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giovedì 7 marzo 2013

Dove sei finita cara dialettica?

Internet sta trasformando la scrittura in conversazione. Vent’anni fa gli scrittori scrivevano e i lettori leggevano. Oggi invece i lettori possono rispondere, e lo fanno regolarmente sui forum e nei blog. Molti di quelli che rispondono non sono d’accordo. Bisogna aspettarselo: essere d’accordo è meno divertente che essere in disaccordo.

E poi, quando uno è d’accordo, ha meno cose da dire. Si può aggiungere qualcosa a quello che ha detto l’autore, ma probabilmente le cose più interessanti le ha già dette tutte lui. Quando non si è d’accordo, invece, si entra in un territorio potenzialmente inesplorato.
(consiglio vivamente di leggere tutto l'articolo e grazie molte a Giovanna per il link)


Parto da questa citazione per andare avanti nel discorso e calcare la mano soprattutto sull'essere d'accordo. Parlo dell'essere d'accordo sui blog di sinistra che frequentiamo dove rarissimamente qualcuno di sinistra dissente dal blogger di sinistra. E quando rarissimamente lo fa, lo fa in puntissima di piedi quasi a scusarsi di pensarla un cicinin diverso.

Si va da qualche parte così? Va da qualche parte il blogger di sinistra che, pubblicato il post di sinistra, non aspetta altro che i commentatori, per lo più altri blogger di sinistra, assentano in toto e guai a quelli che dissentono? Avete mai visto che qualcuno abbia cambiato idea su quello che ha scritto dopo una sensata critica?

Si può andare avanti ancora tanto in questa autoreferenzialità che si incunea inesorabilmente in un vicolo cieco? Io penso che dopo quello che è successo in queste elezioni è doveroso da parte di noi tutti, con sforzo faticoso, ritornare ai dubbi che per comodità, pigrizia, ruggine mentale, avevamo scacciato e ridotto a fastidi. Solo togliendo l'ancora, che in questi anni ci aveva cullati e protetti nel porto sicuro delle certezze, potremo ancora navigare nuovi mari. Poi ci saranno altri porti, ma adesso dobbiamo affrontare la tempesta. E per affrontarla non dobbiamo rinunciare a tutta la perizia da vecchi marinai che ci ha permesso di arrivare fin qui. Ma questa non basta. Servono nuove bussole e nuovi sestanti. E nuove vele.

23 commenti:

  1. Parlavo di questo aspetto giorni fa con una persona che ha definito questo aspetto: Attacchi animosi. Ovvero non si contesta ma si manifesta una sorta di rabbia personale....

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  2. C'è anche il caso d'arricchirsi a vicenda, dissentendo

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    1. Infatti. E' proprio questo.

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    2. Grazie, m'ero un poco da solo

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    3. Con te, caro Paolo, e difficile discutere in modo normale : dai sempre risposte sibilline, ancorche difficili da interpretare.
      Cristiana

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    4. Terrorizziamoci un po' — quando ancora non basta quel che monta — con questa cosa chissà e che si dice il normale, signora dal rimprovero a pompa

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  3. E' come andare, vestito da cavallo, con un cane al guinzaglio, in una fiera del gatto. Sai quante volte ho sentito dire "è la mia opinione, e come tale va rispettata?" ma proprio il termine "opinione" deriva dall'assoluta incertezza della verità. L'unico modo per far valere un'opinione, è esprimerla al proprio gruppo di sostegno. I gruppi, i partiti, le fazioni, e altro, non aiutano, ma sovrastimano tra di loro, la propria "opinione" che oramai, anche di fronte a dati certi, farebbe scaturire la solita "è la mia opinione". Sgarbi è abbastanza cretino, ma una volta zittì una ragazza dicendo "signorina, la sua è opinione, il mio è sapere!" fa ridere, ma tanti neanche sanno l'etimologia di quella parola e la usano come scudo.

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  4. ma non è facile caro Alberto, l'aver discusso nel tuo post precedente è qualcosa che non ha prezzo, ci siamo visti, ognuno con le sue storie e le proprie convinzioni/delusioni, tra mille difficoltà cerchiamo di andare avanti in di questo scorcio d tempo, non facile e che resta spesso incomprensibile. In fondo è il sentirsi parte di una discussione e di una storia, che da piacere al nostro agire. Forse questo spazio, come altri e radi spazi, assolve, con i suoi limiti oggettivi, al bisogno di "parlarsi", chissà, apre una breccia, rilancia conoscenza ed esperienza in questo spazio non quantificabile, si aprono delle sezioni nuove dove le sedie sono occupate dai nostri spazi bianchi da riempire.

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  5. L'articolo di Internazionale ha degli spunti interessanti. Oltre a dare linee guida su come esprimere il disaccordo, direi che fornisce degli utili strumenti per disinnescare le controargomentazioni più inconsistenti.

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  6. Parafrasando un famoso filosofo, sinora l'unica certezza che ho è quella di non avere (non ci sono?) certezze.

    Quanto alla dialettica, spiace dirlo ma così è, mi rifiuto di applicarla con chi non sa o non vuol capire.
    E anche con chi offende, urla, trolleggia e/o parla a vanvera.
    L'unica mia reazione è ignorare e/o cancellare.

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  7. Se la dialettica consiste nel mettere a confronto le proprie idee ed opinioni, anche con foga, è qualcosa che arricchisce chiunque partecipi ad un dibattito. Se invece ci si inserisce in un dibattito solo in modo platealmente provocatorio, perchè lo scopo principale è quello di innervosire i vari interlocutori fino a che poi scaturiscono reazioni a volte scomposte, ecco che la cara dialettica va a farsi benedire. Il "similes cum similibus" andrebbe applicato non tanto per la condivisione di una ideologia, ma per la capacità di discutere mantenendo sempre e comunque il rispetto reciproco, anche se non si cambia di una virgola la propria opinione.

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  8. Anch'io ringrazio Giovanna per quel bellissimo articolo che ho rigirato a molti miei amici. Per quanto riguarda quello che dici Alberto, ben vengano le aperture alle argomentazioni ma sinceramente non riesco pienamente a capire cosa intendi "pubblicato il post di sinistra, non aspetta altro che i commentatori, per lo più altri blogger di sinistra, assentano in toto e guai a quelli che dissentono". Io mi definisco di sinistra ma non scrivo sempre di politica, intesa in termini di questa o quella fazione. Indubbiamente una visione politica investe il modo di vedere il mondo ma questo è, dal mio punto di vista, un porgere la mia visione. Detto questo non credo di avere la pietra filosofale e ben vengano le altre opinioni (quando ci sono perché il mio non è un blog frequentato come il tuo, ahime!) ma su una cosa non cambio facilmente idea. Non ci sarà alcun cambio di vele che mi faccia accettare il livello di disaccordo 3. Inoltre dovremmo pensare anche ad una scala dell'accordo se volgiamo che i nostri blog diventino sede di discussione, delle tavole rotonde, per intendersi, altrimenti saranno soltanto degli utili strumenti per soddisfare il proprio narcisismo. Un saluto

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  9. Ma scusa Alberto, se intervengo è perchè penso di avere qualcosa da dire, se quello che leggo mi va bene cosa intervengo a fare. Ciao Piero.

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  10. io rimango dell'idea che discutere on line è una cosa e discutere dal vivo un'altra e che soprattutto il mondo reale è altrove. Molte cose secondo me che si dicono in rete poi non si direbbero in faccia. Credo che ci sia anche una percentuale di "timore del non essere più letto" se andiamo su un blog e magari non concordiamo con la tesi del proprietario.
    Vero anche che di solito chi commenta "contro" nn usa toni proprio da discussione ma solitamente tira fuori "amici di stalin"..."comunisti di m" e tutto quello che ognuno di noi sa.
    Ne veniamo da 20 anni di berlusconismo che è entrato in buona parte degli italiani, e non da vent'anni di centro destra, questo cmq ci ha cambiato e ha accentuato le differenze e le distanze.
    un saluto e grazie per il link dell'articolo

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  11. non è che ce l'ho con il livello di disaccordo 3, intendo dire che non si vada sotto il livello 3 ;-) ... + altri errori di battitura... ;-D
    Ciao

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  12. Ciao, Alberto e tutte/i.
    Trovo l'art. di "Internazionale molto interessante perchè istituisce una progressività sia nel dissenso che nell'assenso.
    Infatti è proprio questo, per me, il punto: spesso sembra che nelle nostre discussioni possano esistere soltanto o il dissenso assoluto, che non di rado rasenta l'insulto.
    O il consenso acritico, che sa parecchio di panegirico (mentre uno è ancora vivo e comunque, non ancora un santo)...
    Ma io penso che si possano avere tutta una serie di "tonalità" argomentative, che possono arricchire la tesi che approviamo come quella che rifiutiamo.
    Rifiuto assoluto e consenso acritico nascono dal fatto che discutere è "cosa" ormai sempre meno dialettica.
    Ed è questo perchè anche nel discutere prevale sempre più uno schema logico-matematico (positivista): che come tale esclude il dubbio, la comparazione anche tra "grandezze" eterogenee, , l'ipotesi, la probabilità ecc.
    Perciò: sono d'accordo conte? Allora hai assolutamente ragione.
    Non lo sono? Hai torto marcio. Tertium non datur.
    Ma la dialettica trova sempre o almeno spesso un 3° o anche 4° caso.
    Ed anche quando non lo trova, sa arricchire le tesi che approva o rifiuta senza infliggere un odioso 2+2.
    Così è... se mi pare.

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  13. Trovo naturale seguire i blog che sono affini al mio, per idee e comportamento. Penso che vi sia anche il desiderio di sentirmi rassicurata, come quando ci si trova tra amici, eppure amo quando sorge un argomento che permette di esprimersi a 'forza' di dialettica.
    Trovo inutile e scorretto il commentatore completamente estraneo, che s'intrufola in un blog al solo scopo di denigrare e anche offendere*.
    Cristiana
    * es. Lorenzo

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  14. Gian Paolo7/3/13 18:35

    Personalmente ritengo che prima di tutto sia necessario avere il senso della misura e il rispetto per il "blogger" che ci ospita.
    Giusto e utile commentare, ma già una replica, se non per chiarire meglio i concetti, mi sembra un abuso nei confronti del padrone di casa e degli altri ospiti.
    Saluti a tutti.

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  15. Leggo tante belle cose: rispetto, arricchimento reciproco, confronto, accettazione, ecc. Anche in un'animata discussione, non si dovrebbero perdere di vista. In rete o vis a vis.
    Rispondiamo positivamente alla chiusa del post di Al: meditiamo, gente, meditiamo. Altro che certezze ...
    ciao, tutti
    g

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  16. Ringrazio tutti di cuore perché mi avete dato una visione più ampia del problema. Dovrebbe essere sempre così.

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  17. Bell'articolo, forse la dialettica non è sparita solo dai Blog, ma è sparita anche molto più in alto, portandoci ad essere, io per primo, così...
    Dovremmo ripartire da nuovo.

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  18. Risposte
    1. @Bestiario
      Grazie mille per il link. Molto interessante l'articolo.

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