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sabato 30 luglio 2011

Il finale dei film che non avete mai visto

"Fanno il party in spiaggia perché è morto il fratello piccolo. 6.4".

"Lei sopravvive. Gli altri se li magnano i lupi. Ottimismo su. 8.6".

"Quando esce di galera è tipo Cristo con gli apostoli. Solo che invece degli apostoli ha vari SUV pieni di scagnozzi. 10.0".

Sono questi alcuni dei post di Spoilerin. Poche illuminanti e sempre ironiche battute per raccontare come finisce un film. Il numero alla fine del post non è il voto al film ma al finale.

Se lo si è visto, meglio. Altrimenti fa nulla. Come per il finale di Avatar: "Decide di restare un puffo affetto da gigantismo per sempre. 7.1".

E adesso ditemi sinceramente cosa fareste voi a quelli che vi vogliono rivelare a tutti i costi il finale di un film, non parliamone poi se è un thriller.

Maledetti idraulici e muratori, non tutti per carità ma solo quelli che mi costringono a rimanere a Milano anche la prossima settimana perché non hanno ancora finito i lavori che avrebbero già dovuto finire.


giovedì 28 luglio 2011

Da Angelino Alfano a Nitto Palma ovverosia dalla padella alla brace

Cesare Previti e Nitto Palma, neoministro della Giustizia, da Bruno Vespa nel 2003

Anno di grazia 2003, l'onorevole Cesare Previti è appena stato condannato a 11 anni di carcere, e la sera stessa - tra mille polemiche - l'avvocato di Silvio Berlusconi viene invitato nel salotto di Bruno Vespa. Forza Italia non ha dubbi, a difendere il corruttore sarà l'Onorevole Nitto Palma: nessuno come lui, negli ultimi tempi, si è speso tanto per reintrodurre l'impunità parlamentare, una determinazione unica, tra fiumi di interviste e leggi "salva-Previti".

da qui

C'è da aggiungere questa inezia del presente (ché per loro sono inezie, dettagli marginali di nessuna importanza). Al senato, sui cui scranni siede il neoministro, è uno dei più assenteisti. Meno del 15 per cento delle presenze.

Sarà meglio andare in vacanza e respirare un po' d'aria buona perché questa qui ormai è come quella di una camera a gas.

mercoledì 27 luglio 2011

Milano, maiali in piazza Affari


foto da qui

Ieri mi trovavo in viaggio perché se fossi stato in città di certo non mi sarei fatta sfuggire l'occasione di fotografare i maiali che i contadini avevano portato in piazza Affari per protesta contro la situazione boccheggiante dell'allevamento e dell'agricoltura. Purtroppo in rete non ho trovato l'immagine che se ci fossi stato forse, dico forse anche se con difficoltà, avrei potuto produrre. Un maiale sul dito medio di Cattelan (ve lo ricordate?) sarebbe stata la foto che avrebbe chiuso il cerchio della critica a quello che succede in quel palazzo, e fuor di dubbio almeno dal mio punto di vista, sarebbe piaciuta all'artista.

Mentre a Milano i contadini manifestavano anche a Cagliari i pastori sardi erano sul piede di guerra perché si è arrivati al punto che il prezzo del latte è così basso da non coprire neanche le spese.

Nel palazzo Mezzanotte che vedete sullo sfondo, sede della Borsa di Milano, così come in tutti gli analoghi palazzi sparsi nelle metropoli del pianeta, si combinano in continuazione crimini: pochi speculatori giocano sui prezzi dei cereali, dei mangimi, di tutto quanto viene prodotto dalle attività umane e poi decidono il prezzo del pane, della carne, del latte, in una parola della fame nel mondo.

In pratica il capitale finanziario e le speculazioni che ne derivano hanno di fatto soppiantato la ricchezza generata dal lavoro. E allora dove andiamo a metterlo l'articolo primo della nostra Costituzione, che fonda la Repubblica italiana e la convivenza dei suoi cittadini proprio sul lavoro?


foto da qui

domenica 24 luglio 2011

Piazzetta Nico Orengo - Islabonita

Piazzetta Nico Orengo - Islabonita
Piazzetta Nico Orengo - Islabonita

Piazzetta Nico Orengo - Islabonita

Piazzetta Nico Orengo - Islabonita

Piazzetta Nico Orengo - Islabonita



Tutto filato liscio come l'olio nella semplicità dell'affetto degli amici per Nico Orengo. Dopo lo scoprimento della targa e la brillante presentazione di Islabonita di Marco De Carolis le letture di brani inframmezzate da scene del libro, a cui si riferiscono le foto.

Altrove la Maddalena qui un'anguilla di latta variopinta a mezz'aria del ponte. La bandina che suona sotto la piazzetta col nome del poeta. E la gente che, pinze canne e quant'altro, tira su anguille. Le parole guizzano. E guizzano i gesti nella vasca.

Una storia saggia e anche un po' folle, di chi sa che la vita è stata e è quello che è. Una storia bambina, di vita, di carne, d'incanto. Una storia affidata a chi "quando accoglie, custodisce senza volere sapere...".

Per non correre il rischio di tralasciarne qualcuno ringrazio collettivamente i noti personaggi dello spettacolo e della cultura intervenuti. Ringrazio anche i sei blogger presenti, e questi li nomino, Adriano, Filo, Marco, Pia, Roberta, Skip. E per finire ringraziamenti più che meritati per l'ottimo buffet ai ristoranti "da Bruno", "Piombo", "Dei Pescatori", e poi a Wilma e a Denise.


Piazzetta Nico Orengo - Islabonita

Piazzetta Nico Orengo - Islabonita

Piazzetta Nico Orengo - Islabonita

Piazzetta Nico Orengo - Islabonita

Piazzetta Nico Orengo - Islabonita






venerdì 22 luglio 2011

Oltre ogni aspettativa

vasca da bagno antica


Vi ricordate come nei post precedenti avevo scritto prima della donna nuda nella vasca da bagno, e poi come questa donna avesse dato forfait e di conseguenza il problema di trovare una sostituta.

Bene, oltre ogni aspettativa, che sarà anche una frase fatta ma che qui calza come un guanto, cinque, ripeto cinque donne si sono presentate per interpretare Fatima nella vasca da bagno.

Per non fare torto a nessuna ho deciso di tirare a sorte.

È quasi tutto pronto per la performance di domani. Inizio alle 17,30.
La bandina, i vari personaggi, i lettori, i video, gli striscioni, e tutta una serie di sorprese che avrebbero fatto sorridere Nico.

Se tutto va per il verso giusto ci sarà da divertirsi e poi anche da bere e da mangiare.

La cronaca con le foto domenica.

mercoledì 20 luglio 2011

A 10 anni dal massacro al G8 di Genova

Nel luglio 2001
vi fu in Italia
una violazione
dei diritti umani
di proporzioni
mai viste in Europa
nella storia più recente



dal rapporto di Amnesty International


Per non dimenticare, mai.

QUI

lunedì 18 luglio 2011

La Quercia delle Cinque Passere e la vasca da bagno

tette


Succede adesso per la performance del 23 quello che era già successo col Barone Rampante. Che la gentildonna che doveva adagiarsi nuda nella vasca da bagno mi abbia mandato una email dando forfait. Allora, ma era un'altra, mi aveva telefonato che era a bordo di uno yacht, il Brigitte II, che stava salpando da Beaulieu sur mer, per destinazione ignota, ingaggiata da un libanese con un compenso super. Adesso questa mi scrive che è stata assunta in una villa di russi a cap Ferrat, sicuramente amici di Putin. Con quale mansione e con quale compenso lei non dice, ognuno si immagini quello che vuole.

C'è però una bella differenza con allora. Cinque o quattro passere che fossero sull'albero sarebbe cambiata un po' la scena ma rimaneva sempre un bel vedere. Adesso invece è questione essenziale. Una vasca da bagno con la schiuma senza Eva dentro è come il vuoto assoluto. Si riuscirà a trovarne una di Eva entro sabato?

E però quel pezzo di Calvino voglio ripubblicarlo
Di queste storie se ne raccontavano molte, specialmente in casa di certe madame genovesi che tenevano riunioni per uomini abbienti, e così a queste cinque signore deve essere venuta voglia d’andare a far visita al Barone. Difatti si dice di una quercia, che si chiama ancora la Quercia delle Cinque Passere, e noi vecchi sappiamo quello che vuol dire.
Fu un certo Gè, mercante di zibibbo, a raccontarlo, uomo a cui si può dar credito. Era una bella giornata di sole, e questo Gè andava a caccia nel bosco; arriva a quella quercia e cosa vede? Se le era portate tutte cinque sui rami, Cosimo, una qua e una là, e si gustavano il tepore, tutte nude, cogli ombrellini aperti per non farsi scottare dal sole, e il Barone era lì in mezzo, che leggeva versi latini, non riuscii a capire se d’Ovidio o di Lucrezio.

da Il Barone rampante

domenica 17 luglio 2011

Il linguaggio segreto dei fiori

Appena letto il titolo avevo subito pensato a un libro sulle piante. E invece no, è un romanzo, che sto finendo adesso di leggere. Per me che fotografo spesso fiori (qualcuno si è anche lamentato che ultimamente non ne pubblico) è una rivelazione: nel senso che mi ha tolto il velo a certe sensazioni confuse che provo quando sono a contatto intimo della Natura. Che vuol dire stare carponi per carpire (ops) da vicino il suo respiro tutto, e nel particolare i petali, gli steli, le nervature, la rugiada, e bloccare la luce nell'attimo di pausa della brezza. Mi piacerebbe conoscere l'autrice, e se passa da Milano non me la faccio sfuggire. Un'ultima cosa. È una delle pochissime volte che leggo un libro da poco uscito avviato a diventare un bestseller mondiale.

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Victoria ha paura del contatto fisico.
Ha paura delle parole, le sue e quelle degli altri.
Soprattutto, ha paura di amare e lasciarsi amare. C'è solo un posto in cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio e nella pace: è il suo giardino segreto nel parco pubblico di Potrero Hill, a San Francisco.

I fiori, che ha piantato lei stessa in questo angolo sconosciuto della città, sono la sua casa.
Il suo rifugio. La sua voce. È attraverso il loro linguaggio che Victoria comunica le sue emozioni più profonde. La lavanda per la diffidenza, il cardo per la misantropia, la rosa bianca per la solitudine.

Perché Victoria non ha avuto una vita facile. Abbandonata in culla, ha passato l'infanzia saltando da una famiglia adottiva a un'altra.

Fino all'incontro, drammatico e sconvolgente, con Elizabeth, l'unica vera madre che abbia mai avuto, la donna che le ha insegnato il linguaggio segreto dei fiori. E adesso, è proprio grazie a questo magico dono che Victoria ha preso in mano la sua vita: ha diciotto anni ormai, e lavora come fioraia. I suoi fiori sono tra i più richiesti della città, regalano la felicità e curano l'anima. Ma Victoria non ha ancora trovato il fiore in grado di rimarginare la sua ferita.

Perché il suo cuore si porta dietro una colpa segreta. L'unico in grado di estirparla è un ragazzo misterioso che sembra sapere tutto di lei. Solo lui può levare quel peso dal cuore di Victoria, come spine strappate a uno stelo. Solo lui può prendersi cura delle sue radici invisibili. Solo così il cuore più acerbo della rosa bianca può diventare rosso di passione.
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Mi ricordavo di aver vissuto in trentadue case e l'elemento comune a tutte era il rumore: all'esterno autobus, freni, lo sferragliare di un terno merci che passava. All'interno il sovrapporsi dell'audio di televisori diversi, i trilli del forno a microonde e dello scaldabiberon, il campanello della porta, le imprecazioni, lo scatto della serratura. E poi c'erano i rumori degli altri bambini: neonati che piangevano, fratelli che litigavano, strilli sotto la doccia troppo fredda, il piagnucolio della compagna di stanza che aveva avuto un incubo. Ma la casa di Elizabeth era diversa. Silenziosa come il vigneto al crepuscolo. Solo un debole ronzio filtrato dalla finestra aperta. Mi fece venire in mente il crepitare dell'elettricità nei cavi, ma eravamo in campagna e immaginai che la sorgente del suono fosse la natura: Una cascata lontana, forse, o uno sciame di api.
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Passarono i minuti. Suonò il timer del forno, ma Elizabeth non si mosse. Quando finalmente alzai la testa, la cucina era satura del profumo di cioccolato. Elizabeth aveva preparato un soufflé per festeggiare l'arrivo della primavera e l'aroma era dolce e intenso. Mi asciugai gli occhi sulla manica della sua camicetta e mi sedetti dritta allontanando la faccia per guardarla. I nostri occhi si incontrarono e mi accorsi che anche lei aveva pianto. Le ultime lacrime restavano aggrappate al mento per un attimo prima di caderle dal viso.
«Ti voglio bene», disse e io ricominciai a piangere.
Il soufflé si stava bruciando nel forno.



Vanessa Diffenbaugh

Il linguaggio segreto dei fiori

Garzanti

Il linguaggio segreto dei fiori

La foto l'ho scattata qualche minuto fa nel giardino di casa qui a Milano. Come potete vedere dalla luce il cielo è coperto, la temperatura sui 24 gradi. Alla sinistra del libro sullo sfondo quattro piante che ho messo a dimora due mesi fa. Già cariche di frutti. Se matureranno a dovere ne parlerò. Saluto Gian Piero che, avendoli visti questi frutti, mi ha fatto i complimenti, forse anche con po' di invidia perché i suoi non sono (ancora) così.

venerdì 15 luglio 2011

La Lega vuole il crocifisso alla Camera

Secondo i deputati leghisti Fugatti e Negro è necessario appendere il crocifisso anche all'interno della Camera dei deputati perché “sarebbe imperdonabile ignorare da dove deriva la democrazia, ovvero dalla tradizione cristiana”. Di fronte a questo ridicolo tartufismo (condito di ignoranza) devo dire di preferire di gran lunga lo schietto fanatismo dell'ultradestra cattolica, i vari lefevriani e lepantisti che brandiscono la croce come un'arma propria, e della democrazia se ne infischiano. Loro, almeno, si battono apertamente per una società confessionale e papista, non laica e non separata dalla Chiesa, per la quale democrazia e pluralismo sono un insopportabile cedimento alla secolarizzazione e ai suoi vizi.

La Lega, dopo aver giocherellato per anni con un paganesimo da cartoni animati, da un po' di tempo ha scoperto le radici cristiane, che pratica con l'impaccio di un hobby troppo impegnativo. Libera di farlo, e libera, anche, di considerare la laicità dello Stato un insignificante dettaglio. Ma non vengano a raccontarci, i leghisti, queste panzane imparaticce sul nesso (inesistente) tra imposizione del crocifisso e democrazia. Siano coerentemente intolleranti e coerentemente di destra, e diano al loro istinto reazionario una congrua base culturale. Meriterebbero almeno il rispetto che si deve a chi sa quello che è e quello che vuole.

Michele Serra
L'amaca di oggi


giovedì 14 luglio 2011

Help



Gli amici che mi conoscono di persona (e ormai sono un drappello che seguono il blog) e quelli che mi leggono da molto tempo si ricorderanno di certo cosa combinammo il 5 agosto del 2007 e il 24 agosto 2008. Se volete vedere i numerosi post che vi ho dedicato potete prendere dall'archivio i rispettivi mesi dei rispettivi anni. Detto senza esagerazione furono due performance indimenticabili, e i giornali locali vi dedicarono intere pagine.

La prossima settimana si replica anzi si triplica. Con lo scenario per così dire ribaltato. Nelle manifestazioni precedenti l'input era sempre venuto da Nico Orengo e noi poi vi avevamo aggiunto il nostro entusiasmo e quel pizzico di follia che ci ha sempre contraddistinto. Ma Nico non c'è più. E però prima di andarsene ha fatto il grande dono di dedicare al mio paese l'ultimo suo romanzo "Islabonita".

Così sabato 23 a Isolabona (IM) gli verrà intitolata una piazza e (quasi) tutti noi che eravamo presenti negli anni passati saremo lì a rappresentare i vari personaggi del libro e anche qualcosa di più, parecchio di più, per dissacrare con gentilezza l'ufficialità. Lui di sicuro avrebbe voluto così.

In queste situazioni ognuno ha più compiti. Io li ho assolti tutti meno uno. Incaricato tra le altre cose di trovare una schiuma di lunga durata, almeno quaranta minuti in una vasca da bagno, non sono ancora riuscito a trovarla. Potete bene immaginare che in questa vasca non ci saranno paperelle ma...

Qualcuno mi potrebbe dare qualche indicazione utile?

mercoledì 13 luglio 2011

I valori

https://photos.google.com/photo/AF1QipOhYREbbawSuispffl0kA5VGEpblTSaV2q1nr4Z?hl=it
Milano, via Torino. Scattata sabato scorso
[Prima di cliccare sulla foto leggete le righe che seguono. Una volta cliccato non dite quello che avete visto altrimenti il gioco finisce, ma dite se lo avevate pensato o no]

E non ci sono più valori, e volete mettere i valori di una volta, e bisogna riscoprire i valori, e poveri questi ragazzi che crescono senza valori. È un continuo rosario, doloroso.

Sì che ci sono i valori, ci sono sì, eccoli lì. Anche se il valore dei valori in questi giorni di tempeste dei mercati sembra un po' ballerino. E chissà come andrà a finire.

martedì 12 luglio 2011

Formigoni usurpa gli arancioni



Le ideologie sono finite (dicono) ma i colori resistono. I rossi tali sono rimasti, anche i verdi, anche i bianchi (sopravvissuti indefessi alla morte della loro balena, bianca appunto), anche gli azzurri (per quel poco di tempo che rimane loro), anche i neri, maledetti. Ultimamente si sono affacciati sulla scena qui a Milano, e pure a Napoli, gli arancioni che poi sono usciti vincenti.

Se fossero usciti perdenti voi pensate forse che quel bellimbusto di Formigoni ieri alla conferenza euro araba avrebbe sfoggiato una mise del genere? E non venitemi a dire che è un caso perché lui è attorniato da uno staff che gli cura l'aspetto e gli sceglie i vestiti da mettersi, calze e mutande comprese.

lunedì 11 luglio 2011

Saldi a Milano



Quello che di nuovo, bello o brutto che sia, succede in questa città state pur certi che poi si diffonderà anche nelle altre, grandi o piccole del Bel Paese, perché Milano è trendy. Cosa significhi di preciso non lo so ma è trendy.

Guardate per esempio le foto che ho scattato in questi giorni di canicola tropicale. Siamo ai sottintesi ma potrei anche dire ai sotterfugi. Macché prezzi ribassati del venti del cinquanta del settanta per cento. Si è arrivati all'ideogramma generico "percento", ad indicare che in quel negozio si praticano i saldi di fine stagione. Che poi i prezzi, rispetto a prima, siano ribassati, uguali o anche aumentati è un dettaglio marginale, e del resto l'ideogramma vi ha avvisato. L'importante è dare la sensazione al cliente che i prodotti siano in saldo, così lui compra ed è felice.

E allora, en passant, anche voi fate parte di queste felici truppe d'assalto?



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sabato 9 luglio 2011

Il lusso

Milano, via Padova

È molto probabile che abbiate letto o sentito lo slogan "Il lusso è un diritto". Testimonial di tale giuliva affermazione è un noto attore francese, accasato con una nota attrice italiana, che passa come una faccia da schiaffi, una canaglia insomma.

Nel ruolo giusto dunque per attirare clienti anche loro facce da schiaffi e canaglie ancora peggiori.

Adesso mettetemi in croce dandomi del moralista e, ancora peggio, del tonto che non capisce l'ironia provocatoria.

Ironia? Volete per caso togliere questo sacrosanto diritto alla signora dell'alta borghesia milanese che ogni settimana con un jet privato (per la precisione un Falcon 100) manda dal coiffeur a Parigi i due amatissimi barboncini?


Milano, metrò Cairoli

Grazie Marco per l'input.

giovedì 7 luglio 2011

Blog senza scopo di lucro

google adsense


Come tutti sapete ieri l'AgCom ha approvato il nuovo regolamento sui diritti d'autore, correggendo il tiro rispetto alle norme che aveva prospettato e lasciando parecchia materia in sospeso perché sta navigando a vista, essendo questi "esperti" completamente ignoranti sulla questione. Potete vedere QUI.

Sottolineo solo un particolare: sono esclusi da tutta la procedura del bavaglio i siti senza scopo di lucro.

E allora adesso pongo a voi una domanda che da tempo ho posto a me. Per quale recondito fine alcuni blogger, che a occhio avranno qualche centinaio di visite al giorno quando va bene, hanno inserito quegli antiestetici moduli di AdSense di Google da dove ricavano una manciata di cent al mese?

Sappiano questi blogger che il loro sito-blog è qualificato come commerciale e di conseguenza può subire le bastonate dell'AgCom.

Soprattutto da loro sarei curioso di sapere il parere.

mercoledì 6 luglio 2011

Ma come è possibile?

Dopo tutti questi anni, riesce ancora a sbalordirci. Dovremmo essere abituati all'imbroglio, alla prepotenza, al colpo di mano, alla mossa fraudolenta. Eppure lunedì sera, quando si è diffusa la notizia dell'incredibile tentativo di scippo della sentenza Mondadori, mi hanno telefonato amici stravolti dall'ira, increduli, agghiacciati. «Non è possibile! - sibilavano – non posso crederci!» e ho pensato che “non è possibile” è davvero la frase simbolo di questi ultimi, pazzeschi venti anni. Fin dal principio, dalla discesa in campo, da quegli incredibili video ceronati, fasulli, che parevano sortire da una meta-realtà. “Non è possibile”.

Invece è stato possibile tutto e anche di più, le leggi ad personam, la presa della Rai ficcandoci uomini Mediaset (elementare, impudente ma efficace), gli interessi privati di un uomo che mettono in mora gli interessi di un Paese intero, le buffonerie nei summit internazionali, le menzogne a raffica, il servilismo disgustoso dei suoi sodali e dei suoi comperati. Possibile tutto, fino a questo capolavoro dell'assurdo, un imbroglio di due righe ficcato dentro una finanziaria, i classici cavoli a merenda, e tutti a chiedersi "Ma come gli è potuto venire in mente? È disperato? È matto? È farabutto? E se è le tre cose messe insieme in che percentuale? E noi, come è possibile che siamo ancora qui a domandarci: ma come è possibile?".

Michele Serra

L'amaca di oggi


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domenica 3 luglio 2011

Io non voglio essere cancellato



Mercoledì 6 luglio l'AgCom voterà una delibera con cui si arrogherà il potere di oscurare siti internet stranieri e di rimuovere contenuti da quelli italiani, in modo arbitrario e senza la sentenza di alcun giudice. È una decisione gravissima, forse anche ingenerata dall'importanza che internet, e nello specifico social network e blog, ha avuto nelle recenti tornate elettorali. È una decisione di uno Stato dittatoriale e che ricorda la censura in situazioni di guerra.

Il tam tam sulla Rete sta aumentando di ritmo e di intensità e adesso anch'io mi unisco alla protesta per questa porcata.

Qualcosa si può fare, e riporto i suggerimenti di metilparaben

  • se sei un blogger scrivi un post, usando il logo che vedi qua sopra e riportando tutti i link, e diffondilo più che puoi tra quelli che conosci;
  • vai alla pagina di Agorà Digitale in cui sono raccolti tutti i link, le iniziative e le proposte dei cittadini;
  • firma e diffondi la petizione sul sito di Avaaz;
  • partecipa e invita tutti i tuoi amici a "La notte della rete": 4 ore no-stop in cui si alterneranno cittadini e associazioni in difesa del web, politici, giornalisti, cantanti, esperti.


Aggiungo un'altra azione suggerita da Attivissimo che mi sembra davvero interessante
Sommergere l'Agcom di segnalazioni di presunte violazioni. Noi siamo in tanti; loro sono in pochi. Basta qualche decina di migliaia di segnalazioni per mandare in tilt il sistema e ricordare a questi asini digitali che stanno cercando di vietare al vento di soffiare e stanno ragionando ancora in termini di piombo in tipografia anziché di bit nella Rete.

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Pubblico per intero l'articolo di Guido Scorza apparso su Wired

Negli ultimi giorni il dibattito sull’ormai imminente varo da parte dell’AgCom della nuova disciplina sul diritto d’autore si è fatto incandescente ed ha assunto toni forti che – sebbene indispensabili a far comprendere all’opinione pubblica quanto grave sia la situazione – talvolta rischiano di far sfumare la possibilità di un confronto franco, leale e ragionato con gli uffici del presidente Corrado Calabrò.

In tale contesto – e proprio al fine di non rinunciare, fino all’ultimo, al dialogo con l’Autorità – sembra opportuno rivolgere al Presidente Calabrò dieci domande per verificare se l’AgCom abbia chiari gli effetti, le conseguenze e gli scenari futuri che il varo della nuova disciplina rischia di aprire.

Educazione, apertura al confronto e dovere istituzionale vorrebbero che l’AgCom rispondesse a queste domande e che se la risposta a una o più fosse negativa, l’Autorità si astenesse dal procedere nella direzione sin qui delineata, prendendo atto di non conoscere ancora a sufficienza la materia o, piuttosto, di aver, sin qui, sottovalutato le conseguenze dell’adozione della soluzione propostale dall’industria dei contenuti.

Ecco le domande:

1. Quanti procedimenti di rimozione di contenuti, in forza della nuova disciplina, l’Autorità pensa di trovarsi a gestire mensilmente?

2. In termini economici, quale è il costo che l’Autorità ha stimato per l’implementazione della nuova procedura e la sua gestione, incluso il costo per l’adeguamento dei sistemi che dovrà essere sostenuto dagli Internet service provider?

3. In termini economici di quanto l’Autorità ritiene che la nuova procedura sia idonea ad abbattere il danno da pirateria nel nostro Paese?

4. L’Autorità ritiene compatibile con il diritto alla difesa e quello a un giusto processo, un procedimento nell’ambito del quale, in meno di una settimana, si giudica della legittimità della pubblicazione di un contenuto, senza alcun coinvolgimento del soggetto che tale contenuto ha prodotto e pubblicato?

5. L’Autorità ritiene compatibile la disciplina che sta per varare ed il procedimento che attraverso essa si vorrebbe istituire con gli accordi TRIPS i quali, tra l’altro, stabiliscono che ogni eventuale procedimento d’urgenza (o cautelare) debba esser seguito a strettissimo giro da un giudizio di merito e che, il soggetto asseritamente autore della violazione in caso di "errore giudiziario" abbia diritto ad un indennizzo?

6. Quali sono, secondo l’Autorità, le ragioni per le quali un titolare di diritti d’autore dovrebbe adirla attraverso lo speciale procedimento in via di adozione piuttosto che ricorrere all’Autorità giudiziaria ordinaria?

7. L’Autorità ha, sin qui, raccolto la posizione e il parere, sul nuovo schema di delibera, della Guardia di Finanza, della Polizia e dei Giudici delle sezioni specializzate di proprietà intellettuale ovvero dei soggetti che, sin qui, hanno svolto il ruolo che essa ora intende attribuirsi?

8. L’Autorità ritiene di disporre di poteri regolamentari in materia di diritto d’autore diversi da quello a essa attribuito dal c.d. Decreto Romani e, dunque, oggi, dal testo unico sui fornitori di servizi media audiovisivi?

9. L’Autorità riterrà realizzati in violazione del diritto d’autore e disporrà, dunque, la rimozione di contenuti che siano il risultato di tecniche di creazione artistica digitale quali remix, mashup o, piuttosto, che incorporino porzioni di video tratte da trasmissioni televisive per finalità di cronaca, critica o satira politica?

10. L’Autorità ha affrontato il problema della conflittualità destinata a prodursi tra soggetti destinatari degli ordini dell’Autorità medesima [n.d.r. intermediari della comunicazione] e gli utenti, destinati a vedersi rimuovere un contenuto dall’intermediario senza alcuna possibilità di difesa?

Non resta che attendere le risposte e valutare su quelle le conoscenze della materia da parte dell’Autorità e la circostanza che quest’ultima abbia effettivamente dedicato al tema la dovuta attenzione.

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Per finire e stemperare un po' il clima di assedio ecco questa frase letta non so più dove: Chi vuole imbavagliare la rete è come se volesse mangiare gli spaghetti col cucchiaio.


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sabato 2 luglio 2011

Ernest Hemingway a cinquant'anni dalla morte

Ernest Hemingway


Il 2 luglio del 1961, mezzo secolo fa giusto giusto, Ernest Hemingway decise di morire come aveva vissuto, con un eccesso.

Quando cominciai a leggerlo se n'era già andato da un pezzo, ma quella maniera in cui se ne andò mi rimase perché ne discutemmo a lungo con quegli amici di letture giovanili. Poi vennero anche Steinbeck che ci aprì gli occhi sulla profonda America e Kerouac che ci istigò a metterci in cammino. Qualcuno in vespino (due vespini) partì per il Marocco, qualcun altro, via terra, raggiunse Kathmandu e ritornò a raccontare meraviglie (anche quelle dell'hotel Eden e della stanza numero 29). Di altri ancora si persero le tracce, svaporati nei fumi di incenso e d'altro. Fu l'epopea nomade di una generazione visionaria.

Certi libri ti segnano perché quando li leggi sei ancora vergine, e forse è meglio che una volta adulto non ti venga la tentazione di riprenderli: potrebbero deluderti. Ma non vale per tutti. Alcuni, a una rilettura, ti possono disvelare gemme di cui non ti eri accorto. E forse allora non c'erano proprio queste gemme perché la letteratura è un mistero da scoprire ogni volta nel suo continuo divenire.

Sono sincero. Di Hemingway, da quei tempi là, non ho più letto niente.