Certo, caro Obama, che quei mattacchioni lassù di Stoccolma un bello scherzetto te lo hanno combinato.
Quando tu dicesti che non avresti ricevuto il Dalai Lama te lo potevi ancora permettere, ma adesso? Adesso hai fatto dietrofront e lo hai fatto qualche giorno prima della nomina ufficiale a difensore mondiale della pace. Che qualche uccellino ti abbia avvisato?
Chissà quei suscettibili di cinesi a cui voi americani dovete molti soldi come la prenderanno. Ma vai tranquillo che ve ne impresteranno ancora perché non sanno proprio dove metterli e ormai siete tutti nella stessa barca.
Che per una volta la realpolitik abbia preso il posto di una politica dei diritti umani? Beata mia ingenuità.
QUI quando fotografai il Dalai Lama a Milano nel dicembre del 2007.
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Obama santo subito?
RispondiEliminaBello scherzetto, peserà questo nobel in tutte le sue decisioni future che dovrà prendere?
RispondiEliminaUna cosa però mi ha lasciato perplesso, un nobel per la pace che ha la sua nazione in guerra..
Effettivamente con questa trovata a Stoccolma hanno fatto molto di più per mettere pressione a Obama di tanti borbottoni che alla fin fine non lo condizionano per una fava...
RispondiEliminaDopo la guerra preventiva anche la pace preventiva.
RispondiEliminascusate mai il Nobel per la pace è l'unico che dipende da Oslo, se non sbaglio...
RispondiEliminaBananas
RispondiEliminaHai ragione, e mi scuso di questa imprecisione. Quindi i mattacchioni non sono svedesi ma norvegesi. Sempre iperborei però, e lassù hanno un bel senso dello spirito.
ehm..."quando tu dissi"??!!
RispondiEliminain Norvegia fa freddo ed Obama bello e abbronzato, trasmette un po di calore, lassù, in quelle terre pasche ne hanno bisogno..
RispondiEliminaRoberto
Come racconta José Ferrer impersonando Toulouse Lautrec nel film "Moulin Rouge" (quello vero, non quello recente, che ne ha copiato il titolo), "Nell'antico Giappone, le dame solevano girare in compagnia di una scimmia, affinché la loro bellezza, per contrasto, ne venisse esaltata".
RispondiEliminaDirei che per Obama vale lo stesso discorso - però sul piano politico - se messo vicino a Berlusconi (scimmione della pubblicità Crodino, sì...).
Ecco il commento di José Saramago, che non è certo uno di destra e neppure di centro:
RispondiEliminaBarack Obama
Outubro 9, 2009 por José Saramago
Falou-se muito de Barack Obama neste blog, alguns dirão que demasiado. Quando uma esperança nasce há que saudá-la conforme o seu merecimento, e este parecia não ter limites.
É possível que comece a dizer-se que o Prémio Nobel da Paz foi prematuro, mas não o é se o tomarmos como um investimento…
Graças a ele talvez Obama ganhe ainda maior consciência de quanto o necessitamos.
Traduzione: si è parlato molto di Barack Obama, in questo blog, qualcuno dirà anche troppo.Quando una speranza nasce bisogna salutarla secondo il suo merito, e questo sembrava non aver limiti.
È possibile che si cominci a dire che il premio per la pace è stato prematuro, ma non lo è se lo prendiamo come un investimento. Grazie ad esso forse Obama acquisterà ancor più coscienza di quanto abbiamo bisogno di lui.
@ Flaubert:
RispondiEliminaA meno che invece non stiano tentando di stravolgere, invertire i significati di guerra e pace, alla maniera orwelliana:
"la pace è guerra, la guerra è pace".
Dunque diamo il nobel per la pace a chi con la guerra si sta battendo per la pace mondiale.
Questa mi sembra l'interpretazione, ahimè.
Da poco alla radio sentivo il prezzolato opinionista di turno (Bappe Sevregnini) chiosare in 20 secondi radiofonici un discorso sull'afghanistan:
"Io non sono certo un guerrafondaio, ma bisogna capire che occorre mantenere la pace a costo della guerra!"
Ecco, come vedi, all'assioma orwelliano ci siamo già.
@ Bananasrepublik
RispondiElimina"Qui desiderat pacem, praeparet bellum" - Chi desidera la pace, prepari la guerra - scriveva Vegezio nel IV secolo, 1600 anni prima di Orwell. Di Orwell mi è già capitato di vedere - ma non adesso, già una ventina di anni fa, ad opera di certi protoberlusconiani - il "rimaneggiare" la storia raccontata dai giornali, per esempio facendo antedatare di qualche anno dall'Avanti (per svilire la portata dell'operazione di "restyling" pidiessino che stava facendo quel poveraccio di Occhetto) l'adozione a simbolo PSI del famoso garofano pansechiano (mentre io ricordavo perfettamente che nella data indicata dal giornale "craxiano" il simbolo "socialista" - continuo a ritenere non sovrapponibili i due aggettivi - era ancora un altro). Con un senso più di schifo che di tristezza, devo dire.
L'Afghenistan è un problema su cui non è facile dare un giudizio equilibrato. I Talebani erano stati coordinati, istruiti e armati dagli Americani - e dall'Occidente in genere - in funzione antisovietica, quando i russi avevano invaso il territorio. Poi, col ritiro di Mosca, I Taleb sono sfuggiti di mano ai loro burattinai, probabilmente perché non se la sentivano di essere rimandati a casa sanza tanti complimenti dopo essere stati usati per cavare le castagne dal fuoco. Sono così diventati i nuovi padroni - e i nuovi oppressori - di quel Paese.
Ora, io che non ho mai sparato un colpo in vita mia, sono convinto che chi fa un danno lo deve riparare, chi crea un mostro lo deve neutralizzare, chi commette un ingiustizia deve porvi rimedio, chi inquina deve disinquinare ("polueur payeur", è il principio fondamentale del diritto ambientale comunitario). Obama non è ne Bush (padre e figlio) né Reagan, ma mi chiedo se l'America e i suoi alleati, che hanno creato il mostro talebano, non abbiano magari un qualche obbligo morale di liberare da tale mostro i poveri afghani che se lo sono ritrovati sulla schiena. Che poi questa liberazione avvenga anche sparando sulla popolazione locale è certo una gran carognata. E non è inoltre per niente detto che l'unico modo per togliere dai piedi i Taleb sia la guerra. I modi per tagliare i fondi (le armi, ecc.) a quei soggetti ci sarebbero, volendo. L'unica cosa che non si può fare a cuor leggero è far finta che il problema non sussista, che noi non c'entriamo niente, che passavamo di là per caso...
Vedo questo riconoscimento più teso a pungolarlo ed a fargli da stimolo per il futuro.
RispondiEliminaE speriamo che lui prenda la palla al balzo per il futuro....
Accusano Obama di non aver ancora fatto nulla, e forse è vero. Però una cosa l'ha fatta: ci ha reso simpatica l'America, cosa che ormai sembrava impossibile.
RispondiEliminaCredo anch'io che il Nobel sia un icoraggiamento per il futuro.
Melba
RispondiEliminaGrazie, me lo hanno fatto notare in parecchi, e io sono contento perché non vi sfugge niente.
il nobel preventivo come dice crozza...ciao.
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