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domenica 3 ottobre 2010

Potrebbe essere l'inizio di un thriller, e invece è tutto vero, capitato a me

Mercoledì sera, esattamente alle 22 e quattordici m'è suonato il telefono.
«Pronto»
«Pronto, qui la polizia»
Non me l'aspettavo, proprio non me l'aspettavo.
Ero anche un po' stanco. E adesso quella telefonata, a quell'ora.

Ero dunque arrivato alla stazione Centrale verso le diciannove, e prima di prendere le mie cose, che son sempre le stesse, uno zaino e un piccolo trolley, avevo controllato come d'abitudine se avevo con me quei tre oggetti che sono come delle appendici inseparabili quando sono in viaggio: il portafogli, le chiavi, il cellulare. E, perdìo, quest'ultimo non mi risultava. Avrebbe dovuto essere nella tasca interna del giubbotto che avevo sistemato sulla mensola sopra la mia testa. E anche dopo un esame più accurato eseguito perquisendomi davanti e dietro e di lato, perdìo, proprio non mi risultava. Avevo allora guardato dietro i sedili e anche sotto sdraiandomi sul pavimento dello scompartimento. Niente di niente. Si sarebbe potuta fare la prova di chiamare, per sentire un eventuale squillo, ma ormai tutti i passeggeri erano scesi e così feci anch'io e mi avviai verso la metropolitana più interdetto che incazzato.

In questi casi uno si aggrappa a qualcosa. E io mi ero aggrappato al fatto che l'ultima telefonata l'avevo fatta dalla casa in Liguria, e quindi mi infilai nella speranza che lo avessi lasciato là. Appena arrivato al mio numero fisso chiamai più volte. Suonava, suonava a vuoto e quindi mi ero quasi convinto che proprio là fosse, su quel tavolinetto in cucina dove lo lascio di solito, e mi immaginai anche il musetto perplesso di Tigre a sentire quelle musichette ripetute. Non so perché ma non avevo voluto coinvolgere nessuno ad andare a verificare, anche se qualcuno si era offerto.

Ora, si sa, la sfiga si tira dietro altra sfiga. Dovevo scrivere per l'indomani un post e avevo bisogno della mail che mi aveva mandato Gian Paolo ma era stata scaricata su un portatile al momento non disponibile. Quindi dovevo mettermi in contatto con lui, ma come facevo se avevo solo il numero del telefonino? Dovete a 'sto punto sapere che tutta la rubrica presente sulla sim l'avevo salvata, ma salvata, maledizione!, proprio su quel portatile al momento non disponibile. Quindi non mi rimaneva come ultima risorsa che mandare un'altra mail all'amico per venirmi in aiuto, e gliela mandai subito e scrissi anche di questa disavventura.

Mi chiamò poco dopo e, sorpresa, sorpresona, mi diceva che questo benedetto cellulare non lo avevo dimenticato nella casa in Liguria ma al momento era nelle mani di una straniera non ben identificata che era in viaggio verso Genova e lo avrebbe consegnato alla polizia ferroviaria di quella città. Lo aveva contattato perché aveva visto quell'ultima telefonata fatta dalla Liguria e che era diretta proprio a lui.

Trasecolai, e anche dopo, quando si fece viva la polizia con la telefonata, di cui parlo all'inizio, dove dicevano che il mio cellulare era in mano loro. Finalmente al sicuro.

Così ieri mattina ho fatto un salto a Genova e mi si è presentata la fortunata combinazione di trovare negli uffici proprio l'agente che era di turno mercoledì sera, e proprio lui mi aveva avvisato. Tre moduli da riempire a mano con la spiegazione di tutta la vicenda. Ma il pc? Non mi faccia dire niente, questo è l'unico modulo non informatizzato, e tra l'altro non esiste nemmeno più la carta carbone. Metto tre firme e poi finalmente apre la busta. Sì, è lui. Era stato spento, lo accendo subito e comincia la mitragliata di sms di tutti quelli che non mi aveva trovato raggiungibile in questi giorni.

E allora mi viene spontaneo da domandare:
«Ma questa straniera chi è, ha un nome, un recapito? Ché vorrei ringraziarla, il minimo»
«No, non sappiamo chi è, è arrivata di fretta perché doveva prendere un altro treno, e non abbiamo avuto modo di identificarla, in casi del genere il regolamento non lo prevede»
«Potrebbe almeno descrivermela?»
«Sì, sì. Bionda, molto carina, di un Paese dell'Est, ma non saprei dire quale. Sulla trentina»
«Vestita come?»
«Jeans e un giubbetto di pelle nera».

Sobbalzo e cerco di non darlo a vedere. Una ragazza così, ma proprio così, era seduta al mio fianco, e il giubbetto nero lo aveva sistemato sopra il mio, anch'esso nero, e me lo aveva anche chiesto (le uniche parole scambiate, e avevo sentito un accento slavo) dato che tutte le mensole erano occupate. E poi ci fu solo un sorriso scaturito spontaneo e scambiato all'arrivo.

C'era un'ultima curiosità da risolvere, e di fronte a una risposta affermativa certe combinazioni si sarebbero raggomitolate in un mistero fitto di inquietudine.
«Non ha sentito se aveva addosso un profumo particolare?»
«Mi dispiace proprio, ma non sento quasi gli odori, una malformazione, per fortuna non era un impedimento alla visita medica per entrare in polizia».

Ancora adesso non so decidermi se questa risposta mi è arrivata come una delusione o come una liberazione.

Nelle due ore di viaggio che le sono stato vicino, mentre armeggiava con destrezza col suo iPhone e io dormicchiavo, m'è penetrato un misto di lavanda selvaggia, di muschio bianco, di gelsomino dry con sentori sullo sfondo di felci bagnate. Mai sentito prima, da identificarla meglio del DNA suo.

Osservo adesso questo cellulare che lei (lei chi?) ha avuto tra le mani. Forse ha lasciato una traccia bioelettronica dentro i circuiti. E lì non basta essere hacker per scoprirlo, bisogna essere prima druidi (ciao Paola) e poi anche hacker, proprio come me. Ma se scoprirò qualcosa me la terrò stretta.

Tutto assolutamente vero. Ne fa fede la testimonianza di Gian Paolo Lanteri e la polfer della stazione Principe di Genova.

33 commenti:

  1. Ti fai scappare una bionda,jeans,giubbotto nero slava sui 30anni,per altro seduta accanto a te sul treno.Io le avrei parlato di tutto fino a trovare l'argomento che le fosse interessato per poi approfondirlo a fondo...ma proprio a fondo.

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  2. Alberto, mi dai l'autorizzazione ad utilizzare questa storia come introduzione all'e-book "l'ispettore pedro", un blog ed e-book che voglio costruire e vendere (vendere i contenuti del blog si intende, accesso solo tramite paypal) per autofinanziare il progetto sulla dipendenza da internet?
    A proposito Alberto se puoi fammi una cortesia cambia dove puoi i link da iadkillervirus.org a iadkiller.org
    Non sai quanto ti sono grata...mi hai dato una bella ispirazione
    Poi col fatto che la ragazza in questione maneggiava un iPhone nell'ispettore Pedro è perché chattava col serial killer...va be'
    Ovviamente cambio i particolari da bionda diventa bruna e altre cose non vorrei poi causare problemi a una persona che è stata onesta e gentile(quanti al suo posto se lo sarebbero tenuto il cell?)
    Comunque non inizio con la stesura dei testi fin che tu non mi avrai eventualmente dato OK.
    Ovviamente a lavoro terminato ti registro come utente premium di iadkiller a gratis così te lo leggi...come si fa a far pagare la persona che ha dato l'ispirazione per quanto irrisorio possa essere il costo dei contenuti, tipo 10 euro all'anno...
    Grazie per la collaborazione, credimi la sindrome da pagina bianca è peggio della dipendenza da internet! :-)

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  3. Infatti (arrivo a scrivere il commento già pensato un attimo dopo Talksina), una storia bella come un romanzo! La fortuna aiuta chi se la merita!

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  4. dovrò imparare a prendere più treni ,con trolley e zaino.
    possibilmente senza orari e con una sola bandiera, per adesso ho solo bisogno di annusare e farmi oenetrare da questo gelsomino dry con sentori di felci bagnate sullo sfondo.
    e stanotte proverò ad costruirlo.
    poi ti dirò.
    e sono d'accordo con Adriano: la fortuna aiuta chi...

    ciao

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  5. e hai dormito tutto il tempo del viaggio????!

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  6. Maistrettu3/10/10 20:28

    un saluto da tutte le bionde che prendono il treno, che siedono accanto ad un ligure di ponente, che usano un profumo che è di per sè tutta una storia, ed infine se ti turba il sonno,la bionda, domattina scatto una foto, alcune bionde sono abitudinaire di alcuni treni, sul primo treno che guido e ti invio la foto.. chissà?
    bravo Alberto
    Maistrettu

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  7. per via di zaini e treni, a me una volta è successo che la capotreno ha scambiato lo zaino mio per un cane.
    Notare che la cieca sono io, però mi sa che anche lei deve aver dei problemi di vista non indifferenti

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  8. esperienza zaino-cane qui http://www.ciecomatto.net/blog/2009/singolare-esperienza-in-treno-zaino-scambiato-per-un-cane/
    francamente fino a oggi, a quasi un anno data, me ne ero pure dimenticata completamente

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  9. gian paolo3/10/10 21:06

    Confermo e aggiungo la mia sorpresa nell'aver sentito squillare il telefono, vedere sul display il nome Alberto, e sentire una dolce voce femminile dall'accento straniero!

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  10. Che fiuto Alberto! Del resto "nomen omen", e che fortuna ad esserti imbattuto in una persona onesta!
    Ciao, buona settimana.
    @Adriano, mi dispiace contraddirti, ma non sempre la fortuna aiuta chi se la merita: io una volta ho perso il portafoglio ma nessuno me l'ha restituito e vorresti forse dire che non me lo meritavo?! ;)

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  11. Storia avvincente. Ah se il povero cellulare potesse raccontarci la sua versione dei fatti! :D


    Un saluto alla fata bionda :)

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  12. @Primo Estinto
    Ti vorrei vedere in azione.

    @Talksina
    Carissima fai tutto quello che vuoi. I link l'avevo aggiornato. Avrei voluto assistere alla scena che racconti.

    @Adriano
    Sì, un bell'incipit.

    @Giulio
    Proprio bene, non c'è che dire.

    @Garabondo
    Ma tu a naso come stai?

    @Saamaya
    Dormicchiato, cara, dormicchiato, non dormito.

    @Maistrettu
    Mandami le foto o dammele di persona quando ci vediamo.

    @Gian Paolo
    Bella e piacevole sorpresa quando mi hai telefonato.

    @Filo
    Si sa, la fortuna è cieca.

    @Skip
    Questo cellulare diventerà il fulcro di un rito di magia bianca, e allora parlerà.

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  13. Scerbanenco ne avrebbe tirato fuori un gran racconto, ne sono sicuro

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  14. Caro Alberto,
    una bella storia umana in cui il cinismo dilagante non trova posto. Ci sono persone oneste e gentili e anche questa ragazza è stata fortunata ad imbattersi proprio in te... spero proprio che tu la ritrovi. Adoro i lietofine.

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  15. Oltre ad essere carina è stata molto molto gentile a consegnare il cellulare alla polizia.

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  16. che tristezza le solite classiche battute sulla bionda sull'innamoramento e sul discorso di rimorchiare, a me francamente schifano perché in pochi si sono soffermati sull'autenticità del gesto di una persona, indipendentemente dal sesso e dalla nazionalità, che ha portato il telefono alla polfer senza porsi minimamente il problema di lasciare le proprie generalità affinché eventualmente il proprietario del telefono la potesse ringraziare, cosa che certamente è gradita ma non è mai dovuta ed evidentemente questa persona, ha agito con quello spirito. Lo faccio perché ho trovato una cosa non mia, e la consegno a chi ha il compito di rintracciare il proprietario ma non ho alcun interesse personale a farlo. E' stata una persona che ha dato, senza preoccuparsi del ricevere. E sinceramente di fronte a un gesto del genere trovo fuori luogo che uno faccia la classica battuta "avevi una bionda vicino e non ne hai approfittato" certo non è stata fatta una affermazione simile, ma là vicino. Anche quando si scherza si pensa solo al proprio tornaconto...che tristezza veramente.
    Boh, sarà che io vivo in mezzo alle difficoltà tutti i giorni, e questo tipo di esperienze quando succedono a me o agli altri mi lasciano sempre qualcosa. al di là dell'ispettore pedro e tutto il resto :-)

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  17. oddio, quando ti ha chiamato la polizia non ti sei spaventato? a me a volte sono capitati due carabinieri di prima mattina in cerca dei miei vicini di casa e io ho sempre sudato freddo, del tipo "cosa vorranno? sarà per quella volta che non ho fatto il biglietto in treno? o per quando ho investito quel piccione?"

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  18. Sembra strano che questa storia sia successa in Italia, visto che, di solito, se perdi il telefono in Italia, ci puoi mettere una pietra sopra.

    Ma, forse, tutto dipende dal fatto che la bionda che lo ha trovato non è italiana... alla faccia di chi dice che gli stranieri sono tutti criminali...

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  19. Una bellissima storia (vera) con lieto fine. Alla faccia di chi vede nello straniero sempre una minaccia...

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  20. Io sono famoso per gli annusamenti,tipo cane da tartufo.
    Se occorre sono pronto all'uso.

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  21. Anche gli italiani sanno essere onesti.
    Era morto un caro amico, per andare al funerale ho preferito prendere il treno. All'arrivo ho notato un ombrello multicolore abbandonato sulla retina. Se avessi chiesto di chi era, mi avrebbe risposto un coro di "mio! mio!".
    L'ho prelevato e sono andato alla Polfer. Mi hanno spedito agli "oggetti smarriti": alla modulistica da compilare avevo notato uno sguardo di compatimento che non mi era piaciuto.
    Ho ripreso l'ombrello, e per non presenziare al funerale con questo mazzo di fiori ombrellifero, sono andato in un bar, ho preso un caffé, e ho chiesto che me lo tenessero fino al termine della cerimonia.
    L'ho tenuto finché il vento non me lo ha distrutto.
    Non sarebbe stato necessario, ma ogni volta che lo vedevo, pensavo all'amico scomparso.
    Continuo a pensarlo, anche senza ombrello.

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  22. ... ma la vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio? Di fronte a certe storie, posso chiedermelo ...o no?

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  23. raro trovare persone così

    straniera o no

    comunque buon per te
    certe storie ti fanno ricredere sul mondo

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  24. Lei bionda e carina con un profumo che a Napoli definirebbero come un misto tra un cazzotto, un pacchero e un papagno, e tu che dormicchi di fianco... No Albe, proprio no! :P

    Comunque penso che l'unica cosa veramente importante sia che esiste ancora gente che fa di queste cose. A Napoli (da quando sono a Roma penso troppo alla mia Napoli) te ne avrebbero resi 4, e ovviamente sono ironico.

    A presto.

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  25. Che bello tu abbia ritrovato il tuo cellulare!
    E comunque, dopo le congratulazioni, ti confesso che il mio primo pensiero era stato quello espresso da Primo Estinto... e invece mi hai stupita! Ma allora ci sono ancora uomini che non si lanciano al rimorchio della prima trentenne che adocchiano?!? UAUUUU!!! Questa sì che è una sorpresa!

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  26. @Baol
    Di Scerbanenco ce n'è uno solo.

    @Marco
    No, no, non attribuire ad altri il tuo attuale stato.

    @Enrica
    Chissà se la ritroverò mai.

    @Du
    Più che gentile, si è anche sbattuta, tra un treno e l'altro a consegnarlo alla polizia.

    @Talksina
    Non prendertela più di quel tanto. Ognuno ha le sue sensibilità. Ciao, e avvisami quando l'ispettore Pedro è online.

    @Polly
    Non mi sono spaventato perché ero già stato avvisato dal mio amico. E' lui che ha dato alla polfer il mio numero fisso di Milano.

    @Velenero
    Infatti sono stato proprio fortunato.

    @Ernest
    Se vuoi anche col punto interrogativo.

    @Daniele
    E ce ne sono di queste storie che riguardano stranieri, di cui nessuno mai parla.

    @Monticiano
    In quanto a naso se vuoi possiamo avere un confronto.

    @Gatto
    Bella storia anche questa.

    @Alli
    Certe volte i sogni coincidono un cicinin con la vita.

    @Itsas
    Sì, ti fanno un po' cambiare la visuale.

    @Rospo
    Lo diciamo anche al nord che me ne avrebbero resi quattro.

    @Vivi
    Sì, ci sono ancora, o di nuovo, uomini così. Ciao.

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  27. Se Guccini leggesse questo post, come minimo ci scriverebbe un altro suo successo.

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  28. Dalla descrizione e dal profumo sembrerebbe trattarsi del fantasma di Irina Sep'tiko, morta suicida per acqua (profumo di felci bagnate) e per amore dopo una mancata risposta dal cellulare dell'amato. Da allora, tutti gli anni in questo periodo, cerca sui treni e preleva cellulari nelle tasche interne dei giubbotti neri per chiamare dall'aldilà, poi si pente e restituisce. Ma il cellulare è ormai incantato...

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  29. magari l abionda si è fotografata con il tuo cell e ti ha lasciato un messaggio di cui tu non ti sei accorto...hai controllato?????

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  30. @Gians
    Chissà, potrei anche mandarglielo.

    @Tullix
    Tu sei più bravo di me a inventare storie.

    @Zefi
    Ormai è un cellulare fatato, e un giorno, come magia, potrebbe palesarsi questo messaggio che adesso si nasconde.

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