La chiesetta di San Bernardo ad Andagna
Continua il mio girovagare nell'entroterra ligure alla scoperta di arte antica poco conosciuta. Ieri, assieme alla mia amica del Louvre, ad Andagna, frazione di Molini di Triora, proprio sotto il paese delle streghe.
Lei aveva preso appuntamento col parroco e quando siamo entrati in chiesa, la messa ormai giunta al termine, stava annunciando ai fedeli che il sabato successivo non ci sarebbe stata nessuna funzione perché sarebbe andato alla celebrazione del settantenario di un matrimonio. Ohibò, settantenario.
Dopo le riprese di un pannello molto antico (primi Quattrocento) che quasi sicuramente faceva parte di un polittico scomparso, siamo saliti alla chiesetta di san Bernardo a documentare gli affreschi.
E qui, come da altre parti mi è capitato, ho rivisto un mistero. Molte figure, ancora integre nel corpo, hanno il viso completamente cancellato. Qualcuno potrebbe fare ipotesi.
Abbiamo mangiato in un ristorante nei paraggi che per carità di patria non nomino. Nel menù c'era anche il cervo, e ho chiesto da dove arrivasse. E' stata appena aperta la caccia, mi si è risposto da parte della proprietaria. Non ho insistito per non farla arrossire. Da queste parti cervi non ce ne sono mai stati, non solo a memoria d'uomo, ma a memoria di documenti, almeno che io sappia. E così abbiamo scelto funghi.
Sono i miei antenati, poveri in canna, che ci hanno lasciato questi dipinti che ammiriamo ancora dopo cinque secoli. Ci hanno lasciato questi dipinti e una natura quasi intatta che li inghirlanda. Mi chiedo quale mai eredità possiamo noi lasciare alle generazioni che verranno.
Particolare del pannello nella chiesa di Andagna.
Particolare di affresco quattrocentesco nella chiesetta di San Bernardo di Andagna.
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Il passato non si può nascondere, sta nelle nostre memorie storiche, spesso nascoste, spesso volontariamente dimenticate. L'eredità, ahimè, va accettata così com'è.
RispondiEliminaBuon pomeriggio.
Rino
Intanto lasceremo un bel debito, ché per esser ricchi noi abbiamo indebitato i nostri discendenti.
RispondiEliminaLasceremo un bel po' di pattume che non siamo riusciti a smaltire.
Lasceremo il ricordo di oggetti creati per non durare.
Non penso ci rimpiangeranno
Saverio
bella domanda. Ho il timore che se continueremo a mal preservare quello che ci hanno lasciato, ai posteri oltre a lasciare poco o nulla e quel poco molto discutibile finirà che non lasceremo nemmeno quello che da secoli resiste, almeno fino ad oggi. Il rischio è che quindi potremmo non lasciare nulla, ne quello che c'era ieri ne quel poco che c'è oggi. A parte i debiti ambientali e simili, ovviamente
RispondiElimina13 Aprile 2029.
RispondiEliminaLasceremo ..........e basta.
stupendo l'affresco quattrocentesco...
RispondiEliminaBellissima chiesetta...
RispondiEliminae ne sono molto contento del tuo peregrinare, anche se l'occasione ed andagna è paese disponibile, come il dirimpettaio Perallo.
RispondiEliminafunghi, funghi ed ancora funghi ma per dire del bosco e di adesso. riscoprirlo per la millesima volta non solo nei colori ma nei pensieri che ti dà. e delle di adesso castagne. e dell'offesa al buon senso che c'è nel dover avere il permesso per la raccolta dei funghi come se il bosco non fosse per un camminare che è elogio e rispetto del passato e della vita sempre. e gloria anche al passo del teglia
Bella la chiesetta, ci regali sempre belle immagini, Al.
RispondiEliminaL'affresco poi...sono sempre meraviglie!
Cosa lasceremo noi?
MAH! ............
g
"Mi chiedo quale mai eredità possiamo noi lasciare alle generazioni che verranno."
RispondiEliminaso cosa lascerà Lui:
un mausoleo ad arcore
tanti rifiuti sotterati in campania
poche case costruite in umbria
un vivaio di cactus in sardegna
qualche centrale nucleare, rigassificatore e termovalorizzatore
tante vedove in-consolabili
una squadra di calcio in serie b
una carta costituzionale utile per pulirisi il ....
picchiatello e tu cosa lascerai?
RispondiEliminai tuoi commenti così uguali a tanti altri?... peccato, perchè lo spunto di alberto non lo trovo tanto banale da bruciarlo così!
Se ti capita di fare un giro sopra Cefalù (Pa), vai al santuario di Gibilmanna, vedrai delicatezze da incanto, la mia passione per l'archeologia è cominciata davanti a un affresco e si è consolidata a Kamarina Rg un paio di anni dopo.
RispondiEliminaI volti di questi due dipinti (al di la del tema religioso) mi fanno pensare ad appartenenti a comunità semplici e pacifiche (specialmente la figura maschile).
Cosa lasceremo noi?
Se io davanti alle rovine di Persepoli mi sono persa pensando a Ciro e Dario, i nostri discendenti, sono sicura proveranno schifo per quanto abbiamo distrutto, cancellato in nome di niente.
Ciao Alberto.
Thanks for show us such beautiful masterpiece.
RispondiEliminaè il maestro Maccario di Pigna l'autore di quel riquadro? se si, è quel che rimane di un Polittico del XV secolo, il quale è stato venduto forse a pezzi nel corso del tempo, chissà, forse per fare profitti o per pagarsi qualche lavoro, nella chiesa o in paese. molte di queste ricchezze giaciono in silenzio e non catalogate, in chiese e sacrestie, ricordi il S. Michele di Pigna quello ligneo del XV sec che nessunno aveva mai potuto vedere perchè nascosto in sacrestia e con il braccio spezzato? lo ritrovammo così, nascosto e pieno di tarli, oggi, restaurato è al suo posto nella chiesa parrocchiale di S. Michele. qualche cosa caro Alberto rimane sempre, un quadro ritrovato, restaurato, catalogato e reso fruibile alla gente è la più bella eredità che possiamo offrire a chi verrà dopo di noi.
RispondiEliminaRoberto
Sono sempre stato colpito dai visi cancellati nella Chiesetta di San Bernardo ad Andagna. Ci ho passato molto tempo quando ero bambino, in colonia e pure ora non mancano di impressionarmi.
RispondiEliminaQuest'estate sono stato in Turchia ed è accaduta la stessa cosa nelle chiese rupestri della Cappadocia, solo che lì a cancellare i volti fu la furia iconoclasta.
Chiunque abbia un figlio se lo chiede un giorno si e uno si. E magari si da da fare perché l'eredità rimanga cospicua.
RispondiEliminaRoberto
RispondiEliminaNon credo che sia il maestro Maccario di Pigna, e comunque Christiane non ne sapeva niente.
Giarevel
Figure con la testa cancellata le ho trovate anche nel Santuario di Rezzo e nella chiesa di Santa Margherita a Mendatica. Appena ho tempo guardo nel mio archivio, ma sono sicuro che ne troverò altre, in altri edifici.
Credo che i volti cancellati ci siano anche nella chiesa dei domenicani a Taggia.
RispondiEliminaIn quel caso mi hanno raccontato che i danni li hanno fatti i pirati barbareschi che assediavano il paese. Impossibilitati dalle mura, si sono "sfogati" sui dipinti "infedeli" che in barba al corano ritraevano esseri umani.
Gimmi
RispondiEliminaE a Mendatica nella chiesa di Santa Margherita mi hanno detto che furono i soldati polacchi a cancellare i visi. Come ho già scritto sarebbe un tema da approfondire. Quanto prima farò un salto a Taggia che è da un bel po' che ci vogliamo andare.