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mercoledì 1 settembre 2010

Rientro

Mi sono lasciato alle spalle giornate, queste ultime tre, di cobalto puro. Cobalto il cielo e supercobalto il mare. È il tripudio lussurioso del blu, e questa lussuria mi ha fatto un po' pesare la partenza.

Cerco di fare il bilancio di questo mese che spartisce, e penso che anche per voi sia così, l'anno che sta scorrendo. Ma devo ancora decantarmi e togliermi di dosso la leggerezza del tempo libero, e soprattutto liberato, quando i sentimenti vanno e vengono un po' capricciosi e la voglia di trasgressione ti entra nella pelle e ti ridona la spontaneità che le inevitabili convenzioni della convivenza "civile" ti hanno a poco a poco scippato.

Sono arrivato a Milano al tramonto. Domani si risale sulla giostra metropolitana. Come ho già scritto ci attende un autunno di fuoco, e noi blogger che la pensiamo in una certa maniera dovremo fare la nostra parte. Io sono pronto.

14 commenti:

  1. Luglio, agosto, settembre nero ;-)

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  2. Ti vogliamo carico! Proprio stasera ho parlato di Milano! :D

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  3. rientrato oggi...divertente rientro grazie viper ;)
    Ciao Alberto!

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  4. io mi godo gli ultimi giorni di ferie e me li godo a roma che in questo periodo non è male, buon rientro

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  5. mannaggia, io sono tornata da dieci giorni e ancora la voglia di lavorare latita...
    però mi sento combattiva (se il mio blog si occupa d'altro non è per ignavia!)

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  6. @Polly
    Tu continua per la tua strada che va benissimo così. Ciao.

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  7. Felice di ritrovarti, sempre in prima linea. :)

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  8. Amico mio bentornata, io sono pronto e spero davvero nell'autunno caldo!

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  9. Io rientro domenica... Anche qui in Sardegna un tripudio di blu (su base di sabbia bianca)

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  10. A ben pensarci gli autunni sereni non sono stati moltissimi ultimamtente...Bentornato!

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  11. Nei giorni scorsi il cielo era blu anche ad Alessandria, cosa rarissima.
    Fino a domenica la famiglia è ancora in Val Curone, poi rientriamo in città, per preparare il ritorno a suola di Ester. Ho però l'impresione che quest'estate sia sfuggita più inavvertita delel altre, anche perché ad Agosto ha fatto brutto tempo per parecchi giorni.

    Mi vengono in mente alcuni versi dei Canti Pisani di Pound:

    Quello che veramente ami rimane,
    il resto è scorie
    Quello che veramente ami non ti sarà strappato
    Quello che veramente ami è la tua vera eredità
    Il mondo a chi appartiene, a me, a loro
    o a nessuno?
    Prima venne il visibile, quindi il palpabile
    Elisio, sebbene fosse nelle dimore d’inferno,
    Quello che veramente ami è la tua vera eredita’
    La formica è un centauro nel suo mondo di draghi.
    Strappa da te la vanità, non fu l’uomo
    A creare il coraggio, o l’ordine, o la grazia,
    Strappa da te la vanità, ti dico strappala
    Impara dal mondo verde quale sia il tuo luogo
    Nella misura dell’invenzione, o nella vera abilità dell’artefice,
    Strappa da te la vanità,
    Paquin strappala!
    Il casco verde ha vinto la tua eleganza.
    “Dominati, e gli altri ti sopporteranno”
    Strappa da te la vanita’
    Sei un cane bastonato sotto la grandine,
    Una pica rigonfia in uno spasimo di sole,
    Metà nero metà bianco
    Né distingui un’ala da una coda
    Strappa da te la vanita’
    Come son meschini i tuoi rancori
    Nutriti di falsità.
    Strappa da te la vanità,
    Avido di distruggere, avaro di carità,
    Strappa da te la vanità,
    Ti dico strappala.
    Ma avere fatto in luogo di non avere fatto
    questa non è vanità. Avere, con discrezione, bussato
    Perché un Blunt aprisse
    Aver raccolto dal vento una tradizione viva
    o da un bell’occhio antico la fiamma inviolata
    Questa non è vanità.
    Qui l’errore è in ciò che non si è fatto, nella diffidenza che fece esitare.

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  12. P.S. Aggiungo il testo inglese, per chi lo volesse controllare:

    What thou lovest well remains,
    the rest is dross
    What thou lov'st well shall not be reft from thee
    What thou lov'st well is thy true heritage
    Whose world, or mine or theirs
    or is it of none?
    First came the seen, then thus the palpable
    Elysium, though it were in the halls of hell,
    What thou lovest well is thy true heritage
    What thou lov'st well shall not be reft from thee

    The ant's a centaur in his dragon world.
    Pull down thy vanity, it is not man
    Made courage, or made order, or made grace,
    Pull down thy vanity, I say pull down.
    Learn of the green world what can be thy place
    In scaled invention of true artistry,
    Pull down thy vanity,
    Paquin pull down!
    The green casque has outdone your elegance.

    "Master thyself, then others shall thee beare"
    Pull down thy vanity
    Thou art a beaten dog beneath the hail,
    A swollen magpie in a fitful sun,
    Half black half white
    Nor knowst'ou wing from tail
    Pull down thy vanity
    How mean thy hates
    Fostered in falsity,
    Pull down thy vanity,
    Rathe to destroy, niggard in charity,
    Pull down thy vanity,
    I say pull down.

    But to have done instead of not doing
    this is not vanity
    To have, with decency, knocked
    That a Blunt should open
    To have gathered from the air a live tradition
    or from a fine old eye the unconquered flame
    This is not vanity.
    Here error is all in the not done,
    all in the diffidence that faltered . . .

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