Dopo un anno di ricerche infruttuose, andate a male per le indicazioni volutamente sbagliate che ci avevano dato certi abitanti di Apricale che se ribecchiamo sappiamo cosa dir loro, finalmente una settimana fa l'albero è stato trovato. E' lo stesso che vide Italo Calvino cinquantun anni fa e che descrisse nel suo romanzo. Da allora è diventato enorme, ma l'ambiente circostante è rimasto intatto, e le funzioni per cui quella pianta serviva al protagonista della storia sono ancora perfettamente praticabili dalle forcelle dei rami bassi. Per oggi basta. Domani un aggiornamento.
Performance #1
Alberto! e una foto no?
RispondiEliminaVisco
voglio saperne di più! per un eventuale gita...
RispondiElimina50 anni fa ad Apricale, come credo in altri posti, si cercava l'albero giusto da mettere al "ciottu de magiu" in mezzo alla piazza, dove i coscritti giravano cantando canti della leva prima di andare alla visita :)
RispondiElimina"E' se a refurma i nu a ne dan, camin de Fransa fin de deman"
Certo che se è ormai diventato troppo grosso non serve più:)
Ma già, la leva è sparita e nei nostri paesi i giovani sono sempre meno.
Avete informato la Forestale?
Non siate impazienti, abbiamo tutta una settimana davanti.
RispondiEliminanon sarai un novello barone rampante?(la curiosità è forte :) )
RispondiEliminaNo Skip, sarò un altro personaggio.
RispondiEliminaAlberto, un altro personaggio d'accordo, ma sempre della stessa storiella sinistroide?
RispondiEliminaMa picchiate sempre lì eheehehehhe
Ci sono racconti di Rubino, lui si, assolutamente locale, altrettanto carine e che risalgono al Grande Ventennio :)