Questa mattina passavo in corso di Porta Romana e in una via laterale, via Vaina, mi è apparsa come in una visione questa casa a cui le foto non rendono per niente merito. E sì che da lassù qualcuno ha pensato a me, perché, mentre stavo scattando, il cielo, piovoso in questi giorni, si è aperto e mi ha donato un po' di luce. Grazie, non so a chi, ma grazie.
Un uomo affacciato da un palazzo al primo piano «Bello spettacolo, vero? Venga a vedere questa vite del Canada quando prende i colori dell'autunno e farà delle foto ancora più belle» «Verrò, verrò, ne può star certo» e intanto un altro uomo che stava entrando in un portone e che aveva sentito «Da casa mia si vede ancora meglio, se ritorna mi citofoni, e la faccio salire».
Sarà che oggi è festa che la gente, in questa metropoli tante volte chiusa in se stessa, è più disponibile verso gli altri?
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Le foglie coi colori dell'autunno ci doneranno uno spettacolo ancor più strabiliante.
RispondiEliminaMi hai fatto ricordare "Clorofilla dal cielo blu" di Bianca Pitzorno.
Clorofilla dal cielo blu
RispondiEliminaQuesto libro racconta di due bambini: Francesca di quattro anni e
Michele di dieci anni. I due bambini sono stati messi su un treno per
Milano, perche' la madre era speleologa e doveva restare sotto terra
molti giorni per battere un record; e il padre la doveva assistere. Cosi' i
due bambini si dovettero sistemare dallo zio milanese. A causa di un
biglietto stropicciato dalle mani tutte sudaticcie di Michele, quello che
c'era scritto per meta' si cancello'. Ma cosa c'era scritto? Era l'indirizzo
dello zio che venne scambiato con quello di un famoso botanico:
Erasmus che ahime', era un membro dell'associazione anti bambini!
Oltre ai personaggi elencati c'e' da ricordare la signora Cesira, la
domestica del botanico e sua figlia, l'unica bambina ammessa nel
palazzo. Nel periodo in cui i bambini alloggiarono da Erasmus arrivo'
Clorofilla una bambina-pianta che rischiava di morire a causa
dell'inquinamento, era stata portata dal botanico perche' la rianimasse
un po'. E chi se lo immaginava, che proprio lei sarebbe stata l'artefice
dei guai in cui si mise la famiglia? Infatti tutti la volevano, ma il
professore e i suoi amici non si arresero. Cosi' Clorofilla fu portata
nuovamente a casa e lo stesso accadde ai due bambini.
Questo libro e' stato molto divertente, allegro, grazie ai personaggi
esplosivi e pieni di voglia di avventura che ci illustrano questa storia.
Mentre leggevo il libro mi sembrava di essere Francesca, la bambina
piu' piccola, perche', oltre alla voglia di conoscere cose nuove e vivere
nuove vicende con gli amici e tutte le persone che le volevano bene,
era una bambina sbadata, un po' distratta quando faceva le cose,
proprio come me quando sono stanca e vorrei solo guardare la TV.
La storia raccontata si sa che non accadra' nella vita di tutti i giorni
infatti e' inventata; ma se la si legge per il gusto di ridere un poco,
allora la consiglio! E' un libro molto semplice da leggere, ci sono
solamente tre o quattro parole difficili, per il resto non ho avuto
problemi.
E' stato proprio un bel libro
La vite del Canada in autunno assume dei colori incredibili, semplicemnte fantastici.
RispondiEliminae se tutto quel palazzo di colora di rosso "canadese".... bè, aspettiamo le tue fantastiche foto!
Oh, Pignasca, è un po' che non ti si vede, cioè legge!Bentornata.E anche Maghella.
RispondiEliminaNella casa di S.Lorenzo d'Appio ho una vite americana che si arrampica sui muri ed è già tutta rossa.In parte abbiamo dovuto tagliarla, ma le piccole ventose non si sono mai più staccate dall'intonaco.
A me piace il cielo nuvoloso e piovoso,la qualità della luce è più morbida, mi quieta. Peccato che non sia adatto per le foto, ma tanto io non sono fotografa.
Ciao Alberto, buon fine settimana.
Bello spettacolo, da vedere, comunque tutte queste foglie intorno alle mie finestre non le vorrei!!!
RispondiEliminaé veramente un spettacolo bellissimo.
RispondiEliminavigneto.
Verde come la Padagna!
RispondiEliminacaspita, ma una cosa del genere sarà ormai portante per l'intera abitazione... chissà quanti insetti però :)
RispondiEliminasi chiama isolamento a cappotto con parete ventilata, per farlo con materiali sintetici, a casa mia, mi hanno chiesto un occhio
RispondiEliminaLa casa dove abito io, una volta, era così...
RispondiEliminainsomma sono solo io a non sapere che cosa sia la vite del Canada.
RispondiEliminaspettacolare comunque...!
(ehm....per il resto condivido un po' la paranoia per gli insetti....)
Una pianta stupenda, la vite del Canada, che proprio in autunno esibisce i suoi colori più intensi e fiammeggianti.
RispondiEliminaForse la Natura ci renderà più umani?
Buona domenica e grazie per la tua visita al mio blog (molto istruttiva)
Una bellissima foto. Colpisce però l'insolità cordialità di una città solitamente avvolta nei propri pensieri. E' stata una bella giornata!
RispondiEliminaGrazie Alberto. Allora non è tutto così buio e grigio. L'umanità continua ad essere ricca di sfumature positive, basta saperle portare alla luce. Buona domenica
RispondiEliminaL'ho sempre desiderata, la vite vergine ( la varietà Ampelopsis, non tanto la Quinquifolia, meno simile alla foglia di vite ), ma non sono mai riuscita ad allevarla sul mio terrazzo: benché grande, è forse troppo esposto a tutto..il vento, il sole, le correnti, il gelo..troppo do tutto.
RispondiEliminaCosì ho desistito, ma l'adoro, e me ne riempio gli occhi ad ogni occasione.
Spero che posterai le immagini di quella parete, o di altre, tutta rossa, con le splendide sfumatture che assume in stagione.
E le tue foto sono così belle, rendono "tanto"!
Grazie, Alberto!
E' uno spettaccolp. Bellissima.
RispondiEliminaRingrazio Filo per aver richiamato l'attenzione sul libro "Filosofia del camminare". Mi ha fatto fare una bella e utile scoperta.
RispondiEliminaVorrei ricambiare segnalando i testi di Eugenio Turri, in particolare "Il paesaggio cme teatro" e "Il paesaggio e il silenzio".
Di Turri trascrivo questa riflessione:
«I miei libri hanno, secondo il mio intento, l'obiettivo di indagare le
relazioni tra uomo e natura, tra cultura e natura, cercando soprattutto di
ispirare passione e interesse per il paesaggio, in quanto risultato ultimo,
visivo, di portata ambientale, ecologica, dei percorsi storici, sociali e
psicologici. Esso è la proiezione del nostro Heimat, dell'ambiente del
nostro vivere, riferimento delle nostre più profonde identità. Questa mi
sembra la lezione più utile da dare, perché il problema della tutela e del
rispetto per il paesaggio è un fatto intimo, da riportare alla coscienza
individuale, anche se rientra tra i grandi fatti territoriali, collettivi e
addirittura planetari. Non servono prediche, indicazioni disciplinari
pesanti, ma solo la lieve carezza di uno sguardo verso il maggiore dei doni
che ci sono stati dati sulla Terra e che quindi deve essere amato e
rispettato, come bene sacro, troppo spesso tradito in cambio di beni
puramente materiali». (frase inedita, 2004)
Meraviglia assoluta, ma non è un problema per i muri? Non so, non trattiene l'umidità o sòi mi...?
RispondiEliminaDevo chiedere a mio cuggggino (no, davvero!) se conosce quella casa. È di Milano e fa il giardiniere (nel senso che non solo cura giardini già esistenti... li progetta anche, per cui saprà che impatto può avere quel rampicante su una struttura in muratura)
Veramente mondiale!
davvero stupendo. Un benefico pugno nell'occhio direi
RispondiElimina@filo: grazie! in realtà ci sono sempre, solo che per problemi "vari" non riesco a postare come vorrei.
RispondiEliminaMa vi leggo sempre tutti!