"Gli oggetti devono essere utilizzati. Le persone devono essere amate. Peccato che la nostra società faccia proprio il contrario".
Da questo assunto un padre di famiglia e imprenditore di successo, appassionato di surf, passeggiate, animali, il californiano di San Diego Dave Bruno tre anni fa provò ad adattarsi per un anno a una vita con soli cento oggetti. Forse non immaginava che dal suo gesto pratico di sottrarsi al consumismo sarebbe nato negli Usa un vero e proprio movimento.
Oggi la sua reazione al desiderio di comperare cose è raccontata, tra consigli pratici e aneddoti interessanti per vivere una vita più ricca di significato, in un libro appena tradotto in italiano.
Cosa dite? Si parte anche noi? Sarebbe bello cominciare con le pulizie di primavera viste con occhio nuovo, e pure con occhio nuovo guardare quelle offerte speciali e tutti gli altri ammiccamenti della società dello spreco che certe volte ci inducono a comprare oggetti che non useremo mai.
Dave Bruno
La sfida delle cento cose
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Quand'ero gggiovane, ho tirato la cinghia per anni e anni.
RispondiEliminaDa allora le sirene del consumismo non le sento proprio.
Non so però se ce la faccio a vivere con soli 100 oggetti.
Già i libri sforano.
No, no, i libri sono fuori.
RispondiEliminaAlberto concordo con te sulle pulizie di primavera infatti da qualche anno le vedo in quest'ottica!
RispondiEliminaDovendo vivere con mille euro al mese e in 30 mq con un fidanzato, bhe, direi che se non sono cento, sono centodue, le cose con cui vivo (sempre tenendo fuori dal conto i libri, ovviamente!)!
RispondiEliminaBella iniziativa, comunque: io sono una fan delle liste, magari ci penso un po' e ne stilo una nel mio blog! Grazie per l'idea!!
Appunto, funziona solo se i libri tutti insieme sono una delle cento cose.
RispondiEliminaanche io come dall8alle5 avendo sempre tirato la cinghia, non sono per niente attratta dalle cose inutili.
RispondiEliminacento cose? non so.
i libri comunque li prendo a prestito in biblioteca.
tante cose le compro usate.
il frizer s'è rotto e vivo da due anni senza e non mi manca affatto. la lavastoviglie idem. la tv idem. mai avuto pay tv, mai avuta connessione a casa, nè iphone. mi dicono che sono una talebana. vado a vedere dave e vediamo se c'è uno più talebano di me.
Quando sento di persone che si dedicano agli altri più deboli (anziani, malati o sofferenti) e che di questo gioiscono, li invidio. Perché non ne sarei capace.
RispondiEliminaE confesso, vergognandomene un po', che non riuscirei a farcela, con le 100 cose.
Ma ammiro incondizionatamente chi invece ci riesce.
Il traguardo non sta tanto nelle 100 cose, ma nell'imparare a consumare meno e a consumare meglio. Il libro offre degli spunti che tocca a noi sviluppare, personalizzare e rendere non sfida, ma naturale e quotidiana abitudine.
RispondiEliminaSecondo me il Governo fra tasse, inflazione nascosta e paghe sempre più basse, si è messo d'impegno per portarci a vivere quanto prima con sole cento cose :-)
RispondiEliminaAlberto, hai perfettamente ragione, ma, dopo che ci hanno spinto al consumismo per anni, non sarà facile che tutti tornino indietro. Si può per esempio vivere senza telefonino, ma ormai, almeno in Francia, le cabine telefoniche sono rarissime e la maggior parte delle volte sono non funzionanti a causa dei giovani vandali che non hanno altro da fare per divertirsi. In ogni caso sono d'accordo con te. La nostra vita dovrebbe essere impostata su basi molto più semplici se vogliamo uscire da una spirale che porterà alla rovina il pianeta.
RispondiEliminaio sto provando con i cibi precotti ...
RispondiEliminaE' una scelta che va perseguita ma va anche in qualche modo indirizzata verso cose che consumano meno energie. Poi vale la pena anche di considerare la cura che richiedono le cose, cura che ci ruba tempo; di conseguenza meno cose e meno tempo inutilmente perso.
RispondiEliminaciao
se tolgo i libri forse ce la faccio!
RispondiEliminaoh, che bel post! :-)
RispondiEliminaNon lo so 100 cose. Meno male, libri a parte!
Comunque neppure io sono una che "sente troppo le sirene del consumismo" (mi è piaciuta, dalle8alle5!:-))
g
stavo per mandare al diavolo l'iniziativa pensando alla mia libreria ma dai primi commenti vedo che i libri sono altra cosa. Quindi sono sicuro che ci sto largamente dentro quelle 100 cose, sono un tipo frugale, libri a parte.
RispondiEliminalibri fuori, bene. soldi pochi, casa piccola, cento cose magari no ma poche sì. e soprattutto no al consumo su ogni cosa.
RispondiEliminasi vive meglio, c'è più aria...
mia zia Sofia nata nel 1896 diceva: u nu ghe ren ma de luche u ghe u ghe de tittu..
RispondiEliminaqueste parole le ripeteva quando in campagna la trovavo con i mezzi guanti intenta a raccolgiere le olive, le dita violacee, un pezzo di pane e qualche fico secco, io la gurdavo ammirato dalla sua testardaggine, come la definiva mio padre. si accontentava di poco e quel poco me lo trasferiva anche a me.. così anche io spesso mi sono accontentato di poco per tanto tempo.
Maistretu
ma le mutande e le calze stanno a parte o vanno annoverate tra le 100 cose?
RispondiEliminava beh...io non fumo più, quindi sigarette e accendino sono già depennate!
Ho un vecchio cellulare Nokia,un'amica mi ha detto che dovrei comprarne uno nuovo, con più funzioni e più leggero, ma se il mio funziona ancora benissimo ed è sufficiente per le mie necessità, perché dovrei cambiarlo? me lo tengo e me ne vanto! Vero Alberto?
RispondiEliminaPerò sull'IPad ci avevo fatto un pensiero, che faccio, ci rinuncio?
Ciao e buon fine settimana.
@Sara
RispondiEliminaPer le mutande e le calze si potrebbe aprire un dibattito.
@Filo
Sei tu che devi decidere. Quando ci vediamo?
Con 100 oggetti non je la fo, lo so già. Ma 8 traslochi in 10 anni mi hanno insegnato a contenere, e di molto, il numero degli ammennicoli che mi porto dietro. Mi fregano i libri, gli attrezzi del mestiere e le robe per la cucina, sicuramente...
RispondiEliminaMa periodicamente eseguo dei veri e propri raid in armadi e cassettiere e regalo, riciclo, scambio, baratto. Ormai è un'abitudine.
Saluti!
Ho letto che ad Einstein bastava il violino,una penna stilografica, un orologio e una giacca di pelle. Chissà poi come si fa?.
RispondiEliminaIl ventilatore si può tenere dato il leggero calduccio odierno?
Paolo
mi viene in mente che ne ho sentito parlare proprio ieri mattina in radio.
RispondiEliminae solo adesso ho capito perchè ho poi passato la giornata a eliminare vestiti e oggetti inutili.
che storia!
il problema non è tanto eliminare, quanto non comprare.
VIVA LA SOBRIETA'!
.. Di libri da buttare, comunque, hai voglia che ce ne sono!
ultimamente quando mi viene la voglia di comprare qualcosa mi dico : mi serve davvero?
RispondiEliminaal 99% delle volte è no.
e mando a fare in culo chi mi dice: non rispondi ma al cell.
il cell non è parte integrante del mio corpo.
Sto per traslocare; il prossimo posto che abiterò è la metà di quello che abito adesso; credo debba mettere in pratica qualcosa di simile; ho una casa malata di "troppismo". Come sempre, grazie.
RispondiEliminaAltro interessante libro sull'argomento: "Less is More... Sorella Luna" di Pietro Francesco Nicolai. Molto filosofico e concreto. Consiglio la lettura.
RispondiEliminahttp://www.landroideminimalista.com/2011/04/less-is-more-sorella-luna-intervista.html
http://www.altromondoeditore.com/shop/home/detail/859