Passavo in via Montenapoleone quando da una vietta laterale, per precisione via Baguttino, m'è apparso lo striscione con i due marò che ieri sono ritornati alle cronache perché sembra che rischino la pena di morte per vicende della politica interna indiana. Così mi sono avvicinato per vedere cosa mai ci fosse in quel palazzo. E cosa c'è lo potete vedere dalla targa sotto, rimasta nella sua solitudine opaca. In tempi migliori c'erano anche altri, adesso estinti o fuggiti chissà dove senza lasciare uno straccio di recapito. Lo stato fatiscente, e siamo nel centro di Milano, m'ha proiettato nella disgraziata vicenda dei due militari, con l'inazione colpevole dei nostri politici e diplomatici, e quindi nella situazione generale di questo nostro disastrato Paese.
sabato 11 gennaio 2014
I marò in India e l'Italia a pezzi
Passavo in via Montenapoleone quando da una vietta laterale, per precisione via Baguttino, m'è apparso lo striscione con i due marò che ieri sono ritornati alle cronache perché sembra che rischino la pena di morte per vicende della politica interna indiana. Così mi sono avvicinato per vedere cosa mai ci fosse in quel palazzo. E cosa c'è lo potete vedere dalla targa sotto, rimasta nella sua solitudine opaca. In tempi migliori c'erano anche altri, adesso estinti o fuggiti chissà dove senza lasciare uno straccio di recapito. Lo stato fatiscente, e siamo nel centro di Milano, m'ha proiettato nella disgraziata vicenda dei due militari, con l'inazione colpevole dei nostri politici e diplomatici, e quindi nella situazione generale di questo nostro disastrato Paese.
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Sono passata più volte da questo post, da quando l'hai messo in linea e non ti nascondo la mia difficoltà. Direi che la foto rende perfettamente l'idea della situazione attuale.
RispondiEliminaAvverto una profonda angoscia per la vicenda dei due marò, per le loro famiglie e non posso che augurarmi che quest'incubo finisca.
Tristissima foto e tristissime considerazioni. Aderenti alla realtà purtroppo.
RispondiEliminache tristezza le tue parole che "fotografano" inesorabilmente la nostra attuale condizione - riusciremo a tornare normali? e quanto tempo ancora ci vorrà ? - ciao da una sconsolata
RispondiEliminaLa targa è eloquente.
RispondiEliminaEd angosciante.
Io faccio parte dell'UNUCI dal 1965. Allora ricevevo semestralmente una pubblicazione gratuita con tutte le informazioni e le notizie sull'attività -notevole- dell'associazione. Da anni più niente e non perché sto all'estero, perché mi hanno mandato in Germania fino al 1982 quella pubblicazione, poi più niente. Sono passato a Udine, mia area di riferimento, dall'UNUCI e ho sistematicamente trovato la porta chiusa e nessuno in ufficio.
RispondiEliminaNe deduco che non abbiano più fondi da questo governo e da quelli che lo hanno preceduto. Fanno schifo. Ma il comportamento di questi pusillanime nei confronti dei due marò è da linciaggio. I Governi in questi due anni e lo Stato non ha fatto nulla. Li condanneranno a morte e poi li espelleranno con disonore, disonore del nostro governo.
In effetti quel portone fotografato mette una gran tristezza perché, inesorabilmente, sembra di guardare alla situazione da smobilitazione generale che sta vivendo il Paese. Smobilitazione ben più grave di qualche associazione che chiude, perché lo Stato non foraggia più la stessa. Peraltro, se siamo al disastro, è proprio perché lo Stato, in passato, ha dato soldi anche all'associazione allevatori di pulci da biblioteca.
RispondiEliminaInevitabilmente questa foto ha sollecitato alcuni commenti sulla storia dei soldati della marina militare italiana. Personalmente non mi esprimo ma dico solamente che, su quanto accaduto, la stampa italiana non ha raccontato tutto quello che c'era da raccontare.
Ciao Alberto, buona serata.
Vicenda quella dei marò decisamente penosa per come è stata e viene tutt'ora gestita. Sono ormai lì da anni e nessuno sa niente nè quando torneranno, nè come si sono svolti i fatti. Anche perchè è difficile credere alla storiella dei pescatori uccisi per sbaglio. Dei militari esperti perchè dovrebbero sparare da una grande nave su una barchetta di pescatori se questa non sta facendo qualcosa di veramente anomalo? Per divertimento? Perchè sono dei gradassi sbruffoni dal grilletto facile? Boh, a me sembra molto inverosimile.
RispondiEliminaComunque fossero stati di qualsiasi altro Stato ora sarebbero da tempo in patria. Sfiga sono italiani...
Fermo restando che sono convinto anche io che tutta la faccenda sia stata gestita in modo penoso vorrei, Giulio, che ci facessimo qualche domanda: se la "barchetta dei pescatori" era, invece, una "barchetta di pirati", come mai risulta che la stessa, la St. Antony appunto, ha comunicato immediatamente l’incidente alla guardia costiera che, a sua volta, ha contattato via radio l’Enrica Lexie? Erano pescatori o pirati?
EliminaA scanso di equivoci, non sono tra coloro che vogliono vedere impiccati i due marò. Dico, però, che se non ci si affida alla così detta informazione italiana... la faccenda è ben diversa e complessa.
E poi, perché nessuno si chiede chi decise che quei militari dovevano stare su una nave "civile" a fare scorta armata? Perché nessuno chiede quanti dei nostri militari, svolgono quella funzione su una nave civile? Perché nessuno domanda "chi paga"? Perché nessuno si chiede come mai ci fossero dei militari su una nave civile che, però, in caso di incidente come quello accaduto, rispondeva all'armatore e non al Comando della Marina Militare italiana?
Così, solo per farsi qualche domanda!
Carlo, mi chiedo le stesse cose, ma non ho trovato risposte.
EliminaCarlo, mi chiedo le stesse cose, ma non ho trovato risposte.
EliminaIo non ho più parole.
RispondiEliminala terra dei cachi...
RispondiElimina...però anche queste non scherzano. Complimenti Albe'.
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