La cosa straordinaria, e solo in apparenza paradossale, è che la macchina del Pd cresce in potenza ma perde i contatti con la società. Già da tempo ha smesso di identificarsi con la sinistra: parola da cui fugge, quasi fosse un fuoco che scotta e incenerisce
di Barbara Spinelli
Per il modo in cui è stata congegnata, per le doppiezze che l'hanno contraddistinta, per i regolamenti di conti con cui s'è conclusa, l'ascesa di Matteo Renzi alla guida del governo ha il sapore di certi cambi di guardia al Cremlino. Un esorbitante partito-Stato si fa macchina di potere, usa i propri uomini come pedine, li uccide politicamente se ingombrano, tradisce la parola data senza spiegazioni.
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La cosa straordinaria, e solo in apparenza paradossale, è che la macchina del Pd cresce in potenza, man mano che organizza autodafé e perde i contatti con la società. Già da tempo ha smesso di identificarsi con la sinistra: parola da cui fugge, quasi fosse un fuoco che scotta e incenerisce. Già da tempo non si preoccupa di parlare in nome degli oppressi, degli emarginati, ed è mossa da un solo obiettivo: il potere nello Stato, attraverso lo Stato. Letta ha preparato il terreno, ma non guidava il Pd. Ora è un capo-partito a ultimare la metamorfosi: l'abbandono della rappresentatività, la governabilità che diventa movente unico, l'oblio della sinistra e della sua storia.
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Questo svanire della sinistra è un fenomeno europeo diffuso, ma in Italia è particolarmente accentuato. Nell'Unione sono ormai undici i Paesi governati da Grandi Coalizioni, in teoria non siamo molto diversi. Quel che è anomalo, nei connubi ideologici italiani, è il discredito profondissimo gettato sulla stessa parola sinistra, l'annebbiarsi della sua storia, del suo patrimonio, della sua vocazione alla rappresentanza. Altrove la sinistra classica, quella che dà voce ai deboli, possiede ancora uno spazio.
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La scomparsa della sinistra non significa tuttavia che siano scomparsi i
mali che la giustificarono in passato: la questione sociale è di
ritorno, la disuguaglianza di redditi e opportunità s'è estesa in questi
anni di crisi, nessun Roosevelt è in vista che la freni. E la riduzione
della disuguaglianza, secondo la classificazione di Norberto Bobbio,
rimane il più antico e vivo retaggio della sinistra. È sperabile che il
piano-lavoro di Renzi non sacrifichi per l'ennesima volta una lotta che
deve essere di rottura, e non per motivi ideologici ma perché l'Italia è
rotta da sofferenze e avvilimenti.
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But as the animals outside gazed at the scene, it seemed to them that some strange thing was happening. What was it that had altered in the faces of the pigs? [...] The creatures outside looked from pig to man, and from man to pig, and from pig to man again; but already it was impossible to say which was which.
RispondiEliminaquesti qui continuano a credersi un grande partito ma in realtà hanno il 25% del 50% della popolazione...
RispondiEliminaUn "grande partito" un partito penoso che non solo ha perso i contatti con la società, ma ha anche avviato un percorso di ritorno ad epoche di purghe staliniane un tempo esecrate.
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