Pagine

sabato 31 marzo 2012

Flavio Cassini

Stilla

È caduta una goccia
da un tenero filo verde
felice di sole, felice di nulla,
fulgida perla, tremante fra mille.
È caduta di gioia
a donare la vita a un fiore.




Pioggia di primavera

Poche nubi leggere
e neppure t'accorgi
che una minuta pioggia
indifferente cade.
Come un sorriso
l'accoglie la terra
di erba tremula e nuova
con fiori in sboccio
già in odore.
Gioisce il mandorlo
che di germogli ricco,
si pasce alle vive perle
fuggevoli nel pianto.
Vola furtivo un passero
canta timido il fringuello.
E continua la pioggia
propizia, devota,
per dare vita nuova
alla prospera terra.


Flavio Cassini
Isolabona (IM) 1939
Castiglione delle Stiviere (MN) 1994


Fummo amici, anche se di età diverse, Flavio ed io. Ci univa l'interesse per la poesia e la pittura. Ad un tratto la vita gli si incrinò di follia che qualche volta sconfinava in raptus violenti. E in uno di questi momenti di inferno inenarrabile uccise la madre. Fu rinchiuso nel manicomio criminale di Reggio Emilia e poi in quello di Castiglione delle Stiviere, dove nel 1994 si suicidò. Queste poesie le ho tratte da un suo libro stampato nel marzo del 1973.

Sotto un suo quadro. Ringrazio Claudio Martini che gentilmente me lo ha fatto riprodurre.



venerdì 30 marzo 2012

Auguri Pietro

Pietro Ingrao


Oggi Pietro Ingrao compie 97 anni. Riporto cosa scrive sul suo sito curato dalla figlia Chiara

Sono un figlio dell’ultimo secolo dello scorso millennio: quel Novecento che ha prodotto gli orrori della bomba atomica e dello sterminio di massa, ma anche le speranze e le lotte di liberazione di milioni di esseri umani.

Scriveva Bertolt Brecht
Nelle città venni al tempo del disordine,
quando la fame regnava.
Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte,
e mi ribellai insieme a loro.

Il mondo è cambiato, ma il tempo delle rivolte non è sopito: rinasce ogni giorno sotto nuove forme. Decidi tu quanto lasciarti interrogare dalle rivolte e dalle passioni del mio tempo, quanto vorrai accantonare, quanto portare con te nel futuro.


Auguri Pietro e un grande abbraccio.

giovedì 29 marzo 2012

Traduzione della traduzione della traduzione...



Il colophon che vedete non l'ho riprodotto da un libro ma da un allegato a un quotidiano che quel libro pubblicizzava. La scrittrice, di cui si decantano le qualità, è greca e scrive in greco. Quando ho visto "Traduzione dall'inglese" sono rimasto interdetto. Ma come, dall'inglese? E perché non direttamente dalla lingua originale? Qualcuno potrebbe spiegarmelo?

E così si potrebbe immaginare una catena di traduzioni. Adesso, dall'italiano questo romanzo si potrebbe tradurre in turco, poi dal turco in arabo, poi dall'arabo in russo, e, tanto per aggiungere l'anello che questa catena andrebbe a chiudere, di nuovo in greco. Quindi confrontare le due edizioni: quella originale e questa ultima passata da vari strati di Babele. A confrontare certe frasi sono sicuro che ci sarebbe da ridere.

martedì 27 marzo 2012

Orchidea selvaggia




Sono al paesello. Giro per la campagna che non è né carne né pesce ancora, tolto timide e isolate fioriture di quegli alberi che sempre i primi sono a scrollarsi dal letargo invernale.

Fotografo in terra incolta questa orchidea spontanea che preferisco chiamare selvaggia, perché è nata e cresciuta dove ha voluto lei. Non dico nemmeno di che specie è, visto, come ho già scritto, che inseguo la bellezza della Natura senza incasellarla nelle celle botaniche.

Giro per la campagna alla ricerca del mio filo d'erba. Forse tutti voi vi siete dimenticati di ciò, ma l'amica Filo no, ne sono sicuro. E sono sicuro che prima o poi questo filo d'erba troverò.

Domani ritorno a Milano.

Ieri, salendo da Dolceacqua verso l'Addolorata

domenica 25 marzo 2012

Il blob della domenica #9

Ci sono miti che nemmeno sanno di esserlo e io li ammiro per questo.

Era un sogno del destino.

Non riesco proprio a smettere di

Vi siete mai sentiti l'eccezione che conferma la regola?

Il segno della croce non è un metodo anticoncezionale.

Ma chi voglio imbrogliare, vestito da ggiòvine?

La faccia soddisfatta del prete che ieri all'inaugurazione prima ha iniziato dicendo «una benedizione non si nega a nessuno, atei compresi» e ha girato la testa per fissarmi un secondo poi ha fatto partire la scudisciata dell'aspersorio con l'acqua santa, inondandomi.

-----------
blob #8
blob #7
blob #6
blob #5
blob #4
blob #3
blob #2
blob #1

giovedì 22 marzo 2012

Il profumo del papa

Un'importante maestra profumiera, Silvana Casoli, di sicuro ispirata dall'alto, ha inventato e poi battezzato due nuovi aromi: l'Acqua della Fede e l'Acqua della Speranza. Manca l'Acqua della Carità, ma, ne sono sicuro, finirà l'opera per completare così il triangolo perfetto delle virtù.

Nel frattempo quel naso eccelso ha ricevuto l'incarico di creare un profumo per Benedetto XVI, "per lui, solo per lui". Sembra che la signora si sia recata già due volte nei boschi della Baviera, terra natale del papa, per annusare muschi e licheni da sublimare poi in un'essenza divina.

E così, da un cocktail di materia e spirito composto di erbe bagnate, desiderio di assoluto, aspirazione di pace, aura di paradiso, purissimo incenso yemenita, effluvi di candido giglio, potrà forse venire fuori il profumo teologale e quindi essenziale di cui noi comuni mortali non potremo mai inebriarci. Forse il nome verrà reso noto: potreste intanto anticiparlo voi.

Chissà Laura, la grande Laura, cosa pensa di tutto ciò.

mercoledì 21 marzo 2012

Forsizie a Milano



Milano, forsizie a piazzale Loreto. Foto scattate ieri all'interno del giardino centrale
Mi piacerebbe sapere da qualche milanese che mi segue se si è mai avventurato là dentro, tra le piante.


Avete mai visto le forsizie? Sono cespugli che si alzano da terra con lunghi segmenti di rami rettilinei, gialli più di una mimosa, molto meno spumosi, geometrici nel loro protendersi al cielo ancora in mezzo all'umidità e alla nebbia grassa della Lombardia. Ci sono in tutta Milano, le forsizie. Già a marzo. O almeno c'erano quella notte di tanti anni fa quando io le ho scoperte, tante che davano il capogiro, sembravano frutto di una allucinazione. C'era stato non so che sciopero dei mezzi di trasporto pubblico, e i taxi era inutile cercarli. Ricordo solo che si era fatto tardissimo e che per tornare a casa non c'era altro modo che affidarsi ai propri piedi. Per fortuna sono sempre stato un buon camminatore. Una notte a Londra tornai da Piccadilly Circus a Earl's Court Road. A Buenos Aires dalla Casa Rosada raggiunsi il quartiere di Recoleta. E Milano non ha le dimensioni di quelle capitali. Era un bel po' di strada.

Ora dal centro, forse da via Borgonovo, forse da piazza della Scala, dovevo raggiungere con l'amico di cui ero ospite il quartiere della Fiera. Ci mettemmo in cammino. Man mano, finirono i passanti, le insegne al neon, i riflessi delle vetrine dei bar, le automobili divennero sempre più rare. La città si chiudeva e ci chiudeva nel suo immenso cono di buio. Avevamo parlato di arte, di filosofia, come ci imponeva allora la giovinezza per una legge quasi monastica, per ore intere e fitto fitto senza mai smettere. Poi dovette sopravvenire un filo di stanchezza. Ci fu improvvisamente silenzio. E fu in quel momento sospeso che cominciarono ad apparirmi le forsizie, come spettri. Venivano fuori dappertutto, dalle aiuole ai bordi delle vie, dalle rotonde, dagli spartitraffico, dai terrazzi, con quel loro giallo metallico, tanto più forte quanto erano profondi il buio e il silenzio della città. La primavera si annunciava così nella metropoli lombarda odiosamata, da ladra, da viceprostituta (quella notte di prostitute non ce n'erano in giro) con quelle forsizie inspiegabili, impudiche nella loro luminosità e nel loro offrirsi, che l'indomani nessuno avrebbe più notato tra lo smog e il grigio diffuso e il rumore continuo di tram e automobili.

Giuseppe Conte

da
Lettera ai disperati sulla primavera
[che consiglio di leggere]





lunedì 19 marzo 2012

Giardini Fausto e Iaio



Il sindaco Pisapia tra Maria, sorella di Iaio, e Danila, mamma di Fausto




Era palpabile ieri pomeriggio la commozione diffusa in piazza Durante qui a Milano. Eravamo arrivati in tanti per l'intitolazione dei giardini di quella piazza a Fausto e Iaio, del centro sociale Leoncavallo, uccisi, entrambi diciottenni, dai fascisti trentaquattro anni fa, il 18 marzo del 1978.
Uccisi da otto colpi di pistola impugnata da mano fascista, questa è la verità storica, anche se in tutti questi anni, tra depistaggi e mille altre porcate dei servizi segreti non si è mai riusciti a inchiodare gli assassini. Sentivo ieri mattina a Radio Popolare il giudice Armando Spataro che diceva apertamente come fosse uno dei crucci della sua vita non essere arrivato agli autori del duplice omicidio.

Quando poi hanno parlato il sindaco Giuliano Pisapia, Maria (sorella di Lorenzo Iannucci, che noi chiamiamo Iaia) e Danila (mamma di Fausto Tinelli) ho visto occhi lucidi e dopo qualcuno mi ha detto che anche i miei un po' umidi lo erano. Per attimi abbiamo rivissuti quei tempi memorabili di grandi passioni e di grandi ideali che fu il movimento del '77, quando allora ci sembrò di toccare il cielo con un dito, e poi invece il cielo ci cascò addosso, e quell'energia collettiva si disperse in mille rivoli, e in molti si spense.

Dopo la cerimonia ufficiale una fiumana, con in testa la banda degli ottoni, ha raggiunto il Casoretto lì a due passi, dove allora si svolsero i funerali dei due ragazzi: più di centomila persone (potete vedere la foto in questo post), in un'atmosfera di dolore misto a rabbia e a un grande senso di spaesamento che in quei giorni aleggiava su tutta l'Italia derivato dal rapimento di Aldo Moro avvenuto il 16 marzo. Sul sagrato letture e musica e poi in via Mancinelli, luogo dell'agguato dove da allora, tutti gli anni ininterrottamente, il 18 marzo si svolge un presidio di commemorazione con iniziative sempre diverse.

Le città sono fatte anche di memorie, e certi luoghi queste memorie conservano. Avere dedicato il giardino di piazza Durante a Fausto e Iaio è stato un atto di giustizia, giustizia minore in mancanza di quella maggiore dei giudici, reso a due ragazzi uguali a tanti di allora, che sognavano e lottavano per un mondo migliore.








domenica 18 marzo 2012

Il blob della domenica #8

Twitter? Un'alacre e di solito petulante accademia di taglio e cucito.

Leggere o rileggere? Questo è il problema.

Ho pensieri convalescenti.

Da quando l'ho lasciato sembra un'auto senza ruote.

Ah, l'amor proprio! Cos'è?

Mi alzo presto e non mi parlo fino a mezzogiorno.

Ma va laa vaaa! Ma daaaii! Ma chiii! Cosa diceeee! Ma vaaa!

-----------
blob #7
blob #6
blob #5
blob #4
blob #3
blob #2
blob #1

venerdì 16 marzo 2012

Questo governo apre agli Ogm



Nel mare magnum del flusso incessante delle notizie ce ne sono alcune che si annacquano e poi vanno in fondo alla gerarchia di importanza. Come questa: il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha dichiarato che «Gli Ogm possono portare benefici».

Io sono contro gli organismi geneticamente modificati, senza se e senza ma, e forse qualcuno potrebbe accusarmi di preclusione ideologica. Ma non è così. Senza andare nel merito di considerazioni igienico-sanitarie e nemmeno nel merito della biodiversità considero solo una questione. I semi prodotti da queste piante sono sterili: uno sfregio infame alla Natura, come se di sfregi non gliene avessimo inferti già abbastanza.

Questo Corrado Clini aveva detto di essere «favorevole a un ritorno al nucleare», adesso parla dei benefici degli Ogm, domani cosa ci possiamo aspettare? Forse a 'sto punto, con questo ministro, bisognerebbe dare un altro nome al Ministero dell'Ambiente.

giovedì 15 marzo 2012

Campioni di memoria

monumento al pi greco a Seattle
Il monumento al pi greco a Seattle

Ieri l’ingegnere friulano Nicola Pascolo, di anni 37, ha battuto il record italiano di cifre decimali del pi greco scritte a memoria, mettendone in fila 6.935 in occasione del «Pi greco day», la festa che ogni 14 marzo celebra la matematica e la scienza in onore di Albert Einstein nato appunto in quella data. Pascolo aveva già stabilito l’anno scorso il record nazionale con 4.516 cifre.

Per la cronaca attualmente il record mondiale appartiene al cinese Lu Chao, che nel novembre 2005 ha recitato a memoria ben 67.890 cifre del pigreco, in 24 ore e 4 minuti.

Ecco, queste notizie mi stupiscono al limite dell'incredulità perché le confronto con la mia memoria. Parlando di cifre e anche lettere, e tralasciando le ovvie, elenco mentalmente quelle che ricordo: 9 numeri di telefono, 5 password alfanumeriche, il bancomat, il codice fiscale. Adesso non me ne vengono in mente altre. Voi, al proposito, come state?

mercoledì 14 marzo 2012

Gettone di presenza

Nemmeno il casco si è tolto mercoledì scorso il consigliere Pdl al Comune di Genova Aldo Praticò. È entrato in commissione ed è uscito dopo un minuto. Tanto tempo è bastato per incassare 97 euro e 61 centesimi netti come gettone di presenza. E per fortuna che non si viaggia a tassametro ché sarebbero 5856 euro l'ora. In un minuto ha messo in saccoccia quello che tanti non racimolano in una giornata di lavoro.

È emerso questo andazzo (Praticò ha parecchi altri colleghi consiglieri che praticano in tutta naturalezza il mordi e fuggi) da un'inchiesta uscita ieri su Repubblica che ha creato scompiglio e tutti a cascare dal pero come se non sapessero.

Si parla di "costo della politica", che qualcuno in palese malafede, rimescolando le carte, trasforma in "costo della democrazia", per dare una parvenza di onorabilità all'evidente spreco del nostro denaro. E infatti è una bella gara di arrampicamento sugli specchi che i consiglieri genovesi beccati hanno messo in campo senza alcun pudore.

Mi chiedo se mai, e quando, questo nostro Paese avrà un sussulto e riuscirà a scrollarsi dal groppone le mille, diecimila, centomila e oltre zanzare fameliche che gli stanno succhiando il poco sangue che gli rimane.

lunedì 12 marzo 2012

Stoccafisso




Sabato a mezzogiorno pranzo "dal Piombo" a Isolabona. Facevano parte dell'allegra brigata mista (liguri, piemontesi e uno spruzzo di napoletani) Claudio Salvagno (poeta), Ugo Giletta (artista), Marco De Carolis (poeta), li vedete nella foto a cominciare da sinistra.

Piatti: barbagiuà, frittelle di baccalà, brandacugliun, coda di stoccafisso ripiena (***), roselline di stoccafisso con fagioli di Pigna, stoccafisso in umido con polenta, baccalà spadellato con carciofi, frittelle di mela, cremino al miele e semifreddo all'arancia amara.
Vini: Langhe Onorata Negro, Arneis Terra Cupini, Arneis Perdaudin Negro, Roero Negro, Roero San Bernardo Negro, Pigato du Nemu, Rossese Ka Manciné, Rossese Bricco Arcagna Terre Bianche.

Un grande grazie agli amici piemontesi per tutti gli eccellenti prodotti tipici di cui ci hanno fatto dono.





Ara siem drant la cara

Ara siem drant la cara
siem drant aquel còs de polsiera
que l’aiga a espoutriat

ara siem drant l’ombra que resta
après que l’araire dal temps
a laissat l’ersa dal jorn

e muts al borre drant aquel nòstre miralh
‘tendem la paraula que salh ren
mes que resta jalaa sus la pel

e que cachua dedins la carn
sobreviu dedins lo nòstre alen
que s’embarma e s’enluna.

Morre labrier que nos cor encontra
e ferm ‘tend esfraiat
lo nòstre desmerre e lo nòstre querre

mistat pendua que resta. Tuf
que la man estrenh en traversant
aquel vueid que vai da neu a neu.

Claudio Salvagno

Ringraziamento a Jean Michel Effantin per la trascrizione grafica in grafia classica.

Aggiunta 13 marzo
Dopo il girovagare sono tornato a Milano. A grande richiesta, mi sono arrivate anche delle email, pubblico la traduzione. Però mi piacerebbe leggeste ad alta voce qualche verso originale tanto per sentire la musicalità della lingua.



Ora siamo davanti al viso


Ora siamo davanti al viso
siamo davanti a quel corpo di polvere
che l'acqua ha spappolato

ora siamo davanti all'ombra che rimane
dopo che l'aratro del tempo
ha abbandonato l'onda del giorno

e muti nell'oscurità davanti a quel nostro specchio
aspettiamo la parola che non esce
ma che rimane gelata sulla pelle

e che nascosta nella carne
sopravvive dentro il nostro alito
che si ingrotta e si inluna.

Viso vorace che ci corre incontro
e fermo aspetta spaventato
il nostro smarrirsi e il nostro cercare

immagine sospesa che rimane. Vapore,
che la mano stringe mentre attraversa
quel vuoto che va da neve a neve.





Ugo Giletta
Acquerello su tela, 60x80





Il battito nudo del cuore

Il battito nudo del cuore
è solo mio
è solo tuo.
E sola è la piccola pioggia.
I fili di ginestra sono
argento nel vento.
E il mare è lontano orizzonte
nell'arcobaleno di un bacio.

Marco De Carolis




Sono in partenza, assieme alla mia amica del Louvre, per le mie terre di mezzo. Ci fermeremo un po' prima, nel paese delle streghe, dove ci aspetta il particolare di un affresco del Cinquecento, che io fotograferò e che lei poi disvelerà nei suoi significati reconditi.

domenica 11 marzo 2012

Il blob della domenica #7

Io e i miei capelli andiamo gioiosamente incontro alla primavera.

Un dinosauro bruca un gelsomino.

Sentirsi obsoleti.

Sfuggire da se stessi, ogni tanto, un pochino.

Allora io mi sollazzo con le liste che girano su internet: i 30 libri in trenta giorni, i 30 film in trenta giorni, le 30 canzoni in trenta giorni.

Era nato su un campo di battaglia.

Amo i Modena City Ramblers perchè mi portano in Emilia, in Irlanda e in Sudamerica senza prendere l'aereo. E in palestra funzionano da Dio.

-----------
blob #6
blob #5
blob #4
blob #3
blob #2
blob #1

venerdì 9 marzo 2012

Mosca, caccia senza tregua alle Pussy Riot

Pussy Riot


Le stanno cercando nei licei, nelle sale da ballo, nei piano bar di tutta Mosca. Ma l'impresa è ardua perché i loro identikit son del tutto vaghi. Giovanissime, musiciste, attrici, amano il linguaggio scurrile.

Si fanno chiamare "Pussy Riot" (eh, eh) e sono già famose dalla Siberia agli Urali e ai Carpazi per merito dei filmati su youtube. Passamontagna coloratissimi, arrivano come fulmini nei luoghi strategici della capitale russa e improvvisano miniconcerti con chitarre bongo e un profluvio di parolacce e insulti contro Putin, Medvedev e il potere tutto. Cose in fondo innocue.

Ma nella settimana passata hanno compiuto un errore fatale. Il concertino lo hanno tenuto nella chiesa del Santissimo Salvatore cantando "O Madonna liberaci da Putin". Il Patriarca scandalizzato ha urlato al sacrilegio e la polizia ha messo le "Pussy Riot" al primo posto nella lista dei ricercati.

Due giorni fa ne hanno prese due, Maria Alyokhina e Nadezhda Tolokonnikova, e la polizia aveva assicurato che per le altre le ore erano contate. Infatti ieri, giornata della donna, tornate in piazza per protestare per la libertà delle due attiviste, altre cinque sono finite in galera. Due pittrici, un'attrice di prosa e due studentesse: rischiano sette anni di carcere per vilipendio alla religione.

Che c'entri in tutto ciò l'appoggio incondizionato del patriarcato al partito di Putin che assomiglia sempre più a una relazione d'affari: la chiesa ortodossa chiede e Putin concede ottenendo in cambio il totale apporto elettorale dei credenti. Che c'entri in tutto ciò il fatto che la chiesa ortodossa partecipi indubbiamente alla grande razzia delle risorse del Paese? Che c'entri in tutto ciò il fatto che in due decenni la chiesa ortodossa abbia recuperato tutto il potere temporale che aveva ai tempi degli zar?

Pussy Riot

Pussy Riot


giovedì 8 marzo 2012

Otto marzo, essere femmine

Da quando Camilla e Lucia, affettuosamente dette le Gemellazze, vanno alla scuola elementare (prima o poi prenderò coscienza dell’anno in cui ci troviamo e come viene denominata la scuola elementare dall’attuale riforma), insoliti e bizzarri concetti di genere aleggiano nell’aere.

Per esempio, dice Camilla: “Michelino (nome di fantasia) vuole sposarmi. Io non voglio, ma lui sostiene che il suo papà gli ha detto che sono gli uomini che decidono chi sposare, e quindi secondo lui io sarei obbligata a dire di sì”. Lucia invece, dopo il famigerato bacino sulla guancia in bagno il giorno di San Valentino, riferisce di essere stata lasciata da tale Pierino (nome di fantasia), il quale ha preferito la di lei gemella. “Ma io comunque sono felice che stia con Camilla” mi ha confidato, “purché io possa essere la loro segretaria”. Optato per la gemella, il caro Pierino ha comunque velocemente cambiato idea, dal momento che pare che Camilla, all’intervallo, preferisca giocare con le amiche piuttosto che con lo stronzetto (mi dicono che su genitoricrescono tale epiteto non suoni consono, ma vista l’eccezionalità della situazione mi permetto di insistere. Silvia e Serena non me ne vogliano).

Senza voler generalizzare troppo, credo che in un sistema culturale dove alle donne è richiesto continuamente l’onere della prova, la dimostrazione della propria intelligenza, due donne belle e uguali si avvicinano ancora di più al concetto di donna “estetica”, quasi “coerografica”. Tant’è che in alcune pubblicità le gemelle sono sceme, interscambiabili e parlano in coro.
Io voglio che le mie figlie, nella vita, entrino dalla porta principale, sempre, e che ci entrino da donne, a pieno titolo.

Essere mamma di tre figlie femmine significa che, per quanto tu ti impegni a non dare mai niente per scontato quando parli di genere, per quanto ridimensioni le fiabe, abolisci la televisione, fornisci un esempio di femminilità non stereotipata, ecco, prima o poi il mondo con le sue generalizzazioni, quel mondo che va stretto anche a tanti uomini, si affaccia nell’oasi protetta, e a volte finanche culturalmente autarchica che è la tua famiglia (nel mio caso: io, le bimbe e la gatta).

Io non credo che le mie figlie un giorno mi chiederanno cos’è essere femmina perché essere femmine è l’essenza del nostro piccolo mondo, però se me lo dovessero chiedere, risponderò che i maschi e le femmine fanno le stesse cose: lavorano duro, stirano, progettano aeroporti, piangono, si innamorano, sanno essere genitori attenti e affettuosi. Però le donne vivono una dimensione fisica che agli uomini è preclusa.

Hanno le mestruazioni, e prendono coscienza della propria capacità riproduttiva sin da ragazze. Rimangono incinte: il corpo si deforma vistosamente, a breve e a lungo termine, e mostrano al mondo il proprio essere state fecondate. Allattano, se vogliono, restituendo al proprio seno il significato del nutrimento, oltre che quello erotico. Abortiscono, a volte. Si sottomettono a cure quando cercano una gravidanza che la natura, bizzarramente, non concede.

Anche gli uomini, certo, vivono tutto questo, di fianco alle loro donne. Ma un conto è razionalizzarlo, un conto è sentire la propria dimensione animale: partorire, allattare, sanguinare come le gatte e le mucche.

Dirò loro che il corpo è un contenitore bello e prezioso, quasi magico, perché sarà spesso il veicolo dei loro percorsi.

Dirò loro che rispettarlo le farà stare meglio che non rispettarlo.

Dirò loro che una femmina non può non essere femminista. Dirò loro che una femmina non può non essere femminile, e che deve lottare per essere la femmina che vuole: con o senza gonna, con o senza figli, con o senza velo. In nome della parità, non deve mai reprimere la femmina che è: sarebbe come se, cacciata dalla porta, rientrasse dalla finestra.

Io voglio che le mie figlie, nella vita, entrino dalla porta principale, sempre, e che ci entrino da donne, a pieno titolo. Sta a loro decidere se saranno donne-principesse o donne-carpentiere o donne-mamme.

Buona festa della donna a tutt*.

Grazie alle sorelle che hanno lottato, che lottano, e che lotteranno. E grazie agli uomini che sanno che la loro libertà passa attraverso la nostra.

Valentina da Genitori Crescono





Aderisco senz'altro all'invito fatto dal direttore del Quotidiano della Calabria Matteo Cosenza di dedicare questo 8 marzo a Giuseppina, Maria Concetta, Lea: tre donne calabresi coraggiose che si sono opposte alla criminalità, arrivando a denunciare anche i propri cari e pagando prezzi altissimi, in due casi con la vita.


Giuseppina Cordopatr
i, testimone di giustizia contro la ‘ndrangheta, trattata come cittadina di serie B, e vessata anche dalle istituzioni.

Maria Concetta Cacciola, portata al suicidio per le vessazioni della famiglia dopo aver collaborato con la giustizia ed essere poi lasciata sola dallo Stato.

Lea Garofalo, sciolta nell’acido per aver collaborato con la giustizia.

Tags:

mercoledì 7 marzo 2012

La Padania tratta da imbecilli i suoi lettori

la Padania di oggi

Lo sapete tutti. Il leghista Davide Boni, presidente del consiglio regionale della Lombardia, è indagato per corruzione. Sono ormai quattro (su cinque) arrestati o indagati i componenti di quel consiglio; e il quinto, anche se magari onestissimo, si sta toccando gli attributi, perché non si sa mai.

Oggi, tutte, dico tutte, le prime pagine dei quotidiani riportano con grande evidenza la ghiotta notizia. Tutte meno quella della Padania: della serie non si parla di corda in casa dell'impiccato. Mette dunque la Padania, con ottusa autocensura, la testa sotto la sabbia come fa il tacchino, ops lo struzzo, credendo anzi sperando che i suoi lettori si accodino nel non dare importanza al fatto. Cosa assai difficile, dopo che la notizia è rimbalzata nei titoli di testa su tutti i tiggì.

Intanto gli ex alleati (tremendi gli ex, di qualunque tipo) usi ad adoperare la spada più che il fioretto non si sono fatti pregare a menar fendenti come vedete sotto.

Non è che qualcuno a 'sto punto azzardi l'idea, tanto per vedere l'effetto che fa, di dare un calcio in culo a Formigoni e sostituire la sua giunta con un governo tecnico della Lombardia?




martedì 6 marzo 2012

Forza Lecco



Talvolta faccio il burlone, ma non è questo il caso. Tutto assolutamente vero, compreso il logo che vedete.

Michela Brambilla, che non ha bisogno di presentazioni, fonda "Forza Lecco" e inaugura così, sulle sponde del Lario, la prima scissione all'interno del Pdl. Intenzioni serie, per carità, ma si sa certe volte le parole sono pietre, certe altre farfalle, certe altre ancora tutte e due le cose.

Su twitter è già scoppiata la bagarre, ecco un assaggio
“#ForzaLecco? La vota la Lecco bene!”
"#ForzaLecco è un'esortazione a tirar fuori la vera anima del #PDL"
"La Brambilla ipotizza #Bocchino come presidente del suo #ForzaLecco"
"In quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno... tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare... #forzalecco"



lunedì 5 marzo 2012

Trent'anni senza John Belushi

John Belushi


Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.



Chicago, 24 gennaio 1949 – Los Angeles, 5 marzo 1982

Sono trent'anni esatti che siamo orfani di John Belushi. Una meteora straordinaria, che lasciò il segno nell'immaginario comico, cinematografico, musicale e televisivo. Un corpo strabordante e un'anima dolce, che con il suo sguardo, anche se coperto da occhiali neri, ci ha "rivelato" il piacere - seppur breve - del vivere.

"The Blues Brothers" e "Animal House" sono saliti sugli altari. Ve li ricordate?

[Sentieri selvaggi]

domenica 4 marzo 2012

Il blob della domenica #6

Ventisette anni fa, a quest'ora, dormivo in una bella nursery, pesavo 4,1 Kg e ignoravo che cosa mi attendeva.

Oggi indosso scarpe così basse che camminando perdo l'equilibrio.

La maiuscole stanno scomparendo. Del resto provate a dar loro l'intonazione giusta quando leggete ad alta voce.

Mi accorgo per la prima volta che gli uomini mi guardano, ma non sono così figa da stare antipatica alle donne.

Il primo segnale del delirio da potere è la sopravvalutazione del proprio humour.

Così tante coppie di nostri amici si stanno lasciando che restiamo insieme solo per fare quelli alternativi.

Gl elefanti che si dondolavano sopra il filo di una ragnatela, ritenendo la cosa interessante, cosa avevano nella testa? Segatura?


-----------
blob #5
blob #4
blob #3
blob #2
blob #1

venerdì 2 marzo 2012

Appello per la liberazione di Rossella



Nella notte tra il 22 e il 23 ottobre Rossella Urru ed altri due cooperanti spagnoli (Ainhoa Fernandez de Rincon, dell’Associazione amici del popolo saharawi, e Enric Gonyalons, dell’organizzazione spagnola Mundobat) sono stati rapiti da uomini armati, arrivati a bordo di diversi pick-up. Originaria della provincia di Oristano, Rossella Urru, 29 anni, è rappresentante della ONG Comitato Italiano Sviluppo dei Popoli (Cisp) e lavora da due anni nel campo profughi Saharawi di Rabuni, nel sud ovest dell’Algeria, coordinando un progetto finanziato dalla Comunità europea.

Rossella si occupava di rifornimenti alimentari, predisponeva la distribuzione con particolare riguardo alle necessità di donne e bambini. Rossella Urru è laureata in Cooperazione Internazionale presso la facoltà di Conservazione dei Beni Culturali di Ravenna, proprio con una tesi sul popolo Saharawi.
Dalla notte del sequestro non si hanno avuto notizie di Rossella Urru fino al mese di dicembre quando un gruppo dissidente dell’Aqmi (Jamat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi Afriqqiya) ha rivendicato il rapimento.

Grazie a rapporti personali col popolo tuareg da parte del consigliere regionale Claudia Zuncheddu, sappiamo che Rossella è viva e che si trova in un territorio desertico quasi inaccessibile, crocevia di interessi contrastanti fra governi e movimenti, dove ovviamente assume rilevante importanza l’intreccio delle funzione di mediazione di soggetti diversi. I sequestratori mirano ad un riscatto per acquistare armi necessarie alla loro lotta per l’indipendenza. Il governo algerino, che conosce il territorio desertico a palmi, tuttavia non è favorevole alla mediazione con riscatto visto che sarebbe il destinatario di una insurrezione armata da parte del fronte del Polisario armato. In aggiunta il governo francese, spinto da mire neocolonialiste, è fortemente interessato alla liberazione forzata dei ragazzi sequestrati, mettendo così a rischio la loro incolumità.

Sono passati 118 giorni dal suo sequestro e rivendichiamo la sua liberazione, il silenzio che la circonda è assordante.

Lasciamo ai servizi ed alle ambasciate rispettivi ruoli e rispettiamo il desiderio dei familiari di mantenere basso il profilo sulle trattative tuttavia dobbiamo fare in modo che si parli di questo sequestro per spingere le nostre amministrazioni, i nostri governi e quanti più Stati possibile ad intraprendere azioni diplomatiche per la liberazione di Rossella.
Forse i suoi sequestratori fanno paura ai diplomatici.
Forse il sequestro è capitato in un momento storico in cui tutte le attenzioni dei governi sono rivolte allo spread, ai bond, alle borse, ai mercati e alle finanze.
Forse è capitato proprio quando in Italia si è verificato un cambio traumatico di governo e si affronta una crisi economica gravissima.
Ma non si può perdere altro tempo e tutti noi dobbiamo chiedere a gran voce che le autorità competenti rivolgano la massima attenzione al problema della liberazione di Rossella.
Il nostro appello è rivolto alle organizzazioni, alle ambasciate, ai mediatori, ai servizi ed ai governi, centrale e regionale, perché utilizzino tutti i mezzi e tutte le strategie possibili per riportare Rossella a casa quanto prima.
Il fratello di Rossella dice: «le parole cedono di fronte a tanto assurdo, si sgonfiano e sembrano afone. Eppure, in questa vibrante impotenza in cui ci troviamo, sono quel poco che ci è concesso, un nonnulla che tenta di colmare un abisso e una distanza insospettati; che riescono appena a tenerci in piedi, a farci avanzare».
Parliamo di Rossella fino a diventare afoni anche noi, parliamo di lei e di questo popolo abbandonato nel mondo che lei ha voluto aiutare nonostante i troppi rischi.

Donne Viola




Per informazioni più dettagliate e per le testimonianze di alcuni eventi per la liberazione di Rossella rimandiamo ai link di articoli pubblicati nel blog “DonneViola”.
http://donneviola.wordpress.com/2011/12/13/liberate-rossella-urru/
http://donneviola.wordpress.com/2012/02/01/per-fare-rete/
http://donneviola.wordpress.com/2012/01/31/violeta-martin-pedregal-per-rossella-urru-ainhoa-fernandez-de-rincan-e-enric-gonyalons/
http://donneviola.wordpress.com/2012/01/24/vespagiro-per-rossella-urru/

I familiari hanno aperto un blog per raccogliere lettere, documenti, testimonianze o articoli di stampa per mantenere viva l’attenzione sul sequestro:
www.rossellaurru.it.

Queste le due pagine facebook dedicate alla richiesta di liberazione di Rossella:
https://www.facebook.com/groups/rossellalibera/
https://www.facebook.com/pages/Vogliamo-Rossella-Urru-e-i-colleghi-Spagnoli-liberi-sani-e-salvi/239516446106962



Aggiornamento 3/3 12.34

L’emittente araba Al-Jazeera ha annunciato la liberazione di Rossella.




Ciao Lucio