Ho una giustificata idiosincrasia per la stragrande maggioranza dei gruppi facebook. O sono, almeno nel titolo, di una banalità insipida, o sono di un'imbecillità totale, o, qualche volta, s'incuneano nei meandri della violenza facile contro chicchessia. Accozzaglia dunque di impulsi e volontà confuse.
Ieri invece mi sono iscritto a un gruppo che a me pare avere almeno un grano di intelligenza e che si chiama «Salviamo "qual è" dall'apostrofo». Un grano di intelligenza e anche un pizzico di ironia visto che la foto che vedete l'ho presa da lì.
Lo dico subito. Quando vedo scritto "dò", con l'accento, prima persona singolare del verbo "dare", oppure "da", senza accento, terza persona singolare sempre del verbo "dare", o ancora "pò", con l'accento, nel senso di poco, e via di questo passo, mi dà fastidio. Come mi danno fastidio gli accenti gravi al posto di quelli acuti, e viceversa. E la lista è lunga. Non vado per carità di patria a toccare la sintassi.
La crisi, le guerre, la violenza diffusa, il pianeta esausto, sono problemi ben più gravi dei puntini sulle "i", lo so. Ma lo sfilacciarsi della lingua è uno dei campanelli di allarme per primi udibili sullo sfilacciamento della convivenza che proprio su questa lingua ha mosso i primi passi.
E comunque se qualcuno lo chiede potremmo sempre fare una bel post con tutti i dubbi (risolti) che uno ha nello scrivere certe parole.
quando un dubbio mi assale, consulto il sito dell'accademia della crusca: hanno una serie di domande-risposte standard e un piccolo forum in cui praticamente il 99% delle incertezze trovano soluzione.
RispondiEliminaOoooooh sì, anche a me danno fastidio tutte quelle cose!! Tantissimo!
RispondiEliminaPurtroppo visto che ho sedici anni mi ritrovo tra persone (mie coetanee) che di queste cose se ne fregano altamente. Altro che apostrofi, e accenti gravi, e accenti acuti: qui siamo ancora alle doppie e alla k al posto di ch! Povera me...
Ester
Credevo di essere l'unico a provare questo fastidio, che aumenta a dismisura quando trovo questi strafalcioni nei blog e nei commenti. Se pretendi di essere ascoltato, esprimiti correttamente, altrimenti stattene zitto.
RispondiEliminabravo alberto, hai centrato il problema, stiamo distruggendo la nostra lingua, basta fare un giro e ascoltare qualche chiaccherata... questo non vuol dire essere pignoli.
RispondiEliminaMi sembra un'ottima idea. In Inghilterra hanno fondato addirittura un movimento per salvare l'apostrofo e la punteggiatura corretta (lì la trascuratezza lessical-grammatical- sintattica raggiunge a volte livelli mostruosi). Siamo dei nostalgici patetici e pedanti? io non credo. Se i ragazzi non uscirebbero mai di casa spettinati o indossando scarpe vecchie (io a volte sì lol), perché non mostrare la stessa cura nel linguaggio, scritto e parlato? E' una questione di rispetto, per se stessi e per gli altri.
RispondiEliminaInsomma Alberto, non so se si è capito: aspettiamo quel tuo post.
Ciao.
C'è un mare di gente che scrive in 'perfetto' italiano un oceano di stupidaggini... ecco a me, personalmente, preoccupa molto di più...
RispondiEliminaquoto arancia verde.
RispondiEliminae comunque più si diffonde internet, più in esso si rispecchia la società. ignoranze comprese.
Credevo di essere io troppo chic nell'infastidirmi... E invece leggo con piacere che non è una questione di puzza sotto il naso, ma di rispetto nei confronti del lettore. Poi ha ragione Arancia Verde che a volte si dovrebbe dare più attenzione al contenuto che non alla forma...
RispondiEliminaSono ancora poco pratica di Web e apprendo con piacere da byb dell'esistenza del sito dell'Accademia della Crusca. Di solito, quando ho dei dubbi sull'ortografia di una parola, consulto il vocabolario formato cartaceo.
RispondiEliminaSarò pedante,Alberto, ma alcuni errori sono presenti anche nei commenti a questo post! Il mondo della rete opera una singolare commistione tra linguaggio scritto e linguaggio parlato, forse dovuta alla velocità con cui si scrive e al carattere di immediatezza che si vuole dare al messaggio.
Passerà non molto tempo ancora, prima che nel mondo si prenda consapevolezza che l'ironia genera il cinismo. Una cosa piacevole per 'molti' ma non per tutti. Voglio dire, lo sapete anche voi! vi ammantate tanto di solidale complicità, nella vostra comunione di soli officianti grammaticali, senza pensare che ad Alberto, possa dare un fastidio cane leggere risposte ai suoi post, povere di congiuntivi e/o condizionali. Un po come abbracciare un appassionato spazzino dopo aver passato la notte in una fogna.
RispondiEliminaTutto questo per dare pieno supporto a "Filo" e far pensare anche un po Alberto.
Chi ha inventato le citazioni?
«La conversazione erudita è o l'affettazione dell'ignorante, o la professione di colui che è mentalmente disoccupato.»
e poi..
«..si diventa ottimi attori solamente se ci si cala nei personaggi impersonificati, identificandosi con essi e in essi scomparendo, a tal punto confondendosi da nascondere lo sforzo che si compie per imitarli. Il contrario della sprezzatura è l' "affettazione", che altro non è se non il fallimento della sprezzatura stessa, lo sforzo di essere graziosi che non riesce a celarsi.»
Oh si, quanto mi piace..
chiaccherare, chiaccherare, chiaccherare, chiacch.. cch.. ch..
ma con chi?
Come malamente ostentato in passato, parlo per me, potresti anche aprire una sezione sulle virgole, quelle semplici; oppure anche quelle che viaggiano col punto..
RispondiEliminaIeri in un articolo sulla Gazzetta dello Sport ho visto scritto un'altro che se lo facevo alle elementari mi beccavo 4 in italiano.
RispondiEliminala tua sicurezza mi ha lasciata un po' perplessa, ti rimando a queste considerazioni di Franco Raso, un contributo:
RispondiEliminahttp://faustoraso.ilcannocchiale.it/2009/06/05/la_questione_del_qual_e.html
un saluto.
Cristina
@Cristina
RispondiEliminaAccademia della Crusca
"L'esatta grafia di qual è non prevede l'apostrofo in quanto si tratta di un'apocope vocalica, che si produce anche davanti a consonante (qual buon vento vi porta?) e non di un'elisione che invece si produce soltanto prima di una vocale (e l'apostrofo è il segno grafico che resta proprio nel caso dell'elisione). Come qual ci sono altri aggettivi soggetti allo stesso trattamento: tal, buon, pover (solo nell'italiano antico), ecc. È vero che la grafia qual'è è diffusa e ricorrente anche nella stampa, ma per ora questo non è bastato a far cambiare la regola grafica che pertanto è consigliabile continuare a rispettare."
La foto mi ha fatto ricordare un murales scritto ad un angolo, a Bari:
RispondiElimina"Se la rosa non si chiamerebbe rosa, Rita sarebbe il suo nome"
Poetico vero? I Folkabbestia lo hanno utilizzato per titolarci il loro secondo cd...
@La talpa
RispondiElimina"per ora" e "consigliabile" non mi sembrano così definitivi e categorici.
Io scrivo qual è, ma da quello che ho letto non me la sentirei di difendere questa scelta a spada tratta.
E' vero. Ammetto che gli accenti quelli quando sono sulla tastiera ed ho premura io stesso non li "sto" proprio a controllare. "Dà" un senso di disagio in effetti anche a me il "po' " scritto con l'accento. In realtà anche il "che" scritto con la "K" non l'amo molto. Va detto che molti nuovi "segni" sono anche frutto dello scrivere per sms o in chat ahimé con un linguaggio molto "modificato" oserei dire.
RispondiEliminaCmq devo ammettere che, nonostante la pensi esattamente come te su facebook, il gruppo a cui ti sei iscritto ha quantomeno il merito di essere originale nel titolo ed avere quel pizzico di ironia che non guasta :-)))
Ciao!
Daniele
Non ho facebook, ma al liceo avevo creato un gruppo: "salviamo il periodo ipotetico". Ma credo che sia ormai morto da un pezzo.
RispondiEliminaCondivido e sottoscrivo, parola per parola, quanto dici.
RispondiEliminaAggiungo un personale odio, viscerale per chi usa la lettera "k" per "ch".
Da qualche parte bisognerà pur cominciare...
RispondiEliminaMolto interessante questo
RispondiEliminahttp://www.mauriziopistone.it/testi/linguaitaliana.html
Oggi il linguaggio parlato, che è sempre più informale e libero da convenzioni, influenza molto quello scritto che dovrebbe essere più formale, mediato e corretto. Ho l’impressione che in Face book si ricorra ad uno stile colloquiale, rivolgendosi a destinatari considerati “amici”, per cui si adottino formule accattivanti e gergali, tipiche dei codici giovanili, in cui ricorrono forme essenziali di scrittura e quelle sempre più sincopate di comunicazione, introdotte dagli sms o e-mail. Mi pare che Internet abbia cambiato la comunicazione anche nella forma, in quanto quella scritta è spesso una sorta di rituale per rinforzare e richiamare una presenza , a volte senza scopo, a volte per esprimersi in modo libero e provocatorio.
RispondiEliminaLeggo sia blog che invogliano al piacere della lettura per contenuti e forma , sia blog o forum che risultano interessanti solo per i contenuti.
Secondo me, pur ammettendo che possa variare a seconda del contesto e dei destinatari, la scrittura rischia di svilirsi, nel caso di eccessiva indulgenza al disuso delle regole grammaticali, e di degenerare se non è supportata da argomentazioni. Può maturare con l’esercizio ed evolversi con la ricerca di uno stile personale, a seconda delle finalità per cui si scrive.
Condivido la proposta di un post sui dubbi più frequenti. Solitamente consulto il dizionario, sia in formato cartaceo che digitale.
si legge sul libro di Tullio de Mauro "la cultura degli italiani" edizioni Laterza, (altro che accenti gravi o acuti) " oltre due milioni di analfabeti, sei o sette milioni gli analfabeti di ritorno".
RispondiEliminaun paese che non legge, un paese fermo, un paese sempre più povero è il nostro! un vuoto a perdere!
Baruffa
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RispondiElimina@ Baruffa
RispondiEliminaTempo fa ho detto a Tullio De Mauro:" tu sei la mia legge."
"Stai attento che finisci in galera." Mi ha risposto.
Don Lorenzo Milani, nella sua scuola a tempo pieno, puntava soprattutto sulla conoscenza dell'italiano - e delle lingue - perché secondo lui era una forma di libertà (e di potere). Anche Dario Fo scrisse negli anni Sessanta una commedia intitolata "L'operaio conosce cento parole, il padrone mille, per quasto lui è il padrone".
RispondiEliminaPurtroppko è poi successo che ci fossero padroni (anche abbastanza arroganti, a dire il vero) che conoscevano meno parole dei loro dipendenti. In ogni caso, se non si hanno soldi e/o "altre capacità", l'ignoranza linguistica è sempre una forma di debolezza, anche se ci si sta impagnando non poco per diffondere la convinzione contraria. Abbiamo una gran bella lingua, ma facciamo di tutto per scempiarla. Anche nei documenti pubblici capita sempre più spesso di trovare parole americane (a volte anche scritte male!) al posto di parole italiane esistenti e legittime: levée invece di argine (termine diventato di moda dopo l'alluvione di New Orleans), Check list invece di elenco, layout invece di disposizione, workstation invece di scrivania... e poi le sigle: "dovranno essere adottate le BAT" - che non sono pipistrelli ma Best Available Tecnologies, ossia le migliori tecnologie disponibili...
C'è davvero di che vergognarsi.
P.S. A proposito di gerghi giovanili, nell'ultimo film di Verdone c'e una scena in cui il protagonista va in discoteca e un ragazzo gli chiede "Ce le hai le paste?", al che lui rimane interdetto, credendo parlino di bigné...
In parte concordo con Arancia Verde. Ma aggiungo che è avvilente anche la situazione contraria: leggere e ascoltare persone che, pur avendo cose di valore da dire, non sono in grado di esprimersi in una forma corretta, e che magari per questo difetto rimangono inascoltate.
RispondiEliminaE' sempre un vantaggio conoscere bene la propria lingua, e la grammatica ne è la base.
Argomento che tiro spesso fuori, specialmente negli ultimi tempi. Concordo con lo svilimento della lingua, che tale è e deve essere applicata correttamente, per "rispetto comunicativo", non certo per puerili intolleranze.
RispondiEliminaDi Facebook e dintorni non ne parliamo! E' inutile che si cercano scusanti circa abbreviazioni e licenze amichevoli, dobbiamo tener conto della mole di persone che vi imperversa e di tanti altri fattori, ad esempio la giovane età di svariati utenti, sì maggiorenni, ma sempre in un periodo focale per cementare il proprio stile.
Posso citare un altro pensiero? Anche se sono dell'idea che la cultura si acquisisce più "sul campo" che a scuola, è comunque avvilente vedere laureati che confondono addirittura congiunzioni e verbi...
Personalmente concordo solo sull'uso delle abbreviazioni informatiche davvero "estreme": l'apostrofo universalmente riconosciuto con il segno "'" oppure le maiuscole accentate facenti uso dello stesso segno in vece dell'accento, ad esempio "E'".
Ah, prima di subire attacchi da difensori d'opposizione a spada tratta, dico che non supporto l'intolleranza totale, gli errori possono sempre scappare(chissà quanti ne faccio), ma gioisco verso l'impegno di migliorarsi, proprio controllando e facendosi venire dubbi. Anch'io ho come punto di riferimento la Crusca e mi prodigo spesso in consultazione.
Ah, io scrivo e diffondo "do" senza accento, ma molte fonti citano l'altra forma come accettata(se ne parlava anche sulla Crusca). Personalmente concordo con la spiegazione sull'impossibilità di confusione con la nota e non mi pongo il problema, ma ho dei libri che riportano l'accento...
RispondiEliminaCaro Alberto
RispondiEliminaLa sua preoccupazione è molto importante!
Non parlo molto bene la lingua italiana e inoltre non scrivere correttamente,
Ho imparato a parlare con mia nonna, che era immigrati italiani e una signora molto semplice.
Ho intenzione di studiare la lingua italiana di quest'anno.
Buon finale di settimana!
Congratulazioni per la tua critica.
Paulo
Piantatela di fare i radical-chic e gli intolleranti verso chi non sa scrivere. Siete insopportabili quanto un foruncolo sul culo . :-/
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaP.S.
RispondiEliminaANNACQUALO ! Come si dice a Firenze, nel linguaggio del volgo.
L'accento su "dò", prima persona del presente indicativo del verbo 'dare', non è "bello" sotto il profilo stilistico, ma non è errato. Personalmente non lo metto però, ripeto, non è errato.
RispondiEliminaA volte l'errore può scappare per la fretta, ma anche a me dà fastidio vedere la nostra lingua storpiata molto spesso anche da chi dovrebbe conoscerla bene (vedi giornalisti o insegnanti). E non parlo di errori veniali come qualche accento o qualche apostrofo ma veri e propri strafalcioni, roba da doppia sottolineatura con la matita rossa! :-)
RispondiEliminaP.S.: tralascio per pietà l'SMSese con le sue orrende abbreviazioni e K sparse a piene mani...
Io mi concedo solo E' con l'apostrofo invece che con l'accento perché non so trovarlo su word.
RispondiEliminaappoggio la tua campagna a favore di qual è
marina
...e ancora è niente!:-)
RispondiEliminaSvilimento della scrittura e della lingua italiana in generale: mi preoccupa il futuro.
Pochi ragazzini sanno scrivere correttamente e/o hanno un bagaglio lessicale sufficiente. E, ciò che è allarmante, fanno "spallucce" quando li si corregge! Sottinteso: "non è così importante".
Ciò significa che dalla scuola di base non si è dato, e non si dà, il giusto peso alle scorrettezze grammaticali e alla sintassi.
Oppure, come sostengo da tanto ormai, a scuola si fa di tutto e di più e... male!
Non si dà ai ragazzi il tempo di metabolizzare.... :-(
g
Per Marina
RispondiEliminaÈ (con l'accento) si ottiene tenendo premuto il tasto "alt" e digitando, sul tastierino numerico (quello a destra della tastiera) 212.
Quindi: alt+212= È
PS: bisogna lasciare il tasto "alt" solo dopo aver digitato il scondo "2".
Naturalmente non volevo cominciare una crociata ma mettere un attimo l'attenzione su grammatica e ortografia allegre o ballerine che dir si voglia. Che sono figlie della mancanza di regole. Se una lingua è "viva" è giusto che nel suo evolversi cambi le regole, ma regole, con le dovute eccezioni ed eventualmente tolleranze ci devono essere.
RispondiEliminaSe a Seven interessano la virgole può comprarsi questo
Storia della punteggiatura in Europa. Parecchio caro a dir la verità.
Opera della nostra concittadina (e parente della mia collega Grazia Garavelli) Bice Mortara Garavelli...
RispondiEliminaconcordo con Filo. Almeno qui dovremmo esprimerci correttamente. Altrimenti i nostri commenti non hanno senso...
RispondiEliminaComunque è interessante confrontarsi sulla lingua italiana!