in terra fogliame d'incendio.
Il colore d'autunno si fonde
col colore di onde nascenti.
E in alto galleggiano isole
di vapore turchino.
Fan Tchong-Yen, Tsu
Zhang Huan, arte in cenere
Costruisce grandi statue destinate a sgretolarsi poco a poco, espressione della sua visione della precarietà umana. La star cinese era ieri al Pac di Milano per la presentazione della mostra che apre oggi al pubblico (7 luglio - 12 settembre).
[clic sopra per ingrandire, ve lo consiglio]
Zhang Huan, classe 1965, famoso in tutto il mondo per le sue performance cariche di rimandi alla spiritualità orientale, ha realizzato il suo ultimo progetto scultoreo (prima e seconda foto) raccogliendo secchi di cenere d'incenso nei templi di Shanghai, per impastare un'effige del Buddha monumentale, fragile come i sogni, le preghiere e le speranze, usando la stessa cura con cui i bambini sollevano i loro secchielli dai castelli di sabbia sulla battigia.
Adesso questa statua la vedete come era ieri, quando l'ho fotografata, bella, lineamenti del volto definiti con precisione e panneggi armonici del manto. Ma giorno dopo giorno, visitatori distratti, cambiamenti repentini di umidità atmosferica, un colpo di tosse non trattenuto la deterioreranno in maniera irreversibile. E starà proprio lì a urlare senza ritegno la caducità nella sua accezione più ampia, la caducità nostra ma anche del nostro vivere collettivo che genera memoria sempre più stretta, memoria incenerita e squagliata.
Ritornerò ai primi di settembre. Allora sarà un'altra cosa e farò un aggiornamento a questo post.
nella foto Zhang Huan
sito dell'artista
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Ne ho sentite di tutti i colori ma statue fatte con la cenere Mai!
RispondiEliminaSarebbe bello mettere delle telecamere fisse e poi quando la statua si e sgretolata tutta, rivedere il film accelerando la velocità, vedere questa statua "vivente" che arriva alla fine. Veramente bravo.
Mao
In questi giorni i commenti funzionano a singhiozzo. Se vi capita di commentare e non vedere quello che avete scritto portate pazienza, prima o poi apparirà.
RispondiElimina@Mao
Interessante la tua proposta della telecamera. Chissà che non ci abbiano pensato.
Non lo conoscevo, però passando spesso da Milano credo che alla prima occasione buona farò un salto. Sicuramente la scultura sarà mutata, come le rovine di vecchie civiltà sommerse nella giungla. E allora immaginerò quello che c'era e quello che ci sarà dopo la mia visita.
RispondiEliminaMemento homo quia pulvis es et in pulverem reverteris.
RispondiEliminaSenza bisogno di scomodare Buddha.
Davvero affascinanti alberto!
RispondiEliminaun saluto
Vedo che alcune foto le ha siglate e altre no; vuol dire che non le ha fatte tutte lei?
RispondiEliminaSplendido!
RispondiEliminaFa venir voglia di venire a Milano, nonostante il caldo.
Un messaggio solo in apparenza banale, comunicato attraverso un linguaggio e immagini affascinanti. Se mi capita l'occasione visiterò con piacere la mostra, prima che si disperda con un soffio di vento...
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RispondiEliminaGrazie per queste condivisioni, Al.
RispondiEliminaper chi a Mi non può andarci...
Arte emozionante, bellissime foto,
e non mi perderò l'aggiornamento!:-)
g
@curioso
RispondiEliminaLe foto sono tutte mie e non sono tutte siglate perché avrei l'impressione di fare come quei bambini che dicono in continuazione "è mio, è mio".
Grazie delle tue foto, con le quali ho avuto l'impressione di essere lì al PAC con te ad ammirare le opere di questo vero artista. Un caro saluto
RispondiEliminaAlberto, c'è un premio da me , passa
RispondiElimina@ReAnto
RispondiEliminaTi ringrazio, ma aldilà del fatto che questo premio l'ho già ricevuto ben quattro volte, quasi cinque, e adesso con te sei e non sono un ingordo, guarda un po' QUI cosa ne penso di questi premi. Poi mi piacerebbe che anche tu esprimessi il tuo pensiero. Ciao. Qui a Milano temperatura e umidità in calo. Si ricomincia a respirare.