L'unico a dire che non aveva mai sbagliato era HAL 9000, il computer pensante di "2001: Odissea nello spazio". Ma io? Ma voi? Ma noi tutti? Da quando abbiamo cominciato a camminare gattoni ad adesso quanti errori abbiamo lasciato sulla nostra strada?
Alcuni, e ce li ricordiamo ancora adesso, non vorremmo mai averli fatti, altri invece, pensandoci col senno di poi, sono stati salutari, quando al momento ci siamo morsi la lingua.
Ecco quindi che a Parigi si svolge in questi giorni il Festival dell'errore con lo scopo di avvicinare i giovani alla scienza e spezzare il nesso logico fra errori e brutti voti e mostrarne invece la positività. Dei 180 articoli scientifici pubblicati da Einstein, tanto per fare qualche esempio, una quarantina contengono errori significativi e se abbiamo penicillina e vaccini, lo dobbiamo agli sbagli commessi dai loro scopritori, che andavano in cerca di altro.
Fare errori vuol dire uscire, volontariamente o per caso, dalla via già da altri battuta e inoltrarsi in terreni inesplorati, spesso pericolosi, per intraprendere avventure. Fare errori vuol dire mettere a prova la nostra creatività che dall'errore fa sgorgare l'idea vincente. Fare errori è la cartina di tornasole dell'esistenza o meno della nostra intelligenza, che si accorge quando quella scelta sbagliata ci ha portato in un vicolo cieco e ammette la conseguente sconfitta senza possibilità di appello.
È dura per voi, nel pubblico o nel privato, ammettere i vostri errori?
Anche la Zefi ha parlato dell'argomento.
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Il mondo di oggi ci vuole perfetti ed esenti da tare. Ci inculcano la legge del fare giusto, non certo quella dell'essere giusti... sospiro di amarezza
RispondiEliminaCome dico sempre a mio figlio (8 anni) che non "ammette" sconfitte, si impara molto più da una sconfitta che da una vittoria. Quando uno perde (o sbaglia) è "costretto" a ragionare e pensare come fare per evitare di ripetere l'errore e questo lo fa crescere e lo prepara ad affrontare gli imprevisti della vita.
RispondiEliminaCiò che per me é arduo da accettare, più che ammettere di averli fatti, é il fatto di averli commessi.
RispondiEliminaDipende da che sbagli si fanno... Ce ne sono purtroppo di irrimediabili
RispondiEliminabellissimo il festival dell'errore! io non ho mai avuto molta difficoltà ad ammettere di aver sbagliato...è vita anche quella. però mi sto accorgendo che se ammetti pubblicamente di aver sbagliato, le persone ne approfittano per togliersi di dosso le LOro, di colpe. insomma, se dico "sorry, ho sbagliato", spesso mi aspetto un "ho sbagliato anch'io, andiamo avanti". e invece mi sento rispondere "ok, hai sbagliato".
RispondiEliminaquindi sto cominciando a cercare di cammuffare i miei errori, l'importante è comunque non finire nel vicolo cieco dove ce la si racconta e non si ammettono i propri errori neanche con se stessi.
Nello zainetto delle esperienze che mi porto appresso ci sono dentro anche gli errori, non riconoscerli significa cancellare un pezzo della mia vita, una cosa posso dirla, li ho fatti tutti in autonomia, sono miei e da essi ho imparato altro, quando devo fare qualcosa di importante me li metto davanti...oggi sbaglio di meno.
RispondiEliminaAbbastanza difficile. Il forte orgoglio nel carattere non è sempre un fattore positivo.
RispondiEliminaComunque quando ho letto di questo festival mi è subito venuto in mente Karl Popper, con il suo metodo conoscitivo per prove ed errori. L'apprendimento e l'evoluzione del singolo e della collettività si realizzano così. E allora, purchè fatti sempre con un minimo di coscienza, ben vengano gli sbagli.
È significativo che lo facciano in Francia, comunque. Qui infatti si continua a votare per il nano, senza imparare un cazzo dalle porcate che ha già fatto... il PD continua a ciurlare il manico nonostante le trombate olimpioniche prese a ripetizione...
RispondiEliminaTutto regolare, direi!
Un festival davvero originale! Presentato poi nell'era dell'infallibile, del perfetto, direi che ha ancora più sneso... io mi iscrivo al partito dell'errore!
RispondiEliminaun saluto
Sì, è vero, molte invenzioni sono nate da sbagli...si voleva fare una cosa e si è giunti a farne altre. Come con l'LSD, per dirne una. Bravi sti francesi...
RispondiEliminaGli errori sono un patrimonio inscindibile del nostro esistere, nel bene e nel male. Vanno sempre riconosciuti e ricordati perchè non abbiano possibilmente a ripetersi anche se non è facile. Tuttavia per fortuna pochi (numericamente e non come importanza) sono quelli irrimediabili e per gli altri esiste sempre la possibilità di riconoscerli e di chiedere 'scusa'!?
RispondiEliminaCaro Alberto,
RispondiEliminadipende di che errore si tratta. Penso a me stessa come una persona piuttosto obiettiva e razionale. Ciononostante ammettere di aver sbagliato dopo aver tanto insistito e persistito in qualcosa non è mai facile. Sebbene, devo dire, credo di avere l'onestà intellettuale per ammetterlo prima o poi.
Ma sono completamente d'accordo. Non c'è niente di male a commettere errori e non commettono errori solo coloro che non vivono davvero, quelli che non ci provano neanche. Qualunque grande raggiungimento nella storia civile, nella scienza e perfino nella crescita personale, è passato attraverso alla commissione di errori. Penso che il vero coraggio, però, non si trovi nell'ammettere il proprio errore, quanto nel ritentare dopo aver fallito.
Buona Giornata.
Non sempre però è possibile imparare dai propri errori:ci sono situazioni in cui non si può proprio sbagliare, pena l'impossibilità di tornare sui propri passi o addirittura la vita.
RispondiEliminaAd esempio scalare l'Everest o andare sulla luna o compiere un intervento chirurgico importante.
In casi come questi occorre prima immaginare per bene la sequenza di azioni che si andranno a compiere e prevederne le conseguenze.
Colgo la palla al balzo, io sono un errore fin dalla nascita, l'ultima cartuccia di mio padre, cresciuto in uno sgabuzzino per assenza di camere, e continuo orgogliosamente a commettere errori, per esempio anche scrivere questo mio commento. ;)
RispondiEliminaBel festival!
RispondiEliminaOh, sì, io ammetto i miei errori, con me stessa sempre. A volte, ma solo con chi proprio mi sta su ..., sono "cattiva" e: non do la soddisfazione di ammettere, ecco! :-) :-)
g
Io di errori nella mia vita ne ho fatti tanti e da essi ho sempre cercato d'imparare e non ripeterli, non mi sono mai posta problemi ad ammetterlie mai lo farò. Ultimamente ho fatto forse l'errore piu grosso della mia vita ma sono contenta di averlo fatto e lo rifarei all'infinito. Domani torniamo a casa e quindi non visiteremo questo Festival ma va bene lo stesso. La perfezione non fa per me e non la desidero neppure perchè voglio vivere per sbagliare e imparare dagli errori. Buona vita, Viviana
RispondiEliminaSono capace di torturarmi enormemente e per molti anni su un errore compiuto.
RispondiEliminaIl che è l'errore peggiore che uno possa fare.
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Citazioni che mi piacciono a proposito di ERRORI:
Il poeta può sopportare tutto, tranne un errore di stampa. (Oscar Wilde)
Sbagliare è umano, ma per incasinare davvero le cose serve un computer. (Anonimo)
Un computer è quasi umano, a parte il fatto che non attribuisce i propri errori a un altro computer. (Anonimo)
Ho imparato parecchio,giuro.
RispondiEliminaQuando le conseguenze di certi errori, a volte commessi con consapevolezza, si trascinano per anni,lo sbaglio perde la sua funzione di incentivo alla crescita per diventare un pesante fardello che si trasforma in senso di colpa poichè l'errore presuppone un codice dal quale si è deviato.
RispondiEliminaBisognerebbe fin da piccoli essere educati a sviluppare capacità di superare gli esiti dei propri errori e naturalmente dipende, come ha detto Giulio GMDB,dal tipo di sbagli che si fanno.
Ciao Alberto, buon fine settimana.
ma che bello! Ho sempre creduto fermamente nel potenziale creativo dell'errore...così come amo l'imperfetto...
RispondiEliminaAnche se arrivo un po'in ritardo, voglio dire che condivido in pieno.
RispondiEliminaIl riconoscimento di certi errori rafforza la conoscenza e l'esperienza di vita; una volta individuati le cause e gli effetti di uno sbaglio, riesco ad accettarlo a livello razionale, ma ho bisogno di tempo a livello emotivo.
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