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sabato 22 novembre 2008

Cecco Angiolieri

La mia malinconia è tanta e tale,
ch'i' non discredo che, s'egli 'l sapesse
un che mi fosse nemico mortale,
che di me di pietade non piangesse.
Quella, per cu' m'avven, poco ne cale;
che mi potrebbe, sed ella volesse,
guarir 'n punto di tutto 'l mie male,
sed ella pur: - I' t'odio - mi dicesse.
Ma quest'è la risposta c'ho da lei:
ched ella non mi vol né mal né bene,
e ched i' vad'a far li fatti miei;
ch'ella non cura s'i' ho gioi' o pene,
men ch'una paglia ce le va tra' piei:
mal grado n'abbi amor, ch'a le' mi diène.


Cecco Angiolieri
Siena 1260
Siena 1313


6 commenti:

  1. Amor mi sprona in un tempo e affrena
    assecura et spaventa, arde et agghiaccia,
    gradisce et sdegna, a sè mi chiama et scaccia
    or mi tiene in speranza et or in pena.
    F. Petrarca

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  2. Andiamo tanto indietro eppure siamo avanti...!

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  3. che bella...
    "sed ella pur: - I' t'odio - mi dicesse."
    Sì, l'indifferenza è la peggiore offesa!
    buona domenica, Al

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  4. Ah, Cecco Angiolieri.... se pure in poesia "finta" giocosa dice delle cose che fanno davvero riflettere.

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  5. Provare a sedere in zazen, coltivare l'imperturbabilità e il distacco...aspettare che succeda qualcosa, possono passare degli anni.

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  6. Eh..Cecco la sapeva lunga!
    Ma nulla può rendere l'indifferenza meno pungente..

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