Ve la ricordate? I reggiseni che vedete pendere ad asciugare sono i suoi.
Metto le mani avanti prima che qualcuno se ne venga a dire che questo blog ha cambiato registro. No, è rimasto "fedele alla linea", solo che ci aspetta un autunno di fuoco e cosa andrà a succedere nessuno lo sa. Così faccio riserva, se possibile, di buonumore, un po' come i cammelli con l'acqua.
E allora ripubblico quella citazione letteraria di due anni fa (era il post del decolleté della signora) di cui allora, visto che era la sorpresa della performance, non avevo potuto mettere né l'autore né tanto meno il romanzo.
La Quercia delle Cinque Passere
Di queste storie se ne raccontavano molte, specialmente in casa di certe madame genovesi che tenevano riunioni per uomini abbienti, e così a queste cinque signore deve essere venuta voglia d’andare a far visita al Barone. Difatti si dice di una quercia, che si chiama ancora la Quercia delle Cinque Passere, e noi vecchi sappiamo quello che vuol dire.
Fu un certo Gè, mercante di zibibbo, a raccontarlo, uomo a cui si può dar credito. Era una bella giornata di sole, e questo Gè andava a caccia nel bosco; arriva a quella quercia e cosa vede? Se le era portate tutte cinque sui rami, Cosimo, una qua e una là, e si gustavano il tepore, tutte nude, cogli ombrellini aperti per non farsi scottare dal sole, e il Barone era lì in mezzo, che leggeva versi latini, non riuscii a capire se d’Ovidio o di Lucrezio.
Italo Calvino
Il barone rampante
Di queste storie se ne raccontavano molte, specialmente in casa di certe madame genovesi che tenevano riunioni per uomini abbienti, e così a queste cinque signore deve essere venuta voglia d’andare a far visita al Barone. Difatti si dice di una quercia, che si chiama ancora la Quercia delle Cinque Passere, e noi vecchi sappiamo quello che vuol dire.
Fu un certo Gè, mercante di zibibbo, a raccontarlo, uomo a cui si può dar credito. Era una bella giornata di sole, e questo Gè andava a caccia nel bosco; arriva a quella quercia e cosa vede? Se le era portate tutte cinque sui rami, Cosimo, una qua e una là, e si gustavano il tepore, tutte nude, cogli ombrellini aperti per non farsi scottare dal sole, e il Barone era lì in mezzo, che leggeva versi latini, non riuscii a capire se d’Ovidio o di Lucrezio.
Italo Calvino
Il barone rampante
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hahahaha...mi piacerebbe ascoltare l'opinione del Gè in "questione"...su questa fotografia!!!
RispondiEliminaRoberta.
Davvero divertente, Alberto...
RispondiElimina:-)
RispondiEliminaMeriti doppi applausi: per la premessa relativamente all’attualità e … per lo splendido post!! :-D
RispondiEliminaforse il più bello tra i libri di calvino. e tu, alberto, vuoi tirare su il cuore...
RispondiEliminahola!
odio i reggiseni neri
RispondiEliminaidem per i preservativi neri: snelliscono.
Grande citazione per grande post. Alberto non deludi mai. :D
RispondiEliminaCalvino così, il 24 di agosto?
RispondiEliminaTi perdono perchè ieri mi sono visto un film di Visconti in bianco e nero, solo per questo, ognuno ha le sue colpe.
Blogger
un bel terrazzo si intravede.. ti sollecitano la fantasia questi indumenti intimi maggiorati?
RispondiEliminaMaistrettu
meravigliosi !
RispondiElimina@Maistrettu
RispondiEliminaLa sollecitano più a voi, dato che io conosco la signora.
della serie: col vento in poppa :D
RispondiEliminaOttima fotografia! Questo mi ha fatto ridere.
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