Fu il bue. Anche il cavallo, ma fu soprattutto il bue a dare all'uomo un aiuto essenziale alla diffusione massiccia dell'agricoltura. Toro castrato, conservava da una parte la forza primitiva per tirare l'aratro e il carro, e dall'altra aveva trasformata l'irruenza pericolosa in mitezza proverbiale cantata dai poeti. Animale praticamente scomparso per l'uso cui era nato viene tuttora allevato come carne da macello e quindi non è più lui anche se il nome è rimasto.
Foto scattate stamattina in un recinto con un centinaio di buoi nei pressi del mio paesello in Liguria.
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Belle foto! La prima in particolare...
RispondiEliminamassicci!
RispondiEliminaRicordo che qualcuno mi ha detto che un tempo a Rocchetta Nervina, le famiglie che non potevano permettersi di acquistare un bue lo compravano in comproprietà e lo usavano a giorni alterni per i lavori in campagna. Veniva usato anche per trasportare l'acqua per l'irrigazione dei terreni coltivati che non disponevano di risorse idriche.
RispondiEliminaCiao Alberto, sorvolerò sul "T'amo pio bove che mite un sentimento...
Esprimono veramente potenza..
RispondiEliminaIl bue, questa via di mezzo tra il toro e la mucca...
RispondiEliminaUn centinaio di buoi? Immagino lo spettacolo!
RispondiEliminaMi vengono in mente alcuni proverbi ispirati dall'attuale clima politico (con rispetto dei possenti buoi).
Chi ha carro e buoi, fa bene i fatti suoi.
Moglie e buoi dei paesi tuoi.
Anche il bue dell'imperatore ha solo due corna.
Ara co' buoi e semina con le vacche.
Deve essere uno spettacolo potere ammirare un centinaio di buoi tutti in una volta!
RispondiEliminaPoveri buoi declassati, dalla loro nobile funzione, a carne da macello.
E' una vera tristezza...
Anch'io come skip mi sono ricordato qs proverbi, ma soprattutto un altro: "Tira di più un pelo di fica, che una pariglia di buoi"...dati i tempi...
RispondiEliminache belli esemplari!
RispondiEliminaSempre più raro vedere questi animali non sezionati ed etichettati... ma che elegante possenza che hanno!
RispondiEliminaQuanto detto da filo trova conferma nei documenti. Nelle mie ricerche mi sono imbattuto parecchie volte in buoi in comproprietà di 2, 4 o più persone. Altre volte il bue era acquistato da un notabile (medico, notaio ecc.) come "investimento" ed era poi ceduto in "locazione" a un contadino, che di fatto ne aveva la piena disponibilità, e pagava "l'affitto" del bue in natura, cioè svolgendo un certo numero di giornate di lavoro col bue nei terreni del proprietario (di solito tra le 15 e le 18 giornate all'anno).
RispondiEliminaStupende le foto. Mi fanno tornare in mente quando da piccolo andavo in campagna e venivo portato a vedere le stalle dei nostri vicini. Ricordo che ero affascinato da un grosso toro americano, da monta credo. Non centra molto col Bue..però ecco questo mi è tornato in mente.
RispondiEliminaFilo e Fausto
RispondiEliminaNon parlo per sentito dire o per aver visto documenti ma per esperienza diretta. Quasi mai dalle nostre parti il bue era di un unico proprietario. La ripartizione veniva fatta a piedi. Ogni piede corrispondeva alla disponibilità dell'animale per una settimana. Si poteva avere anche mezzo piede, ed erano tre giorni.
che foto e animali magnifici...!
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RispondiEliminaPerdonami, ma l'ultima foto (distinzioni di sesso a parte) mi ha fatto ricordare le "forme di governo in due mucche"! Sicuramente la conosci già ma non si sa mai.
RispondiEliminaCiao Alberto, un abbraccio.