Non sto parlando della traduzione che hanno affrontato ieri i ragazzi della maturità ma di quella che sta facendo sudare sette e più camice al gruppetto di monsignori che sono intenti a tradurre in latino l'ultima enciclica del papa.
Benedetto XVI ci tiene molto a questa lingua morta tanto che col Motu Proprio l'aveva resuscitata, non so con quanto successo, nella recita della messa. E un mio amico d'infanzia, che è un cattolico integralista come pochi, assieme ad altri adepti ci ha pure fatto un sito, messainlatino.it.
Questi monsignori stanno sudando perché sono colpevolmente indietro nel lavoro e ormai l'uscita della nuova enciclica di papa Ratzinger, che era prevista per questo lunedì, la prima a carattere sociale, dal titolo Caritas in veritate, slitterà a data da destinarsi "a causa delle difficoltà con la traduzione in latino, e la complessità del testo", si sussurra in Curia.
Che questa "complessità del testo" derivi da un gran numero di parole che non hanno un corrispettivo in latino, tipo "disoccupati, precari, cassintegrati..." e che quindi questi prelati si stiano arrovellando per crearne di nuove nella lingua dei Cesari?
Eccone alcune che fanno già parte del latino "moderno".
navis glacifraga (nave rompighiaccio), segmentulae (tagliatelle), mensa dapifera (self service), biduum festivum (weekend), tapetillum (scendiletto), amaruli (amaretti), percussionalia (la batteria musicale), maxiemporium (supermercato), gumminflatum (gommone), undulum (il dondolo), oculones (guardoni, sì, sì, proprio quelli là), clusura tractilis (chiusura lampo), nubeculati libelli (fumetti), diploma autocineticum (patente di guida), suffragium decretorium (ballottaggio), percontatatio (intervista).
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L'otto per mille va anche per lo stipendio di questi traduttori che si divertono a giocare con le parole?
RispondiEliminaperdono il tempo così, invece di pensare a cose più serie!
RispondiEliminaCerte volte le scelte del Vaticano mi sembrano solo inconguenti... dovrebbe essere universale, una religione per gli uomini... (e pensare che per decenni Lefèvre fu scomunicato perché celebrava la messa in latino... credevo gli stesse antipatica 'sta lingua...)
RispondiEliminaUna volta navigando avevo trovato un sito ecclesiastico con neologismi latini, evidentemente devono veramente coniare termini corrispondenti al linguaggio attuale.
RispondiEliminaMah..
Chissà come avranno tradotto in latino preservativo.
RispondiElimina"disoccupati, precari, cassintegrati...", crisi...
RispondiEliminaparole che presto spariranno anche dai nostri TG e giornali.
:-(
Non fa un plissè, con la moda del giorno.
Grazie per i neologismi, che mi mancavano, e per la foto del Santo Padre!
RispondiEliminaPremetto che io e la religione dell'inquisizione, e delle credenze a volte in contrasto pure con il proprio testo sacro siamo un bivio.
RispondiEliminaEppure, tralasciando il fatto chiesa, il Latino meriterebbe di essere studiato e e magari anche riesumato.
Si eviterebbe quella decadenza che ultimamente percorre la lingua italia per colpa di un uso massiccio di sms, facebook e quanto altro.
Ormai veder scritto bene, è una missione non difficile, ma ardua.
Poi ovvio, se le traccie della Maturità riguardano Facebook c'è poco da stare allegri....
Alcune parole sembrano ispirate al Latino rowlinghiano (oculones non si batte). Non la odiassero tanto potrebbero delegare a lei il compito.
RispondiEliminaQuoto Sama, la Rowling ci riuscirebbe ma forse è troppo spregiudicata. Comunque poveri traduttori, tutta la mia solidarietà... Quanto ai neologismi latini, sono stupendi, proprio per la loro squisita inutilità. Grazie di averceli segnalati.
RispondiEliminama la foto è un montaggio o il papa c'ha proprio sta cresta punk?
RispondiEliminaah, galeotto fu il bifurun de ventu!
Ciao Alberto.
Devono pur far credere che dietro a poche paginette vi sia un lavoro immane forse, no :-)))?
RispondiEliminaCmq la cosa curiosa é che l'enciclica viene scritta in latino per poi essere (se non erro) venduta ( e quindi tradotta) in italiano perché altrimenti non la leggerebbe quasi nessuno ( o meglio meno persone ancora di quelle poche che forse la compreranno in italiano).
Sempre che non nasca scritta in Italiano e poi tradotta in Latino ma Benedetto XVI non mi pare molto capace di scrivere in italiano; lo parla già con difficoltà onestamente.
Questo post è una piccola perla......!
RispondiEliminaComunque suppongo che tutte le difficoltà del Vaticano siano per la parola "Facebook" (Liber Vultus?)
Questi neologismi sono proprio divertenti !
RispondiEliminaSai che non mi ero mai posto il problema delle parole che mancano in latino.
RispondiEliminaStaranno impazzendo!
Buongiorno. Scusatemi se mi intrometto in una discussione finita da tempo. Non è per fare polemica e gettare la benzina sul fuoco. Ognuno ha la sua sensibilità e definire intagralista un amico non è mai qualcosa di piacevole, sopratutto là dove, è presente una sensibilità particolare. E' vero che il latino è una lingua morta. Ma non è così morta. Chi l'ha studiato sa che certe parole che noi usiamo oggi nel sermo cotidianum derivano da parole già presistenti in latino. Come dirti....hai preso una cantonata. La parola stessa mass - media. Non è inglese....è latino! Con l'unica variante che l'assunta il vocabolario inglese. Per cui la "e" si legge "i". Poi vorrei dire un'altra cosa. Dando una veloce lettura hai commenti ho visto altre banalità. Il preservativo i latini lo conoscevano, esiste il termine. Questo è un brutto risultato per una lingua che nessuno reputa mai all'altezza. Eppure....ha le sue bellezze e oggi tutti scriviamo d'amore con queste parole.
RispondiEliminaOdi et amo. quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Tradurle sarebbe uccidere la poesia.....
Buongiorno. Scusatemi se mi intrometto in una discussione finita da tempo. Non è per fare polemica e gettare la benzina sul fuoco. Ognuno ha la sua sensibilità e definire intagralista un amico non è mai qualcosa di piacevole, sopratutto là dove, è presente una sensibilità particolare. E' vero che il latino è una lingua morta. Ma non è così morta. Chi l'ha studiato sa che certe parole che noi usiamo oggi nel sermo cotidianum derivano da parole già presistenti in latino. Come dirti....hai preso una cantonata. La parola stessa mass - media. Non è inglese....è latino! Con l'unica variante che l'assunta il vocabolario inglese. Per cui la "e" si legge "i". Poi vorrei dire un'altra cosa. Dando una veloce lettura hai commenti ho visto altre banalità. Il preservativo i latini lo conoscevano, esiste il termine. Questo è un brutto risultato per una lingua che nessuno reputa mai all'altezza. Eppure....ha le sue bellezze e oggi tutti scriviamo d'amore con queste parole.
RispondiEliminaOdi et amo. quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Tradurle sarebbe uccidere la poesia.....
Il latino anche se lingua morta è importante in quanto tutti i documenti, almeno fino al 1600, sono scritti in latino e senza saperlo non possiamo studiare la nostra storia. Da qui ad usarlo ancora ai giorni nostri però ne passa ...
RispondiEliminaE poi il papa dovrebbe conoscerlo benissimo tanto da parlarlo e scriverlo correntemente quindi l'enciclica poteva scriverla direttamente in latino così non ci sarebbe stato bisogno di tradurla in latino!!!
Concordo che il latino è importante e che il papa dovrebbe conoscerlo benissimo. Evidentemente non è poi tanto difficile in questa lingua coniare dei neologismi.
RispondiEliminaFilo
RispondiEliminaLa foto non è un montaggio è proprio così.
Radioceano
Parlando del mio amico cattolico integralista non mi riferivo al fatto del latino, ma ad altre cose. A me la lingua latina non dispiace proprio per niente.
Riporto da Repubblica
"È stato Ratzinger in persona a pretendere che la versione ufficiale dell'enciclica da inviare a tutti i vescovi del mondo e alle nunziature apostoliche, fosse rigorosamente in latino, mentre con i suoi predecessori la versione nella lingua di Cicerone arrivava solo in un secondo momento."
Sarebbe interessante sapere in che lingua il papa ha scritto l'enciclica. Vien da pensare in tedesco.
Le incicliche sono scritte tutte in Italiano. Poi vengono tradotte dopo.
RispondiEliminaPer quanto riguarda i neologismi, ne aggiungo alcuni, segnalati dal Prof. Guido Angelino, scomparso un anno fa alla bella età di 97 anni, grande professore che faceva parlare i suoi studenti in latino. I quali studenti, quando gli dicevano - in latino - che secondo loro non era vero che il latino lo si potesse parlare, lo vedevano sorridere e rispondere: Ma voi state parlando in latino! ed a quel punto dovevano dargli ragione.
RispondiEliminaCome si fa, poi, a dire che le lingue classiche non servono a nulla? Le scienze più importanti, più utili, (e, mi si permetta, più interessanti e più belle) prendono il loro lessico dal greco e dal latino: la botanica, la geologia, la biologia, la medicina... E sono termini che non si possono dire con sinonimi, tutt'al più parafrasare, ma non è la stessa cosa (come dire in altro modo meristema, o cataclasite, o parenchima se non "spiegando"?).
Ecco una breve scelta di questi neologismi:
la bicicletta = birota
La tazzina di caffé = poculus parvus caffei
l'automobile = autocinetum
musicassetta = phonocapsella
grissini = panicilli
nave rompighiaccio = navis glacifraga
sciopero = operistitium (per analogia a solstitium)
carrozza ferroviaria = carruca ferriviaria
i crakers = quadrulae
i fumetti = nubeculati libelli
la biro = calamus sphaerulatus
le tagliatelle = segmentulae
la roulotte = domuncula vectabilis
il mitra = manuballista
telegiornale = telediurnum
calcolatore = computatrum
la guida dei Touring = libellus periegeticus
un pallone imparabile = follis imprensabilis...
Quoto c.e.g.: il prof. Angelino è stato davvero un grande.
RispondiEliminaEcco una sua cronaca, in latino, di un derby Torino-Juventus:
Hodie est Dominica extraordinaria: magna pars Taurinensium relinquit domum et cetera negotia et affluit ad stadium: duae enim turmae (squadre) eiusdem urbis certabunt inter se maxima alacritate.
Cum arbiter emittit sibilum initii, omnes graidus amplissimi stadii sunt iam referti «typhosis», qui emittunt dìssonum boatum, agitantes vexilla et sonantes corniculas.
Per primum quartum horae, lusores (i giocatori) procedunt velocissimi (sunt enim omnes vegeti viribus) et follis (il pallone) vel radit terram vel volat, propulsus modo ad unam aream portariam, modo ad alteram.
Et ecce, fere transacta media hora lusus acris ac prementis, ala sinistra iuventina captat follem, quem ei perite (abilmente) direxit medianus, evìtat duos defensores taurinianos, offert follem eleganti ictu tali (colpo di tacco) occurrenti medialae dexterae, quae rapido ac vehementi ictu pròicit follem in angulum portae, dum ianitor, etsi citissime insiliens, non valet nisi eum praestringere (sfiorare) digitis.
Tònitrus ingens rèboat per stadium, dum auctor retis, currens huc illuc velut amens et pluriens iactans per aera brachia, vicissim ab uno et ab altero lusore iuventino cingitur brachiis et fervide basiatur, quasi peregisset gestum heroicum.
Lusus iterum inchoatur, et dum iuventini nituntur praesertim defendere portam, et tantummodo raro irrumpunt in aream adversariorum velocibus incursionibus, athletae taurinarii pergunt (continuano) rabida alacritate premere indefatigati contra rete adversariorum, trahentes secum etiam proprios defensores, ita ut saepe dimidium stadium maneat desertum et unicus conspiciatur, deambulans placide inter palos portae, manitor taurunianus.
At integer globus iuventinus intentissime vigilat et rumpit quàmlibet (qualsiasi) actionem adversariorum qui, licet crescenti impetu conentur, astutis traiectibus (passaggi) apparare occasionem reti, semper, veluti undae quae franguntur contra scopulos, frenantur et assidua tenacia repelluntur retro.
Et ecce sibilus arbitri: prius tempus certaminis est transactum; athletae relinquunt stadium et Iuventini cursu, Tauriniani contra tardis passibus, recedunt in spoliarium.
Initium secundi temporis: refecti (ristorati) intervallo, athletae incipiunt velocem lusum, conantes Tauriniani Assequi paritatem, Iuventini autem, etsi non intermittentes cautam et ferream vigilantiam suae portae, parati ad fruendam quamlibet occasionem ut augeant numerum retium.
Seconda parte:
RispondiEliminaAt improviso, medius aggressor taurinianus, potitus (impadronitosi) folli, ingreditur in aream «rigoris» et callida simulatione (finta) se èxpedit a mediano sinistro iuventino, qui conatus erat eum cohibere, sed in ipso momento quo se àpparat ad proiciendum follem in rete, ab accurrente defensore iuventino deicitur humi (è fatto cadere) apertissima supplantatione (sgambetto). Sibilat arbiter: calx rigoris.
Super totum stadium cadit repente ingens silentium, et dum athletae se glomerant taciti extra aream rigoris, taurinianus «rigorista» (ita appellatur athleta qui excellit peritia proiciendi follem in rete adversariorum) deponit follem in circulo, circumscripto lineola alba, inde retrocedit lente aliquot passus, postea velocitate crescenti irruit in follem et, simulata declinatione corporis in partem sinistram, eum impingit ictu veliementi in angulum dextrum. G o a L !! Unum contra unum!!!
Exoritur a typhosis taurinianis immanis boatus, dum incipiunt agitari phrenetice vexilla et explodi capsulae pyricae.
Ergo certamen redit ad paritatem! Dum autem in cavea stadii tumultus pergit effrenatus, athletae redintegrant festinanter lusum, incitati novo impetu et alacritate Tauriniani, impulsi acriore fervore Iuventini.
At dum follis transit velociter ab uno ad alterum lusorem et dum premitur et obsidetur modo una, modo altera porta, intentissima vigilantia defensorum impedit quòminus follis possit pròici in rete.
Et iam propinquat finis secundi temporis, cum follis impingitur incaute a lusore taurinensi ultra lineam extremam stadii, ideoque decernitur calx anguli pro Iuventinis.
Volat follis, apte implsus ab ala sinistra et inclinatur in proximitate portae, ubi densantur athletae utriusque turmae; inter ceteros, agili saltu emergit medianus iuventinus, qui vehementi et callido ictu capitis percutit follem eumque impingit «imprensabilem» (imparabile) in superiorem angulum dextrum portae: g o a l !
Hac vice, totum stadium explodere videtur: clamant insanientes laetitia thyphosi iuventini, se invicem complectentes (abbracciandosi) et quassantes sua vexilla et vexillula, dum contra una pars typhosorum taurinianorum rumpit in exsecrationes et blasphemias, altera vero, quasi percussa fulmine, assidit muta in gradibus, velut si eos perculisset extrema calamitas.
Et ecce, post pauca minuta, sibilus finis.
Omnes athletae repente consistunt, inde contendunt ad spoliarium, dum interea thyphosi iuventini, gestientes irrefrenabili gaudio, invadunt pacifice stadium atque turmatim iactant ad aerem vexilla et elatis vocibus celebrant victoriam turmae cordis.
c.e.g. e Flaubert
RispondiEliminaGrazie molte per i vostri interessantissimi commenti.
non metto in dubbio che il latino sia importante! senz'altro ci può aiutare a capire meglio (e a parlare meglio!) l'italiano......
RispondiEliminama si sentono certe castronerie in latino!!!! (anche da parte di chi il latino lo dovrebbe conoscere....)