Qui dove sorgeva l'Albergo Regina
si insediò il 13 settembre 1943
il quartiere generale nazista delle SS a Milano.
Qui furono reclusi, torturati, assassinati,
avviati ai campi di concentramento e di sterminio
antifascisti, resistenti,
esseri umani
di cui il fascismo e il nazismo
avevano deciso il sistematico annientamento.
Una petizione popolare
ha voluto questa lapide
per la memoria del passato
la comprensione del presente
La difesa della democrazia
il rispetto dell'umanità
27 gennaio 2010 - Giorno della Memoria
65 anni dopo la liberazione dell'Albergo Regina
si insediò il 13 settembre 1943
il quartiere generale nazista delle SS a Milano.
Qui furono reclusi, torturati, assassinati,
avviati ai campi di concentramento e di sterminio
antifascisti, resistenti,
esseri umani
di cui il fascismo e il nazismo
avevano deciso il sistematico annientamento.
Una petizione popolare
ha voluto questa lapide
per la memoria del passato
la comprensione del presente
La difesa della democrazia
il rispetto dell'umanità
27 gennaio 2010 - Giorno della Memoria
65 anni dopo la liberazione dell'Albergo Regina
Dalla petizione al Presidente del Consiglio Comunale di Milano
L'"Albergo Regina", dove fu detenuto anche Ferruccio Parri, fu un posto terribile e di grande importanza per il lavoro di ricerca poliziesca che vi si faceva in stretto rapporto con la Legione Muti di via Rovello 2, la X Mas, le brigate nere, e la banda Koch di "Villa Triste", che aveva sede in via Paolo Uccello 17/19. L'"Albergo Regina" è tristemente noto per essere stato luogo in cui la tortura e l'assassinio erano le regole di comportamento. Saevecke si serviva del cosiddetto 'macellaio' Gradsack, e 'lavorava' a stretto contatto con i sanguinari Otto Koch, sottufficiale Gestapo, e Franz Staltmayer, detto la belva, armato di nerbo e cane lupo. Dall'"Albergo Regina" i catturati (ebrei, partigiani, antifascisti, sospettati, ecc.) venivano avviati al carcere di San Vittore, in alcuni casi direttamente ai trasporti partiti dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano per essere deportati. Una struttura quindi simile a quella romana di via Tasso, a quella torinese dell'Albergo Nazionale, a quella parigina dell'Hotel Lutetia.
A Milano, tra via Silvio Pellico e via Santa Margherita non c'è nemmeno una lapide che ricordi cosa c'era o cosa vi avveniva.
Foto scattate venerdì scorso durante la cerimonia dello scoprimento della lapide.
Nel 2008 raccontai la toccante storia di due bambini ebrei tenuti nascosti da un intero paese nell'entroterra del Ponente ligure.
Nel 2008 raccontai la toccante storia di due bambini ebrei tenuti nascosti da un intero paese nell'entroterra del Ponente ligure.
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Ricordare e aver appunto memoria e' quello che ci puo' salvare.
RispondiEliminaCiao
oggi più che mai avere memoria dovrebbe aiutarc a ricordare quali sono le giuste strade da perseguire
RispondiEliminaConforta un po' vedere che oggi siamo in tanti a voler ricordare, ciascuno a modo suo.
RispondiEliminaGrazie Alberto.
Io davvero mi domando come sia possibile che ancora oggi ci siano persone che negano quanto avvenuto sotto il regime fascista e nazista! Non solo, ci sono persone che divengono neonaziste e compiono atrocità assurde... (nel web si trova davvero di tutto!).
RispondiEliminaContinuo a sperare che l'essere umano prima o poi si evolva e impari davvero a non commettere più gli errori del passato. Ciao!
anche io ho ricordato
RispondiEliminaè doveroso ricordare tristi pagine di storia, scritte col dolore di tanti uomini, nella speranza che sempre e ovunque sia riconosciuto il valore di ogni persona
RispondiEliminaRicordare: ho "condiviso" tutti i post degli amici.
RispondiEliminagrazie anche a te Al
g
ricordare sempre! Ricordare sempre tutte le violenze!
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaGiusto ricordare. Soprattutto poi visto che tanti cercano di farci dimenticare...
RispondiEliminaanni fa mentre rientravo da Roma incontrai sul treno un ex deportato ebreo, viaggiammo insieme fino a Genova, lui un omone mi raccontò della retata dell'ottobre del 1943 a Roma dove oltre mille ebrei trovarono poi la morte ad Aushwitz, ebbene lui, che era un ragazzo di 14/ o 15 anni fu sottoposto ad esperimenti da parte dei medici carnefici. "mi infilavano degli aghi sotto la pelle immettevano aria e testavano quanto la pelle resistesse alla pressione dell'aria" rimansi di sasso, mi fece vedere il suo braccio oltre numero impresso, era tutto una echimosi ormai cicatrizzata, una bruciatura unica.
RispondiEliminaNon dimentichiamo mai!
shalom
Baruffa
@Sub
RispondiEliminaBentornata, che era ora. Ciao.
Vorrebbero cancellare la Memoria ma basta scorrere qualche Blog e ci si accorge di quanto non siamo soli. Memoria che comunque ognuno di noi ripercorre tutti i giorni e che ognuno di noi riconosce anche in quelle che superficialmente vengono chiamate le piccole cose. Le infinite oppressioni a chi è visto come diverso. Perchè Palestinese, perchè omosessuale, perchè Africano o Rom o cieco o senza casa. Mi sento a casa di amici in questo Blog,dite le cose che vorrei dire anch'io anche se sono Palestinese,Africano, Rom, cieco e omosessuale.
RispondiEliminaquesta memoria stà diventando fonadamentale, anche perchè tra pochi anni non ci saranno più superstiti dei campi di concentramento nazi/fascisti, e toccherà alla memoria esserci per ricordare.
RispondiEliminastesso discorso da fare per i partigiani e la lotta di liberazione.
una buona cosa sarebbe iscriversi tutti alle associazioni delle vittime dell'olocausto e all'Anpi.
ciao e grazie
Giusto ricordare, bisognerebbe farlo tutti i giorni. L'Orrore è attorno a noi, non è solo Storia, ma anche Attualità. Forse i governanti che oggi recitavano l'Orrore non lo sanno.
RispondiEliminaPurtroppo la giornata della memoria si sta trasformando nella giornata della mattanza del solo popolo ebraico, i nazisti hanno fatto mattanza industriale con tutte le genti che per loro erano diverse.
RispondiEliminaQuindi non solo shoah, ma memoria per tutte le vittime dell'olocausto.
Giustissimo Tina. Stamattina a Torino le prime medaglie agli ex internati. Dopo 65 anni...
RispondiEliminaBellissima testimonianza, Alberto: grazie.
RispondiEliminasi cominciò a parlare della Shoah solo con il processo ad Eichmann nei primi anni sessanta e fu Hanna Arendt allora corrispondente per un giornale americano, la quale poi scrisse la Banalità del Male (ed Feltrinelli. non dimentichiamoci che anche il libro di Primo Levi, se questo è un uomo, fu rifiutato da Cesare Pavese allora direttore editoriale della Einaudi, di quella tragedia nessuno voleva parlare, ricordare era troppo doloroso. questa giornata è per tutte le vittime della follia scientifica del nazifascismo, ma la sua unicità è lo sterminio del Popolo Ebraico.
RispondiEliminaBaruffa
Ricordare, non tanto per noi quanto per chi verrà in futuro e di queste cose vista l'aria di "buonismo storico" rischia di non sentire più parlare!
RispondiElimina@ Silla
RispondiEliminaLo so, vivo a Torino, si potrebbe dire meglio tardi che mai, ma provo rabbia, molte storie dai campi di concentramento le ho apprese da loro, il racconto a voce bassa, quasi a non voler disturbare, non ho mai chiesto la loro etnia, per me un uomo è tale indipendentemente dal coloro e dal Dio in cui crede.