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venerdì 22 gennaio 2010

I disoccupati fanno paura, e perciò non ne parlano

Cronaca Qui
Questa foto l'ho scattata ieri. Se la crisi fosse «ormai superata» come ha sostenuto il signor B in netto contrasto con quanto affermato invece da Bankitalia, e per questo accusata di disfattismo, si vedrebbero ancora simili pubblicità?

Lo spettacolo è il capitale a un tal grado d’accumulazione da divenire immagine.
Guy Debord

Nella società dello spettacolo una realtà esiste se viene rappresentata. In caso contrario, rimanendo invisibile ai più, confinata nel limbo del mondo indistinto e incompiuto, non è mai esistita. E perciò chi è in cima alla scala del potere si preoccupa molto di cosa viene mandato in scena, e dà ordini precisi ai registi del grande inganno che eseguono sempre più proni.

Purtroppo, purtroppo per loro, ogni tanto la realtà-reale è cosi forte che non la si può negare, e così le rappresentazioni degli operai sui tetti vanno in onda, scintille fugaci di storie di cui non sapremo però la fine.

A chi parla di libertà di stampa in questo Paese bisognerebbe sbattergli sotto il naso questi dati che seguono.

Se si prendono in considerazione i telegiornali di prima serata delle reti Rai e Mediaset (rapporto dell'Osservatorio di Pavia per Unipolis, dicembre 2009), alla disoccupazione e alle difficoltà economiche delle famiglie, nel periodo fra il 18 ottobre e il 7 novembre 2009, viene dedicato il 7% delle notizie "ansiogene". Quelle, cioè, che raccontano fatti e contesti critici. L'anno prima, nello stesso periodo, lo spazio delle notizie riferite ai problemi economici e dell'occupazione sui telegiornali delle reti pubbliche e private era oltre 4 volte superiore: 27%. Due anni prima, nell'autunno 2007, intorno al 16%.

Per cui la disoccupazione c'è, si sente e fa paura. Ma non si deve dire troppo forte. E comunque non si vede. Una analisi condotta dall'Osservatorio di Pavia (per Unipolis) in alcune settimane del 2008-9 sui telegiornali delle reti pubbliche di alcuni paesi europei, sottolinea come il numero delle notizie dedicato dal Tg1 al problema della disoccupazione sia circa un terzo rispetto ad Ard (Germania), un quarto rispetto alla Bbc (Gran Bretagna), un quarto a Tve (Spagna) e, infine, sei volte meno rispetto a France 2.

Inutile rammentare il diverso trattamento riservato alla criminalità comune. Di gran lunga l'argomento "ansiogeno" più trattato dalla tivù italiana. In misura nettamente più ampia rispetto al resto d'Europa.

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15 commenti:

  1. Viene in mente un'osservazione fatta da un critico strutturalista (quando lo strutturalismo andava di moda) su un'episodio di Cent'anni di Solitudine, quello della compagnia nordamericana che sfruttava le banane e che a un certo punto è "sparita" al punto da non esistere più (non c'erano carte, documenti, testimonianze, strutture; i suoi dirigenti, interrogati in tribunale, esibivano uno spagnolo impeccabile e dicevano di essere colombiani...). Il critico osservò che, in quell'ottica, cio che non ha "esistenza segnica" (ossia non è citato in nessun documento o testo o immagine riprodotta) non esiste. Per fortuna, nonostante le negazioni, questo non è successo con l'Olocausto, ampiamente documentato. Ma questo è quanto avveniva nel Ventennio fascista con l'eliminazione della cronaca nera dai giornali: non si aveva notizia di delitti, perciò, nella disciplinata Italia fascista, delitti non ce n'erano. La realtà, però, era diversa...

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  2. concordo con c.e.g- forse è proprio questo il prezzo che ancora paghiamo, quello di nasconderci dietro le facciate ogni volta aggiornate dai potenti di turno. non si parla del dramma dei senza lavoro perchè lo stereotipo è quello che ci si arrangia, comunque sia. i problemi sociali devastanti vengono messi nel calderone mediatico, il grande frullatore, che oggi è subentrato al silenzio del ventennio. vi è forse anche una ragione antropologica, lo strutturarsi nei secoli di influenze culturali diverse.. certo che il problema non lo si può neanche affrontare con i termini con cui si è affrontato esempio con il contratto unico, che fu una vera rivoluzione cilturale nel mondo del lavoro negli anni 70, oggi mancano strumenti culturali appropriati al tempo nostro, una progettualità che non si coglie ne nel mondo sindacale che in quello politico.Fellini diceva della sua giovinezza -è andata bene che non siamo diventati tutti degli imbecilli- la cosa mi pare si ripresenti no?
    Baruffa

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  3. Da quando in qua un politico ti verra a dire che le cose stanno andando male e stiamo affogando in un mare di m....?
    Piuttosto diventano i piu bugiardi del pianeta e ti servono una bella torta farcita di tantissime cose buone che pero non sono nutrienti, che farti vedere la loro incapacità alla situazione del momento. Negare sempre e rincretinire il popolo con gossip e cazzate varie. Questa e la regola numero uno per fronteggiare i veri problemi che scottano in Italia.
    Che schifo!
    Buona vita, Viviana

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  4. Tutto normale Albert, in un regime solo dati falsati o rimossi, in un regime solo propaganda...tutto normale. Vi stupite?

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  5. il regime comanda nel silenzio e nel silenzio vuole continuare a stare, quindi crisi, disoccupazione, precariato sono tutte cose che non devono esistere

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  6. Infatti il nostro parlamento è in tutt'altro affare indaffarato...
    :-(

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  7. Negare l'evidenza, sempre e a prescindere. A dispetto del resto. Convincersi di affermare il vero e finire per crederci.
    Mio fratello avrebbe qualche cosa da dirgli...

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  8. @c.e.g.
    In tema anche "Storia di Garabombo l'invisibile" di Manuel Scorza. Non so se l'hai letto.

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  9. Anche i magistrati fanno paura e perciò ne parlano troppo anche se una parte di loro non merita tanto. Avvocati e Magistrati sono una categoria che non stimo molto.

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  10. come al solito, non bisogna disturbare il manovratore O_o

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  11. Una realtà comune la possiamo vedere tutti i giorni noi stessi. Supermercati quasi vuoti. Se la gente non fa più la spesa il problema c'è. ristoranti quasi vuoi. Pizzerie quasi vuote. E questo dalle mie parti. Eppure, l'assordante dire che va tutto bene è un becero fare. E' più importante salvaguardare il presidente, parlare bene di craxi, cercare di far capire che fare "Ministro-Sindaco-Docente Universitario" è un bene se ci si chiama Brunetta.

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  12. @Le Favà: a dire il vero, se parliamo di esercizi commerciali, gli unici che vedo sempre pieni sono proprio supermercati, bar, ristoranti, pizzerie...

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  13. Ma dai, su, non siamo disfattisti, la crisi non c'è più - ammesso che ci sia mai stata.
    E' solo che non sappiamo adeguarci alla realtà, noi. Non so se ricordi il Sig. B quando aveva, ad esempio, incitato la popolazione a lavorare in nero pur di lavorare. E' passato qualche annetto, ok, ma l'aveva fatto e ho le prove.
    Siamo noi che ancora ci ostiniamo a volere un posto di lavoro in regola; ci ostiniamo a chiedere il versamento dei contributi, la copertura sanitaria ed altre bazzecole come tutela sul lavoro...
    Siamo noi che non ci sappiamo evolvere. Io, ad esempio, dovrei essere felice di essere ancora precaria dopo 5 anni nello stesso posto. In fondo, mi pagano pure!

    Non so se si percepisce dallo scritto, ma sono un filino polemica ed il tono è innegabilmente sarcastico!

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  14. O.T. Scusa ma ho visto solo adesso la tua richiesta circa il mio blog. La vicenda di Bobo la trovi qui e, nel caso non funzioni il link, il mio blog è http://www.nonsolobotte.blogspot.com
    Grazie mille e buona serata!

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  15. @ Alberto

    Scorza lo lessi tutto, negli ormai remoti anni Settanta...
    Sì, mi ricordo la Cerro de Pasco Corporation...

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