Mercoledì 13.2.52
Caro R.,
a me sembra che la primavera abbia tutti gli attributi del poema perfetto; ritmo e controritmo, sapore massimo di ogni istante, capovolgersi continuo di tempo e di spazio - Non prova lei, in questi giorni, una sensazione come di bocci che si distacchino con dolore dai rami mentre le foglie cadute vi ritornano in volo? Non le accade di attendere pallido, col cuore in gola il suo passato, di piangere rabbiosamente il suo futuro? Non la prende l'impulso di dare tutto il suo sangue a ciò che ama e insieme quello di fuggire nel più lontano chissàdove, solo come il primo uomo, in un'aria di schiuma e di buona ventura? E una voglia di vivere tale da desiderare d'esser già morto (...).
A presto, caro amico.
Molto affettuosamente
Vittoria
Caro R.,
a me sembra che la primavera abbia tutti gli attributi del poema perfetto; ritmo e controritmo, sapore massimo di ogni istante, capovolgersi continuo di tempo e di spazio - Non prova lei, in questi giorni, una sensazione come di bocci che si distacchino con dolore dai rami mentre le foglie cadute vi ritornano in volo? Non le accade di attendere pallido, col cuore in gola il suo passato, di piangere rabbiosamente il suo futuro? Non la prende l'impulso di dare tutto il suo sangue a ciò che ama e insieme quello di fuggire nel più lontano chissàdove, solo come il primo uomo, in un'aria di schiuma e di buona ventura? E una voglia di vivere tale da desiderare d'esser già morto (...).
A presto, caro amico.
Molto affettuosamente
Vittoria
Cristina Campo
Bologna 1923
Roma 1977
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non conosco questa scrittrice,lo stralcio che hai pubblicato è bello,parole molto attuali..grazie per avere segnalato,chiedo al libraio di procurarmelo.
RispondiEliminaBuon w.e
ciao
Cristina Campo, ancora tutta da scoprire!
RispondiEliminaStrani sono i voli che fa la mente con una calura che ha ben poco di decente ma leggere di Cristina Campo non so il perché e nemmeno il percome ma ho ricordato Antonia Pozzi.
RispondiEliminaVoce di donna
Io nacqui sposa di te soldato.
So che a marce e a guerre
lunghe stagioni ti divelgon da me.
Curva sul focolare aduno bragi,
sopra il tuo letto ho disteso un vessillo -
ma se ti penso all’addiaccio
piove sul mio corpo autunnale
come su un bosco tagliato.
Quando balena il cielo di settembre
e pare un’arma gigantesca sui monti,
salvie rosse mi sbocciano sul cuore;
Che tu mi chiami,
che tu mi usi
con la fiducia che dai alle cose,
come acqua che versi sulle mani
o lana che ti avvolgi intorno al petto.
Sono la scarna siepe del tuo orto
che sta muta a fiorire
sotto convogli di zingare stelle.
18 settembre 1937
Vedi come a volte, procedendo per pregiudizi, ci si preclude la possibilità di conoscere qualcuno o qualcosa che potrebbe entrare in sintonia con noi, anche solo con una parola. Non ho mai letto niente di questa poetessa per il fatto che l'ho sempre ritenuta troppo vicina a un tipo di pensiero religioso che non condivido.Invece mi accorgo che il sentimento e l'emozione che esprime nella lettera che hai riportato,appartiene a tutti.
RispondiEliminaCiao Alberto. :)
@Daniela
RispondiEliminaGrazie per la poesia. Anche Pindaro faceva voli...
@Filo
E' capitato anche a me, dico dei pregiudizi.