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domenica 10 gennaio 2010

Milano, no alla via dedicata a Craxi

Milano - Striscione contro la via dedicata a Craxi - Di Pietro
Antonio di Pietro

Milano - Manifestazione contro la via dedicata a Craxi
Milano - Cartello contro la via dedicata a Craxi

Il 19 di questo mese saranno passati 10 anni dalla morte di Craxi latitante ad Hammamet, latitante, non in esilio come qualcuno continua a ripetere.

Tempi troppo corti per un pacato giudizio storico, ma lunghissimi per la politica scalpitante. E così, subito dopo aver preso la tessera del Pdl, Letizia Moratti, sindaco di Milano, ha pensato di far cosa gradita al suo capo con questa sparata. Dedicare una via a Bettino Craxi.

Chi come me ha vissuto gli anni Ottanta in questa città, nella cosiddetta Milano da bere, sa bene cosa erano diventati i socialisti in quei tempi, quando a piazza Duomo 19, ufficio di Craxi, passavano di mano pacchi, pacchetti e pacchettini di banconote, frutti di ruberie continuate alla Stato italiano, tanto che ne stiamo pagando ancora adesso le conseguenze col debito pubblico che ci strozza.

Questo nelle stanze dell'allora capo del governo, mentre sul territorio sciamavano questi socialisti, portaborse dei portaborse, famelici e arroganti, che arrivavano a chiederti anche le cinquantamilalire così, senza peli sulla lingua e giri di parole. E' successo a me parecchie volte.

Chi può escludere che questi tempi disgraziati non siano figli, almeno in buona parte, di quell'individualismo sfrenato che andava di pari passo con un protagonismo becero e maleducato che avevano trasformato un partito vicino ai deboli dal glorioso passato in una banda di malfattori, prepotenti perché impuniti, fino ad allora?

Ieri, organizzata da Qui Milano libera sotto una pioggia inclemente, boicottata dai mezzi di comunicazione che non ne hanno parlato, si è svolta una manifestazione molto frequentata per dire no a via Craxi.

Non è semplicemente dire no alla dedica di una via, è dire no al revisionismo storico che sta in maniera spudorata prendendo piede, prima ancora che la storia sia scritta.

Ringrazio i due cameraman (un uomo e una donna) che mi erano a fianco e che a turno mi hanno tenuto l'ombrello, quello ormai mitico, sulla testa mentre scattavo le foto.

Beppe Grillo - No via Craxi
Beppe Grillo

Milano - Cartello contro la via dedicata a Craxi
Moni Ovadia
Moni Ovadia

26 commenti:

  1. Effettivamente dedicare una via ad un politico corrotto è proprio scandaloso. E mi da ancora più fastidio che a protestare siano solo "politici" quali Di Pietro e Grillo (per i quali non nutro grande stima) e praticamente nessun altro :-(
    Ma siamo così mal ridotti?

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  2. Condivido in toto quel che dici. Ricordo benissimo - purtroppo - gli sventurati anni Ottanta: non solo non mi sento di escludere, ma mi sento anzi di confermare che l'andazzo attuale (del quale Berlusconi non è la causa ma l'effetto) ha non poche radici in quell'epoca e sistema.
    Quel che è stato il craxismo lo si trova descritto negli ultimi capitoli di un libro che Antonio Giolitti (che è ancora vivo alla bella età di 95 anni, in quel di Milano) scrisse nel 1992: "Lettere a Marta", ed. Il Mulino. Nei giorni dell'uscita del libro rilasciò anche un'intervista a Repubblica dove raccontava le stesse cose.
    Lo racomando caldamente, proprio come antidoto alla perdita di memoria, in questi tempi dalla morale facilmente smacchiabile. Soprattutto per la figura etica e umana di Giolitti (anche Francesco Biamonti faceva capo alla sua componente) che non lo rende riconducibile ai polemisti a tutti i costi ma conferisce alla sua ricostruzione un'indubbia oggettività.

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  3. Grillo o Di Pietro non rappresentano di certo il nuovo in questo paese, Craxi rappresentò quell'Italia incapace di uscire dal rigido partitismo dentro al quale ci si spartiva consociativamente poltrone ed incarichi, si avvalse del suo ruolo (PSI era oltre il 14%) per costruirsi una falsa Bad Godesberg italiana. oggi, dove la politica è rappresentata dal gotha dell'ignoranza italiana ripensare a quel tempo solo ed eclusivamente sotto l'aspetto della corruzione è riduttivo, in quegli anni si faceva anche Politica, quella che oggi rasenta i muri della demenzialità.
    via Craxi non è il problema, ma quella intolleranza da ultimi della classe, si quella mi spaventa..
    Baruffa

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  4. Grazie per questo post Alberto, stai facendo dell'ottimo e vero giornalismo. Inutile dire che sono con voi e contro una titolazione a Craxi. Stupendi gli striscioni!

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  5. E gh'amanca ancura che i ghe dediche ina via.

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  6. Mha, da non credere che si arrivi a tanto.

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  7. un no enorme al revisionismo storico!

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  8. Qualcuno ha visto la trasmissione in: in mezz'ora di domenica scorsa?

    La Annunziata intervistava la figlia di Craxi, se avessi passato la carta vetro sulla pelle, non avrei provato quel bruciore, sono cresciuta nelle sezioni Lombardiane del PSI, ancora oggi ripeto che lo resusciterei per avere la possibilità di girargli le dita attorno al collo.
    Una via? non basta quella per l'inferno?

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  9. "Betti No!"

    @c.e.g.
    "Lettere a Marta" è stato scritto in gran parte a Cavour, paese in cui vivo. Giolitti abita a Roma e, in questi ultimi tempi, non gode di ottima salute. Com'è tutto vero ciò che dici...

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  10. @ Tina e Silla.

    Il Circolo Rosselli di Milano ha ripubblicato quella vecchia intervista qui:

    http://circolorossellimilano.blogspot.com/2010/01/antonio-giolitti-vi-racconto-cose-il.html

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  11. Ma forse si dovrebbe fare, invece: applicare quella bella targa della foto nel tuo post, così la gente avrebbe sotto gli occhi chi era veramente Craxi...

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  12. preferisco non pronunciarmi su questo argomento (la mia sarebbe la solita unica voce fuori dal coro), dico però solo che è sempre meglio una via a craxi piuttosto che piazza o via rosa berlusconi a roma!!
    poi trovo assurdo che si facciano paragoni tra craxi e berlusconi, tra chi comunque la politica l'aveva nel sangue e chi invece nel sangue ormai ha solo stupefacenti afrodisiaci e anestesie per interventi di chirurgia estetica.
    concludendo: si ha fatto un bel po' di casini anche lui, ma se gli italiani si muovessero insieme per evitare quanto sta succedendo a rosarno, cose che tutti sapevano da tempo ma.. niente, qualcosa sarebbe già migliorata dagli anni '90, invece.. tutti in piazza per una strada..

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  13. riscrivere il passato mi sembra un ottimo modo per pregiudicarsi il futuro. Ma un accomodamento bisogna pur trovarlo. Proponiamo a Donna Letizia: sì alla targa, ma con la dicitura "numismatico" ;)

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  14. @ Blindsight.

    É vero che non ha senso confrontare Craxi con Berlusconi, perché sono persone diverse: al primo interessava il potere per il potere (e i relativi vantaggi), al secondo interessa il potere per tutelare i suoi interessi imprenditoriali. Non si può però negare che Berlusconi è quel che è anche grazie a Craxi e alle leggi "ad personam" per le sue televisioni, con Giuliano Amato, allora "consigliere del Principe", che trovò l'escamotage di trasformare una concessione "provvisoria" per trasmettere in una concessione "transitoria" (che pertanto non doveva essere periodicamente rinnovata...).
    Ricordo benissimo la "notte di Sigonella" in cui Craxi disse di no agli americani, in un'impennata di orgoglio nazionale. Ma ricordo anche la "disinvoltura" con cui venivano gestite le alleanze in cambio di "poltrone redditizie", il clientelismo di bassissima lega, le ostentazioni, il servilismo... Voglio riportare alcune frasi di Antonio Giolitti, che risalgono al 1992:

    Ricordo Nerio Nesi che mi ripeteva spesso: "questo Craxi è un dittatore". E anche gli altri si lamentavano: "Bettino è un pericolo pubblico. E' un nuovo duce". E io a rispondere: no, non è così. Calmatevi. A quattr' occhi, riferivo a lui queste preoccupazioni, sollecitandolo a tenere aperto il confronto interno. Ma la sua risposta era disarmante: questo è un partito... di merda, può dare solo grane, non c'è da fidarsi. Si riteneva l'unico portatore di verità. Era molto ambizioso e molto presuntuoso". "Giuliano Amato s' era scelto il ruolo di consigliere del Principe. Quando io segnalavo il pericolo dell' autoritarismo craxiano, mi rispondevano: sì, ma è una forza per il partito. E' un vero leader. Dobbiamo puntare su di lui. Vedessi quando parla alla Camera: stanno tutti ad ascoltarlo. E' un grande personaggio, ha una statura superiore a tutti gli altri. E così dicendo, sono diventati corresponsabili. L' hanno aiutato a ben morire, l' hanno eccitato, supportato acriticamente. E forse sopravvalutato".
    "Poi, invece, la corruzione s'è diffusa capillarmente, fino alle amministrazioni locali. E così è dilagata la tentazione di giovarsi delle posizioni di potere per interessi personali"

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  15. Aggiungo ancora, di Giolitti:

    "La prima presidenza socialista sembrò a tutti noi una cosa fuori del mondo. Già quando Nenni e De Martino erano diventati vicepresidenti ci era sembrato di toccare il cielo con un dito. La conquista di palazzo Chigi prometteva grandi cose. E invece il riformismo cominciò a svanire. Emergeva l' esercizio del potere fine a sé stesso, gratificante, in grado di assicurare benefici di ogni genere, più consistenti. I craxiani lucravano su questo avvento al potere. Poi, arrivò la rottura con Tristano Codignola e Franco Bassanini: quello fu un test, il banco di prova.". "Per Bettino e per i suoi, la guida del governo era una rendita di posizione: e non è solo un' immagine retorica. Mi riferisco a fatti concreti. Vantaggi finanziari. Denari. Cominciò la cosiddetta mutazione genetica."

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  16. grande post ... avevo letto sulla pagina di Di Pietro che sarebbe stato a milano ed ero quasi pronto per partecipare, ma come sempre la distanza e gli impegni ci bloccano....
    ricordo sempre con grande schifo la trasmissione che proprio un anno fa canale 5 mando' in onda e lo santifico'....

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  17. @ ceg: "Ricordo benissimo la "notte di Sigonella" in cui Craxi disse di no agli americani" ecco non sarà che l'ha pagata cara?? il resto è storia, molta della quale stravolta o occultata. non santifico nessuno ma manco mi va di leggere in rete il gregge che sputa veleno e repressioni su un uomo solo anziché un contesto, almeno tu hai fatto un'analisi, molti alcune cose che dici manco le sanno eppure dicono "no alla strada intitolata a un ladro" cadendo nella trappola (che è quella di distogliere tutti da ben altro!!
    berlusconi è stato pure tra i primi a tradirlo.. questo è lui, lo gnomo rifatto e ingrato.
    rispolverare queste cose comunque non ha senso ormai né mi va di ricordare..sono intervenuta solo per dire un atomo di quanto penso e per ricordare che in questo momento gli italiani dovrebbero essere uniti contro qualcosa di più grave del nome di una strada
    p.s.: "i craxiani lucravano" è la più grande verità..

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  18. Dalle immagini mi sembra sia stata una protesta più che civile al quale, seppur a distanza, aggiungo la mia adesione. Basta con i colpi di spugna, basta con questa rivisitazione di un periodo storico che non deve esser dimenticato.E triste pensare che da quel che si sente quel periodo forse non sia mai veramente finito!

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  19. @Blinsdight

    Purtroppo la Storia funziona così, e non solo in Italia. I cortigiani spesso non hanno meno responsabilità del loro Principe. In Romania, chi ha fucilato Ceausescu (e ha poi continuato a gestire il potere) erano gli stessi del suo entourage. Mussolini e Hitler non erano la causa, ma la conseguenza dei sistemi che li hanno messi al potere. Tanti leghisti che hanno poi urlato contro i misfatti di Roma Ladrona sono passati prima per i corridoi del craxismo.
    Ed è vero che ci sono anche altri problemi più grandi, come le scene vergognose dell'assalto agli immigrati dei giorni scorsi, col ministro Maroni che ha pronunciato una frase nella quale si è però dimenticato due parole, che io reintegro qui tra parentesi: "C'è stata troppa tolleranza verso (chi sfrutta) gli immigrati clandestini". Ma d'altronde i leghisti che sbraitano contro gli stranieri mentre li sfruttano con le loro attività produttive sono coerenti con quelli che sbraitano contro la politica disonesta (e però anche loro, va là...).
    Con tutto questo, però, alla proposta della Moratti, provocatoria o meno che sia, non si può che dire di no. La Storia si incaricherà di valutare ed eventualmente riconoscere gli eventuali meriti politici, ma i reati commessi restano reati, e gli abusi restano abusi. Anche se non sono cessati, e vigono tuttora in un ampio arco di personaggi e di forze. Non può passare il messaggio "è colpa di tutti perciò non è colpa di nessuno". Bisogna che queste "colpe" cessino, che si ritrovi una politica più attenta all'etica e agli interessi collettivi, e il modo non è certo quello di intestare una via a Craxi, magari su iniziativa delle stesse forze che altrove hanno proposto di cambiare l'intestazione di Piazza Salvador Allende (questo sì che è un socialista la cui memoria va difesa ad oltranza, e che è stato fatto fuori da Nixon e Kissinger, come è ormai noto).

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  20. Passare un colpo di spugna sul piatto della storia recente?
    Non ci voglio nemmeno pensare, significherebbe una sola cosa, mettere a disposizione uno spazio da lerciare nuovamente.
    A me brucia ancora tutte le volte che sui blog leggo "i socialisti sono stati tutti ladri e dediti al malaffare".
    Perchè non si pensa a una strada a Loris Fortuna?
    Una a Gino Giugni, padre della legge 300?
    Sempre a ricordare il peggio e mai quanto di meglio ha dato il PSI, certo, era il partito delle correnti, oggi la vorrei una sinistra riunita sotto un solo ombrello nel rispetto reciproco di tutte le anime che la compongono, ma questa è una storia diversa.

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  21. @c.e.g.
    Concordo con Gramellini: la figura del politico Craxi al giudizio degli storici ed una via di Milano dedicata ad Alda Merini. Poetessa incensurata!!!

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  22. Ho visto ieri sera la puntata su Craxi di "La Storia siamo noi". Minoli è stato molto abile a raccontare le cose senza assolvere né condannare, cosa che appunto dovrà fare la Storia. Mi è rimasto però, anziché rabbia, amaro in bocca. Craxi non poteva essere scisso dal craxismo, cioè dalla pletora di politicanti che erano entrati nel PSI, e di postulanti che affollavano le loro anticamere con le richieste più stravaganti, in virtù della piega che stavano prendendo le cose in quel partito, fino ad allora di nobili tradizioni. Anche il famoso decisionismo di Craxi ne appare ridimensionato, e la scelta dei due tavoli, nella sua ottica, necessaria: "Se dovessi andare anche un solo giorno all'opposizione gli altri mi farebbero fuori" disse ad Occhetto. E così è nato anche il famigerato CAF, dal quale Bettino sperava di ricavare un ritorno di visibilità (e di potere). Ma risulta presuntuoso per chiunque credersi più furbo di Andreotti, che infatti è ancora lì, e che si è prestato a far da candidato per il Polo contro Marini, nel 2006...
    Insomma, Craxi si sentiva un po' prigioniero del sistema che aveva contribuito a creare. Non era però in pericolo la sua vita, solo il suo posto di Segretario, e ha fatto di tutto per mantenerlo. Come chi fa di tutto e arriva a rovinarsi per una donna, o per il gioco, o per la droga. Essere importante in politica per lui era quello: una droga della quale non sapeva fare a meno. Questo aiuta a comprendere, certo, ma non assolve. Come non assolverebbe, mettiamo, un assessore all'Ambiente che fa rilasciare autorizzazioni assai dubbie a ditte potenti il sapere che lo fa perché queste Ditte lo aiuteranno o lo hanno aiutato nella campagna elettorale per essere rinominato e quindi continuare la relazione con la segretaria della quale è, diciamo, invaghito. Non si mette a repentaglio il bene di tutti per il vizio - il vizio, si badi bene, non la sopravvivenza - di un individuo. Con tutta la comprensione umana, non lo posso accettare. Se lo si accetta, allora si legittima quel che ancora avviene a tutti i livelli, da Berlusconi e il suo impero (e le sue cortigiane) all'ipotetico assessore di cui sopra (che magari in giro per l'Italia così ipotetico poi non è). No, grazie; grazie, no.

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  23. Come volevasi dimostrare, quelli che volevano cambiare Piazza Salvador Allende in Piazza Gianni Fozzi ("E chi è?" mi si dirà. Ecco, appunto.) stanno cogliendo lo spunto della Moratti anche qui. Con due colpi al cerchio e uno alla botte, tanto per.

    Ad Alessandria arriva Corso Craxi. Il figlio Bobo contento, ma molti alessandrini non condividono
    13 Gen. 2010 | POLITICA | Alessandria - Arriva ad Alessandria Corso Craxi, che collegherà via San Giovanni Bosco alla tangenziale. Ieri la commissione toponomastica ha approvato la nuova intitolazione per la soddisfazione del consigliere che l'ha proposta, Fabrizio Priano del Pdl-Fi e appoggiata anche da Ezio Sestini, ex esponente del partito socialista.
    E' proprio lui a dirsi soddisfatto dell'intitolazione: "ho sentito Bobo Craxi, ed era molto contento e ha ringraziato Alessandria". In verità, però, sono arrivati moltissimi commenti di disapprovazione rispetto a questa scelta. Decine di mail e diversi commenti hanno criticato, indignati, la decisione della maggioranza.
    Il declino di Bettino Craxi, infatti, fu segnato dal suo coinvolgimento in "mani pulite" e la sua conseguente fuga ad Hammamet, in Tunisia. Il 21 luglio 1995 Craxi sarà dichiarato ufficialmente latitante Insieme a Corso Craxi arriveranno anche Largo Almirante, fondatore dell'Msi a cui sarà dedicata la rotonda tra via Don Bosco e Corso Romita e piazza Nilde Iotti (tra le via Basso e Togliatti), in omaggio alla leader storica del Pci, presidente della Camera e compagna di Togliatti.

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  24. Canzone sulla cosiddetta riabilitazione di Bettino Craxi dal titolo il Cinghialone. Brano al passo con le polemiche di questi giorni suscitate dalla proposta dal sindaco Moratti di dedicare una via o piazza al politico socialista.
    http://www.youtube.com/watch?v=uGcBcAzNNAY

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  25. Quello che unisce Craxi a Berlusconi

    Da L'Espresso

    Non è l’amicizia, come ha detto oggi Berlusconi all’uscita di casa del cardinale Ruini. Meglio del Cavaliere lo spiega una pagina del diario di Walter Tobagi, pubblicata nello stupendo libro della figlia Benedetta “Come mi batte forte il tuo cuore” (Einaudi).

    «30 ottobre 1979
    Il “Corriere” pubblica oggi un’intervista anonima a Craxi. Se l’è scritta Craxi da solo. Pilogallo mi racconta che il testo l’hanno portato Tassan Din e Angelo Rizzoli alle otto e mezzo di sera, i quali l’hanno consegnato a Di Bella. E Di Bella ha ritagliato le risposte, le hanno incollate su altri fogli, scrivendo di suo pugno (meglio: ricopiando) le domande che Craxi s’era fatte da solo.
    È vergognoso: sia per Craxi che per Di Bella».

    Gli editori Bruno Tassan Din, Angelo Rizzoli e il direttore del “Corriere” Franco Di Bella erano iscritti alla loggia P2. Come Berlusconi, data di affiliazione 26 gennaio 1978, tessera numero 1816. E la singolare concezione della libertà di stampa, le autointerviste, non è l’unica cosa che collega Craxi a Berlusconi.

    Il volantino di rivendicazione dell’omicidio del giornalista fu ritrovato nella valigia di Licio Gelli a Castiglion Fibocchi. Craxi andò a casa Tobagi a spiegare alla vedova che conosceva importanti documenti sull’assassinio del marito, ma che non poteva produrli per senso di responsabilità. La signora Maristella mise il segretario del Psi alla porta, «poi un pianto dirotto. È stato Craxi a provocarlo. A casa nostra non mise più piede».

    Per queste pagine Stefania Craxi ha accusato Benedetta Tobagi di «farneticazioni, allucinazioni, incapacità di uscire dal suo ruolo di figlia». Lei ne sa qualcosa.

    Walter Tobagi, ricorda Benedetta, era socialista, aveva apprezzato l’elezione di Craxi alla segreteria del Psi nel ‘76, ma le sue speranze si affievolirono ben presto.
    Fu ucciso sotto casa, da una banda di aspiranti brigatisti il 28 maggio 1980. Il suo assassino Marco Barbone si è pentito, è stato subito scarcerato, è responsabile comunicazione della potente Compagnia delle Opere.

    A maggio sono trent’anni che siamo stati privati di Tobagi: chissà se anche Walter avrà un messaggio di commemorazione.

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  26. @ La Talpa.

    Molto bello il libro della Tobagi. Una lezione (anche) di dignità, proprio su come, invece, lei ha saputo uscire dal ruolo di figlia per ricercare la verità. Non per darne una ricostruzione... si può dire farneticante? - come ha fatto Massimo Pini nella sua biografia di Craxi, con l'idea del complotto continuo dei giudici milanesi, che in più si sono permessi di inquisire "parlamentari eletti dal popolo" (quasi il fatto di aver preso dei voti ti rendesse "legibus solutus", svincolato dalle leggi, come si diceva del Re Sole, e non ti impegnasse invece con maggiori responsabilità nei confronti della cosa pubblica che sei chiamato a gestire...).
    Ci piacerebbe fare una presentazione anche qui ad Alessandria - ma ci attiveremo in tal senso; ci serve solo un recapito al quale contattare l'autrice.

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