Come promesso ieri pubblico la grande meridiana che Renato Ausenda ha dedicato a Carl Jung. Sono sei metri per sei, e settanta quintali di ardesia il peso. Qui il discorso della negazione del tempo che veniva espressa in quella precedente si trasforma nella schizofrenia di cui è pervasa l'umanità in questo momento della sua storia. Sdoppiamento della nostra specie fra quello che siamo stati e quello che stiamo diventando avendo violato ripetutamente le leggi che governano il pianeta che ci ha generati. Discorsi difficilissimi che solo l'arte che precorre i tempi può fare.
Lassù, sulla cima dei druidi, ho trovato una luce che possono capire solo quelli che ci sono stati. Mentre laggiù, nella vicina Sanremo, è cominciato lo sconcio del Festival, dove la musica è rimasta solo come incidente di percorso.
se possibile, la meridiana è ancora più bella della precedente.
RispondiEliminabajardo, invece, è sempre meravigliosa uguale.
Renè riesce a creare opere d'arte riuscendo a far parlare e muovere un materiale così rigido e scuro; dovrebbe essere più valorizzato dai suoi compaesani, accompagnandolo in questo suo percorso in modo tale che se si smarrisce riesce comunque a trovare la sua casa. Bajardo è magico ed è abitato da persone magiche.....non tutti vogliono farlo vedere......e allora diventa un paese triste e abbandonato. Mi ha fatto piacere conoscerti. Buon lavoro.
RispondiEliminaChe meraviglie, Al.
RispondiEliminaLa meridiana di René, le stupende foto che ci regali.
Quella luce.... lascia senza fiato quasi, già nella foto.
come anche la scultura...
grazie
g
Complimenti Renè
RispondiElimina... a mio modesto avviso le opere d'arte di Marani a Isolabona sono "più meglio"e nessuno le fa sparire..
Grazie Simona di essermi venuta a trovare. E ammirazione per aver scelto di abitare a Bajardo. Ciao.
RispondiEliminaBellissime immagini..... peccato che mi hai ricordato che domani mi aspetta una Sanremo "festaiola"...
RispondiEliminaSuggestivo...emozionante.
RispondiEliminaCliccando sulla foto, ho potuto leggere al centro la scritta "àpeiron" e mi è venuto in mente Anassimandro, secondo la cui filosofia l'àpeiron rappresenta l'arché: il principio dell'universo, una materia eterna e indistruttibile, in continuo movimento.
...così dall'ápeiron uscirono luce e tenebre, notte e giorno, vita e morte...
Secondo la concezione di Anassimandro, l'uomo si trova nella situazione di dover scontare la colpa originaria vivendo (la vita è intesa come punizione), finché i contrari potranno di nuovo fondersi e tornare indistinti nell'ápeiron...
René ha creato un'opera dal significato straordinario.
Grazie Annarita per l'interpretazione.
RispondiEliminaA prima vista sembrerebbe l'ingranaggio di un grande orologio meccanico,l'enorme ruota del tempo inteso in senso circolare.
Ciao Alberto.
Sì Annarita tutto sta nell'άπειρον. Post questo difficile, difficilissimo, perché si va a scavare nella scintilla primordiale che ha generato il fuoco che bruciando ci tiene in vita. Da questo fuoco, dal calore di questo fuoco, ci stiamo sempre più allontanando, e forse la nostra colpa primordiale è stata sopravanzata dalle colpe dei tempi presenti.
RispondiEliminaCiao anche a te Filo. Vedi noi druidi cosa andiamo a rispolverare?
Che meraviglia artistico- filosofica splende sotto il cielo turchino di Bajardo!
RispondiEliminaGrazie druidi! :)
Veramente bella, commento scontato, scusa.
RispondiEliminaBlogger
Ottimo lavoro, Druido!
RispondiEliminaUn caro saluto a Laura, René, Simona e Luca.
... l'arte e' un tocco infinito sul ricordo di cio' che ancora possiamo conservare...
RispondiEliminaE' veramente bella per quel che può valere il giudizio di uno che di arte non ne capisce nulla.
RispondiEliminaMerviglioso.
RispondiEliminaBellissime immagini, le Alpi Marittime mi mancano. Un giorno...
Apeiron il principio dell' universo, Renato Ausenda, che non conoscevo fino ad ieri, e' veramente un grande.
L' uomo conosce il mondo, non per cio' che vi sottrae, ma per cio' che lui stesso vi aggiunge.
Anche per questo Renato Ausenda e' un grande.
Vale
anche se non sempre ti lascio commenti, ti leggo sempre con molto, molto piacere e interesse.
RispondiEliminaTi abbraccio
Meravigliose. Idea geniale.
RispondiEliminaMa tutto nella Natura ha un ritmo: e anche perdere il ritmo, ne è parte!
Viviamo il Kali Yuga, il tempo oscuro dell'ignoranza e del conflitto:
ma siamo dentro al Logos, anche quando non ce ne rendiamo conto, o crediamo di aver smarrito definitivamente la strada.
E'il ciclo meraviglioso della vita, e anche questi tempi oscuri vanno amati, con pazienza e saggezza.
Complimenti!!!
RispondiEliminaGrazie.
RispondiEliminaLa cosa che mi ha impressionato di più di questi nostri tempi è stat una piccola cosa, ma significativa, di quanto il concetto di tempo sia stato stravolto. Mi trovavo a Bologn e da poco avevano messo le pensilne degli autobus, con i display degli
RispondiEliminaarrivi e delle destinazioni. Vidi gente che calcolava, la possibilità di risparmiare dei secondi stando lì a calcolare, in base agli autobus ed ai loro percorsi, quello più conveniente su cui salire. Non parlo di ore, ma di secondi. Non porto più l'orologio da allora. Guardo il sole, i colori del cielo, ascolto il mio corpo e applico l'esatto contrario di ciò che vidi nella città emiliana: calcolo quanti secondi posso levare a quei minuti che non dovrei perdere, per accumulare sufficiente tempo da perdere.
Non so perchè, ma mi fanno venire in mente il monolito nero di 2001 Odissea nello spazio. E' brutto cercare sempre corrispondenze nei saperi e nell'arte, ma qui il contatto tra cielo, terra e sapienza è davvero forte.
RispondiEliminaGrazie Alberto, questi post me li sono goduti.