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giovedì 7 gennaio 2010

Bambolotto down

Bambolotto down

Un bambolotto con i tratti somatici della Sindrome di Down. I caratteristici occhi a mandorla e la dolcezza dello sguardo ne fanno il suo successo.

Nato in Spagna, grazie alla collaborazione e alla sensibilità di diverse realtà tra cui la Fundaciòn Down España, è ora arrivato in Italia.

Avevo letto la notizia un po' qui, un po' là, ma stamattina a Radiopopolare di Milano un microfono aperto (che purtroppo non ho potuto seguire fino alla fine) in cui sono interventi parecchi ascoltatori, anche madri di bambini down, mi ha reso le idee un po' più confuse rispetto a prima.

In sostanza la domanda è questa. Può una bambola del genere in mano ai bambini dare un buon contributo contro i pregiudizi della diversità? Oppure è un rimarcare ancora di più questa diversità?

Bambolotto down
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31 commenti:

  1. Quando mio figlio aveva 4 o 5 anni giocava spesso al parco con una bambina affetta da sindrome di down senza notare alcuna "differenza".
    Temo che il pregiudizio della diversità sia spesso nella testa di noi adulti.

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  2. Non so, mi lascia un po' perplesso... Sicuramente più che un bambolotto conta quello che si insegna ai figli (e come ci si comporta sia quando sappiamo che ci osservano, sia quando pensiamo magari di non essere visti...)
    In pratica regalare un bambolotto down e non spiegare perchè i down sono persone come noi può far più danni che altro...

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  3. anche io concordo con Sciura Pina e aggiungo che una bambola non è il veicolo giusto per abbattere le barriere della diversità, queste barriere stanno nella testa dell'uomo e di molte istituzioni che non facilitano le cose in molte e troppe situazioni.

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  4. A me 'sta cosa del bambolotto down fa venire la pelle dell'oca. A questo punto, dai, par condicio: facciamo anche la bambola con gli occhiali scuri e che cammina col bastone bianco radiocomandato...A me queste stupidate offendono, e non poco! Sono una persona disabile(Alberto sa chi sono, quella di iadkiller) ho una disabilità visiva totale dalla nascita e so alla perfezione che cosa significa subire le discriminazioni, fin dall'infanzia. Vorrei dire a Sciura Pina che non è vero che i bambini non percepiscono la diversità, i bambini sono istintivi. Quindi, se quella persona -bimbo o grande- che hanno accanto gli fa paura, per qualsiasi motivo, lo faranno notare, e idem se gli dà una sensazione/impressione positiva, lo stesso si comporteranno di conseguenza. Non è la prima volta che mi trovo davanti a un bambino di 1-2 anni che ha paura quando lo prendo in braccio, o ha paura del bastone, oppure uno + grande che magari scappa o fa la domanda alla mamma anziché farla a me, cioè, da grandetto puoi anche dire che è l'educazione dei familiari, ma quando son piccoli e c'hanno paura della persona disabile, è l'istinto. La si smetta di essere ipocriti! L'istinto, piaccia o no, è quello di avere paura/rifiuto della diversità. In ambiente umano e animale; ma per fortuna noi umani IN TEORIA dovremmo averci la testa!
    E' sbagliato anche che uno con tutti e 5 i sensi, e senza sindromi particolari, dica "i disabili sono persone come noi"...la diversità, piaccia o no, c'è, perché in un modo o nell'altro porta degli svantaggi più o meno evidenti e più o meno gestibili, specie da parte della persona disabile stessa qualora abbia tutte le capacità intellettive, perché nella sindrome di Down talvolta uno arriva a 40 anni ma è come ne avesse 4, nei casi gravi. Dire che la diversità esiste, però, non significa giustificare le discriminazioni ANZI, prenderne atto significa conoscerla, conoscere che cosa comporta la sindrome di down, la cecità, la sordità, ecc...che cosa quella persona può fare per vivere una vita più consona possibile, in completa autonomia dove possibile e facendosi aiutare dove da solo non può riuscire.
    Io ne ho conosciuti di disabili più gravi di me, e mi vergognerei in modo assoluto a dire che, una persona che possa aver bisogno di assistenza continua per tutto, "è una persona uguale a me". E' una persona, e basta. Come sono persona io, come persona è Alberto... non siamo uguali a nessuno. Siamo noi stessi, con o senza le disabilità.
    Io credo che la bambolina down cmq non serva a niente, per il semplice motivo che gli mostri la faccia del down, gli fai vedere che è con la faccia diversa ma è sempre una bambola, però cosa capisce quel bambino? Magari si ritrova in classe un down lieve, che riesce a studiare da solo, e OK. Oppure può trovarsi un down grave, anche vederlo per strada, di quelli che non possono essere inseriti in nessun ambiente lavorativo... io so di aver fatto un corso di computer a dei down medio-gravi, è davvero difficile stargli dietro!
    Non puoi dargli a un bambino un giocattolo e spiegargli la diversità, ma dai! Se non si parte a spiegargli la cultura, i comportamenti, la gestione della vita delle persone, quindi a livello di etnia religiosa e anche di disabilità, davvero è difficile che crescano bambini privi di pregiudizi.
    Io posso farlo un esempio di bambola didattica, di quello che intendo: la Braillina, è un giocattolo che serve per imparare la scrittura braille (quella dei non vedenti come me per capirsi) e credo possa esser utile anche a bambini con tutti e 5 i sensi, capire che ci possono esser anche altri modi per comunicare oltre al loro.
    Ho perso il link ma basta digitare braillina su google. ciao.

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  5. Mah. Ritengo l'iniziativa in buona fede , poichè dubito sia una operazione di marketing ( non avrà alcun successo commerciale). Per il resto , se consideriamo l'età in cui oggi si gioca con i bambolotti, e cioè non oltre i sei anni ( poi al limite passano alla barbie, se non prima), è un messaggio poco recepibile, perchè è vero che a quell'età le differenze hanno ancora confini molto liquidi. E' intorno agli 8/9 che i bambini possono diventare feroci osservatori e rilevatori di varie disabilità, sopratuuto i maschi, le bambine sono più 'accoglienti'. E maschi non giocano coi bambolotti, dunque....un'altra cosa che passerà presto.

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  6. I bambini non notano le differenze, se lo fanno è perchè li abbiamo già condizionati con le nostre idee.

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  7. quando ero piccola (all'epoca di marco caco) avevo un bambolotto nero.... all'epoca ne vendevano molti... non mi pare che questo abbia modificato la sensibilità delle persone della mia generazione.

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  8. Si può ipotizzare che la percezione della diversità vada a perdere delle connotazioni negative se i bambini ne vengono a contatto fin dai primi anni di vita. In questo percorso di crescita possiamo anche inserire delle bambole, leggere delle storie o guardare dei film ma sono delle risorse strumentali che devono essere vissute all'interno di un più ampio tessuto educativo, un ambiente di apprendimento che è sfondo affettivo ed educativo valido, dove la presenza dell'adulto è anche capacità di mediare una realtà della diversità che può essere anche difficile o dolorosa.

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  9. Credo che rifletterò parecchio sull'interrogativo che hai posto.
    Forse mi ritrovo di più nelle parole di Talksina.

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  10. La prima impressione è sempre quella di una mancanza di rispetto ma probabilmente esagero

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  11. In tenera età si parte da una visione egocentrica e gradualmente si costruisce prima la percezione di sé e della propria identità personale e collettiva, per poi cogliere la diversità altrui come un qualcosa di avulso da sé nelle sue molteplici forme.
    A mio avviso contano l’educazione al confronto, al riconoscimento , alla conoscenza e al rispetto della specificità di ciascuno con la speranza che si impari a convivere e a rapportarsi con tutti. È un percorso di crescita interiore non sempre facile.

    Cosa può insegnare quel bambolotto, se non a vedere a stento soltanto tratti down? Altra cosa, molto più complessa e delicata, è sperimentare le proprie reciproche diversità in età in cui si percepiscono.

    Ciao, Alberto, bentornato! :)

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  12. tutto vero ma...
    anche i maschi giocano con i bambolotti: mio figlio ne aveva uno enorme, che si chiamava mybody e gli stirava pure i capelli, senza per questo che si sentisse o lo pensassimo più una femmina (le due componenti comunque le abbiamo tutti, in percentuali diverse)...
    anche gli adulti che non possono avere figli comprano bambole, si chiamano re-born, ed è già moda!

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  13. spetta ai genitori infondere nei figli quel senso civile e morale di rispetto per le altrui diversità, perchè di questo si tratta. i miei figli oggi adulti, hanno un'amica che è portatrice di una grave malformazione, sono cresciuti insieme, se così si può dire, oggi, adulti, li vedo perfettamente a loro agio, chi ha due braccia e chi ne ha uno ecc..
    è la cultura che fa la differenza (pensi che Balotelli sia down)?
    Baruffa

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  14. Difficile dirlo, personalmente credo che nulla, se non supportato da una spiegazione ed un insegnamento, può da solo far comprendere un fenomeno come quello della sindrome di down.
    Per i bambini sicuramente può esser un'occasione per porsi delle domande, ai grandi il compito di non far venir meno le risposte.

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  15. Mannaggia che nostalgia, i bambolotti neri...non mi dimenticherò mai i cicciobello. C'era il cicciobello cinese, quello nero e quello bianco. E tutti e 3 piangevano alla stessa identica maniera! Io mi ricordo da bambina che mi ero stupita che piangessero tutti alla stessa maniera, adesso da adulta mi viene veramente da pensare che quella è stata un'ottima lezione, per chi l'ha recepita. I cicciobelli piangevano quando gli levavi il ciuccio. Piangevano tutti allo stesso identico modo. E idem era per la bambola maschietto e la bambola femminuccia, piangevano allo stesso modo, forse il maschietto aveva il tono un attimo + basso non ricordo...Forse forse, non era una scelta voluta, nel senso che il piccolo giradischi che avevano dentro, le ditte per convenienza glielo mettevano uguale perché venivano fabbricati in serie, cambiava solo il colore della plastica/tessuto che componeva la bambola esterna e i vestiti. Ne so qualcosa, perché tra me e mio padre, di cicciobelli ne abbiamo smontati e riparati tantissimi tra i miei e quelli delle compagnette di scuola e asilo.
    Però, in fin dei conti, questa storia dà una lezione di vita non indifferente! Cioè, che i bisogni primari sono uguali per tutti i bambini (e gli uomini) indipendentemente dalla razza e dal sesso. Quindi mangiare e bere, in questo caso, ma potrebbe esser anche far la pipì, ve li ricordate i bambolotti che gli davi l'acqua e gli usciva da sotto?
    Poi c'erano anche le bambole che parlano e cantano, io c'ho sempre giocato con quelle, le barbie le ho sempre odiate se le bambole non parlavano o non facevano qualcosa, preferivo i robot e i masters. Giochi maschili, ma chi se frega a me piacevano! son passata dai robot ai computer come niente fosse.
    O dio: con le barbie avrò giocato un annetto, dai 9 ai 10 anni, ma le ho sempre trovate diseducative.
    E comunque, quando parlo di diversità e bambini, non parlo solo di bambini che magari mi hanno visto 2-3 volte e vanno a istinto, lo dico perché ho una sorella, di 6 anni + giovane di me, che è nata e cresciuta con me, in mezzo a tecnologie, ausili di vario tipo, ha visto come mi muovo e mi comporto...
    Tutto quanto. Però adesso che ha 23 anni quasi 24, si vergogna di me. Si è sempre vergognata di me, mi ha sempre considerato inferiore a lei, qualche volta se n'è pure approfittata del vantaggio "pratico" che aveva, del tipo, tanto lei non vede che mi sto mangiando la fetta di dolce + grande e a lei lascio quella piccola... ancora oggi a volte mamma gli dice, "una volta o l'altra ti tappo gli occhi"
    Non fidatevi di quello che vedete da fuori. Del rapporto che può crearsi tra 2 individui cresciuti assieme che, però, non fanno parte della stessa famiglia: l'amico disabile, o il vicino disabile, è una cosa; ma il genitore o il fratello ne è tutta un'altra, ve lo garantisco. I bambini possono essere tanto buoni, ma anche tanto cattivi! Non bisogna generalizzare assolutamente dicendo "i bambini son tutti buoni per natura" o "son tutti cattivi": i bambini sono istintivi e curiosi, per natura perciò possono fare cose buone e cose cattive. Poi, ovvio, sta ai grandi indirizzarli verso il buono ma, comunque, il carattere delle persone poi si forma anche in modo indipendente comunque, per esempio i miei familiari TUTTI sono pieni di pregiudizi nei confronti dei gay e dei malati di aids, hanno sempre avuto paura di chi è affetto da questa malattia, per motivi assolutamente infondati, io invece sono riuscita a trasformare la paura che tentavano di infondermi, in curiosità, in volontà di conoscere, e adesso faccio volontariato in un'associazione del settore e pregiudizi non ne ho mai avuto manco uno. E là non è questione di fare bastian contrario o di esser + bravi, è questione di carattere. Di curiosità e volontà di farsi domande senza prendere per oro colato tutto quello che ci viene detto, anche dalla mamma.

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  16. Talksina ha ragione: l'idea che i bambini siano istintivamente buoni è un rimasuglio del "mito del buon selvaggio" degli illuministi. Vi è anche stato chi ha fatto una brutta fine, all'epoca, fidando in questa convinzione. I bambini, e un po' anche gli anziani, tendono ad essere abbastanza egocentrici ed egoisti "naturalmente"; gli adulti invece tendono ad essere cinici "in mala fede", che è una cosa diversa. Il bimbo "egocentrico" pensa solo a se stesso o in funzione di se stesso; l'adulto cinico invece tende scientemente ad imporre agli altri le proprie scelte, o a condizionare gli altri a proprio vantaggio. Insomma, l'egoismo del bimbo è magari spietato ma non cattivo, come lo è del resto la natura; il cinismo dell'adulto è invece cattivo e a volte crudele.
    Non so se il bambolotto down sia una gran cosa; sicuramente è una trovata pubblicitaria, come tante iniziative tese ad "épater le bourgeois". Atteggiamento però accompagnato da eufemismi e storture del linguaggio, che invece tendono a sfumare la realtà.
    Trascrivo un passo del sempre incisivo Ceronetti:
    "La sua maschera dolente (della vecchiaia: n.d.r.) si scontra con una feroce inaccettabilità che la nega: sempre più zittiti, ai vecchi viene imposta un'anagrafe falsificata, un'identità non corrispondente, un lifting interiore, che piace al cretino ('Ma che bella faccia! Va là che stai bene! Dài dei punti ai giovani!'); i pugnali congiurati del Luogo Comune trafiggono il tuo autentico 'esserci' di persona umana, che non può e non vuole essere 'quello che si vuole lei sia', e che pretende l'inquisizione degli ottimisti - un'irrealtà di costruzione medica e di finta premura sociale, un raccapricciante 'diversamente giovane' - ma semplicemente e umilmente un corpo vecchio, che vive arretrando, come sa, come ci riesce, e in cui il pensiero della morte non osa più dirsi - per la brutalità dell'espressione linguistica - liberatorio e di speranza."

    Lo stesso ragionamento vale per i "diversamente abili".

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  17. "diversamente abili"... :-( grrrrrr! (come si fa la faccia disgustata, su internet?) E' terribile, il politically correct! Nascondere l'evidenza per pulirsi la coscienza... anche stamattina c'era diversamente sole (pioveva che dio la mandava!) ma in realtà è razzismo puro
    http://www.ciecomatto.net/2008/09/07/diversamente-abili-diversamente-intelligenti/
    Ma tornando al tema principale, quello dell'infanzia, l'istintività e l'educazione: egocentrismo, egoismo, sono termini che alla fin fine hanno una concezione dispreggiativa; credo che il bambino e l'anziano abbia questa naturale attenzione su se stesso, perché per forza di cose è, rispetto a un adulto, più vulnerabile. Non so se mi spiego... quindi l'istinto di sopravvivenza e di conservazione ha la meglio sulla razionalità, nel caso del bambino perché ancora non è sviluppata, mentre nell'anziano subentra l'istinto o di conservazione, appunto, o il suo opposto. In un modo, o nell'altro. Voglio dire, Povia c'ha poco da cantarci "i bambini fanno oooh"! I bambini se si sentono in pericolo, per qualsiasi motivo, son capaci pure di tirarti una tempestata di pugni.

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  18. Dipende molto dai genitori che la regalano: se viene regalata con lo scopo di far capire come non ci devono essere divisioni e tutti meritano affetto e rispetto può anche essere utile. Ammetto che anch'io cmq sono un po' più dubbioso.

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  19. Sì, Talksina, l'egoismo o egocentrismo di bambini e anziani -per come lo intendo io - è un comportamento dettato dalla Natura: come ho detto, a volte spietata, ma mai cattiva, crudele o dannosa in modo gratuito. La morte di un essere serve alla vita degli altri, nulla viene sprecato, e questo mantiene in equilibrio gli ecosistemi.
    L'uomo adulto non ha questa essenzialità, e gli equilibri li stravolge, come fece massacrando i bisonti americani (e gli indiani cui essi servivano): non per nutrirsene - glene sarebbero bastati moltissimi meno, e l'equilibrio si sarebbe mantenuto - ma per prendere loro la pelle e farne prodotti da vendere in giro per il mondo e arricchirsene...
    Ma in fondo il cinismo dell'uomo adulto è un atteggiamento stupido: poichè l'uomo fa parte di una comunità (anche in senso biologico: comunità intesa come insieme di popolazioni di esseri viventi), se agisce a beneficio di tale comunità agisce di conseguenza anche a beneficio di se stesso; se invece agisce a danno della comunità mirando a un proprio beneficio momentaneo, finisce per danneggiare, presto o tardi, anche se stesso in quanto parte della comunità danneggiata.
    Forse studiare un po' di biologia può aiutare a ragionare meglio in questi termini...

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  20. ci devo pensare bene ma così di primo acchitto mi lascia sconcertata

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  21. Chiara628/1/10 14:05

    @Flaubert
    "è un comportamento dettato dalla Natura: come ho detto, a volte spietata, ma mai cattiva, crudele o dannosa in modo gratuito."

    Mi scusi l'intromissione ma lei adopera aggettivi impropri. La Natura è Lei, senza aggettivi. Siamo noi che glieli diamo mutuandoli dal nostro senso della vita, che è un senso parziale rispetto a tutta la vita sul pianeta.

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  22. Per fortuna i bambini non fanno differenze...Il problema sono i grandi..

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  23. @ Chiara 62

    Sì, è la mia "pietas" nei confronti di ogni essere (un patimento per la sofferenza di tutte le creature che, pur non essendo praticante, ho trovato affine in San Paolo) a farmi usare queste espressioni. La Natura in realtà ha i suoi meccanismi e le sue regole, e mira a tuterlare la globalità (l'equilibrio) anzichè il singolo essere.
    Tuttavia vorrei trascrivere queste righe prese dal libro "L'estate della colina" dello scrittore e naturalista J. A. Baker:
    "É triste veder finire una vita prima che essa sia cominciata davvero. Così tanta crudeltà ci viene nascosta pietosamente dal riparo delle foglie. Raramente vediamo lo scheletro di dolore che si cela dentro il verde giorno d'estate. Boschi e campi e giardini sono teatro incessante di accoltellamenti, impalamenti, sfracellamenti, mutilazioni. Noi vediamo solo quello che aleggia in superficie: il colore, il canto, la costruzione dei nidi, il cibarsi. Non credo che saremmo in grado di sopportare una visione chiara del mondo animale."

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  24. No, questa cosa mi lascia molto perplessa.
    Educazione al rispetto della diversità è altra cosa.
    Ogni nostro pensiero, ogni osservazione, ogni atteggiamento quotidiano, spontaneo.. un po' quel che dice Giulio GMDB, educhiamo con i nostri modi di essere.
    g

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  25. Bella domanda Alberto!
    E non riesco proprio a dare una risposta.

    Però vi racconto per associazione di idee cosa è successo a casa mia a NAtale.

    Abbiamo regalato alla piccolina di 3 anni il CiccioBello Cinese:
    capelli neri lanosi, lisci, occhi un pochino a mandorla.

    E la piccola l'ha guardato e ha detto NON E' CINESE.....E' SARDO.

    Insomma per una bimba, un cicciobello down o cinese o sardo, potrebbe essere percepito secondo propria fantasia. Magari diventa marziano, dipende dalla storia che ci si mette dentro.

    ciao!

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  26. Ecco le parole di San Paolo, Lettera ai Romani, nelle quali lui sente questa sofferenza collettiva - e ne fa oggetto di speranza nella redenzione. Io, che non sono un santo, mi limito a registrarla:
    (8,18) "Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non sono paragonabili alla gloria che deve rivelarsi in noi. (8,22) Sappiamo infatti che tutta la creazione fino ad oggi geme nelle doglie del parto. (8,23) E non solo lei: anche noi che possediamo le primizie dello spirito, gemiamo interiormente nell'attesa della redenzione del nostro corpo.

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  27. Grazie, grazie a tutti per i vostri commenti, perché le vostre parole hanno superato di gran lunga le mie, per la ricchezza e l'umanità espressa. Un grazie particolare va a Talksina che ci ha raccontato la visione del quesito che avevo posto dall'interno delle barriere, per così dire. A lei mando un grande abbraccio.

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  28. il punto di vista di Talksina mi pare certo il più...obbiettivo. In effetti mi proccupo quando spavento un bambino, quando un gatto mi fugge, quando un cane mi ringhia. L'istinto è la nostra prima difesa, ma certo non bisognerebbe dimenticare la testa, e la sensibilità umana che è, almeno in potenza, in ciascuno di noi.

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  29. penso che non ci dovrebbe MAI essere questa differenza tra di noi...noi siamo tutti uguali..e chi ha fatto qst bambola vuol dire...k è una persona...k nn sa accetare se stesso e ne gli altri

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  30. voi ci scherzae su qst malattie...ma c'è gente..k ci soffre..e nn solo i down..ma anche chi soffre di cancro..di tumori...e voi..siamo qui a giudicare st povere..persone..k ogni singolo giorno lottano tra la vita e la morte..e voi fate qst cretinate del genere..se fossi in voi io mi vergonegeri..e pure tnt..che shifo di mondo..mamma mia...io k ho nel palazzo dove abito..una ragazza down..k x me..da qnd sono piccola ( la conosco da molto !) nn la ho mai giudicata diversamente..la reputo un amika..ne meglio o peggio delle altre che ho !! e le voglio bene <3 cn lei ho passato dei momenti indimenticabili...e nn ho mai ftt caso..al problema k ha ! e ti diro forse sn meglio..le persone..down..k qll cm voi..senza cuore...

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