lunedì 6 agosto 2007
Trovato, anzi trovati
Alle nove e mezza di ieri sera, sotto lo sguardo di una grande folla in attesa, due squadre di cercatori, una agli ordini di Lucio Simplicio, l'altra al comando di Paolo Veziano si sono mosse nel torrente Nervia per scovare questo ormai famoso animale. Non c'è voluto molto. Un primo ritrovamento è stato proprio nel punto dove era stato avvistato per la prima volta. Un'anguilla di due metri fuori del comune. Fuori dal comune in ogni senso. Multicolore e di metallo.
E' stata sollevata in alto dalla squadra di ragazzini e ragazzine in acqua fino alla cintola e un boato è esploso dalla gente sul ponte e rimbombato in tutto l'alveo del torrente. Subito dopo la "Bandina" ha comiciato a suonare le note sguscianti dell'inno composto per l'occasione da Enrico Allavena dal titolo "Ciapa l'anghila" e la gente ha cominciato a ballare al ritmo di tango. Atmosfera di gioia e liberazione da un quasi incubo. Le due squadre si sono poi dirette verso sud, ed eccolo finalmente il "mostro" vero.
Se ne stava bello tranquillo sotto mezzo metro d'acqua proprio sotto il ponte vecchio. S'è fatto catturare docilmente ed è stato sollevato come un trofeo innocuo, e innocui sono stati pure i pescatori. Niente sangue ma una festa collettiva come da un po' non ne vedevamo.
I due animali non più misteriosi ormai sono due sculture di Giovanni Tamburelli che Nico Orengo ha voluto donare al paese. Subito dopo la folla è sciamata verso la chiesa dove in una sala del Comune si è inaugurata una mostra di acquarelli dello scultore.
Ho fatto uno scherzo a tutti voi cari amici che mi leggete? Non credo, è stata una performarce d'arte in piena regola durata quasi una settimana e conclusasi con una serata che difficilmente sarà dimenticata da quelli che c'erano.
Domani scriverò tutto il prologo.
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E non è un'operazione di marketting (sottolineo le due volontarissime t) questa?
RispondiEliminaPoesia di Eugenio Montale:
RispondiEliminaL'ANGUILLA
L’anguilla, la sirena
dei mari freddi che lascia il Baltico
per giungere ai nostri mari,
ai nostri estuari, ai fiumi
che risale in profondo, sotto la piena avversa,
di ramo in ramo e poi
di capello in capello, assottigliati,
sempre più addentro, sempre più nel cuore
del macigno, filtrando
tra gorielli di melma finché un giorno
una luce scoccata dai castagni
ne accende il guizzo in pozze d’acquamorta,
nei fossi che declinano
dai balzi d’Appennino alla Romagna;
l’anguilla, torcia, frusta,
freccia d’Amore in terra
che solo i nostri botri o i disseccati
ruscelli pirenaici riconducono
a paradisi di fecondazione;
l’anima verde che cerca
vita là dove solo
morde l’arsura e la desolazione,
la scintilla che dice
tutto comincia quando tutto pare
incarbonirsi, bronco seppellito;
l’iride breve, gemella
di quella che incastonano i tuoi cigli
e fai brillare intatta in mezzo ai figli
dell’uomo, immersi nel tuo fango, puoi tu
non crederla sorella?
Citazione dal Pasticciaccio di Gadda (quello vero):
RispondiEliminaSui loro labbri stupendi quel nome veneto risaliva l’etimo, puntava contro corrente, cioè contro l’erosione operata dagli anni. L’anafonèsi trivellava il deflusso col perforante vigore di un’anguilla o di certi pesci anadromi che sanno chilometrare all’insù, su, su, su, fino a ribevere le linfe vitali: fino alle montagne sorgive dello Jukon, o dell’Adda, o del Rio Negro andino. Dalle ultime traslitterazioni dei registri parocchiali si rifaceva alla gutturale tenue degli inizi, da Menegaccio a Ménego e a Ménico, a Domenico, Dominicus, al possessivo di cui era tutto.
Rispondo all'anonimo
RispondiEliminaPer vendere una statua, anzi due, costate zero lire al contribuente? Così come zero lire sono state tolte dal denaro pubblico per tutta l'operazione.
Sai chi ci ha guadagnato sopratutto? I bambini che si sono divertiti un sacco.
Le markette le fanno altri non noi.
E con questo chiudo questo thread.
Mah. Io mi riferivo alle modalità con cui è stato pubblicizzato l'evento. Si poteva scegliere di fare un unico post dicendo della donazione, della festa etc, ma certo non avrebbe attirato così tanti contatti sul blog. Una cosa fatta bene, e di cui mi complimento. Ma secondo modalità da marketing. Una presa per il culo a fin di bene stavolta, come molte delle cose che compaiono sul blog. Di questo Le do atto. Lei dice di non sapere il marketing che cosa sia, ma mi pare ne conosca bene i segreti...
RispondiEliminaFinalmente un po' di sana, innocua, genuina, gratuita leggerezza!!! Grazie.
RispondiElimina"La leggerezza si associa con la precisione e la determinazione,
non con la vaghezza e l'abbandono al caso"
Italo Calvino
"molte delle cose che compaiono su questo blog" si riferisce all'"a fin di bene", non al "presa per il culo". Mi pare doveroso sottolinearlo.
RispondiEliminaSemplicemente una gran genialata.
RispondiEliminaEventi come questo sono una grande occasione per il turismo nell'entroterra, a contatto con le radici e con la vita autentica di queste comunità rurali, non ancora intaccate e rovinate da certo pseudomarketing turistico in salsa vagamente provenzale.
Chapeau.
Sì, Alberto Cane, ho cambiato idea sul possibile impatto ambientale della caccia alle due bisce-mostro. Se la cosa fosse poi stata pubblicizzata in altro modo, cioè dicendo la verità, probabilmente sarei anche io venuta a questa bella passeggiata. La scelta di mentire per sensazionalizzare ha certo attirato molta gente, ma ne ha respinto altra, come me. Non che possa importare a nessuno. Ha ragione Matteo Ricci a chiamarla genialata lontana dallo pseudomarkenting turistico in salsa provenzale; ma a me non sembra nemmeno qualosa di molto ligure, essendo i liguri abituati a chiamare le cose con il proprio nome. Quello giocato mi sembra piuttosto un gioco molto piemontese: falso e cortese.
RispondiEliminaGrandioso!
RispondiEliminaHo partecipato con gli amici di Vallecrosia. Sono tornato a casa contento e soprattutto felice di conoscere te, Paolo, Nico e gli altri che avete pensato, e realizzato questa bella serata. Semplice, genuina, gratuita e culminata nella visione di bambini felici che rincorrono una favola. Anche se Alberto ha chiuso il "thread" (che belin è?) con "anonimo" e il "marketting", devo aggiungere che dopo tanto tempo ho partecipato e vissuto una manifestazione proprio senza la puzza di marketing e altro. Per gli immancabili criticoni, mi viene in mette un classico apostrofare di mio padre: "Andaive a fà encì u cu d'oevi, cuscì cande i cagai i ve mangiai in'omelette". Ciao, Mac
RispondiEliminaMeglio le biscie di Nico Orengo a Isolabona che una serata con la Tosse ad Apricale!
RispondiEliminaVogliamo dunque scommettere che (per merito dei tagliandini con sconto pubblicati sul Secolo XIX) domani La Stampa darà grande risalto al grande evento di Isolabona e zero spazio a "Note di notte"?
Che risata, questa mattina! :D
RispondiEliminaGrazie, è stata una trovata bellissima!! Avevo paura che facessero la festa alla biscia... ma in un altro modo, o che qualcuno si facesse male. Chiedo scusa ai "cacciatori" :o)
Un saluto da Stoccolma
Laura
Complimenti a tutti.
RispondiEliminaUna favola moderna, con il giusto lieto fine.
La ringrazio per Blog intiresny
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