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mercoledì 18 gennaio 2012

Ma di cosa vanno cianciando?

Pagina a pagamento apparsa oggi sui principali quotidiani nazionali

Riporto il testo

Natale 2012. Massimo, 43 anni, è in vacanza con la famiglia. La giornata sugli sci è finita. A cena un piccolo fastidio a un dente che diventa subito più forte. Un dolore insopportabile. Ma la farmacia del paese non esiste più. Sulla serranda un cartello "CHIUSO PER LIBERALIZZAZIONI". Prende la macchina, iniziano le curve, ma di paese in paese nessuna croce verde lampeggiante. E' passato solo un anno e hanno chiuso tutte. "Vacanze rovinate! Non ci voleva molto a capirlo, con le licenze libere chi vuoi che apra in questi paesini di montagna? Finché stai in città non ci pensi, ma quando capita a te..."


Ora al mio paesello, seicento e rotte anime, c'è una farmacia; più su, sette chilometri, a Pigna, novecento abitanti, ce n'è un'altra; più giù, quattro chilometri, a Dolceacqua, che di abitanti ne ha un po' di più di duemila, ce n'è un'altra ancora. Tutte classificate come farmacie rurali secondo la legge n. 221 dell'8 marzo 1968. Tutte fiorenti e vegete, e ai loro titolari (ciao Lida, ciao Barbara) non passa nemmeno di sfioro il pensiero di chiuderle.

Ma questi qui di cosa vanno cianciando?


20 commenti:

  1. Maistretu18/1/12 13:49

    caro Alberto il problema èdiverso, se permetti la liberalizzazione dei farmaci in calsse c e quindi possono trovarsi anche dai commestibili, togli un ulteriore introito a quest nostre piccole ed importanti farmacie. il loro è un presidio sul territorio, montano o decentrato, il guadagno è lavoro che resta, presenza di un punto informativo e non solo. pensa solo se li si potesse trovare un primo soccorso, esempio un defribillatore, oppure una macchinetta per esguire alcuni test ematici senza scendere sulla costa. la Farmacia non può essere solo farmaci, ma le nostre realtà dovranno indirizzarsi verso nuovi servizi in relazione alle asl ed ai comuni. solo così le possiamo salvare e dare a Barbara e alle altre una continuità economica e professionale.
    Maistretu

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  2. Maistretu18/1/12 13:56

    ps:
    quando l'asl tolse la gestione dei farmaci alla casa di riposo di Pigna e di conseguenza alla farmacia di Pigna, perchè ad essa ci si appoggiava, essa subì una forte perdita economica. oggi in farmacia possono arrivare le analisi fatte all'ospedale,noi avevamo fatto una convenzione a suo tempo.. una farmacia a Pigna o ad Isola è altra cosa da Milano o Savona.. liberalizzare non vuol essere sinonimo di morte economica per le piccole realtà.
    Maistretu

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  3. no, ma veramente. Questi si attaccano al più rincoglionito dei lettori, sperando che vada a seminare il panico al bar del paese, farfugliando che le farmacie chiuderanno tutte.

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  4. Cento e cocci anni fa qualcuno (ovviamente venditore di cavalli) di sicuro ha detto:
    "Se i cavalli fossero sostituiti dalle automobili e poi non si trova un distributore aperto? Si resta a piedi! Il cavallo, invece, puoi sempre fargli mangiare l'erba a bordo strada se ha fame".

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  5. Io comincerei col far chiudere "liberamente" (cioè a calci) quelli che si permettono di fare gli obiettori in un campo in cui non dovrebbe essere consentito esserlo. Non vuoi vendere contraccettivi? Allora vai a zappare, ché fare il farmacista non è obbligatorio (e nemmeno un diritto feudale, solo perché la farmacia era del tuo trisnonno milionario...)

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  6. Per carità non mandateli a zappare,perche chi zappa ha una dignità che molti farmacisti non hanno.

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  7. ma soprattutto chi va più in vacanza?!?!!?!

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  8. Tutti questi signori si inalberano per difendere i loro privilegi, non per esigere giustizia. C'è giustizia nel fatto che un gioielliere guadagni meno di me?
    Gli unici che denunciano redditi accettabili dal punto di vista logico sono i notai (perché producono solo atti di una natura particolare, e quindi non possono lavorare "in nero": come si fa a fare in nero un contratto di compravendita da registrare al catasto? O un testamento?) o i farmacisti (perché la gente ha quasi sempre bisogno dello scontrino per poterlo detrarre dalla dichiarazione dei redditi, e quindi lo esige).
    L'errore accumulato negli anni è stato quello di consentire il commercio delle licenze, che hanno assunto valori astronomici. Commercio che non sarebbe neppure del tutto lecito, in quanto chi cessa un'attività dovrebbe portare la propria licenza in comune, e chi ne vuole aprire una nuova andare in comune a richiedere la licenza...
    Ma davvero non posso essere in disaccordo col Presidente del Consiglio quando dice che non bisogna criminalizzare la ricchezza purché questa sia ottenuta con le proprie capacità e col proprio impegno, e non frodando il fisco o avvalendosi di un privilegio di casta.

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  9. Non mi pronuncio perché non conosco bene il problema delle farmacie. Ho letto i commenti per cercare di capire di più, ma francamente non mi hanno chiarito nulla.

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  10. gian paolo18/1/12 19:26

    e la farmacia di Apricale?
    E com'è che in Francia gli stessi farmaci costano la metà (e anche meno) rispetto all'Italia?

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  11. Difendere così strenuamente (adducendo anche delle scuse) quello che è, a tutti gli effetti, una specie di privilegio di casta è quantomeno fastidioso...diciamo così

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  12. Ultimamente sono così d'accordo con Baol che la cosa inizia a diventare fastidiosa! :-)

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  13. Il problema e' che le lobby portano voti. Adesso il Pdl si schiera con i farmacisti e la Lega con i tassisti.
    Le liberalizzazioni vanno bene purché non tocchino noi. Come sempre in Italia.

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  14. Maistretu19/1/12 09:29

    liberalizzare per poter concetrare in poche mani quel che resta della piccola distribuzione..riuscire ad allargare ancora di più quella famosa forbice del reddito..le liberalizzazioni sono costate alle famiglie dal 1996 ad oggi,circa 300 euro all'anno in più alle famiglie. è difficile trovare un così vasto consenso su di un progetto del neocapitalismo finaziario, un consenso sensibilmente di sinistra..è incredibile!
    Maistretu

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  15. Mi convinco sempre più che l'immagine della Costa Concordia in procinto di affondare definitivamente rappresenti alla perfezione la situazione del nostro Paese!

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  16. guarda, di tutte quante le categorie, quella dei farmacisti è quella che meno mi piace su sta faccenda delle liberalizzazioni

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  17. @ Maistretu

    Oltre a meravigliarti del fatto che quelle che chiami "liberalizzazioni del neocapitalismo finanziario" trovino un "consenso sensibilmente di sinistra", hai provato a chiederti perché trovino invece l'opposizione della destra, visto che, coma ha detto per esempio La Russa, "sono mirate a ledere gli interessi di categorie che votano in gran parte per il Popolo delle Libertà" (ma anche per la Lega, aggiungo io)?
    Che il notaio lo possa fare solo il figlio di un notaio (il quale, magari, non lo vorrebbe neanche fare: e ne conosco!), il farmacista (titolare, non impiegato) solo il figlio del farmacista, il taxixta o il tabaccaio solo chi ha i (molti) soldi per acquistare la licenza (e i ferri del mestiere) è di destra o di sinistra?
    E il togliere questi privilegi è di sinistra o di destra?
    Attenzione a non confondere le liberalizzazioni con le privatizzazioni (magari pilotate verso certi gruppi finanziari "amici"): non sono la stessa cosa...

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  18. @gian paolo
    Hai ragione. C'è anche quella di Apricale. Non è che mi ero dimenticato, credevo che non fosse aperta sempre. Adesso un amico, a cui avevo chiesto, mi ha mandato un sms dove mi dice che è aperta tutti i giorni.

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  19. @C.E.G = notai? dici? si fa, si fa.......... (in nero, intendo...)

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