Nell'alta valla Arroscia, in un luogo di ombrosi faggi, si trova questo santuario di Nostra Signora del Sepolcro o della Natività di Maria Santissima.
Eretto nel XV secolo in stile romanico e situato a circa due chilometri dal centro abitato di Rezzo è considerato uno dei monumenti architettonici religiosi più importanti della zona. Al suo interno sono presenti affreschi del pittore Pietro Guido da Ranzo, databili al 1515, con raffigurazioni inerenti a scene di vita di Gesù. In una nicchia è presente una statua marmorea della Madonna con il Bambino del XVII secolo, opera dello scultore Filippo Parodi allievo del celebre Gian Lorenzo Bernini.
Le riproduzioni che vedete sono particolari del grande dipinto dell'inferno di un pittore sconosciuto delle Alpi Marittime che forse aveva mangiato questa insalata. Non credo siano mai state pubblicate.
Le riprese fotografiche non sono a regola d'arte. La colpa non è mia ma delle condizioni di luce (fotografo a luce ambiente) che erano al massimo scompenso di luminosità. Ci ritornerò, magari di notte e quando saranno sostituiti i faretti bruciati.
Se qualcuno pensa di prendere queste foto lo pregherei di rispettare le regole che sono scritte nella colonna di destra.
Domani pubblico particolari del ciclo di Guido da Ranzo.
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Effettivamente sono strani questi affreschi, ma io parlo da neofita eh.. Non ci capisco nulla di pittura o_O
RispondiEliminaSembra uno Hyeronimous Bosch in versione Alpi marittime... Come Troisi è stato un po' il Woody Allen partenopeo (ma, ahinoi, Veltroni non è stato l'Obama italiano, e neppure lo è Franceschini).
RispondiEliminaBosch, scherzi a parte, è stato davvero un grande, precorrendo il surrealismo pittorico di secoli...
Lo sponsor deveva essere molto soddisfatto.Non devono essere ststi pochi coloro che, dopo averli osservati,non abbiano lasciato una consistente offerta per evitare di finire allo spiedo o impalati o anche peggio.
RispondiEliminaLo sponsor doveva essere assai soddisfatto.Non dovevano esser molti i fedeli che.dopo averli osservati,uscivano senza lasciare un lauto obolo per evitare lo spiedo l'impalamento o qualcosa di peggio.
RispondiEliminaaffreschi inquietanti.....come l'inferno!
RispondiEliminaCaro Alberto,
RispondiEliminahai ragione: nessuno aveva mai riprodotto in modo così efficace i dipinti di Rezzo. In verità ne avevano parlato Giacobbe e Calzamiglia, però non di quelli da te fotografati e presentati nel blog. Un mio amico, il dott. Manfredini, ne scriverà presto. Anzi gli dirò di guardare il tuo blog.
Quando ci siamo andati noi (ai primi di luglio) la visita è stata "disturbata" da un andirivieni di camion e betoniere. Quando sei andato tu probabilmente erano in ferie...Mi hanno detto che costruiranno una malga proprio a ridosso del santuario. Non mi sembra proprio una buona idea.
A parte ciò, i dipinti sono terrificanti nella loro ingenuità e semplicità.
Ti ringrazio per averli fotografati e per averceli proposti.
A Botanicus: accontentiamoci di Franceschini.Almeno è sincero. Non spariamogli sempre addosso.
RispondiEliminaHai ritratto benissimo queste splendide opere.
RispondiEliminaGrazie!
Anch'io come Du non posso dire di essere un "esperto" ma indubbiamente trattaso di affreschi molto particolari nel loro genere e stile.
RispondiEliminaAttendiamo la prossima puntata ;-)
Meravigliosi, davvero.
RispondiEliminaMi ricordano un po' quelli del camposanto di Pisa, ma li ho visti troppi anni fa.
Sono sulla parete di fondo? quella opposta all' altare?
grazie
@sandro oddo La malga in questione è impresa di Barbara la pastora di capre. Anche noi ci siamo premurati di chiedere cosa stessa combinando e ci ha detto che il fabbricato rispetterà l'estetica del Santuario. In effetti l'impatto è notevole, anch'io ho osservato più volte le proporzioni; confido solo nel fatto che la maniera brillante in cui svolge quel lavoro e la necessità che ormai incalza di organizzarsi al meglio possano ridurre al minimo l'effetto "cementificazione".
RispondiEliminaLe foto rendono ancora meglio della vista dal vivo: abbiamo capito che l'affresco vuole rappresentare l'inferno, ma è inevitabile pensare che la mente del pittore fosse davvero sconvolta!
Immagini semplici ed inquietanti. Sono curiosa di leggere il seguito :)
RispondiEliminaMassimo
RispondiEliminaNo, sono sulla parete di destra.
Si tratta in tutto e per tutto di una copia conforme degli affrechi di Notre Dame Des Fontaines (La Brigue, Alpi Marittime, Francia) di Canavesio (1492), sebbene lo stile risulti qui molto meno raffinato e dettagliato.
RispondiEliminaQuesto Pietro Guido per caso era allievo di Canavesio?
Guarda che le immagini di questo post sono di un pittore sconosciuto.
RispondiEliminaQuelle di Pietro Guido da Ranzo sono nel post successivo. Molto probabilmente conosceva gli affreschi del Canavesio.
Ok, grazie per la precisazione, in effetti avevo letto principalmente il testo dell'altro post e visto le immagini di questo.
RispondiEliminaComunque anche la ruota dentata che flagella i dannati c'è identica a Briga, facciata ovest, in basso a destra.
Sono stato a Rezzo ieri, di ritorno da un finesettimana a Dolcedo. E' veramente un posto fuori dal mondo, ma gli affreschi del santuario sono stupendi e valgono il viaggio. Peccato per il settaggio "ligure" (scherzo, non si offendano i liguri) del timer dell'illuminazione: dura una decina di secondi e ci vuole uno che a turno stia sotto il sensore di prossimità per permettere agli altri di vedere. Se può servire a qualcun'altro il santuario è sempre aperto grazie alla Sig. Barbara che produce degli ottimi formaggi di capra proprio nel locale dietro l'abside (mitica è la ricotta che abbiamo potuto assaggiare appena fatta). Nel caso il portone principale (provare anche quello laterale) sia chiuso, basta chiedere a lei o alla sua gentilissima aiutante.
RispondiEliminaCiao e grazie per aver segnalato questo gioiellino di cui non conoscevo l'esistenza
ciao a tutti, io ho preso parte al restauro dell'intero ciclo affrescato, concordo con la meraviglia che suscita.E' stato altrettanto meraviglioso restituire leggibilità a parti che sembravano perdute ed infine constatare le ottime condizioni in cui sono pervenuti fino ad oggi. se vi interessa ho le foto di molti dettagli prima e dopo
RispondiEliminaCiao Cristina, grazie di essere intervenuta. Se vuoi mandami una mail. L'indirizzo lo trovi nel profilo. A presto.
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