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lunedì 30 agosto 2010

L'estate sta finendo

Tempo fa volevamo, io e la bella paleografa (ciao Lea), spacciarci per una ricca coppia di americani. No, non ci eravamo improvvisati truffatori, lo scopo era un altro. Lei era venuta a sapere che un'antica villa era stata messa in vendita per un bel po' di milioni, compresa la biblioteca con cinquemila volumi. E proprio questa interessava alla mia amica, perché forse avrebbe potuto trovarvi qualcosa di interessante per le sue ricerche. E quindi non ci potevamo presentare come dei semplici curiosi perditempo ma come dei potenziali e credibili compratori. Avevamo anche già deciso che abiti metterci, e giù risate su risate a immaginarci in quei panni. Poi, io di qua lei di là, non se ne fece più niente.

Ieri sera cena di fine estate in una villa d'epoca sul mare vicino al confine francese. E ho una specie di visione. Attraverso il cancello, a una cinquantina di metri, vedo questo yacht, e forse sarebbe meglio adoperare la desueta parola panfilo, costruito negli anni Trenta dell'altro secolo. E chiedo di chi è. Il proprietario è un ebreo americano, superfluo dire ricco, che si è anche comprato la villa di cui all'inizio e detta villa si trova proprio a un tiro di schioppo da dove stiamo cenando. A questo punto, mi assicura il padrone di casa, la bella paleografa ha le porte aperte per andare a rovistare fra quelle pagine e forse anche scollare qualche risguardo che nasconde, al sospetto suo di studiosa seria a anche un po' rabdomante, una scritta volutamente celata.

L'estate sta finendo. Nel 2007 era finita cosi, nel 2008 così, e l'anno scorso così.

Fra qualche giorno ritorno nella metropoli.

Latte, frazione di Ventimiglia. Ulivi nella villa in cui abbiamo cenato. La spiaggia è sulla destra a sette otto metri.

venerdì 27 agosto 2010

Ma sono ancora le cicogne che portano i bambini?

Mi telefona mio cugino al di fuori degli orari canonici per dirmi che hanno appena visto cinque cicogne volare nel cielo del Piemonte. E loro tre, lui Lara e la piccola Virginia hanno ancora gli occhi sgranati, la piccola Virginia più di tutti.

Già, la piccola Virginia è sempre meno piccola perché ha cominciato a fare la domanda che tutti abbiamo fatto. Come nascono i bambini?

A me risposero (da noi le cicogne nemmeno sanno cosa siano) che mi avevano trovato, in pratica pescato, in un trögliu, le antiche vasche di pietra delle nostre campagne. E poi ne ridemmo con mia madre quando la registrai che mi raccontava per filo e per segno come ero venuto al mondo.

A voi cosa hanno detto? E voi giovani madri cosa direte alle vostre creature per disvelare i misteri della vita e dell'amore?

mercoledì 25 agosto 2010

Boicottare la Mondadori?


Prima di Natale avevo pubblicato un post dal titolo Comprare o boicottare?. Si riferiva alla Mondadori e alle case editrici controllate e prendeva spunto da una presa di posizione categorica del Russo, a spada tratta per il boicottaggio.

Scrivevo
E così se io ragionassi come lui non potrei comprare i "Quaderni dal carcere" di Antonio Gramsci (Einaudi) oppure quella bella antologia di poetesse arabe "Non ho peccato abbastanza" (Mondadori), così tanto per fare un esempio. No, non sono d'accordo, e non è che non mi piacciano i boicottaggi che è lunga la lista di quelli che mi hanno visto coinvolto, ma in questo caso mettendo sui piatti della bilancia da una parte quello che ci perdo io e dall'altro quello che farei perdere a mister B. mi sembra che tutto vada a mio svantaggio.


Ieri ho ricevuto da un blogger (che poi ha fatto un post sull'argomento) questo interessante commento
Alla luce delle ultime vicende circa il Decreto salva-Mondadori e dopo l'articolo del teologo Vito Mancuso

ti chiedo...
se il rinunciare alla lettura di qualche libro pubblicato da Mondadori, Einaudi ed Ed.Piemme ci evitasse di provare un insano disprezzo (sia nei confronti dell'entità commerciale a cui sto per dare i miei soldi e sia verso il libro stesso che terrei lì sul comodino), e ci facesse sentire, invece, dei consumatori coerenti e consapevoli delle proprie scelte... cosa faresti? Te lo chiedo per aiutarmi a capire. Grazie, Ciao.


Ed io ho risposto che alla luce di queste ultime vicende, dove ormai il caimano non ha più scrupolo alcuno, casomai nella sua vita qualche scrupolo ha avuto, la faccenda assume tutto un altro aspetto. E questo altro aspetto però non mi è ancora del tutto chiaro.

Rimane una mia convinzione. Che non può ognuno per conto suo fare il boicottaggio, cioè può ma l'effetto si ferma alla solitaria soddisfazione di aver fatto pace con la propria coscienza.

Se boicottaggio deve essere deve partire da una grande mobilitazione. E non è facile. Come convincere qualcuno a non comprare l'ultimo libro dello scrittore prediletto? E soprattutto che posizioni prenderanno quegli autori pubblicati dalla casa editrice e che però sono in forte contrasto con Berlusconi e che, altro però, dalla Mondadori percepiscono i diritti d'autore?

E oggi su Repubblica Eugenio Scalfari in un editoriale si schiera contro il boicottaggio.

La questione sta montando.


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martedì 24 agosto 2010

Reggiseni


Ve la ricordate? I reggiseni che vedete pendere ad asciugare sono i suoi.

Metto le mani avanti prima che qualcuno se ne venga a dire che questo blog ha cambiato registro. No, è rimasto "fedele alla linea", solo che ci aspetta un autunno di fuoco e cosa andrà a succedere nessuno lo sa. Così faccio riserva, se possibile, di buonumore, un po' come i cammelli con l'acqua.

E allora ripubblico quella citazione letteraria di due anni fa (era il post del decolleté della signora) di cui allora, visto che era la sorpresa della performance, non avevo potuto mettere né l'autore né tanto meno il romanzo.

La Quercia delle Cinque Passere
Di queste storie se ne raccontavano molte, specialmente in casa di certe madame genovesi che tenevano riunioni per uomini abbienti, e così a queste cinque signore deve essere venuta voglia d’andare a far visita al Barone. Difatti si dice di una quercia, che si chiama ancora la Quercia delle Cinque Passere, e noi vecchi sappiamo quello che vuol dire.
Fu un certo Gè, mercante di zibibbo, a raccontarlo, uomo a cui si può dar credito. Era una bella giornata di sole, e questo Gè andava a caccia nel bosco; arriva a quella quercia e cosa vede? Se le era portate tutte cinque sui rami, Cosimo, una qua e una là, e si gustavano il tepore, tutte nude, cogli ombrellini aperti per non farsi scottare dal sole, e il Barone era lì in mezzo, che leggeva versi latini, non riuscii a capire se d’Ovidio o di Lucrezio.
Italo Calvino
Il barone rampante


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domenica 22 agosto 2010

Valloria, porte dipinte

Valloria, porte dipinte

Valloria, porte dipinte
Valloria, porte dipinte

Segue dal post di ieri

Dopo aver salutato tutti i presenti, compresa una simpaticissima coppia di vecchietti, lei Rosa (1924) lui Oriente (1921), siamo scesi a Valloria, il paese delle porte dipinte. Hanno cominciato nel 1994 e ogni anno ne aggiungono di nuove. Ne ho fotografate 63 ma sono parecchie di più. Ne pubblico quattro a caso.

Poi ci siamo diretti a Pantasina a vedere certi muretti a secco e di lì a Vasia a trovare u Ruma (Romano Moraglia), una vecchia gloria del pallone elastico. Non c'era. Ma mentre stavamo per andare via è arrivato dalla campagna in apecar con sopra il decespugliatore. Ottant'anni suonati, dritto come una lenza e lucidissimo nei ricordi del suo passato sportivo. Pia ha girato un breve video. Quando lo metterà sul suo blog inserirò un link.

E' cominciata la via del ritorno e come viatico una mezza bottiglia di moscato non industriale. Era rimasto dell'una e mezza di bottiglie che ci avevano tolto la sete e sciolto le lingue. Grazie Ruma, anche di questo. Colle d'Oggia, e poi Carpasio e poi Montalto e poi Badalucco e poi Taggia e di nuovo nel flusso dell'autostrada.

Ieri invece siamo stati a Bajardo e l'altro ieri a Ceriana. Ma queste sono altre storie. Storie anche di donne. A Ceriana ravioli nella nuova casa, parecchio Ikea, dell'amica e comparuzza mia di Virginia-Libera dentro un antico palazzo. Ciao Seve. A Bajardo, dopo aver visto la mostra di Rubino, sontuosa cena vegetariana al Ghiro sveglio, tra giornalisti e vignettisti, e poi lei. Lei ha occhi chiari e lunghi capelli ramati. Lei abita in una grande casa di pietra dove si rincorrono fiabe. Lei è una fata che in questi giorni mi ha un po' stregato. Ciao Paola.

La vacanza continua.

Valloria, porte dipinte

Valloria, porte dipinte


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sabato 21 agosto 2010

A zonzo in val Prino


L'appuntamento era ieri l'altro alle nove del mattino al solito posto: piazza Ennio Morlotti, territorio di Bordighera, che più che una piazza è quasi un non luogo, essendo un parcheggio.

Pia Annamaria Paolo ed io ci siamo arrampicati, quasi in senso letterale per la pendenza estrema della strada, su una scorciatoia che ci ha portati direttamente al casello dell'autostrada. E via. Ospedaletti, Sanremo, Taggia, Imperia e da lì abbiamo imboccato la val Prino, e quindi Dolcedo e poi Molini di Prelà dove ci aspettava il caro amico Marino Magliani, lo scrittore. Baci abbracci.

Il programma non era definito, quando un biglietto da visita su un tavolino del bar Charlie, dove si svolgono parecchie azioni dell'ultimo romanzo di Marino, ha attirato la nostra attenzione. C'era scritto "Villatalla, trattoria". Villatalla è in alto a chiudere la vallata e ci gestisce un piccolo negozio un amico che da vent'anni non vedevo. Così senza esitazioni abbiamo deciso di pranzare lassù.

Ma prima siamo andati a visitare il vecchio paese di Molini in località San Luca perché rappresenta un'unicità. E' un uliveto con le piante dentro i ruderi. E un po' sotto la chiesa con simboli misteriosi. Poi Marino ci ha portati a vedere il "suo" laghetto, e visto che ormai c'era si è anche tuffato.

Marino Magliani

E siamo dunque saliti lassù dove ho finalmente incontrato Sergio. Vedere un amico dopo vent'anni: se ne hanno cose da raccontare, sia quello che si è combinato nel frattempo, sia quello che si è combinato assieme, prima che ci si perdesse di vista.

Ci siamo accomodati attorno a un tavolo all'aperto, una leggera brezza, sotto la vallata, e laggiù il mare. Abbiamo mangiato bene con quattro lire e al dolce ci è venuta a trovare una poiana che è rimasta ferma in alto perché avessi modo di fotografarla.

Del pomeriggio parlerò domani e pubblicherò anche alcune foto del paese con le porte dipinte da pittori anche molto noti e poi altre cose.

Poiana ripresa dalla trattoria di Villatalla

martedì 17 agosto 2010

Ombelichi


È andata in questo modo. Che avevo detto all'Ale che aveva le tette piccole e lei mi aveva risposto che manco a morire se le sarebbe fatte rifare. E allora ho fatto apprezzamenti positivi su altre parti del suo corpo fino a finire all'ombelico. Gliel'ho fotografato, a lei e ad altre quarantadue donne più un uomo. Alessandra, Viviana, Alessia, Ambra, Nadia, Arianna, Clara, Annamaria, Samanta, Whitney...

Pubblico solo nove fotogrammi. Bisogna trovare l'ombelico maschile. Come al solito non si vince niente, solo un link, se avete un blog.

Sì, sono ritornato sul blog, è più che evidente. Lo dico perché sono ancora in vacanza e quindi latiterò per i prossimi giorni anche se cose da dire e foto da pubblicare ne avrei a bizzeffe. Una volta l'anno staccare gli occhi dal monitor fa bene allo spirito (e anche al corpo).


Disvelamento del genere degli ombelichi
L'ombelico maschile è il terzo della riga di mezzo. Per la cronaca è quello di mio cugino. E brava Saamaya che sei stata la prima. E bravi anche Paola Tullix Marco Pibua Chit. Grazie a tutti di aver partecipato, anche a quelli che mi hanno visto di persona e che mi hanno chiesto, ma cascasse il cielo se esprimono un'opinione qui.

domenica 8 agosto 2010

Ah, le vacanze

E così ieri, come d'accordo, Silvano s'è presentato a mezzogiorno in punto davanti al bar Piombo con una vipera viva ad uso del mio obiettivo. C'è voluto un'ora prima che la diva si degnasse di tirare fuori la lingua per essere immortalata. La bella foto per adesso ve la risparmio. E in quell'ora di attesa i pastis andavano e venivano che era un piacere, e anche la conversazione andava. Ma le vipere sono solo certe donne o ci sono anche uomini vipere?

Nel pomeriggio io e Paolo ci siamo avviati verso la costa e siamo saliti a trovare Nico che dorme nella terra leggera del piccolo cimitero aereo sul mare. Poi siamo scesi un po' più sotto, a Grimaldi, dove l'amico Enzo Barnabà presentava il suo romanzo "Il ventre del pitone" che è uscito con la prefazione di Serge Latouche. Il posto non ha paragoni possibili, ieri la luce era una lama di rasoio sul mare, le vele sembravano rincorrersi felici, la temperatura alle sei era così perfetta che di più non si sarebbe potuto.

Siamo quindi risaliti nell'entroterra dove al paesello ci aspettava una grande cena collettiva in piazza. Il fatto è che verso la fine sono venuti a dirmi che ero stato scelto per far parte della giuria dei dolci. Diciassette dolci diciassette ho dovuto assaggiare per dare un giudizio.

Le ore piccole sono finite nella pizzeria del Lula che adesso è consigliere provinciale dell'Idv, dopo esserlo stato dei Verdi. E ce la siamo un po' raccontata, ché cose da raccontarci non mancano.

Foto di Piero Fracchia

venerdì 6 agosto 2010

Triora la misteriosa

Triora (IM) - Oratorio di San Giovanni Battista, quadro della visione di San Giovanni di Matha (particolare).
Da Taggia, a due passi da Sanremo, si diparte la valle Argentina che dal mare sale su, su, su, fino a finire recinta dal monte Saccarello la cui cresta spartisce le acque, di qua il mar Ligure, di là l'Adriatico. Mi piace molto questa valle, e di preferenza ci vado con Gianpaolo perché lui conosce tutto e tutti, essendo la sua famiglia originaria delle terre di mezzo che si trovano ai piedi della montagna sopracitata.

E dunque mercoledì l'altro ieri ce ne siamo andati a Triora, adagiata su un colle in alto, in visita a certi nostri cari amici, che parte abitano lì e parte ci sono adesso per le vacanze. Come si legge all'entrata del centro storico fu "città fortezza inespugnabile", ma adesso è più conosciuta, e anzi molto conosciuta, come "paese delle streghe". Non mi azzardo nella maniera più assoluta a parlarne, dico di queste streghe, perché molti ne hanno già parlato, pochi a proposito e tutti i rimanenti a sproposito. Nessuno può negare però che un certo qual mistero il paese emana, specie la notte. E un altro mistero adesso aggiungiamo.

Nell'oratorio di San Giovanni Battista abbiamo visto e fotografato in anteprima (grazie per il privilegio) un quadro del Seicento recentemente restaurato che sarà scoperto domenica pomeriggio alle quattro. Rappresenta una visione di San Giovanni di Matha con parecchie scene, ma il nostro occhio si è fermato su un particolare: la rappresentazione della Trinità che sfugge a tutta l'iconografia classica, e cioè padre figliolo e spirito santo. Qui è ritratta una figura centrale e altre due laterali che si direbbero la stessa persona. Tutte e tre appoggiano le mani su un grande triangolo rovesciato, come quello dei massoni.

Non sono un esperto in materia, e speriamo che qualche critico dell'arte di quel periodo possa darci un chiarimento. Certo che l'immagine è inquietante, e lo era ancora di più al tempo dei roghi.

Ringrazio Erica per l'ottimo pranzo.

Aggiornamento, domenica 8 agosto
Il dottissimo Luigi Castaldi ha ripreso sul suo blog l'argomento con un post eccellente.

Triora (IM)

martedì 3 agosto 2010

Buone vacanze

Milano stazione Centrale - Intercity per Ventimiglia

Scrivo questo post dal treno che vedete e che adesso sfreccia (e speriamo continui a sfrecciare) tra le verdissime risaie pavesi. Non è una novità per me questa partenza, ché ormai l'ho già fatta millanta volte, da Milano alla Liguria, ma ai primi di agosto è un po' diverso perché si va giù per vacanze lunghe.

Frigorifero sbrinato, e praticamente svuotato, raccomandazioni per chi annaffia le piante e per chi dà da mangiare ai gatti, si lascia la metropoli, che comunque per me non è una gabbia come per tanti che soffrono a starci e vorrebbero andar via.

Non sarò presente come di solito sul blog, ma neppure del tutto assente.

Buone vacanze a tutti.

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lunedì 2 agosto 2010

Oggi 2 agosto, trent'anni dalla strage di Bologna


Il due agosto 1980 alla stazione di Bologna una bomba fascista stroncò la vita di 85 persone. Oltre duecento rimasero ferite, alcune con gravissime mutilazioni. L'orologio, che divenne poi simbolo del tempo spezzato, si fermò sulle 10 e 25.

Non sappiamo ancora chi furono di preciso gli esecutori e i mandanti.

Oggi, nel trentennale della strage, per la prima volta il governo non sarà presente alla cerimonia di commemorazione. Non ci sono né ragioni, né spiegazioni, né scuse. Solo la vigliaccheria di un esecutivo moribondo.

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