Quando Abbado, minuto, pallidissimo, già minato dalla malattia, arrivò
negli studi della Rai, l’orchestra della Scala lo accolse con un caldo
applauso. Era un applauso di amicizia e di ricongiunzione: non
lavoravano insieme da molti anni. Non c’era pubblico. Era la prova
generale. Placato l’applauso dei professori calò un grande silenzio,
anomalo in uno studio televisivo, più simile a una fabbrica che a un
teatro. Ero a pochi metri dal maestro, emozionato e muto come l’intero
personale dello studio di Che tempo che fa. Impressionava la sproporzione fisica tra l’imponenza della grande orchestra e la figura quasi incorporea del direttore.
Quando dalla chiostra degli strumenti cominciò a sprigionare la musica di Beethoven (terzo movimento del Concerto numero 3 per pianoforte e orchestra, Daniel Barenboim al pianoforte), fissai Abbado per avere conferma, da così breve distanza, dell’idea titanica del direttore demiurgo che doma e ammaestra il caos. Vidi un uomo di indicibile compostezza, dai gesti brevi e delicati, che in pochi secondi aveva stabilito con l’orchestra un rapporto intellettuale prima che fisico. L’esatto opposto — pensai — dell’animoso direttore di Prova d’orchestra di Fellini. Abbado dirigeva per seduzione, non per comando.
Michele Serra
L'amaca di oggi
Quando dalla chiostra degli strumenti cominciò a sprigionare la musica di Beethoven (terzo movimento del Concerto numero 3 per pianoforte e orchestra, Daniel Barenboim al pianoforte), fissai Abbado per avere conferma, da così breve distanza, dell’idea titanica del direttore demiurgo che doma e ammaestra il caos. Vidi un uomo di indicibile compostezza, dai gesti brevi e delicati, che in pochi secondi aveva stabilito con l’orchestra un rapporto intellettuale prima che fisico. L’esatto opposto — pensai — dell’animoso direttore di Prova d’orchestra di Fellini. Abbado dirigeva per seduzione, non per comando.
Michele Serra
L'amaca di oggi
E il pensiero m'è andato in maniera sacrilega a chi dirige la politica. Ma del sacrilegio mi sono pentito subito.
quando poesia arte e uomo si fondono
RispondiEliminaNon sono stata educata alla musica e fra tutte le forme d'arte resta per me la più misteriosa. Sono ancora più ammirata di fronte a gente come Abbado, che diventa alla fine della vita, incorporea come una musica , una scintilla di luce, e riesce ad essere tutt'uno con un'intera orchestra, a guidarla per seduzione come dice Serra, e ad essere ancora un uomo buono, un ambientalista, uno studioso e un essere umile fino alla fine.
RispondiEliminaUn artista immenso , Alberto...Serra lo descrive con grande partecipazione..e le sue parole commuovono...La politica? Ce ne fossero di "direttori" così...Quel podio è vuoto di tutto...quello di Abbado è sempre stato ricco di emozione e talento...
RispondiEliminapurtroppo nessuno è eterno e anche i grandi geni sono soggetti alle leggi della natura.
RispondiEliminaNon credo si possa dirigere se non per seduzione... Un'orchestra non è un reggimento, ma è un insieme di strumenti musicali "vivi", che prendono vita sfiorati con passione. Un direttore d'orchestra - un autentico direttore d'orchestra - è un uomo che ha fatto anni ed anni di fatica sovrumana per arrivare a toccare il cielo con un dito con un privilegio riservato a pochissimi: quello di suonare - lui! - insieme, in armonia, col tocco della sua bacchetta danzante, cento strumenti, che simboleggiano l'intero universo sonoro :)
RispondiEliminaScioccante il passaggio dalla poesia della musica al frastuono della politica.
RispondiEliminaQuando un'anima sensibile, un genio, un profondo conoscitore della musica abbandona la vita terrestre è sempre una perdita immane per l'umainità. Grazie Maestro per averci regalato emozioni, cultura, passione.
RispondiElimina