitudine si sta diffondendo,  fumare una canna composta da tabacco, foglie e fiori di ortensia produce effetti simili allo spinello. Ed ha due non trascurabili vantaggi sulla cannabis. Non costa praticamente niente e non comporta rischi penali. Ci sono, è vero, controindicazioni o effetti collaterali che dir si voglia, ma questi ve li dovete scoprire da soli se decidete di provare questa ebbrezza.

Per quanto mi riguarda io non fumo più. E sono sincero, un po' mi dispiace.

sabato 1 febbraio 2014

Scegliete voi l'inquadratura

Se doveste pubblicare questa foto, scegliereste quella sopra o quella sotto?

Poi, quando ci saranno un po' di risposte (se verranno) farò le mie considerazioni.



Aggiunta,  martedì 4 febbraio
Vi ringrazio per le risposte. E il ringraziamento è doppio perché queste risposte coincidono con il mio pensiero. Avevo pubblicato la foto nella versione in basso su due social network per un preciso motivo: che in quegli ambiti non c'è quasi tempo per pensare, e conta di più l'impatto immediato con una scena netta ravvicinata che non l'immagine di ampio respiro fertile di riflessioni. Qui sul blog forse avrei pubblicato la prima foto. Di certo, sempre la prima avrei appeso (ingrandimento almeno 30x45) nello spazio espositivo e silente di una mostra.
Il rumore di fondo, la fretta, la superficialità, ammazzano il significato di un'immagine — sto parlando in generale — che ha catturato l'attimo della vita nel suo fluire e che di quell'attimo ci ha restituito tutta la ricchezza, unica e irripetibile.




QUI tutte le foto del sabato.