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venerdì 20 gennaio 2012

"Sul concetto di volto nel figlio di Dio" contestato




Quello che a ottobre era già successo a Parigi davanti al Theatre de la Ville si ripeterà di sicuro, e in maniera ben più eclatante, martedì prossimo qui a Milano davanti al Teatro Parenti: i nuovi crociati dell'integralismo cattolico a manifestare contro lo spettacolo "Sul concetto di volto del figlio di Dio" di Romeo Castellucci.

Si annunciano pubblici rosari, veglie di preghiera e messe di riparazione. Ieri è intervenuta addirittura la Santa Sede che per mezzo della Segreteria di Stato ha condannato formalmente la pièce teatrale. Per fortuna non ci sono più i roghi, ché in quel caso i papalini non esiterebbero a gettare tra le fiamme autore regista attori e spettatori tutti.

Non vado nel merito della rappresentazione perché non l'ho vista, ma vi sembra che nel secondo decennio del primo secolo del terzo millennio si ripresentino, qui in Occidente, questi rigurgiti di intolleranza contro la libera espressione? E che il Vaticano, per l'ennesima volta, metta becco negli affari nostri? E ancora. Perché il papa se n'è rimasto zitto zitto quando "Sul concetto di volto nel figlio di Dio" è stato rappresentato a Mosca, a Oslo, ad Atene, a Londra, a Parigi, anche nella cattolicissima Polonia e si sveglia solo adesso che lo spettacolo è arrivato in Italia?

"Sul concetto di volto nel figlio di Dio" parla di un padre vecchio e incontinente accudito dal figlio che deve pulirlo dalle feci. A far da fondale una gigantografia del Cristo rinascimentale di Antonello da Messina. La pièce dura 50 minuti. Due gli attori in scena, Gianni Plazzi (il padre) e Sergio Scarlatella (il figlio). Da un anno e mezzo gira in tutta Europa.




29 commenti:

  1. Ipotesi (non tanto) peregrina: al contrario degli altri Paesi, qui in Italia i cosidetti media dànno risalto a quel che dice/sproloquia il Vaticano.

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  2. Abbiamo questo chiodo nel fianco che si chiama Vaticano e l'arte, come del resto molte altre cose, qui non avranno mai vita facile se l'argomento trattato va in leggero contrasto con la dottrina cattolica.

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  3. il punto è che quelli non si prendono neanche la briga di vedere uno spettacolo, censurano a prescindere, quando poi in teatro e nell'arte gli unici che dovrebbero decidere sono coloro che vedono, quelli che assistono. Il giusto, il bello è un processo individuale che nessuno dovrebbe permettersi di toccare.

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  4. La risposta migliore a questi ragli clericalisti è andare in massa a vedere lo spettacolo.

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  5. antonio socci comunque ha difeso lo spettacolo (anche lui però senza averlo visto): http://www.antoniosocci.com/2012/01/ma-quale-blasfemia-qualla-di-castellucci-davanti-a-gesu-e-preghiera/

    mi ricorda un po' la vicenda di Dio è morto di Guccini

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  6. @albertog
    Grazie per il link Riprendo dal post un passo della lettera di Castellucci
    "Questo spettacolo è una riflessione sul decadimento della bellezza, sul mistero della fine… Per questo spettacolo ho scelto il dipinto di Antonello a causa dello sguardo di Gesù che è in grado di fissare direttamente negli occhi ciascuno spettatore con una dolcezza indicibile. Lo spettatore guarda lo svolgersi della scena ma è a sua volta continuamente guardato dal volto. Il Figlio dell’uomo, messo a nudo dagli uomini, mette a nudo noi, ora."

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  7. Anche se fosse blasfemia e non preghiera, come artista, come scrittore, e come spirito libero autopensante non potrei non esprimere la mia solidarietà all'Autore contro la demenzialità ottusa e violenta incarnata, come sempre accade, dalla fecciolina integralista.

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  8. Forse, per prepararsi allo spettacolo, è il caso di rileggere Patrimonio, di Philip Roth.

    Il passo in questione è letto anche su youtube

    http://www.youtube.com/watch?v=GgT8ahBLhts

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  9. Maistretu20/1/12 19:25

    il Vaticano è una masnada di trafficoni, di idolatri, di pescivendoli. il volto di Dio o del suo Figlio, o di suo cognato o di chi altro? è tutta una bestemmia, Dio è l'innominabile è Colui che é. Il cattolicesimo sembra riemergere solo quando qualcuno sembra mettere in discussione il primato della chiesa cattolica sul marchio depositato e contraffato del presunto volto del figlio di Dio. l'incapacità strutturale di difendere la Parola senza scadere nella follia tardo inquisitoria.
    Maistretu

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  10. maraptica ha detto ciò che penso, aggiungerei che il vaticano non ha digerito il fatto che non è più a capo dell'italia crede che è ancora lui che comanda

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  11. sono un essere pensante e mi riservo il diritto di decidete cosa leggere o vedere e infatti non sono una brav a "cristiana"

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  12. Ricordo tanti anni fa le crociate contro un film come "jesus christ superstar"; anni dopo lo stesso film veniva distribuito anche nei cineforum parrocchiali. Ci mettono un po' per capire .... ma meno male che la santa inquisizione è lontana ...

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  13. Nei primi anni Ottanta, jean Luc Godard realizzò il film "Je vous salue, Marie" - cioè "Ave, Maria".
    Davanti al cinama di Torino in cui lo vidi c'era un gruppo di signore non giovani dell'integralismo cattolico che girava in tondo con cartelli di protesta contro il film, ritenuto blasfemo.
    La pellicola non mi piacque, a parte qualche momento della colonna sonora e qualche scorcio di paesaggio o di campagna, ben ripresi. Per carità, forse il limite era mio, ma quando, una decina di anni prima, avevo visto in TV Bergman, Buñuel o Tarkovskij magari non li avevo capiti del tutto, ma mi erano piaciuti.
    Quando uscii dissi alle donne di lasciar perdere, che facevano al film una pubblicità che nopn meritava.
    Invece, il libro di Saramago "Il vangelo secondo Gesù Cristo", che provocò all'autore tanti attacchi integralisti (ma anche letture positive di teologi e di gesuiti più aperti e intelligenti delle gerarchie ecclesiastiche portoghesi) è veramente un grande libro, come pure "L'ultima tentazione" di Nikos Kazantzakis, che provocò all'autore il divieto ad essere sepolto in terra consacrata (e gli assicurò una tomba nel punto piùpanoramico di Iraklio).

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  14. Mi sono trovato pochi anni fa in coda all'ingresso di uno spettacolo della Biennale mentre un manipolo di "indignati" per una sua presunta blasfemìa (poi peraltro rivelatasi del tutto inesistente) accendevano ceri e cantavano rosari, pregando per la salvezza di noi poveri peccatori. Naturalmente nessuno di loro aveva visto lo spettacolo né aveva idea del motivo per cui si stava indignando, né tantomeno aveva la percezione di quanto fosse tragicamente ridicola quella messinscena.

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  15. "A bove ante / a mulo retro / a prelato ante ac retro concavetur".

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  16. Attacchi ancor più codini, a fronte di quel profondo significato!

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  17. Caro Lorenzo, il Duomo non è luogo per i tuoi graffiti, mentre il Teatro è luogo per la libera espressione degli Artisti e degli Spettatori che decidono di andarli a vedere. Chi non è interessato stia a casa, a scorreggiare in pace. Punto.

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  18. Spettacolo che, a questo punto, andrò assolutamente a vedere.

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  19. Ma se non l'hai visto, cosa parli a fare?
    Io l'ho visto ed è uno squallido spettacolo coprofago (e io sono ateo!): potrebbe piacere al tuo amico list...il genovese!

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  20. @Lorenzo
    Una risposta te l'ha già data lo zio, da par suo.
    Invece tu una risposta alla mia domanda
    Perché il papa se n'è rimasto zitto zitto quando "Sul concetto di volto nel figlio di Dio" è stato rappresentato a Mosca, a Oslo, ad Atene, a Londra, a Parigi, anche nella cattolicissima Polonia e si sveglia solo adesso che lo spettacolo è arrivato in Italia?
    non l'hai data.

    E comunque, Lorenzo, ti ringrazio molto dei tuoi interventi perché spargono qui un po' di pepe rispetto all'acquiescenza totale che si vede in molti post di molti blog dove vige tacito ma rispettato l'incensamento vicendevole.

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  21. Risposta alla tua domanda finale Alberto

    Perchè negli altri paesi, compresa la cattolicissima Spagna, non scordano di rammentare al pastore tedesco che lui è un capo di stato straniero e non mettesse il becco nei fatti loro.

    Alla lunga si diventa mangiapreti a causa del loro continuare a mettere il naso in ogni attimo della nostra vita, sia pubblica che privata.

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  22. Certo che se il Vaticano fosse stato zitto 'sto spettacolo sarebbero andati a vederlo quattro gatti…

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  23. Laico sì, laido mai!22/1/12 20:09

    Mancando Berlusconi (ma su Monti non si dice nulla in questo blog?) ci si rifugia sull'anticlericalismo più scontato e banale, perdendo un'altra occasione per essere veri laici e non semplici alleati di certi (e per fortuna pochi!) laidi...

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  24. @Lorenzo

    Per la maggior parte della gente *l'essere di sinistra* è soltanto una posa, di derivazione adolescenziale-ribellista. (IMHO)

    Mi sbaglio?

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  25. Quando la religione diventa intorlleranza smette di essere fede e diventà ottusità. Dovrebbero pensarci i signori che protestatno tanto.

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  26. giusta domanda la tua, la risposta è che rompere i coglioni in Italia è più facile.

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  27. L'anticlericalismo a prescindere è un atteggiamento come l'antiislamismo o qualsiasi cosa "anti". Alcuni amici mi dicono "Finché loro saranno clericali, noi saremo anticlericali". Che è un po' come dire: "Poiché non ci lasciano fare le chiese nei Paesi islamici, noi non vogliamo le moschee qui".
    Ora, ammesso ch sia vero che gli islamici non lasciano costruire le chiese, il dire "allora noi non vogliamo le moschee" significa mettersi sullo stesso piano di quelli che si criticano.
    No, io non sono anticlericale, ma sono totalmenter a-clericale (con l'alfa privativa), ossia il mio modo di ragionare è totalmete estreneo al clericalismo, al punto che non lo prendo in esame neppure per cotrastarlo. Dica quel che vuole il Papa: se dice cosa che mi sembrano sensate e condivisibili, bene; se dice cose che non condivido, parli pure finché vuole, che a me non fa né caldo né freddo. Se c'è qualcosa che mi dà fastidio è invece l'atteggiamento di chi alza la voce per ripetere e sottolineare le affermazioni papaline (o episcopali) quando segue delel regole di vita diverse. Ma qui non è questione di clericalismo, bensì di vile ipocrisia.
    Quanto all'arte (o pseudo tale) fatta per "épater le bourgeois", si tratta di un atteggiamento vecchio come il mondo. Anche i presunti artisti, come i clericali, facciano pure quel che vogliono: se il loro lavoro vale la pena, me ne interesserò, altrimenti li lascerò nel loro brodo. In fondo, come affermò Oscar Wilde, "non esistino libri morali o immorali, esistono libri scritti bene o scritti male". Ero già andato a vedere Godard perché non piaceva alla Chiesa, e non piacque neppure a me (per le ragioni estetiche di Wilde). Mi dispiace, ma fare una cosa solo perché i vescovi dicono di non farla è un po' come tagliarselo per far dispiscere alla moglie.
    Una volta un amico, di fronte al mio giudizio negativo sui film di Lars Von Trier, mi disse: "Ma lui fa questo per dimostrare che il cinema non è la realtà..." e io risposi "Ma secondo te, quando io vado al cinema credo di andare al supermercato, per cui ci vuole Von Trier a ricordarmi dove sono?".
    E qui, mi ci vuole Castellucci per informarmi che i vecchi incontinenti fanno la cacca nel pannolone?
    O è forse una novità che l'uomo è un essere vivente che ha quindi i limiti fisici di tutti gli esseri viventi (comprese la malattia e la morte)?
    Se l'originalità sta nel ripetere cose risapute in modo più "épatant" che in passato, stiamo freschi. L'originalità per me sta semmai nel dire cose nuove (ammesso che sia possibile), senza necessariamente "épater".

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  28. ...ma poi cosa c'è di così osceno nelle feci...non fanno sempre parte del progetto divino..? ...che tornando in circolo come fertilizzante generano nuova vita...? ...o dio s'è sbagliato nel crearle e quindi vanno tenute nascoste per conservare la sua autostima...?

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  29. Posso dirvi, per esperienza personale, che l'immagine evocata da Castellucci è terribile, nel senso che i francesi danno a questo termine. Chiunque si sia trovato a ripulire le feci del proprio padre malato e moribondo può comprenderlo.
    La sua intensità espressiva sta alla pari con quella di Primo Levi quando ci fece comprendere che, se c'era stato Auschwitz, non poteva esserci Dio.
    Siamo solo materia, solo escremento, da cui tutto proviene e a cui tutto si riconduce.

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